“Arancini” on tour
Abbiamo deciso, mia figlia ed io, di “chiudere” la nostra estate facendo i turisti, in giro per Palermo. Chi abita in città, preso com’è dalla sua vita, dal lavoro, dalle cose, non pensa di riuscire a fare quello che normalmente devono fare i turisti, quelli che di qui passano e poi vanno altrove. Le due Palermo, giusto per semplificare, si corrispondono e si sovrappongono ma sono vissute in maniera differente: chi ci abita ha, in un certo senso, con sé un “traduttore di luoghi” che gli consente di vivere Palermo a propria misura; chi ci passa deve, pagando, delegare altri (le guide Routard o Michelin, i tour operators, gli uffici per il turismo) a tradurre, per proprio conto, semplificando. Da una parte la complessità della vita non consente di assimilare, a fondo, la propria storia; dall’altra lo scivolamento sulla pelle della città dà un’immagine della stratificazione che, però, non entra sottopelle e rischia di sbiadire. Io, qui, ci abito e mia figlia ci passa del tempo, ogni tanto; ma per avere una panoramica sulla città abbiamo scelto la via più breve e sintetica: il Citysightseeing.
Sì, quello: il bus con i posti allo scoperto, quello colorato (ma rosso, in prevalenza), che fa i due itinerari: centro storico e giardini pubblici. Credevo fosse un giro silenzioso, ognuno seduto al suo posto a commentare, guardare, fotografare e, come ci è capitato, farsi fotografare. No. Col biglietto viene fornita una cuffietta auricolare, tipo ipod o walkman, rossa. Che, una volta seduti, va infilata nell’apposita presa, scelta la lingua (si può optare per la propria, o per una straniera) e ascoltato l’itinerario quasi “in presa diretta”: la voce guida è quasi sincrona con quel che si vede. Mi pare una cosa intelligente. Io avrei fornito anche l’opzione “Palermo slang”, ma questa è un’altra storia. Fatto sta che abbiamo iniziato il giro sul bus A (linea rossa, ma tu guarda!) che attraversa il centro storico o, quantomeno, i monumenti più noti. La voce guida spiegava, noi guardavamo, il sole ci coceva: ad ognuno la sua parte. Poi siamo passati alla linea B (che sta per “blu”): ville e giardini.
Ora, è evidente, chi ha scritto il testo ha dovuto fare i conti con i tempi di percorrenza e la sincronia “spiegazione-monumento”, ma la voce registrata si lasciava andare anche a commenti faceti, ammiccanti e “leggeri” (per non annoiare l’ospite, lo capisco) e a descrizioni stereotipe della vita palermitana: il traffico, le chiacchiere per strada, i morti per mafia, la cassata, gli arancini. Già me lo vedo, tutti i palermitani che hanno letto “arancini” hanno fatto un sobbalzo di trenta metri e sono pronti a commentare il mio errore. E invece no, cari miei, è la voce guida del bus rosso (!) a ripetere ogni ora l’errore linguistico e siccome la voce è registrata, ovviamente, nessuno fa nulla per correggere il maschile in femminile. Abito qui da due anni, ma ne faccio anch’io una questione di stile, più che d’orgoglio. L’arancina, qui, è femmina. Ma tutti i turisti che hanno fatto il tour se la sono sentita recitare, in tutte le lingua, al maschile per poi venire corretti, me lo auguro, nei bar palerrmitani. Però, attenzione, le hostess sono di Palermo, gli autisti pure e lo è altrettanto l’ing. Alessandro che sovrintende il servizio di bus: per loro la cosa non conta molto?
(la foto è di Bianca Alma Cogliandro)
Che sia immediatamente costituito un comitato per l’elaborazione di un piano di tutela della gastronomia palermitana. Che si apra un forum: “l’arancinA che vorresti tu”.
Il problema non è semplice. L’arancina è femmina a Palermo ma già ad Agrigento non lo è più(pensiamo ad esempio ai famosi “arancini di Montalbano” di Camilleri). Lo stesso problema lo si riscontra spesso anche nei ricettari dove quasi mai compare il nome “alla palermitana”. Urge unificazione!
ha,ha, lo sapevo che Bul sarebbe stato il primo ad intervenire, hai ragione, portiamo la cosa a Strasburgo, ArancinA dop.
Mi dispiace Fabio, niente unificazione, gli altri hanno gli ArancinI ( anche il sapore è diverso, come dire..più maschile, il “capoliato” poi….) insomma è come la pubblicità dell’aranciata, se non sanno dire Forza Palermo…vengono scartate. 🙂
Bravo Domenico, molto divertente.
