Il cronista
Un cronista è un uomo semplice. Ha bisogno di attrezzi semplici: un taccuino, la penna e la verità. Intendiamoci, verità non coincide per forza con realtà. La prima appartiene agli occhi che la osservano, al cuore che la filtra, al cervello che la definisce, alla voce di carta o di suono che la copia su questa o quella pergamena mediatica. La seconda è un affare privato di Dio. Esiste un peccato originale, un serpente incuneato nell’inchiostro di chi racconta “a suo modo”. Può essere perdonato con la buonafede.
È stata una bella mattinata di sabato, per il sole e per le tante persone che hanno accompagnato Lirio Abbate nella sua passeggiata in centro. Mi chiedo cosa accadrà domani, quando tornerà il silenzio sui passi di Lirio e di quelli come lui. Mi chiedo cosa accadrà quando certi politici – solidali durante le parate – telefoneranno in redazione per raccomandare un comunicato, per pretendere, per suggerire, per imporre. Mi chiedo cosa accadrà domani quando nessuno – nemmeno il portavoce di Fassino – si preoccuperà più dei cronisti precari, di fatto schiavi di un sistema che li imbavaglia e li riduce in condizioni di pietosa omertà col ricatto del pane. Continua »
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