Grammatica siciliana ter
Prima di salutare Rosalio e suoi lettori per staccare la famosa “spina” e andare in vacanza per un mesetto, come deformazione professionale mi suggerisce, vi voglio lasciare i compiti per le vacanze. Roba facile, giuro.
Partendo sempre dal principio che non c’è due senza tre, questo pezzo si intitola grammatica siciliana ter perché non si finisce mai di investigare questa lingua misteriosa. Stavolta però mi soffermo sul rapporto tra siciliani e lingue straniere.
Il siciliano è uno tosto, non si arrende. Se non riesce a pronunciare la parola la sicilianizza, ma non demorde. Nella mia famiglia è tradizione: mio nonno era convinto che per andare da Messina a Reggio Calabria si usasse il ferrabotto (ferryboat=traghetto). Ma non c’è bisogno di andare così lontano. Per esempio, quest’anno in fiera una signora mi chiese: signorina me lo da un devian della radio? Posto che depliant della radio non ne abbiamo (chi c’avissimo a miettiri ‘a fotografia r’u giradischi?) la signora non ebbe neanche un minimo di tentennamento. Come un tizio che raccomandava a un altro no, non ti preoccupare non è cosa elegante, non è cunto che ci dobbiamo mettere lo smog, come può pure capitare di avere bisogno di prelevare contanti al bancomarchet o di fumare fili morri gialle o, meglio ancora, di indossare un giubbotto che è duble fass.
Altro ambito di indagine interessante è la politica. Estera. Tutti chi più chi meno abbiamo sentito inveire contro ddu cuirnutu di Billade (tutto attaccato) o di Busci o meglio ancora di Sadamuselle (pace all’anima sua).
Ora dato che il siciliano non ha remore manco a infilare termini in italiano pure in contesti in cui non c’azziccano niente, tipo un gestore di un negozio che rimproverò aspramente un nuovo dipendente, apostrofandolo guarda lascio correre perché sei nuovo, lo capisco, per stavolta ti biasimo, la prossima però…figurarsi se si affrunta a coniare ex–novo parole simil straniere.
E qua ci sono i compiti delle vacanze: trattasi di due modi di dire di cui ignoro l’etimologia. Il primo riguarda un aggettivo usato nei contesti più svariati: SBRECHIS. È tutto e niente. Un vestito può essere sbrechis, una macchina, una canzone…insomma una cosa che si vuole definire eccezionale. Il secondo è un modo di essere o di parlare: TISCHI TOSCHI. Un esempio d’uso può essere una frase come questa tale’ ch’è bieddu si sienti tutto tischi toschi. Che poi forse è l’equivalente di una definizione che diede di me anni addietro una zia anziana di un mio ex fidanzato che, parlando di me con l’allora suocera, le raccontò sapurita è ‘a picciuttiedda, parra tutta toscaneggiante.
Fidando nei vostri contributi vi auguro buone vacanze e vi lascio con un esempio di lingua francese e del cattivo impiego del termine bijoux, che già è tascio per i fatti suoi figuriamoci in un caso come questo. Anni addietro un agente immobiliare all’ennesima casa che mostrava ad una coppia di amici, anticipò al marito dutturi chista a so mugghieri c’ha piaciri pi forza, è un zucchero, una bomboniera, ma che dico è una BUTIC!
E detto questo vado a fare la valigia. Prima tappa: Irlanda che è un posto sbrechis e mentre ve lo dico mi sento tutta tischi toschi.
E’ vero e’ vero … se ne sentono di tutti i colori, tantè che io e gli amici miei di volta in volta li inseriamo nel nostro blog, esempi: “Vabbè, sopravvoliamo và, che è meglio!” – “Sono indubbiosa di prendere pure questa…” – “..devo fare un bonifico, mi puo dare il codice Abi e Cabi” – ecc. ecc.
Buone vacanze….speriamo che il mese passi presto…
e IL MITICO guardarrail dell’autostrada? 😀
E dove lo mettiamo “But beautiful the true” tradotto “Ma bella a virità…..”
