Da dove vieni?
Vivendo in una città che non è la mia, a maggior ragione vivendo all’estero, mi capita spesso, chiacchierando con qualcuno appena conosciuto, che mi venga posta la fatidica domanda “da dove vieni?” e alla mia risposta “Palermo, Sicilia” il 90% delle volte l’interlocutore incalza con: “Ah, Palemmo…”. “Intanto io non ho mai detto Palemmo, ma Palermo e poi che cosa vorresti dire con quei puntini di sospensione?”, ma posso solo pensarle queste parole perché senza troppi complimenti seguono quelle fantomatiche 5 letterine “MAFIA”.
Mi sembra di rivivere quando, a tredici anni, in gita scolastica ad Atene, in un negozietto sotto l’Acropoli, insieme ad altre mie compagne sono stata perquisita solo perché quando avevano chiesto di dove eravamo avevamo risposto Palermo. Ricordo ancora le loro mani nelle mie tasche mentre continuavano a ripetere a mo’ di cantilena “mafia”.
Che umiliazione, io che non ho mai preso neanche un’oliva in un bancone del capo, perquisita come una criminale solo perché Palermo=mafia!
Lacrime d’impotenza ed incredulità segnavano le mie guance, la rabbia cresceva dentro, ma l’imbarazzo ed il senso di colpa erano tali che non avevo neanche la forza di reagire.
E così, oggi, a distanza di 20 anni, perpetro la mia vendetta con il malcapitato di turno, dico tutto ciò che allora non sono stata capace di dire, provo in tutti i modi a scacciare con le mie parole quel dannatissimo senso di colpa che mi ha accompagnato durante quegli interminabili 5 minuti e che forse in un angolino nascosto è ancora presente.
Devi essere stata particolarmente sfortunata. Io ho vissuto l’80% della mia vita fuori dalla Sicilia, nell’elenco dell’Immigration degli USA c’è un mio omonimo indesiderabile eppure ogni volta che ho dichiarato la mia origine c’è stato un coro di Sicily, Sicilia? beautiful, bello! Al che ho dovuto io ridimensionare dicendo e si, però… abbiamo i nostri problemi.
Ciao,
anche a me è capitata la classica frase “Palemmo…?”, e vivo a milano e non all’estero ma concordo con Zelig che l’80% delle persone alla fine apprezzano sempre la nostra bella terra, forse perchè ormai non esiste un milanese che non sia andato almeno una volta in vacanza in sicilia o semplicemnte perchè la percezione dell mafia (è questo purtropo è un dato negativo) affiora solamente quando c’è un fatto di cronaca con risonanza nazionale.
Mi viene in mente una frase. E’ tratta da uno spettacolo di Ficarra e Picone e traduce ironicamente, il modo di pensare di alcuna gente che con il proprio comportamento accresce le “leggende” di prepotenza e mafia sul popolo siciliano: “Io mi vergogno di essere siciliano, perché se mi capita di essere chiamato mafioso a Milano, internamente mi scatta una sensazione di potere.”
a me è capitato un episodio divertente quando stavo a Madrid.
Andavo a mangiare il Kebap notturno da un ragazzo del bangladesh molto simpatico che parlava due o tre parole di italiano. La prima volta che andai mi chiese “Da dove vieni?” io risposi “Palermo, Sicil….” “AAAAHHH il padrino!” ci rimasi malissimo ma subito aggiunse “io ho letto i libri non ho visto il film. Bello. Bibite gratis per te”
Non ho mai capito se prese quella decisione per paura che fossi anche solo lontanamente imparentata con i Corleone o se in fondo gli faceva simpatia quel popolo che lui aveva solo conosciuto attraverso le pagine di un libro… lette da un bangladese trapiantato a Madrid poi!
anche io non vivo più a palermo da tempo ed anche a me è capitato di sentirmi dire “Palemmo?? ahh.. palemmo, mafia” Poi però mi sono reso conto che chi lo dice non c’è mai stato ed è rimasto fermo ai film che ci fanno onore come Il padrino, pizza connection 100 giorni a palermo e così via…
Però, di contro, c’è una domanda bellissima che tutti quelli che vanno a palermo mi rivolgono quando tornano: “perché? Perché sei andato via? la città è bellissima, le persone fantastiche e il cibo favoloso” Forse è questo che mi fa scattare la sensazione di potere…
Già Totò, stesse domande che fanno a me… solita risposta…u’ travagghio!
