È polemica sui costi della politica all’Ars
I deputati regionali potrebbero ricevere un aumento delle loro indennità in base ai nuovi indici Istat che già hanno portato all’aumento degli stipendi dei senatori, a cui sono equiparati. Gli stipendi dei parlamentari erano stati tagliati del dieci per cento a livello nazionale e l’Ars aveva recepito il provvedimento.
Alcuni organi di stampa hanno parlato di un aumento di 513 euro che, però, si rivelerebbe inesatto.
Il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché ha precisato ieri in diretta su Radio Time che l’aumento ammonterebbe a 190 euro lordi circa e ha aggiunto che «i veri costi della politica sono i soldi buttati per incapacità o disonestà e non quelli per gli stipendi. Quello che manca all’interno della pubblica amministrazione è il concetto di meritocrazia, cosa che avviene di norma nel privato» (l’audio completo è disponibile qui).
E’ proprio questo il punto.
Anche sforzandomi, non riesco proprio ad associare il concetto di meritocrazia a quello dei deputati in genere, soprattutto se regionali…
bhe c’è poco da dire… siamo noi che alle elezioni li mandiamo lì ad arricchirsi!
Bravo Gianfranco! Gli stipendi dei parlamentari non sono mica soldi buttati, soprattutto se finiscono nelle TUE tasche e in quelle dei TUOI amici!!
Grande!
Continua così!!
L’aumento di SOLI 190 € minimizzato da Miccichè sale al primo posto della classifica “spenniamo i polli”. Segue l’operazione “Sali in paradiso”. Biglietti da 10, 15 o 20 € , robba da indulgenza.
…quanto guadagna un precario? se non ricordo male circa €750 al mese per rovinargli la vita e costringerlo a votare il facchino di turno, zotico, ignorante ma soprattutto avido e portatori di interessi loschi.
per questo, il suo “stipendio”è di circa 20 (VENTI) volte quello di un povero precario…non so, il senso di nausea mi evita uteriori commenti
Sarò forse suggestionata dal clima di sfiducia e discredito in cui versano le istituzioni ma ormai qualunque affermazione proferiscano i nostri cari politici mi sa di aria fritta…mi infastidisce sentirli sentenziare, pontificare quando a rimetterci siamo solo noi cittadini, le nostre tasche, i nostri diritti. “Eh no, adesso si sta davvero esagerando…gli adeguamenti al costo della vita sono concessi a tutti i lavoratori dipendenti, non vedo perchè ai parlamentari non dovrebbero toccare” sostiene Miccichè dichiarando di non volersi opporre all’aumento di stipendio. Secondo voi una simile affermazione merita replica o si commenta da sola?
io sono uno dei tanti giovani assunti con un contratto a progetto. mi si è dato un incarico, firmo un contratto per un lordo di euro xxxxx , mi pagano ogni mese , previo verifica del mio lavoro e conseguimento dei risultai ottenuti. alla fine dell’ anno si verifica se sono stati raggiunti gli obbiettivi. se sono stato bravo mi propongono un altro progetto, in caso contrario… a casa.
noi siamo i loro datori di lavoro….
sono daccordo con il presidente dell’ARS….
quindi secondo il sacro concetto di meritocrazia …..
dimettetevi tutti….
Beh, va riconosciuta a Micciché almeno una grande coerenza. Peggio sarebbe stato se all’improvviso avesse detto “Certo, questo aumento che ci diamo è una vergogna!”.
la verità è che i politici di oggi sono la nuova aristocrazia e come tale essi non fingono di essere persone comuni; no, loro sono a tutti gli effetti dei nobili, appartenenti ad una casta (guarda caso) privilegiata. E quindi a loro, di rispondere in maniera da fingere almeno che gliene freghi qualcosa del popolo, proprio non riesce.
Vai, Gianfry, vai sereno, che del doman non v’è certezza…
ha detto un concetto “in teoria” interessante, però alla fine sembra la risposta politica – scudo per spostare l’attenzione su altro.
Insomma uno sfoggio di semantica.
E’ questa la vera arma del politico, toglietela e forse diventerà…..non so…un politico ?
Mi fa rabbia il fatto che nessuno provvede a frenare questi scempi.
Perchè i nostri stipendi di comuni mortali restano adeguati a quando c’era la lira?
Perchè nessuno si ribella?
Non è democrazia questa, ma una farsa di dittatura che si fa chiamare tale.