Buone vacanze Maria, l’Irlanda è un posto meraviglioso.
ci sono corso TUGHER e corso CALATAFIMINI
c’è l’indecifrabile modo di dire “ma che nicche e nacchi!” per “ma quando mai”
poi c’era una mia lontana parente acquisita che parlava in maniera totalmente sconclusionata, nononstante sapesse leggere non riusciva ad esporre le parole in modo normale:
franco franchi e ciccio ciccio (quest’ultimo ovviamente era ciccio ingrassia), Tyron Power diventava Ron Poker, però la figlia romina diventava Romina Paula (e perchè il cognome era diverso? mistero)
e ancora gli aerei facevano “SCAVO” in altre città, e però lei una volta era andata a vedere gli SCALI DI PEMPE’ (scavi di pompei)
aveva comprato un vaso di LI VORSI: dopo molte ore siamo riusciti a tradurre l’esatta denominazione: “vaso di LIMONGES”
aveva inoltre uno strano rapporto con le quantità numeriche: nella fattispecie non ne aveva cognizione, per cui se le chiedevi due patate non c’erano pobbremi, tanto il giorno prima ne aveva comprate 40 CHILI (…!!), oppure aveva in dispensa 30 scatolette di MASS (il mais)
poi se volevi poteva prepararti il panino con I GUSTI (i wurstel) oppure qualche SANTOS (i sandwiches).
insomma, proprio un beddu spicchiu di persona!!!
ne approfitto che chiedere se qualcuno ha idea del perchè quando accade un imprevisto il palermitano esclama “BOTTA DI SALE!”
ah, poi c’è una mia vicina che quando non concepisce un concetto dice “io certe cose NON LE PERCEPISCO!”
🙂
Wave…speriamo che invece trascorra lento!Tanto per restare in tema non me la fido più dalla stanchezza.Grazie dei contributi a tutti;-)
Non sò se conoscete questa , n’gusciavu ri ririri che è lo stato attuale in cui mi trovo . Non so mettere le faccine però vi giuro c’è i muoriri :-)))
Dimenticavo, tra le lacrime per le risate un biu chiù a tastiera . L’altro giorno una signora in un negozio “Scusi ma avi finocchietti?” la signorina del negozio prese i pinocchietti e li diede alla signora . Grazie per avermi fatto fare 4 risate
Ciao Daniela123,
“Botta di Sale” è la versione “easy” del + antico…”Botta di sangue” che non doveva essere proprio un’esternazione felice…concetto mantenuto dal “Botta di Sale” (Ex: a tia e tuttttta a to razza…)
Maria, divertiti in Irlanda, non ci sono mai stato ma so essere un posto fantastico…
ma sta attenta, ricordo che un mio vecchio compagno di scuola, si fece riconoscere anche nella terra dei Celti, quando in una birreria, in fila ad aspettare, si lasciò andare ad un’esternazione del tipo…”Oh, cucì, chi minchia sta faciennu???avi tri uri ca aspiettu!!!”
Il cassiere barbuto, si narra, si avvicinò al nostro informandolo di un fatto strano:
My friend, speack easy, MINCHIA it’s International….
Grande Ciccio Papa, che ci ha regalato decine di aneddoti come questo che ogni tanto ci riportano ai tempi del liceo…
Buone vacanze a tutti….
Gigiotto
Di nomi strampalati a Palermo se ne sentono a “tignite'”. Ve ne riporto alcuni sentiti in famiglia. Per quanto riguarda le strade abbiamo il corso “Tuchero” e la via “Sanpollo”. Fra i termini stranieri abbiamo il “vin surf” (da leggere con la ‘u’), l'”eir bog” (ad indicare l’air bag), il viaggio a “lurdes” (da leggere con ‘s’ finale, se c’è vuol dire che va letta). Un giorno di qualche anno fa andando a Marsala ci fermiamo ad un distributore automatico di benzina e sulla macchinetta troviamo un foglietto con su scritto a penna: “selv se chiuso”, Ancora rido al ricordo.
chi conosce il detto “sciatri e matri” ? mistero !
Inoltre: piazza don struzzo (don Sturzo) e viale trasburgo (viale Strasburgo 😀
sciatri e matri credo si riferisca al “ciato(fiato, anelito) di madre…Sergio Vespertino docet nell’omonimo spettacolo.
Non potevo non offrire il mio contributo 🙂
Signora della Palermo bEEEEEne dice all’amica in ostentato italiano “Noooooo mia cara a Mondello non ci vado che ci sono i MAO MAO”.
Stessa signora dal fruttivendolo “sEEEEnta scusi, mi da un’ACCIA?!?”