(linea rossa, Hii hi,hi)
In alcune zone turistiche dell’agrigentino adottano tecniche di alta ruffianeria e le hanno entrambe: l’arancina “alla palermitana” e… quella che finisce a piricullo. Ho evitato l’una e l’altra, non fosse altro per quei 40 gradi all’ombra.
Volete una palla di riso con dentro tocchetti di carne? Ecco mangiate arancinI.
La volete ripiena (orrore!) di nero di seppia? Divorate arancinI!
Vi piace al pistacchio? Strafogatevi di arancinI.
In cima all’Etna a metà di Giugno vi assicuro che potrebbero persino offrirvi arancinI alla fragola … andate pure!
Ma qui, alle falde di Montepellegrino, dove il capoliato abbraccia la cipolla in un amplesso a’ ccarne, lasciateci le nostre arancinE.
L’arancinA è femmina e noi siamo fimminari!
C’era ‘u babbu d’u paisi che una volta ci capitò che uno lo stava ammartuchiando di lignate. U babbu, che era babbu solperché da piccolo gli trascurarono di curare una leggera dislessia, pronunciava male le parole. Le storpiava.
– aùto! aùto, stu arancino mi sta svracchiannnu ‘i mastunati aùto!
Quelli che aiutarono il malcapitato poi glielo chiesero:
– Asparì, ma nzocch’è ‘u arancino!
– ‘U arancino è chiddo valacarne, rìntu, chiddu kkattivo, chiddu che havi ‘u cortello, u arancino và!
– ?
Poi a uno acculturato ci venne il sinonimo all’improvviso.
– Asparì ma e capace che ‘u arancino è ‘u malantrinu?
– se, se, e chi dissi io, ‘u arancino!
Io a chiddi che mi chiamano, a Palermo, arancini al posto di arancine i svracchiassi ‘i mastunate
Si dice ArancinA, j fimmina!
Se c’ una cosa che non si pu sentire la parola Arancino con relativo plurale Arancini, sidiceArancina, con la “A” …perch dovete chiamarla diversamente? Somiglia forse ad un albero di arance? Oppure decisamente pi somigliante al suo fru…
Come dice Basile:”l’arancinA nasce a Palermo e poi rotola rotola fuori dalla provincia e diventa arancinO” ;-p
Bah se è per questo c’è anche un altro errore…comune a dir il vero… sulla fiancata c’è scritto che il tour passa da “Palazzo Steri”…. è un errore…. dovrebbe esserci scritto solamente “Steri” (da Hosterium, palazzo fortificato)…. o “Palazzo Chiaramonte” oppure al massimo “Steri Chiaramonte”….così è come se ci fosse scritto “Palazzo Palazzo Fortificato”…ma è un errore che a Palermo fanno in molti….
baci baci 😉
arancinAAAA!!!Difendiamo le nostre tradizioni linguistiche. Caro Rosalio, a quando un sondaggio sui posti dove troviamo le arancinE più buone?
Gianni Area 3000 se vuoi potresti fare un post come ospite su questo tema che suggerisce alcuni posti e lancia il sondaggio.
Insomma, arancina o non arancina NON è questo il problema. Riguarda piuttosto il contesto generale della descrizione di Palermo o, all’antica, la voce registrata che un sacco (ma veramente tanti) di turisti d’ogni dove (e molti italiani) devono per forza ascoltare: cioè, qui non c’è la possibilità di scegliere un canale di trasmissione diversa da quello linguistico. Il contenuto è uguale per tutti, e credo vada riformato il contenuto, la descrizione, il racconto di Palermo. Anzi, lancio qui la proposta di richiedere all’azienda che svolge il servizio la registrazione audio del testo, o la sua sbobinatura, per farla condividere a chi di Palermo se ne intende. Che farebbe la Petyx? Come ne parlerebbe la Cubito? Cosa ne scriverebbe Billitteri? Io non dico che le notizie siano false, ma che sono approssimative e tentano, male, di coniugare storie e stereotipi. In un altro blog abbiamo parlato, scritto, di Piano Strategico per Palermo ma se i risultati terra terra sono questi (esiti che pochi controllano, e a me è capitato quasi per caso) ahivoglia a ragionare sui massimi sistemi.
Ancora con ‘sta storia del presunto errore linguistico. Lo volete capire che nel dizionario è scritto solo ARANCINO e che arancina quindi è sbagliato? O volete convincere il 90% della Sicilia ed il resto d’Italia, che dicono correttamente ARANCINO, che invece bisogna adeguarsi ad un vocabolo sbagliato, inesistente in italiano ed in siciliano, ed esclusivamente palermitano?