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giovedì 21 nov
  • Rosalio in rosso per la Birmania

    Rosalio oggi cambia sfondo e supporta la protesta pacifica dei monaci birmani contro la dittatura militare. Chiunque può aderire indossando una maglia rossa o un accessorio rosso.

    In support of our incredibly brave friends in Burma: may all people around the world wear a red shirt on Friday, September 28. Please forward!

    Rosalio
  • 16 commenti a “Rosalio in rosso per la Birmania”

    1. stamattina in auto mentre andavo a lavoro ( erano le cinque ) ho acceso la radio ed ho sentito della notizia.
      Un governo che SPARA contro dei monaci, che essi siano buddhisti, cristiani, indu o qualsiasi altra religione non importa!
      E’ davvero qualcosa di incocepibile, perchè cmq già a priori è inconcepibile che delle forse di polizia di un governo sparino sui dei cittadini, persone, civili, e per di più DISARMATI e che fanno una protesta cicile e pacifica.
      Le avvisaglie per si arrivasse a questo c’erano tutte…

    2. Dopo la violenza e i morti dei scorsi giorni oggi apprendo che sono stati confinati i monasteri con filo spinato e i collegamenti internet con il resto del mondo sono stati fatti saltare… tutto quello che sta accadendo fa rabbrividire.

    3. che l’ONU si dia una mossa per convincere la dittatura militare a non uccidere esseri umani che pacificamente stanno portando avanti una protesta per migliorare le loro condizioni di vita!
      Diversamente – se l’ONU non produrrà alcun atto concreto nei confronti di questa vicenda – sarà decretato il fallimento di questo organo mondiale. Non sara’ piu’ credibile.

    4. Inziativa lodevole, specie considerando lo sforzo fatto da Tony Siino per la “comunistizzazione” dello sfondo 🙂

    5. Il vero problemae che l’ ONU sempre puù spesso non si sta dimostrabdo in grado di agire concretamente per garantire i più semplici diritti umani nel mondo.
      Preferisce lasciare l’ ingrato compito ad associazioni come Amnesty International e i loro attivisti.
      Molto più semplice che finisca in carcere un ignoto attivsta di cui sa qualcosa solo qualcuno che non un funzionario dell’ ONU che potrebbe “esporsi” troppo!!
      Questo caso della Birmania è l’ ennessimo che succede, ed e l’ enenssimo caso di violazione di semplici diritti umani da parte di governi che spresso vengono appoggiati sia finanziariamente che politicamente da certe superpotenze.

    6. complimenti Rosalio per l’iniziativa!
      fra le cose più gravi che stanno accadendo, sappiate che un grandissimo numero di monaci, con la scusa del coprifuoco, è stato prelevato dai monasteri e rinchiuso dentro uno stadio drella capitale; non si sa quanti siano e in quali condizioni si trovino. Ieri, infatti, alle manifestazioni che ancora si svolgono, mancava il colpo d’occhio offerto dal caratteristico abito dei monaci.
      inoltre, vi invito a guardare, per chi non lo avesse ancora fatto, le foto di queste manifestazioni per renderci tutti conto della violenza perpetrata nei confronti di una popolazione assolutamente inerme.

    7. Per chi volesse aderire, Amnesty International ha indetto un appello urgente per la cessazione della repressione.

      trovate il tutto a questo indirizzo:

      http://www.amnesty.it/appelli/azioni_urgenti/Myanmar

    8. rosso è il colore del sangue, della passione, delle radici della nostra democrazia…
      rosso è il colore del mio sangue, della mia incazzatura per la mia impotenza…
      rosse sono le parole, oggi più degli altri giorni, per esprimere la mia profonda indignazione per quello che ancora oggi i “regimi” nel mondo riescono tragicamente a fare…

      p.s. però almeno oggi evitate lo “scrivi al presidente” qui accanto alle mie parole…

    9. cosa cavolo c’entra il rosso se i monaci vestono l’arancione??

    10. il rosso è il colore del regime repressionista birmano!! era + logico adottare l’arancione tipico delle tonache dei monaci (perseguitati)

    11. Grazie Rosalio per esserti unito anche tu!Gente vestita di rosso in giro ne ho vista poco…ma va bene lo stesso!

      W la democrazia in Birmania!