Buone Vacanze Mary 😀
che ridere!!! uhauhauhahuha
beh….tra le curiose vie di palermo c’è anche la famosissima “via Gotè!” (Goethe)(con l’accento sulla “e”!!!) ;-)iiihihihihihi
Cmq la bella figura l’ho fatta anche IO!!!! :-\ lo devo ammettere pubblicamente!!!! chiedo venia!!! faccio pubblica ammenda!!!! 🙁
Sino ad un anno fa, non sapevo che esistesse il termine “ORIZZONTARSI”!!! dentro di me presi in giro un tizio pensando che volesse dire (il più diffuso e strausato) ORIENTARSI!!! ed invece…. mi fregò!!! esiste eccome e ovviamente con lo stesso identico significato!!! l’ignUrante sono IO!!!!! 🙁 AZZ!!!
dimenticavo….
BUONE VACANZEEEEEEEEEEEEEEE!!!!
8) 8) 8) 8) 8)
Perchè “A com’è gghiè?” o “Unn’è gghiè”? o “‘nzocch’è”?
O i detti “Ma comuuuuuunque” e “Ma insoooooomma” che concludono una discussione.
Per lo stradario: Via Notorbartolo, via Macqueda, Corso Livuzza…
Eppure mi manciassi una bella “bbrioscia” cu gelato, oppure un panino chi “wrustell” e u “cekap”. Ma perchè la carne a Palermo dove la comprate? Naturamente ve la vende il “carnezziere” in “carnezzeria”, con tanto di insegna, peccato che in italiano si chiamano macellaio e macelleria. Era meglio “u ghianchieri”
buone vacanze a tutti quanti!!!
@daniela123
Etimologia di “Botta di sali” – e attenzione che questa è vera teoria linguistica del dott. Silvio C. da Chembri (…per rimanere in tema…):
BOTTA DI SALI (RI SALI si dice solo a Palermo), si usa principalmente per lanciare una maledizione contro qualcuno. Per lo meno questo è l’uso che se ne fa generalmente al mio paese (prov. di Caltanissetta). Esiste la variante più edulcorata BOTTA DI A’CITU (di acidità, attenziona all’accento sulla prima sillaba) e quella più brutale BOTTA DI SANGU. E di solito si usano nella frase:
T’AVISSI A VENIRI NA BOTTA DI xxx
C’è una sorta di gerarchia di gravità e ognuna di queste espressioni è direttamente proporizionata al torto subito e dunque al male che si vuole augurare ad una persona. BOTTA DI SANGU si usa per augurare qualcosa di veramente grave ad una persona, tipo una morte istantanea, una malattia grave, ecc. BOTTA DI SALI è già meno grave, non penso però che esista un motivo preciso per il quale si usi la parola SALI, credo sia solo un modo per evitare SANGU, un vero e proprio eufemismo che gioca sul fatto che le due parole cominciano con le stesse prime due lettere (a meno che ci si riferisca al sapore spiacevole del sale o a qualche malattia dovuta ad un eccesso di sale). Se non sbaglio ho sentito dire anche BOTTA DI VILENU, qui il significato è abbastanza chiaro… Una BOTTA D’ A’CITU ha un livello di gravità equivalente a: “possa andarti ti traverso (riferito al cibo)”. Letteralmente si usa per augurare una violenta acidità e pesantezza di stomaco. E’ una maledizione abbastanza leggera.
Se ci pensate, sul versante positivo, esiste BOTTA DI VITA, che però spesso viene usato in senso ironico, quindi con significato negativo (es. Che botta di vita!).
Tutte queste espressioni vengono usate anche come interiezioni per esprimere sorpresa /o contrarietà rispetto ad un evento del tutto inaspettato e/o sgradito (come in italiano “accidenti, caspita,etc..”), ma che letteralmente potrebbero essere parafrasate come “che BOTTA DI XX (che ho/ho avuto/che mi hanno lanciato)!”, quindi “maledizione!”.
E poi non dite che non lavoro per voi.
Special tnx to Silvio C.
Picciò, avete una ciunga?
io vorrei sapere cosa è la “fillata d’agnino”!!!!!
La “fellata di Dagnino” è, banalmente, la mortadella, che un tempo si comprava – a fette – nella salumeria Dagnino, ed era una prelibatezza esotica, riservata alle grandi occasioni. Il palermitano, fino a metà del secolo scorso, sconosceva questi lussi, e si limitava ad olive, primosale e sarde salate, se voleva un antipasto o semplicemente qualcosa da accompagnare col pane.
grazie Enzo… avevo sentito qualcosa sulla mortadella… ma non sapevo della Salumeria
….e perchè una donna illibata viene definita “TARALLA”?
