Chiesti otto anni e la rimessione del processo per Cuffaro
Due richieste hanno caratterizzato la giornata di oggi nel processo alle cosiddette “talpe della Dda” che si sta svolgendo a Palermo.
Il procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone, al termine della requisitoria, ha chiesto una condanna a otto anni di reclusione nei confronti di Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Sicilia. Cuffaro è accusato di favoreggiamento a Cosa nostra e rivelazione di notizie riservate. Le altre richieste: 18 anni per il manager della sanità privata Michele Aiello (associazione mafiosa), nove anni per il maresciallo del Ros Giorgio Riolo (concorso in associazione mafiosa) e cinque anni per il radiologo Aldo Carcione (concorso in rivelazioni di segreto d’ufficio).
Gli avvocati Nino Caleca e Nino Mormino, legali di Cuffaro, hanno depositato stamattina nella terza sezione del Tribunale di Palermo l’istanza di remissione rimessione del processo in altra sede giudiziaria per «la grave situazione ambientale» dopo i contrasti sorti tra il procuratore aggiunto, Alfredo Morvillo e il pm Maurizio de Lucia.
AGGIORNAMENTO n.1: Silvio Berlusconi (Forza Italia) ha solidarizzato con Cuffaro e ha dichiarato: «La stima che nutro nella sua intelligenza mi fa escludere in maniera assoluta che egli possa essere coinvolto in quelle vicende in cui si pretende di coinvolgerlo».
AGGIORNAMENTO n.2: Salvatore Cuffaro ha dichiarato: «Ho appreso delle richieste formulate dai pubblici ministeri con amarezza, sentimento accresciuto dall’intima consapevolezza che mai mi ha abbandonato in questi anni, di non avere mai posto in essere condotte tese a favorire la mafia».
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