14 anni fa veniva ucciso padre Puglisi
Quattordici anni fa veniva ucciso dalla mafia padre Pino Puglisi. Alle 10:00 partirà il corteo dall’ingresso del Policlinico al cimitero di S.Orsola, dove è sepolto il sacerdote. A villa Giulia inizierà la mostra Vita di don Giuseppe Puglisi. Alle 21:00 dalla parrocchia di San Gaetano (piazzale A. Garibaldi) partirà una fiaccolata.
Nei prossimi giorni verrà diffuso dall’Assessorato alle Attività sociali del Comune di Palermo nelle scuole il DVD dedicato alla vita e alla storia di padre Puglisi Dietro la statua di San Gaetano, realizzato dalle Acli siciliane e dal Centro “Padre nostro”.
AGGIORNAMENTO: il sindaco di Palermo Diego Cammarata ha deposto questa mattina nel cimitero di Sant’Orsola un fascio di rose sulla tomba di Padre Pino Puglisi. Ad accompagnare il sindaco c’erano padre Mario Golesano e una folla di cittadini che hanno sfilato in corteo da via del Vespro al cimitero.
lodevole iniziativa produrre il CD e farlo girare per le scuole…
ma a Brancaccio l’Amministrazione Comunale e le istituzioni tutte sono ancora troppo latitanti….
– servizi inesistenti (e questo è compito del Comune),
– maggiore supporto logistico ad una parrocchia abbandonata che grazie a pochissimi piccoli uomini-grandi eroi mantengono un presidio in una terra di guerra perenne (inviate 1000 volontari)….
– maggiore controllo e sicurezza dalle forze dell’ordine che già fanno molto ma non basta… ben venga l’esercito a Brancaccio, no si possono tollerare tutti gli attentatiti degli periodi…
– offrire opportunità di lavoro, avoro onesto se si vuole sconfiggere l’ignoranza di quella barbara criminalità mafiosa e togliere manovalanza alla cosca…
– offrire cultura, in alternativa alla cultura mafiosa… la mafia rende più poveri oltre che schiavi…
..Vorrei tanto che ci fossero 165 commenti anche qui……
Grande Pino Puglisi.
scusate mi sono saltate alcune parole:
lodevole iniziativa produrre il CD e farlo girare per le scuole…
ma a Brancaccio l’Amministrazione Comunale e le istituzioni tutte sono ancora troppo latitanti….
– servizi inesistenti (e questo è compito del Comune),
– maggiore supporto logistico ad una parrocchia abbandonata che grazie a pochissimi piccoli uomini-grandi eroi mantengono un presidio in una terra di guerra perenne (inviate 1000 volontari)….
– maggiore controllo e sicurezza dalle forze dell’ordine che già fanno molto ma non basta… ben venga l’esercito a Brancaccio, non si possono tollerare tutti gli attentati degli ultimi periodi al centro fondato da Padre Puglisi…
– offrire opportunità di lavoro, lavoro vero e onesto, se si vuole sconfiggere l’ignoranza di quella barbara criminalità mafiosa e togliere manovalanza alla cosca…
– offrire cultura, in alternativa alla cultura mafiosa… la mafia rende più poveri oltre che schiavi…
se non succede questo il CD vale solo per la gloria del politichino di turno che con tante belle parole prende in giro un quartiere che necessita di interventi concreti… azioni serie e fare sentire che una città tutta con le sue istituzioni è vicina alle esigenze di una popolazione mortificata…
Io – in generale – sono d’accordo con Paolo e con Marco. Al secondo vorrei dire che molto difficilmente qui ci saranno altrettanti post. E’ un fatto: Corini appassiona molto di più (e lacera molto di più). Esiste un problema di periferie degradate che mi sembra ben lungi dall’essere risolto in città. Ci vorranno anni e non si vede neanche l’inizio. Non credo che sia una circostanza del tutto casuale: la periferia degradata – e questo vale trasversalmente per tutti – è un serbatoio di voti che si possono comprare, senza bisogno della buona politica. Il meccanismo del consenso funziona a meraviglia, con poca fatica di idee.
Forse non è il caso di soffermarsi troppo sul numero dei commenti. A volte post con pochi commenti hanno molte visualizzazioni. Inoltre l’approccio quantitativo è molto da old media…un post con pochi commenti può innescare reazioni virtuose o meno malgrado il dato meramente numerico.