A me è capitata una cosa simile…alla frontiera in repubblica ceca! controllando i passaporti mio e dei miei il poliziotto dice “Ah Palermo,mafia”!!!
Sono stato a Barcellona per una settimana di ferie e tutti giu con la stessa lagna “da dove vieni?”, “Palermo”, “Ah Palermo, Mafia”, come se fosse una semplice operazione matematica, uno più uno due!.
C’è un’immagine della Sicilia che spesso non riusciamo a cancellare, soprattutto all’estero…
Mentre a Milano, città dove lavoro, sono tutti innamorati di Palermo e della Sicilia, e spesso, mi accorgo che conoscono meglio dei siciliani stessi, luoghi e tradizioni… e questo mi fa sentire orgoglioso di esserlo. In barba alle centinaia di sedi istituzionali o meno che ci rappresentano in giro per il mondo.
BUDAPEST, Vaci Ut (come dire palermo, via libertà).
Maggio di 5 anni fa. Un “buttadentro” di un locale hard ci ferma per strada(è loro abitudione), ci guarda e dice con un accento tra quello di papa Ratzinger e un russo: “Italiani?”, anuiamo, continuo “siciliani?”, stupiti “sì” riprende a parlare il colosso “mafia, spaghetti, pizza, mandolino”. Abbiamo capito che sapeva dire solo questo e poco altro(repertorio VM18) Mi chiedo: ma luoghi comuni del genere esistono solo per l’Italia?
pardon *annuiamo
Io sono fiorentina e adoro la Sicilia!! La mia migliore amica ha genitori di palermo che mi hanno “cresciuto” a sfincione e arancine. Il padre di lei è praticamente il mio secondo papà…In Sicilia ci sono stata solo 4 volte ma fin dalla prima me ne sono innamorata, letteralmente, trovo che le persone siano estremamente accoglienti (i fiorentini non lo sono molto, purtroppo, anche se generalizzare non è mai il caso!!)..i commenti idioti nascono dalla profonda ignoranza e dalla poca voglia di conoscere..(lo scorso anno ho conosciuto un palermitano e da un anno stiamo insieme…: ) niente di più magico e bello!…un saluto a Palermo e alla Sicilia tutta in cui spero di tornare mooooolto presto!!
Ancora rido,se penso a tutte quelle volte che presentavo la mia carta d’identita “in continente”,il modo in cui il mio interlucutore si cambiava di faccia…era tutto “giairno” chissa perchè! doppio smile
stavo per scrivere “un paio di foto” poi ne ho aggiunta una terza, da qui il refuso “un 3 foto”
Confermo che gli abitanti del Bangladesh e Sri Lanka hanno una passione per la saga del “Padrino”….Anche a me è capitato come a Maria Letizia, a Roma però, che un venditore di kebap mi dicesse: “Palermo,il Padrino…bellissimo io amo Don Vito Corleone…il figlio Michele”…con tanto di accompagnamento accennato della mitica sigla del film!!!
Chiedo lumi sociologici su quest’amore asiatico per questo filone cinematografico….
Per il resto lo stereptipo è sempre quello…”Sicilia,buono mangiare,arancine, spiagge, spaghetti e mafia”…beh che in fondo abbiano un po’ ragione? :))
Cara Stefania, era il lontono 1981, gita con la scuola a Parigi, 17 anni. Io ed il mio compagno, all’uscita da una disco insieme a tutti gli altri, a piedi, distrutti e faticati ci disperdemmo dagli altri. Immagina a 17 anni a Parigi da soli e senza saper parlare alcuna lingua. Cercando il Foyer arrivammo ad un Bar a dir poco malfamato. Ci vennero incontro due brutti ceffi, credo malintenzionati. Io subito dissi : Je suis italien, de Palermo, Sicilia. E loro immediatamente : Sicilia? Mafìa ! Amico….. ci aiutarono a trovare la strada per l’Albergo. Adesso a distanza di 26 anni (pare ieri) riflettendo un pò, mi viene in mente il seguente dubbio : ma se avessimo detto : siamo italiani di Milano ???? :(:(:(
E’ successa la stessa cosa anche a me quando, circa quindici anni fa, andai in Spagna (nella modernissima Barcellona!) per la prima volta.
Da allora mi batto affinchè Palermo non sia = mafia, ma = sole, mare, limoni e tante altre belle cose!
