Le parole INcrociate
Potrete avere una splendida amaca che gode dell’ombra dei pini, potrete anche avere un dondolo sotto il portico fresco della vostra casa a mare, potrete avere una poltrona in salotto direttamente puntata sulla traiettoria del condizionatore, ma niente, nessun confort, nessun trono supererà mai il luogo per eccellenza in cui si fanno le parole crociate: il gabinetto. Da generazioni le parole crociate rappresentano il momento di conciliazione migliore tra te e il mondo, il massimo del relax, il modo per illudersi di allenare la mente mentre le falene volano dentro il cervello. In realtà, ammetto, il gabinetto, luogo deputato alla migliore stesura delle parole crociate, è preferito a tutti gli altri spazi della casa soprattutto in inverno. Confermo che d’estate anche sbracati sul divano o a pancia sotto all’ombra di un ombrellone si riesce ugualmente a lasciarsi cullare dall’incrocio di caselle nere e bianche. Tra le persone che conoscono, mia nonna è sicuramente una delle fan più sfegatate di questo passatempo (non solo in bagno) e, secondo me, ha capito perfettamente l’essenza delle parole crociate. È un metodo di rilassamento, quindi non ci si può stressare se non si conoscono le definizioni. Ed eccola allora che sfentola ai quattro venti la bandiera delle definizioni impossibili. E così vedi la nonna che inforca i suoi occhiali da vista da vicino, quelli neri con la montatura alla Sandra Mondaini, e parole crociate in mano e bic nell’altra inizia a scervellarsi. “illumina il comodino”…mumble, mumble…..e tu aspetti l’inevitabile “abasciù, no?”, “sì nonna”. Pausa di dubbio atroce, “Ok ci sta”. “Va su e giù dal solaio”….mumble, mumble…”Topo, no?”, “sì nonna, probabile”. Pausa ancora più carica di dubbio. “Ma è di tre. Allora…TOP!”. E così quando ormai soddisfatta di quello che ha scritto – nonna batte Bartezzaghi 1 a 0 – posa l’arma della sua vittoria sul tavolino e si appisola. La tentazione di guardare è irresistibile. Scopro così che “abasciù” è sì di 8 ma non è esattamente francese, che il “Solaio” era in realtà un “Telaio” e che la risposta non era “TOP” ma “AGO”. Alla luce di questo però non mi sento di dare la sconfitta alla nonna per premiare Bartezzaghi, la nonna vince sempre. annerendo caselle bianche a suo piacimento, scrivendo le doppie all’interno di uno stesso quadretto bianco è riuscita ugualmente a far “appattare” tutte le definizioni. Nonna batte Bartezzaghi 2 a 0 e, stravince.
AGGIORNAMENTO:
Credo sia un metodo generazionale: anche il mio adorato nonno faceva esattamente così! E sosteneva, di conseguenza, che i cruciverba di Bartezzaghi (rigorosamente ultime pagine de “La Settimana Enigmistica”) non fossero poi così tanto difficili… 🙂
Credo che quello della cagata sia uno dei momenti più produttivi della giornata di un uomo: insomma si ha la possibilità di stare comodamente seduti, da soli con se stessi, a riflettere sul mondo e sull’ordine dell’universo. Non solo ma è senza dubbio uno dei momenti più cul-turali: è l’occasione giusta per leggere un libro, approfondire le notizie di cronaca sul quotidiano di turno, mettere alla prova il proprio bagaglio culturale in quella maledetta definizione del 56 verticale ecc…. Io per esempio, ora che sono uscito dal bagno so che “nel 1958, nel giro di soli sei mesi, negli USA si vendettero circa 20 milioni di hula-hoop” e per questo ringrazio la rubrica Forse non tutti sanno che… della Settimana enigmistica. In definitiva sono convinto che chi caga di più è più intelligente. E ci pensavo l’altro giorno. Mentre cagavo.
Io stò con la nonna, Assolutamente!
Forza Nannò, e che cacchio, quelle volte che mi sono cimentato con il ” Batt. ” alla fine mi mancano sempre 2/3 colonne e 2/3 righe; La nonna invece gli fà un cu**O così, non importa se giusto o sbagliato, è l’essenza che ne ricava nonna che è giusta.
Batt., NON HAI PIU’ SCAMPO.
Mari Leti, che spasso di nonna!Inutile dirti che il rito bagno – settimana enigmistica è un momento sacro delle giornate di stress. Io parto con quelle senza schema e poi faccio a fara con le amiche a chi lo risolve prima! Che bacchettone!
mari anche io parto gasata con quelle difficili, machissa’ perchè alla fine mi riduco a fare “unisci i puntini”!
Unisci i puntini quando m’incazzo a spremermi le meningi con Ghilardi e co.!
ahahahah !!!!!!!! ma perchè mi suona così familiare ?????
Sei forte Letizia !!!
In genere una lunga permanenza in bagno scaturisce reazioni diverse da parte di chi aspetta a seconda dell’età dell’astante.
All’occupante generico: “CHE FA T’ASSITTASTI IN BIBLIOTECA?”
All’occupante adolescente: “AMUNI’ CHE PPOI ADDIVENTI ORBO!”
All’occupante ultraottuagenario: “CHI FFA ANCORA VIVO SI? O AMU A CCHIAMARE L’AMMULANZA!”
Insomma nei momenti in cui credi di essere solo c’è sempre qualcuno che ti aspetta
AGGIORNAMENTO: giuro che questa non è la mia vera voce!ma spero ke l’idea vi piaccia.Date un’occhiata anche su http://www.youtube.com/watch?v=_-DVjINCOz0
La differenza che passa tra leggere il post e ascoltarlo è la stessa che c’è tra leggere un libro e vederne il film…
ammetto che il fascino del libro è indiscutibile ma mi sono accorta che a volte non ho tempo per leggere tutto quello che vorrei e ho iniziato ad apprezzare gli audiolibri. Ce ne sono alcuni davvero molto belli come “Un filo di fumo” di Camilleri letto da Fiorello. Mi faceva piacere sapere cosa ne pensavate al riguardo. Grazie per la risposta Maria Luisa 🙂
e che dire del sudoku?