Giusto Tony. Però è vero che Corini a Palermo è un argomento più incandescente di un prete assassinato per il suo apostolato anti-mafioso. Mi sembra un segno anche questo: dovremmo essere incazzati per don Pino. E probabilmente non lo siamo abbastanza.
Ricordo con affetto il mio vecchio professore di religione. L’ho avuto per cinque anni. Mi piace ricordare, principalmente, quando morì mio padre come si impose per fare celebrare a tutti i costi la messa in Cattedrale volendola fortemente e andando contro il preside che non voleva dare l’autorizzazione ai miei compagni. Pino suggerì ai miei compagni di non entrare a scuola per partecipare alla messa!Avrebbe firmato lui la giustificazione!
E poi, dopo, lo incontravo spesso in corso Vittorio Emanuele e iniziavano grandi discussione per strada. Poco prima che morisse, poichè mi lamentavo, come facciamo sempre tutti, della nostra città, ricordo che mi invitò ad andare a Brancaccio a lavorare con lui. “Professore- risposi- appena finisco di dare la materia la vengo a trovare.” Quella materia, filosofia teoretica, l’ho odiata e non sono riuscito a darla per altri quattro anni. Quel brutale e vigliacco assasinio ha cambiato la mia strada! Non sono diventato un professore ma ho cominciato a lavorare con i bambini
Ciao professore ti voglio bene!
Padre Pino Puglisi (o 3P come amava farsi chiamare lui) è stato anche mio professore di religione per tre anni, finchè…
incredibile, sono d’accordo con tony 🙂
(ho cambiato nick perchè c’erano già troppi “marco”).
@Roberto Puglisi:
parole sacrosante le tue (anche se nel post del palermo ti avevo dato del lei mi trovo a mio agio a darti del tu, se ci sono problemi fammelo notare tranquillamente), ma credo che la città sia molto più incazzata perchè non abbiamo un regista a centrocampo.
Mi associo al ricordo di Massimo!Anch’io ho seguito l’ora di religione con Padre Puglisi. Ricordo il suo sguardo dolce ma deciso in ogni circostanza. Sapeva bene cosa stava facendo!
sono a roma… accendete una candelina per Don Pino per me a Palermo…e che la sua luce illumini palermo… come corini illuminava il cuore dei tifosi….
Ciao PPP sei per noi un maestro….
PS ne accenderò una qui nella capitale
Nessun problema Marklaar. Viene meglio anche a me.
se davvero volete ricordare padre puglisi, stasera venite alla fiaccolata che si terra a brancaccio. vi immaginate se ci fossero mille persone! sarebbe un bel segno. e invece ci saranno i soliti “quattro gatti”, che altri non sono la gente che a vario titolo ogni giorno lavorano al centro padre nostro e nella parrocchia di san gaetano.
ho solo un dubbio che mi rattrista molto: se ci fosse qualche giocatore di calcio, o qualche vip probabilmente verrebbero molte persone.
io stasera ci sarò!!!
A che ora è Alex?
Mannaggia mi sono perso di comunicarvi che tra le tante attività per ricordarlo c’era anche una manifestazione sportiva in bicicletta per i piccoli del quartiere.
Alle ore 21.
parte dalla parrocchia di san gaetano e arriva a piazza anita garibaldi, luogo dove è stato ucciso
Ciao DONPino
Continua a sorriderci solo come tu sapevi fare.
la fiaccolata è organizzata per il quattordicesimo anno dal centro padre nostro. in questi ultimi mesi ci sono stati molti avvenimenti che hanno innescato anche polemiche sterili, sulla realtà che si vive a brancaccio e sulle varie associazioni che operano nel quartiere.
stasera è l’ occasione per dare un segnale forte; scrivere su un blog è una cosa, andare in strada è un’ altra.
lo scorso anno, ho partecipato alla fiaccolata: eravamo pochi, pioveva (poco), la gente al nostro passaggio chiudeva le finestre e guardava da dietro i vetri. chi era in balcone entrava dentro in casa.
stasera dovremmo essere tantissimi, sensa distinzione, anche chi è ateo, chi è di un’ altra religione… stasera non dovrebbe esserci spazio per polemiche o rancori. magari se qualcuno è dietro la finestra e vede migliaia di candele accese, magari scenderà in strada.
ho invitato alcuni miei amici: mi hanno risposto che è sabato sera, si va al pub a bere o in discoteca.
pensate solo che padre puglisi è stato ucciso il giorno del suo compleanno. magari avrebbe voluto festeggiare….
e oggi è sabato sera….
