Calcio da morire
Quel nome, scritto sui manifesti, l’avevo letto un sacco di volte. Era uno famoso qui a Roma, uno di tendenza, uno “giusto”. Un bravo ragazzo che faticava tutto il giorno, faceva tardi la notte per inseguire i suoi sogni, si accontentava di dormire due o tre ore e si presentava lucido e riposato la mattina successiva al lavoro.
Gabriele aveva 26 anni e due immense passioni: la musica e la Lazio. Quella trasferta, a Milano contro l’Inter, non se la sarebbe persa per nulla al mondo. Anche se sabato fino alle sei era al Piper, una delle più famose discoteche d’Italia, a mettere dischi e a far ballare i ragazzi della sua età. Tanto avrebbe dormito in auto e sarebbe stato bello pimpante in curva a fare il tifo per Rocchi e Ledesma, Ballotta e Makinwa. Gabriele era un tifoso. Non un ultrà, solo uno che amava il calcio e i colori biancoazzurri. Un proiettile lo ha spento. Un proiettile ha spento i suoi sogni. E quelli di Lucrezia, la bellissima ragazza con cui stava da sei mesi. Un proiettile sparato da un poliziotto, probabilmente un altro giovanissimo che domenica mattina, alle 9,10, in un’area di servizio alle porte di Arezzo, è morto idealmente con lui. Quel dramma se lo porterà dentro per tutti i giorni della sua vita, quel colpo esploso per una tragica fatalità continuerà a sentirlo di notte, nei suoi peggiori incubi.
Ne sono morti due in quell’autogrill, ed è morta definitivamente quella cosa che ci ostiniamo a chiamare gioco. Il gioco del calcio. Volevo scrivere un post per denunciare la stupidità di chi ha impedito ai tifosi del Napoli di venire a Palermo a vedere una bellissima partita allo stadio “Barbera”. Volevo raccontare di quei cento, forse centocinquanta partenopei che in tribuna, quando ha segnato Bogliacino, hanno esultato liberamente, sventolando le bandiere, senza che nessuno si sognasse nemmeno lontanamente di criticarli o subissarli di fischi. Volevo complimentarmi con quei due signori sconosciuti che a fine partita, sotto i miei occhi, si sono abbracciati scambiandosi le sciarpette: uno ha preso quella rosanero, l’altro quella con i colori che furono di Maradona.
Volevo applaudire il cuore di Giovanni Tedesco, piccolo grande uomo di Pallavicino, e di quel bacio tenerissimo al figlio raccattapalle dopo il gol della vittoria. E divertirmi con voi in attesa del mio derby, visto che tra due settimane c’è Juventus-Palermo e non so proprio dove sbattermi la testa. Credetemi, è come scegliere se andare a cena con Cindy Crawford o Claudia Schiffer.
E invece sono qui a tentare di capire un dramma senza senso. Ora vieteranno a tutti i tifosi di andare in trasferta, faranno casino per un paio di mesi sui giornali, diranno che per colpa di pochi imbecilli milioni di appassionati saranno penalizzati. Dite quello che volete, prendete le decisioni che vi sembreranno più opportune. E’ proprio vero, la morte dell’ispettore Raciti non è servita a nulla. E nemmeno quella di Gabriele riuscirà a cambiare le cose. Aspettiamo la prossima. Aspettate la prossima. L’abbiamo ucciso questo sport, l’avete ucciso. Continuate pure a scannarvi in nome della moviola. Urlate all’avversario che deve morire. Esultate quando riuscite a rubare lo striscione degli avversari. Pardon, dei nemici. Non è più sport questo, non è più il mio sport.
Gabriele, divertiti lassù. Metti i tuoi dischi e fai ballare i santi. E scusaci, se puoi. Perché se siamo arrivati a questo punto vuol dire che abbiamo sbagliato. Se cinquanta delinquenti riescono a fermare una partita abbiamo sbagliato. Se tra due settimane ti avremo dimenticato e riprenderemo a insultarci per un rigore non dato o un calcio d’angolo conteso, vuol dire che abbiamo sbagliato. Tutti. Per quello che vale, io voglio chiederti scusa. Ciao Gabriele.
