Mondello – Quelli della pasta al forno
Ogni mistero è stato svelato secoli fa, nel libello anonimo «Che bordello a Mondello». E noi non lo sapevamo. La sensazionale scoperta culturale – il manoscritto è stato ritrovato tra le due fette di un pane e panelle – ci permette di offrire ai lettori di Rosalio una panoramica esclusiva delle specie che animano la borgata d’estate. Tutte scientificamente descritte, nell’inestimabile pubblicazione. È con vera emozione che presentiamo alcuni stralci del manuale, vergato nel Seicento da un naturalista anonimo in volgare e in latino. L’obiezione è scontata: ma nel Seicento Mondello così com’è ancora non c’era. Il cavillo regge fino a un certo punto. La preziosa opera dimostra che Mondello è sempre esistita, anche quando non esisteva.
Capitolo primo – i pastafurnari (Maximarum tegliarum pastae ragù ovusque manducatores).
L’intellettuale secentesco – di cui conosciamo solo il soprannome, «Brociolonio» – si sofferma parecchio, all’inizio del manoscritto, sui consumatori di pasta al forno che, per comodità pure rispetto alla definizione scientifica in latino, chiama semplicemente «Pastafurnari». E c’è un motivo. Secondo l’autore, costoro rappresentano il primo nucleo abitativo della borgata marinara. Gli usi e i costumi dei suddetti avrebbero influenzato le generazioni future, del tutto ignare, incolpevoli e inconsapevoli. Continua »
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