…non mi va di polemizzare riferendomi allo spazio frequentatissimo e pieno di commenti sui pallonari in mutande per dire che oggi Palermo, la maggior parte dei palermitani hanno, abbiamo, cio’ che meritano/meritiamo. I 20000 abbonati della Favorita non ci saranno (se magari ci fosse Zamparini!), io da Parigi ci sono con la mente. Sono d’accordo con Tony, Marklaar, Puglisi Roberto, e trovo particolarmente commovente il racconto di Massimo.
Ormai Palermo quando vengo mi mette addosso una forte malinconia, sono sfiduciato (è lucidità? i punti di riferimento che ho tutti i giorni davanti agli occhi qua me lo fanno pensare e mi fanno notare che siamo troppo lontani dall’Europa), ma dal virus della terra natia non non si guarisce e torno sempre.
Io non conobbi l’era Puglisi,quello che so’ della sua vita lo vidi sulla fiction della rai.
Vidi come un’uomo,volendo, puo’ far smuovere le mentalita’.
Ma se non supportato dallo stato fantoccio puo’ solo cadere da eroe.
E’ giusto rischiare la vita per qualcosa che non cambiera’ mai?
Il nostro caro Abate,sta rischiando la sua vita o peggio ancora per i suoi familiari,ne vale la pena?
Non so se ne valga la pena. Mi sembra una domanda giusta. Chi non ha la vocazione dell’eroe è un vigliacco? Anche perchè è tristemente vero che le cose non cambiano o che cambiano troppo lentamente. E’ un interrogativo su cui ci si può confrontare.
“Vi aspettavo…….”
Hai ragione Nissa (Giuseppe?). C’è chi ha provato a fare anche piccole cose, apparentemente piccole, e se ne va non per scappare o per vigliaccheria, ma semplicemente perchè capisce chè è inutile e perchè non è masochista. Tutto quel che si prova a cambiare è accessorio ma il problema di fondo risale a 150 anni fa, da allora la Sicilia è in stand-by, tranne per il malaffare, se non si riprende da zero il corso della Storia secondo gli attuali criteri dell’Europa evoluta questa terra non avrà futuro. La Sicilia cosi come è guidata e a ruota del simil-paese Italia non ha futuro, si fa finta…anche di vivere. E poi, non si puo’ costruire sopra una casa senza fondazioni, coi muri fradici e con i solai cadenti, meglio radere tutto e ricominciare da nuove basi solide.
yes gigi,Nissa la bella.
Forgione: “La precarizzazione è il brodo di coltura delle mafie”
guarda il video:
http://it.youtube.com/watch?v=nLIXsWCnKO4
http://www.riberaonline.blogspot.com
Vabbè, ho capito. Forgione vive di politica in Sicilia da 30 anni, bravo oratore nulla di piu’. Catania ci vive di politica da meno, stesso profilo, Bertinotti patetico seduto in quella poltrona che non serve a un C..ZO. Mi fermo a questi tre commedianti buona dialettica, Catania in piu’ pratica alla perfezione il marketing. Per dire che i suddetti difensori del popolo ce l’atturrano da decenni con le loro ricette che conoscono perfettamente ma non hanno risolto nulla, non hanno fatto un tubo di quello che ripetono recitando da decenni, e sanno che non faranno nulla con questo “REGIME”, tranne che oggi sono tutti e tre ai posti di comando, hanno fatto carriera. Aneddoto: Catania appena eletto al comune di Palermo, 1997, insiemme al suo compagno Giacalone come primo intervento urgente per la città hanno fatto una proposta rivoluzionaria, si doveva togliere la cacca dei cani da via Sammartino dove abitava Giacalone.
Non voto piu’ da oltre dieci anni e mai piu’ votero’, si è capito che sono un deluso dal partito che si dichiarava rivoluzionario.