“sapiddu cu è ‘stu colacola chi tagghiava muluni a fedde ‘i culu”
questo è un proverbio/modo di dire del palermitano verace, che viene usato quando si parla di qualcuno che si crede chissacchì mentre in realtà è un povero spiantato.
ma non ho idea dell’etimologia della frase…
e ‘ntuolla?
@mariavioletta: si chiamava taràlla perchè spesso “muria senza tastàlla!” 🙂
Riguardo ai compiti per le vacanze di Maria…ammetto di non essere in grado di farli. Attendo in merito lumi da “qualcuno”.
Billi, ci sei?
Confermo, ancora una volta, che i vostri commenti sono preziosissimi e non è per piaggeria…Billi se ci sei illuminaci!
Vi lasciamo le frasi di mia zia:lo squib(nesquik) i capelli alla PROCUP (a scodella) lo giogùrt (yogurt) la motobulanza (ambulanza) Ci chiediamo da tempo l’etimologia della parolina APPA. Appagghiri, appatuinnari, appaffari…
Appa credo sia la sicilianizzazione di “ebbi”>”eppi”>”appi”…vi convince?;-)
Dalle mie indagini è venuto fuori che la “TARALLA” è una variante della ciambella, ma con un “buco” quasi inesistente….a questo punto credo che sia facile dedurre perchè una donna illibata è una taralla!
queste ve la devo proprio dire…sono perle delle mie zie attempatelle:
“oggi mi manciai na bedda CALCIOFFA” – carciofo ( che tra l’altro subisce una mutazione sessuale)
“la machina avi le GOMBE a terra” – gomme (a me viene più difficile pronunciarlo sbagliato!)
“iddu si manciò l’AMBURGO” – Hamburgher (questa è davvero difficile….)
@ maria letizia – grazie di cuore per la spiegazione dettagliata della botta di sali, mi sento molto soddisfatta ;-))
a proposito delle murtazioni sessuali, non mi sono mai spiegata come mai in dialetto il frutto del fico viene definito tranquillamente fica (a volte ficazzana).
“manciati ‘sta fica, ch’è bedda duci” : giuro che l’ho sentito, è inquietantissima!!!
Maria, divertiti in Irlanda! Io vivo qui da 10 anni, e nonostante la pioggia a volte davvero insistente (come oggi per esempio!!!) non mi sono ancora stancata di questa terra, dei paesaggi e della gente! Leggo i tuoi posts regolarmente e devo dire che mi sganascio dalle risate.Piccolo contributo…una vecchia zia di mia mamma era solita chiamare l’ascensore “u’ torpedone”, e quando ci vedeva addosso qualcosa di molto colorato era solita chiedere “t’accattasti nni’ betoven?” per dire Benetton!
SLAINTE (irish for Cheers!)
e dove mettere la famosa “bussola” alias la porta degli autobus? per tutta la mia vita ho pensato che fosse una parola italiana fino al giorno in cui su di un autobus milanese ho urlato all’autista “bussola dietro!” e nessuno mi capi`…
ah! mi è venuta in mente una cosa: siamo gli unici che usano la parola “carpetta” per indicare la cartellina di cartoncino o plastica nella quale conservare i documenti.
negli uffici del resto d’italia se dici “mi passi una carpetta?” pensano che tu stia parlando di un piccolo pesce…
per non parlare dei modi di dire tipo “accendi la pentola” o “hai preso il motore?”
fiuùùùUU’, per un pelo cè l’ho fatta ( come disse mio zio malato di prostata) Marì, ma ti rendi conto che la maggior parte dei commenti sono andati ” fuori tema”? Con la nuova legge che sono tutti bocciati?
Ma non si parlava SOLO delle parole “forestiere”?
Scusami ma quà se parlate (scrivete) in Latino “m’ammazzate”, in Inglese Idem, ma quando si parla “in pietra” (ancestrale) ,…scusate, sono nato fra le “balate”.
Marì, SBREK’S = tipo informale, con il coraggio di andare contro tendenza.
TISKY-TOSKY = Montato da niente, si atteggia ma….( senza sustanza ).