Ciao Lucio. Sui muri del tifo ho letto scritte contro la polizia (chi sbaglia paga e dovrà pagare salato, è chiaro. Ma coinvolgere la polizia in un attacco frontale non ha senso. Qualcuno non aspettava altro, però). Sui muri del tifo, a “cadavere caldo”, si è continuato a parlare di Palermo-Napoli con toni allegri che mi hanno un po’ disgustato (sicuramente è colpa mia). Io penso che si debba fare luce sull’accaduto in fretta senza le reticenze che ho notato ieri e che sono il patetico tentativo istituzionale di tappare il foro della diga con un dito. Ma penso anche che sia necessario – serenamente e senza intenti punitivi – affrontare e risolvere il problema del tifo organizzato, che deve essere disciplinato, o è meglio che scompaia. Per carità, conosco la litania: “Ci sono tantissime brave persone tra gli ultras” e sono d’accordo, considerato che Palermo da questo punto di vista – al netto dei derby col Catania – è un’isola moderatamente felice. Conosco a memoria la faccia di quelli che dicono: “Per cento idioti che non sono tifosi non si può fermare il calcio”. Ma qui non si tratta di cento idioti. Parliamo di forze che hanno attaccato in massa caserme, uffici e stadi. Averle tollerate fin qui, per paura o per connivenza, è stato lo sbaglio più grande.
Caro Lucio,
anche io pregustavo di poter commentare con te la vittoria del Palermo, ma i fatti di ieri hanno la precedenza.
Prima di tutto ritengo che quello che è successo in quell’aria di servizio, è un qualcosa che sarebbe potuto accadere all’uscita da un locale o semplicemente per un incontro fortuito. La rissa poteva essere scatenata allo stesso modo da un complimento grossolano ad una ragazza, così come per parcheggio.
Purtroppo è succeso tra due gruppi di tifosi, e questo ha fatto si che ci troviamo a parlare di una ennesima tragedia legata al mondo del calcio.
Ancora è tutto da accertare,ci troviamo di fronte a due esistenze distrutte, il ragazzo ed il poliziotto,ma cerchiamo di riconoscere che quello che è accaduto tocca marginalmente il calcio.
Capitolo tifosi. Spero che i responsabili del tentativo di invasione di campo, che abbiamo visto ieri a Bergamo, vengano identificati e tenuti lontano dallo stadio vita natural durante. Spero che il capo ultrà che ho visto ieri discutere con Doni, venga arrestato per istigazione a delinquere.E’ ora di dire basta, soprattutto da parte delle Società ad una minoranza di – loro direbbero veri tifosi- delinquenti che tengono lontano dagli stadi le persone normali.
Vergogna.Vergogna. Vergogna.
Vogliamo poi parlare della caccia al poliziotto di ieri sera a Roma?
IO, come diceva Pasolini, sto con il poliziotto, e non perchè sia reazionario o fascista, ma perchè riengo che tra quegli eroi che si coprono il viso con le sciarpe e i ragazzi che per scelta, e con la convinzione di fare qualcosa di utile per il proprio paese, siano proprio questi ultimi da apprezzare. Oppure vogliamo aspettare un nuovo Raciti per dire quanto siano brave le forze dell’ordine?
Ieri per me è stato il fallimento dello Stato di Diritto, il fallimento di un sistema Calcio che dovrebbe riflettere e capire come si sia arrivato a questo punto.
Ma la cosa più triste è successo tutto questo per un episodio, che se avvenuto in altre circostanze non avrebbe avuto tutta questa risonanza.