Pensavo alla figura di don Pino proprio l’altro giorno dopo l’ennesima intimidazione…Mai come quest’anno l’anniversario della sua scomparsa deve far riflettere … Mai come quest’anno mi sono chiesto tante e tante volte: “Quel piccolo seme di speranza che padre Pino ha gettato è ancora vivo? Quanto ancora resisterà l’amore all’odio della mala vita?”. Non l’ho conosciuto personalmente, ma mi piace ricordarlo così come descritto in seguito, paladino dell’Amore, ad ogni costo:
“Dalle nostre parti, dalle nostre parti quando si vuole bene ad una persona, ma bene veramente, la si chiama Zio, Don, quando gli vuoi bene in maniera particolare e gli porti un rispetto enorme, Padrino. In siciliano, Parrì. A noi è capitato di volere molto bene a una persona e anche se non era un parente per noi era u Zio Pino. Zio pino era una persona normale, non era né alto né basso, né bello né brutto, aveva le orecchie a sventola, le mani enormi, però aveva un sorriso, ma un sorriso di quelli che rideva sempre, sempre, anche quando non c’era niente da ridere lui rideva. Tanto che noi glielo dicevamo ‘Zio Pino, ma che minchia ci ridi?’. Zio Pino non beveva, non fumava, non bestemmiava, non diceva le parolacce, però aveva un difetto enorme, amava. Amava troppo. Zio Pino era un professionista dell’amore. Non aveva mogli ma amava quelle degli altri…non aveva figli, ma tutti sapevano che ce n’erano un sacco sparsi per la città. Insomma Zio Pino era malato d’amore. E col tempo si era aggravato, più amava e più voleva amare. Da questo punto di vista era diventato inaffidabile. Ma la cosa incredibile è che più era inaffidabile più veniva amato da tutti. Pensate che addirittura i mariti andavano da lui e gli dicevano ‘io devo partire, a casa mia non c’è nessuno, potrebbe venire ad amare un poco mia moglie?’ e lui entrava con la scusa della moglie e piano piano, sorridendo, amava tutta la famiglia. Noi glielo dicevamo ‘Zio Pino, si dia una calmata con tutto questo amore, perché sennò a lei finisce male’ ma lui niente, era cocciuto. Zio Pino era un amatore cronico. Era un amante dell’amore. Amava amare. Era un amante amatore innamorato dell’amore. Zio Pino, quando noi gli dicevamo di amare meno, lui ci rispondeva ‘picciotti, ma ci sono così tanti tipi di amore al mondo che non sapendo quale scegliere li ho presi tutti, l’amore per i padri, per le madri, per i figli, per i fratelli, per le sorelle, per se stesso’. Zio Pino, come si suol dire dalle nostre parti, era di tutt’altra pasta, Zio Pino era amante, ma amato da tutti. E ce ne siamo resi conto al suo funerale. Minchia quanta gente…minchia funerale…minchia pianti…meraviglioso, eccezionale…funerale bellissimo, a parte qualcuno che era li solo per il piacere di farsi vedere. C’era si un sacco di gente perché Zio Pino era amato da tutti, ma c’era un sacco di gente anche per il modo in cui Zio Pino se n’è andato. Perché quando una persona muore di vecchiaia piano piano ci si abitua all’idea. Quando uno muore di malattia anche li purtroppo piano piano ci si abitua pure. Ma quando uno muore com’è morto Zio Pino non ti dai pace. Sta rientrando a casa Zio Pino, è già davanti al suo portone, ha addirittura infilato la chiave. Un tizio a volto scoperto e con una pistola, si avvicina e dice ‘Parrì, questa è una rapina’. Zio Pino sorride, lo ama e risponde ‘me l’aspettavo’ e si gira di nuovo verso il portone. Il tizio con la pistola, signori, punta alla nuca e preme il grilletto. Il grilletto provoca la combustione delle polveri che generano il gas e consentono al proiettile di fuoriuscire. Il proiettile si muove nello spazio secondo una linea parabolica che comincia dalla bocca della pistola e termina al suolo, ma dopo centinaia centinaia centinaia e centinaia di metri. Ma se tu hai il culo di trovarti nel mezzo…A quel punto Padre Pino Puglisi cade a terra. In un’attimo la notizia fa il giro di brancaccio. Tutti i suoi fratelli, tutte le sue sorelle, tutti accorrono increduli. Non era mai successo, un prete morto perché predicando l’amore stava disturbando la mafia. Ma pure lui, sapendo che aveva tutta questa passione per l’amore, se ne andava in giro a nuca scoperta. E dire che noi gliel’avevamo detto ‘Zio Pino con tutto questo amore si dia una calmata altrimenti a lei finisce male’. Ma lui era cocciuto. Molti dicono che lui sia morto e che noi dobbiamo elaborare il famoso lutto. Ma noi che lo conoscevamo bene, sappiamo che non si tratta di morte, ma di parto. Perché si può nascere in tanti modi…c’è un parto cesareo, quello naturale, quello in acqua e poi c’è un parto per uccisione. E noi che in vita non avevamo capito mai cosa provasse Zio Pino quando amava, adesso ci ritroviamo contagiati ad amare persino quel tizio con la pistola che poveretto, poveretto, senza saperlo, lo ha fatto nascere. Perché c’è un parto cesareo, quello naturale, quello in acqua e poi ce n’è uno per uccisione…”
[…] fine l’unica autorità che ha avuto la forza di presentarsi dopo il momento in memoria di Padre Puglisi è stato l’assessore alle politiche […]
io sono di brancaccio; abito a brancaccio da più di vent’anni, da quando non riuscivo nemmeno a camminare da sola. Quando hanno ucciso padre Puglisi io avevo tredici anni, lo conoscevo già perchè, LUI, era un parroco che frequentava anche le case di noi abitanti di brancaccio; perchè, LUI, non si limitava a predicare solamente al di là dell’altare, LUI scendeva per le strade, girava per le case regalando, con la sua unica spontaneità e dolcezza, parole di sostegno e di affetto per tutti quelli che come lui si illudevano di poter dare il proprio contributo per far rinacsere brancaccio.