@ gnazzino, ( riguardo Sciater’è madre) penso ti sia utile questo PINGHI PONGHI (per essere in tema) tra mè e Bulgakov tratto da ” Grammatica Siciliana Bis” (Maria, Maria, non te li leggi i commenti?).
tommaso scrive:
16 Maggio 2007 alle 20:32
Brva Simona, sai che era una cosa che volevo mettere in un “ipotetico” pezzo comico? Poi un’altro mi ha anticipato chiamando il suo spettacolo ” Fiato di Madre”; ma nn c’entra niente, e poi il dilemma è: Sciatira, Sciatire, Sciatir’; insomma, chi ne sà qualcosa ci illumini!
bulgakov scrive:
16 Maggio 2007 alle 23:00
Pare che derivi dal nome di una principessa araba Shater, che rinchiusa in una torre dal padre, affinchè non conoscesse uomini, riuscì lo stesso a partorire un bambino: la cosa ovviamente generò stupore
Pare inoltre che “sciatere e matri” fosse il nome che veniva dato ad un oggetto molto particolare che veniva dato in genere in dote alle giovani coppie sposate. Una specie di imbuto (a volte d’argento) collegato ad un tubo. l’imbuto veniva posto in prossimità del talamo nuziale e l’estremita libera del tubo veniva posta sulla finestra. La funzione dell’oggetto era quella di preservare l’intimità della coppia da odori molesti di natura intestinale canalizzandoli al di fuori della stanza da letto.
Lo so è una cosa terribile ma più di così non riuscivo ad edulcorarla.
tommaso scrive:
17 Maggio 2007 alle 08:53
Grazie Bulgakov, nn sò da dove hai attinto queste informazioni ma mi hai tolto un peso, giuro che erano anni che stà cosa mi frullava in testa; Bellissima la storia della Principessa, nn credi che allora la frase sia : Shater “è” madre ? con “è” verbo?
Comunque buona la prima, perchè la storia de… bè… sì insomma della “Piritiera”…la lascerei perdere.
Grazie ancora.
@ Maria Letizia, lascia stare il Prof.di “Chembri” ed accogli la consulenza (in via eccezzionale gratissi) di uno…che ..conosce…, Botta di Sale e Botta di sangue avrebbero in effetti la stessa “radice” perchè la “botta di sale” altro non sarebbe che l’augurare un “Salasso” (antico rimedio medico che consisteva nel provocare una perdita di sangue) senonchè…a complicare tutto ci sarebbe una versione più..”soft” che interpreta la “botta di sale” in un più semplice (?) : ” Che tu possa diventare una statua di sale”.
@ Maria Cubito, Marì che me lo porti un Quadrifoglio? perchè.. botta di quà, botta di là…, Non mi dispiacerebbe una Botta di Cu*o.
Buone Vacanze a TUTTI!
mio padre ne dice di infinite..non me le ricordo tutte (anche se dovrei segnarle), ve ne racconto alcune:
Tom Craiser=Tom Cruise
Pogramma=Programma(sempre)
Dificoltà=Difficoltà
Pover Point= Power Point
Scoppìa=Scoppia
purtroppo queste non fanno ridere moltissimo, ma non me ne vengono in mente altre.. e poi spesso non riesce a concordare genere e numero (mi ricordo una volta che disse “termosifone spente”
Per CinOp: “sopravvolare” lo inventò Rokko Smitherson (al secolo Corrado Guzzanti), quando frequentava il salotto televisivo di Serena Dandini.
@daniela123: con carpetta, gli Spagnoli ti capiscono. Da Roma in su, no.
e quel prelibato dolce fritto o al forno ripieno di ricotta….la INES!!!
E perchè l’arancina è “accarne” o “abburro”???
Anche nel settore idraulico il palermitano è unico: per esempio il tubo è una parola semplicissima da dire, il palermitano si complica la vita da solo e la fa diventare “TUBOLATURA”!!!
Chiedo a voi, invece, chi mi sa spiegare perchè un tipo presuntuoso che è convinto che dove arriva lui tutto aggiusta,si debba chiamare “Totò Tiermini”!!!!
Chiudo con una famosa frase di un mio collega:”Qui si fa come dico io e non transenno!!!!”
Penelope…se già per dire cheers devo dire SLAINTE siamo a cavallo…e io che ero convinta di parlare inglese..;-(
Tommaso la discussione si allargò e andò fuori tema, niente ci fa. si li leggo i commenti ma la mia (proverbiale, per chi mi conosce) testa in aria mi fece scordare quell’interessante scambio di post! Grazie di avre rinfrescato la memoria e grazie delle risate pre-vacanze che mi state facendo fare…mi mancherete. Se mi prende la nostalgia scrivo pure da “là fuori”, lo so. Saluti a tutti.
