Il capezzale con Santa Lucia con gli occhi in mano sta là e mi guarda ancora come 30 anni fa…
Volevano buttarlo, ma tu ti arrabbieresti. Lo conservo io. Lo so, devo coprirlo prima con un panno.
Correndo, sudata, già vestita per la cerimonia, mi insegui arrancando per le stanze grandi e fresche, con la puntura in mano; e io scappo per inscenare l’ennesimo spettacolo mattutino.
‘U tiatru r’a ‘gnizioni. Dalla cassapanca sotto cui mi rifugio, Santa Lucia mi fissa severa e io grido, coprendomi la faccia con le mani. Per la casa l’odore del pane fatto per la settimana e il sugo che bolle mi confortano.
Vedo il movimento ritmato delle tue braccia che setacciano la farina con il crivo.
Il tempo scorre lento…attacco bottoni su una bambola di pezza per farle gli occhi…
Mi pasticcio tutta la faccia e spunto in cortile con le tue scarpe, la tua borsa e tutte le tue collane e tu ridi…una risata liquida…
Sbuccio, paziente, le mandorle e mi riempio tutta la bocca, masticando forte. Tu minacci di lavarla col sapone quella bocca se ancora mi lascio scappare minchia. Continua »
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