Così non è stato, così non è e così, purtroppo temo non sarà mai.
A modo mio, crescendo e maturando tutta la mia esperienza con padre Puglisi e il mio vivere in questo quartiere, ho cercato e cerco di dare il mio contributo affinchè avvenga quella svolta di cui tutti parlano ma che nessuno mette in pratica.
Io non ho partecipato alle manifestazioni per rinnovare la memoria di don 3p, così lo chiamavano le persone che gli stavamo più vicine, e non me ne vergongno a dirlo. Mi sarei vergognata a limitarmi a partecipare a queste “belle” iniziative rimanendo nell’inattività per il resto dell’anno. Bravi quelli che depongono i fiori il giorno dell’anniversario…vengano a brancaccio gli altri giorni senza la loro scorta, se ne hanno il coraggio..e forse solo così si renderanno conto di quanto lavoro ci sia da fare.
Don Pino è duro a morire, ecco perchè continuano a provarci ancora, tutti i giorni.
@ Fabio B.
‘nchia, che commento, questo è un post da brividi fratè, complimenti.
Se mai ne avrò l’occasione mi piacerebbe recitarlo, leggerlo; anche solo agli amici la sera di natale.
Posso stamparlo ed usarlo?
(naturalmente dichiarando la paternità).
Tommaso i tuoi complimenti non li merito…mi dispiace ma la paternità del testo non è mia, è del duo Ficarra e Picone, non l’ho riportato scritto perchè credevo fosse abbastanza popolare(l’hanno recitato pure al festival di Sanremo).
Penso come te che sia davvero bello!
@ Fabio.
Sentivo puzza di testo geniale e scritto con calma a tavolino, era cucito per un comico .
Comunque mi auguro che tu sia altrettanto geniale. 😉
Mi dispiace, ma non guardo quasi mai gli show ed il festival, amo F.& P. ma questa non l’ho sentita, comunque, vuol dire che ho ancora il fiuto.
Ciao don Pino.
Concordo con Rosa. In tutto.
circa un mese fa sentii alla TV un’intervista ai parenti della moglie di Dalla Chiesa. Dicevano, vorremmo vedere meno manifestazioni e più fatti.
E mi sembra questo il senso del discorso di Rosa (spero di non interpretare male).
Brancaccio e tutto il lungocosta verso quel lato é secondo me da troppo tempo un luogo dimenticato dalla Pubblica amministrazione.
Prima cosa la bonifica della spiaggia. Ricordo che fino agli anni ’40 del ‘900 era pieno di stabilimenti e la spiaggia usata da molti. Adesso non é balneabile, e questo tratto di costa,lunghissimo, presente ma impraticabile, é un’altra defajance della Pubblica amministrazione.
Quando ci passo in macchina mi viene la rabbia, a me che usufruisco di altri luoghi, per dire. Mi chiedo perché non restituire questa risorsa a questa parte di città o a tutta la città?
Brancaccio é l’unica parte della città che ancora conserva un rapporto diretto con un mare negato. ossia lo si vede, ma non lo si può usare, già riabilitare questo rapporto secondo me sarebbe molto importante.
Credo che l’interesse pubblico verso Brancaccio, farebbe molto, ossia dotarlo di servizi e strutture che in altri luoghi esistono, farebbe molto, e contribuirebbe ad innescare altri fenomeni, mentre invece il suo stato di abbandono, e di gestione demandata, da parte di persone locali, al territorio, se diviene risorsa elettorale, per alcuni, non innesca per volontà dei mandatari elettorali, fenomeni di sviluppo, che potrebbero essere ostacolo a questi.