Ieri sera mi ho visto un firmone in televisione troppo andergraun; u titolo un mu ricordo comunque cci ggiuro che era un firm di prima gualità. Tra gli attori c’erano Mel Gibs e Gregori Pè e all’improvviso affacciò pure Gion Uein.
Fu troppo appassionante CREDIMI (il siciliano ha sempre il dubbio ke l’interlocutore nn creda alle sue parole), t’ha figurare che nella prescia di vedermi sto firmone mi ho sbutriato 4 pacchi di Crecchhi (= crackers) na bella vaschetta di CarDò (carte d’or)
@ marco: e nna buttigghia i vischi un ta calasti?
@ Manuel, se le cose non le sai..salle; si dice Uischi. 😉
Scuorci i uiski…quando rimane solo il fondo della bottiglia….
cmq il palermitano è fantasioso anche nel dare i nomi ai quartieri….
ad esempio vorrei sapere i motivi del nome Settecannoli…
sei un mito!!! Divertiti x le vacanze e raccontaci cosa ti succede!!!
Ciao
per Topografia: il nome del quartiere Settecannoli deriva dalla presenza di una antica fontana con sette rubinetti.
E questo è davvero l’ultimo commento poi si parte!Baci, grazie a tutti e BUONE VACANZE. Ci “leggiamo” a settembre!
In una situazione di pericolo viene spontaneo gridare “ACCURA”…fu così che una mia amica romana venne ugualmente presa di sgricio da una macchina, s’incazzò dicendomi: mi “potevi avvisare!!”. Come lo doveva capire che significava “ACCURA”?
ciao maria cubito. in irlanda accura alle scaffe e pigghia r’asciutto..
L’epito più atroce siciliano é cornuti i patri.
Contiene in sè molte cose. Che i padri siano tanti. che la madre sia una puttana. E che il figlio non si sa a chi appartenga.
Dite voi quale peggiore offesa sia così sinteticamente espressa.
mary …cm al solito 6 una grande!!! “troppo 10”!!!
buone vacanze
Grandi! Non vi avevo mai letto, solo adesso mi rendo conto di quanto mi faciti futtiri i ririri!! …A proposito di modi di dire…Qualcuno vuole spiegarmi la ratio che muove il palermitano il quale vuole augurare le peggiori cose a chi gli ha arrecato un disturbo: “un t’ava a succieriri nienti!”??
Certo che siamo strani: lo vorresti morto quel tipo lì e con un umorismo spietato gli dici “che nulla ti accada”??!!! MAH!!!
Ore 10,00 del mattino spiaggia di Villasimius Sardegna.
Mio fratello che è venuto a trovarmi esce dall’acqua e mi fa : “Me la passi la tovaglia ?” Ed io ingenuo e continentale :”Devi mangiare ora, alle 10,00 ?” “Nooooo, mi evo asciugaaaare…””E con la tovaglia ti asciughi, ah ?”.
Quinta ginnasio, compito di Greco, esce fuori un “crapetto” sperduto nei monti dell’Anatolia.Da quel giorno per A.V. “un ‘nciuri” fu crapetto fino alla Maturità.
Per quanto riguarda la fraseologia cito :
“Va fa nto c.lu e ci rici ca caristi”
“Va cac. ca ti niesci un nove…”
“Sticch.u ri pupi ca l’annu i lignu….”
passo
Giuanni
Ad ogni modo la bussola e’ una parola italiana….per l’esattezza con bussola si indica il cinematismo di apertura delle porte degli autobus….
…si hanno porte, porte scorrevoli e porte a bussola….
ciao sono palermitana di nascita e percio’ mi piace ascoltare queste frasi perche’ anche se non ci vivo vorrei tornarci e mi piace tanto palermo e tutti i palemitani ciao buone vacanze
…….e qui a Birgi Ninu Parrinello e le sue battute al Circolo la Capannuccia di fronte Mozia…..
*Assira mi purtaru a manciari alla TIGNA vicinu Salemi (trattoria ARDIGNA)…
*Uora uora passaru i tistimoni di “GEVOLA”……
* ma u sapiti ca stu friscu è veramente piacerevole ! ”
Buone Vacanzr a tutti…..
adriana, la tua spiegazione di botta di sale è meravigliosa!
sciatiri e cazzi e vugghiu riri. lo conoscevate lo diceva la buon anima della mia nonna
“Me figghiu s’accatto’ u menzu pisci!” Tradotto: “mio figlio ha comprato una Mitsubishi!”