Vedo che purtroppo l’esperienza è comune, ma spero che prima o poi questo binomio lasci il posto ad altri!
ahime! quanto è vero!
anche a me e’ successo nei pressi di Bruxelles. Ci sono cmq persone che non implicano il binomio, ma sono davvero poche… e poi fanno un’espressione del tipo:”caro mio, qui non ci sono di questi problemi, non preoccuparti…”.
IRRITANTE!!
Vi ho raccontato da tempo la storia comica di molti turisti che vanno a Corleone, e chiedono dove sia la casa di Don Vito Corleone.
Che é un invenzione di Puzo, lo sceneggiatore del Padrino, di Coppola. Non é mai esistito Don Vito Corleone.
I corleonesi, ormai, viste le richieste continue dei turisti hanno indicato una casa qualunque a Corleone, come la casa di Don Vito (inesistente).
Due brevi commenti alla discussione.
Chi soggiorna in Sicilia, la mafia non la vive, e non ha motivo di viverla perché colpisce le attività produttive permanenti nel territorio, e quindi é ovvio che vede altre cose, e non ha motivo di entrare a contatto diretto con certi fenomeni.
In secondo luogo, credo che una riflessione debba essere fatta, su un’osservazione che ha fatto l’attore Lo Cascio, sull’ultimo film di cui é stato protagonista, il dolce e l’amaro. La mafia é stata mitizzata, ha assunto una dimensione quasi eroica, anche se in negativo, ed é questa idea, che andrebbe combattuta. Il discorso identitario, della sicilianeità con la mafia, diventa quasi un tratto di riconoscibilità ed identità, di cui Coppola ha fatto un’epopea quasi mitica.
Bisognerebbe ridimensionare i fenomeni alla meschinità bassa, alla riduzione dell’uomo a schiavo di altri, all’assoggettamento gerarchico discriminatorio e pesante, da parte di alcuni, verso altri, all’idea che essere affiliati alla mafia significa avere tutto e perdere tutto insieme, ossia vivere per il massimo e morire per nulla, allo stato di precarietà autentica, di labilità della vita, di miseria del vivere che significa stare nella mafia.
possiamo sempre reagire sdrammatizzando..
all’affermazione sicilia=mafia io risposi: “are you afraid, eh?”, facendo il gesto della “tagghiatina di faccia”!
con un sorriso si riesce a superare anche il pregiudizio..forse! 😉
Certo se i mass-media italiani la smettessero di associare Sicilia e mafia e magari promuovessero, invece, i 3000 anni di civiltà siciliana, forse la nostra immagine sarebbe un tantino diversa. Ma evidentemente si preferisce promuovere un’immagine idilliaca dell’Italia tosco-padana per dirottarvi tutto il turismo possibile, mentre si rappresenta il Sud e la Sicilia come arretrati e violenti. Avete visto i personaggi delle fiction? I vincenti sono sempre settentrionali; i simpaticoni romani; mentre i più corrotti, criminali e ignoranti sono sempre meridionali e siciliani.
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Se poi a questo ci si aggiunge anche qualche siciliano sado-masochista che dà vita a opere tipo “Learn to speak Mafia” (“Impariamo a parlare la Mafia”) in cui in oltre 60 foto si illustra la ricca gestualità siciliana… allora per noi non c’è speranza.
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Non parliamo poi di quelli che di mafia vivono in modo “professionale”, ovverosia i professionisti dell’antimafia che si annidano nella politica, nella stampa, e nella cosiddetta “cultura”. Senza la mafia questi sarebbero dei veri e propri disoccupati. Con gente così, che tradisce il proprio popolo per quattro soldi, la nostra immagine sarà sempre compromessa.
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Ad ogni modo credo che dare del “mafioso” al siciliano sia l’ultimo pregiudizio accettabile in un mondo dominato dal “politicamente corretto”. C’è ormai rispetto per qualsiasi cosa, persona, movimento, minoranza, religione, ecc… tranne, ovviamente, per i siciliani…
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Nessuno si sogna di dare del criminale, ad esempio, agli inglesi, che di crimini negli ultimi due secoli ne hanno commessi a tinchité. Campioni di imperialismo e colonialismo, hanno distrutto civiltà e popoli; da ultimo, insieme ai loro cugini guerrafondai americani, hanno trasformato in un bagno di sangue l’Iraq; spregiudicati sul piano etico, fino a lanciare la ricerca sull'”uomo-bestia”… ma nessuno si sogna di dire: “ah inglese, criminale!”. Semmai l’Inghilterra è presa a modello di civiltà (sic!).