    12. E’ una vera tragedia che dura da 50 anni ma assurge all’onore della cronaca solo in queste orribili occasioni: purtroppo la Birmania è un paese che produce Teck e non petrolio quindi non mette conto esportare lì (con la forza) la cosiddetta “democrazia”.
      Encomiabile, ancorchè inutile, l’iniziativa di Rosalio.

    13. Giustissimo, Maurizio Salerno.
      Infatti c’è la democrazia di serie A, quella per intenderci dei paesi occidentali.
      Poi c’è quella di serie B, tipo quella che è stata “esportata” in Iraq.
      E infine c’è quella di serie C, che dovrebbe valere per i paesi come il Sudan o la ex Birmania, che non interessano a nessuno.
      Ma la Democrazia non dovrebbe essere una sola?

    14. ex pluribus unum aut ex uno plures ?

    15. http://www.mizzima.com
      (sito dell’opposizione birmana in esilio),
      per notizie sull’evoluzione della protesta popolare nell’ex Birmania.

      http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/proteste-myanmar/1.html
      Foto delle manifestazioni nel mondo a supporto della protesta popolare nell’ex Birmania.

    16. Dialogo con un mistico

      Domanda: Che cosa ne pensa di calciatori e veline che si vestono di rosso in segno di protesta?

      Risposta: Non vestiamoci di rosso, piuttosto accendiamo il fuoco rosso della consapevolezza!

      D: Che cosa è la religione oggi?

      R: La religione è fondamentalmente una ribellione. Non è conformismo, non appartiene a nessuna organizzazione, società, chiesa, perché ogni appartenenza è un prodotto della paura e la religione è libertà.

      D: Perchè il buddismo oggi, (ma tutte le religioni, in origine, hanno questa valenza) può essere rivoluzionario?

      R: Si vuole sempre appartenere a una nazione, a una chiesa, a una società perché quando appartieni una folla dimentichi di essere solo. La religione vera non è consolazione, ti rende consapevole, individuo unico e irripetibile, e la consapevolezza è ribellione. Non ti consola, ti rende sveglio e inquieto e l’inquietudine è una formidabile molla, un fuoco che ti spinge verso la verità.
      Quando diventi consapevole non puoi appartenere ad alcuna società, ad alcun partito, ad alcuna nazione, ad alcuna famiglia o chiesa.

      D: Mi piace. L’appartenenza nella non appartenenza, l’identità di chi si libera da qualsiasi identità, un orizzonte di senso comune che ci fa riconoscere compagni di viaggio di questa meravigliosa e difficile avventura. Siamo soli! Ma non siamo soli nella solitudine! Esiste una chiesa invisibile di uomini liberi, una comunità trasversale di uomini consapevoli che non possono essere resi schiavi dalle menzogne del potere.
      “Quando diventi consapevole acquisti coscienza dell’austera bellezza della solitudine.” Diventi cosciente della musica che continuamente risuona nella tua anima… e che è la stessa, sia pure differente, che suona in tutti e in tutto. La musica che unisce tutti gli uomini ma li rende nel contempo così meravigliosamente differenti!

      R: Sì!La religione non è conformismo, perché ogni conformismo è automatico.
      Fai delle cose perché ci si aspetta che tu le faccia. Le fai perché vivi con altre persone e devi seguire le loro regole; le fai perché sei stato condizionato a farle. Vai in chiesa, vai al tempio, preghi, segui i rituali, ma ogni gesto è vuoto. Se il tuo cuore non vi è coinvolto, ogni cosa è morta e automatica.

      D: Il coinvolgimento del cuore è il vero e solo cemento religioso quale che sia l’oggetto verso il quale è rivolto. La vera Chiesa è l’esistenza stessa, il vero tempio è la Vita intera che tutte le chiese e i templi attraversa e abbraccia. Dio è la vastità di questo abbraccio, è una breccia gioiosa trasversale che vive in ogni sentiero che ad esso conduce.

      R: La consapevolezza è un fiume che trascina verso…l’oceano della vera comunità! La religione non è conformismo poiché il conformismo esiste tra l’individuo e il passato, mentre la religione esiste tra l’individuo e il futuro.
      Il conformismo esiste tra l’individuo e la società. La religione vera, al contrario, esiste tra l’individuo e l’esistenza stessa….
      Non sarà la violenza di una dittatura militare a fermare la gioia consapevole di questo abbraccio. Non vestiamoci di rosso. Accendiamo, piuttosto, il fuoco rosso della consapevolezza

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