A mare: “l’acqua è congelata” è diffusissimo. Giusto dire “l’acqua è gelata”.
“Sciatre e matri” non è mai detto con tono sereno ed affettuoso,ma al contrario in maniera adirata e a conclusione di un ragionamento ,di una riflessione,per cui io opto per l’etimologia latina “scelere matris”,delitto di madre,o con una traduzione molto libera con “…e cazzo,lasciatemelo dire”
appa credo significhi dovevo
Sciatri e matri, e vogghiu riri! , vuol dire “Shadir è madre, e voglio dire!” Shadir era una donna indiana che ebbe un figlio a 90 anni.
Anche “matapollo” o molto più finemente “matapuello” è di origine indiana, altro non è che il madapolam, tessuto prodotto nella città di Madapollam in India, usato comunemente per confezionare la biancheria.
Io ho un negozio di intimo. Ma dopo anni ancora rido a: avete box? avete crepiere? avete fush ap?
🙂
Rosina, leggimi u piroscafu di oggi, accussì viremmu ‘nzoccu mi dici i stiddi…
carmelo montana22 novembre 2014 14:24
A proposito di Sciatri e matri.
A mio parere l’espressione siciliana “shatiri e matri” ha un’origine ben precisa e un significato molto aderente al contesto in cui viene o veniva pronunciata dalla nostra gente.
L’origine è araba e precisamente proviene dalle parole “sah e mat” che significano: “Il Re è morto”. La forma che troviamo in siciliano “shatiri” è il plurale della parola araba “Sah” cioè “I re” e “matri” è il plurale di “mat”. La frase “shatiri e matri” si può trovare in un’altra variante; nel catanese, per esempio, si dice: “shatura e matura” e poi si aggiunge “vogliu diri” ad indicare che il tutto significa, in una espressione italiana, “Non c’è più religione” se “I re sono morti”.
La stessa frase ha dato origine alla espressione italiana: “Scacco matto” nel giuoco degli scacchi, frase che significa proprio: “Il re è morto”.
Carmelo Montana
Complimenti a Carmelo per la spiegazione “filologica” del modo di dire sciatri e matri , è sicuramente l’ interpretazione corretta.
Leggo per puro caso, in questo sito che trovo molto simpatico, una domanda formulata da “gnazzino” quasi dieci anni fa! La domanda verteva sul significato ed origine come lui dice di “sciatri e matri”. Propri l’anno scorso, il signor Carmelo Montana da una risposta molto interessante, ma personalmente ebbi una risposta, allo stesso mio quesito, oltre 50 anni fa, dal un filologo napoletano molto diversa; a quanto pare la frase, arrivata a noi con fonetica molto deviata, deriverebbe dal tardo latino “efflatum ex matulam” che tradotto alla lettera sarebbe: “soffio fuori dalla matula”. Infatti il gruppo di consonati latine “fl” oggi diventano ç come nel caso di flumen = çiumi o flatum = çiatu. Quindi per meglio far capire, non volendo essere scatologici, fare il peto fuori dal cantero, cioè una cosa inutile, una esclamazione per dire al di fuori dell’ordinario. Lo stesso termine viene usato per denigrare una persona che pur essendo adulta o meglio alta, sia comunque stupida; l’esclamazione sarebbe: longu a matula = alto inutilmente.
Mi piacerebbe che qualche palermitano mi chiedesse qualcos’altro in merito a detti, modi di dire, proverbi ecc. sarei ben lieto di rispondere nel limite delle mie possibilità.
Sono dell’avviso che il nostro dialetto, classico, vada curato e rispettato oltre che conosciuto meglio; tralasciando alcune recenti, spesso volgari, neologismi non proprio di quel palermitano una volta parlato non solo dal popolo ma anche dalla mobilità.
Second voi, “Sciatre matri vogghiu diri” è una espressione usata soltanto dalle donne?
Molte parole le diceva mia nonna ma non era siciliana forse le aveva sentite dire da bambina era originaria di un paese fuori napoli. Milito. Ma da giovine viveva a pozzuoli dove conoscette il nonno che le apri la bussola del portone e lei se ne innamorò