Ancora una volta mi viene da pensare che una sospensione del campionato per una stagione intera, non sarebbe tanto male…
Gabriele non è un morto del calcio, ammesso che questo possa servire a qualcosa. Gabriele è stato ucciso forse erroneamente, da chi forse manco sapeva che era un “tifoso in trasferta”. Bisogna scindere i fatti di domenica mattina all’autogrill da quelli del pomeriggio a Bergamo e Roma, altrimenti si finisce per giustificare in qualche maniere le lotte armate di Roma l’altra sera. Questo povero ragazzo è morto. Non agitando una bandiera o gridando “forza lazio” o “10-100 raciti” mentre si accingeva a caricare la polizia. Da quello che raccontano non era affatto un violento, o un anarchico. Seguiva la sua squadra. Ci dispiace enormemente perchè nessuno merita di morire così, ne così giovane. Ma perchè etichettarlo tra gli irriducibili ultras è farne il pretesto della guerra? Come giustificare l’enorme differenza tra una vita sfuggita di mano in pochi secondi e la violenza nel voler far male, vendetta, di tutta una domenica? Dopo Raciti poco è cambiato in questa Italia. Chi ha i santi va ancora in paradiso. Perchè se sei razzista a roma o milano al massimo ti sposti di sedile allo stadio. Se invece non hai fatto nulla ma sei napoletano a Palermo manco ci puoi andare. Ma poi perchè i napoletani da noi no e i laziali a Milano si? Dopo Raciti, lo stadio di Catania fu squalificato per tutto il resto dell’anno, vediamo quale buffonata i soliti potenti sapranno montare per preservare l’olimpico. E non vengano a raccontare che per pochi violenti non possono pagare tutti perchè anche i catanesi sono brava gente.
Dopo la morte di Raciti il mondo degli ultrà aveva un disperato bisogno di trovare il suo nuovo martire per poter dimostrare il loro assurdo vittimismo .
Adesso lo hanno trovato , impossessandosi di una vittima che non era un’ultrà ma un semplice tifoso e celebrandolo al loro altare di violenza , di logica amico/nemico , di ignoranza profonda.
Il calcio è un’altra cosa .
non creod ci siano molti commenti da fare.
E’ stato un fallimento in tutti sensi!
Non sono mai stati un’estimatore del calcio…ma adoro lo sport!
Questo non è più uno sport!
Poliziotti che sparano, “tifosi” che saccheggiano e si comportano da vandali, ragazzi che muoiono mentre dormono in auto semplicemente mentre vanno a vedere una partite,
Questa mi sa più di una guerra!
Un morto per uno, uno voi ed uno noi!
E’ triste….tempo fa l’ ispettore Raciti, esperienza che avrebbe dovuto insegnarci molto, ora questo ragazzo che tutto aveva fuorche qualche similitudine con quelli che si spacciano per tifosi e sportivi!
Hai ragione sopra Lucio Luca, si, dite a quelli di continuare a dirre dovete morire, a rubare striscioni, ad pestrae in nome di alcuni coliri sociali.
Dite ai presidenti che in fondo non fa nulla, che si sentano pure esclusi da queste cose e che contonuino col loto giro di miliardi, stessa cosa per i giocatori!
In fondo non è affar loro no? Ste cose non centrano col calcio no? Perchè mai dovrebbero sentirsi presi in causa? E’ afffar loro? ma va…..
Ora cerchiamo di trovare una base per non fare impazzire di dolore un poliziotto che volendo magari fare il proprio dovere ha sbagliato come può sbagliare un qualsiasi essere umano, sapendo di avere ucciso un giovane innocente ch dormiva in auto!
Cerchiamo una motivazione seria per risucire a non fare impazzire di rabbia i genitori di un ragazzo che lavorava, aveva una vita, una fidanzata, una passione è che ha perso tutto quanto, mi spiace dirlo, non per un proiettile sparato da un poliziotto. Lui ha le sue responsabilità, e come tale verrà punito. credetemi, pure la sua vita è ormai distrutta.
Gabriele è stato ucciso dall’ ignoranza, dagli istinti animaleschi di un gruppo di pseudoesseri umani che sventolando uno striscione o una bandiera di sentono in diritto di odiare e vomitare violenza.
Nessuno pagherà mai per questa morte assurda…Vedrete…Quando ci sono in mezzo le forze dell’ordine tutto viene in qualche modo, oscurato…finchè non viene dimenticato…
E’ evidente che se resistono e se esistono ancora QUESTI gruppi di ultrà, che dovrebbero solo supportare la propria squadra, invece sono deliquenti organizzati, c’è qualcuno “in alto” che li appoggia
@ Cristiana
I primi ad appoggiare questi gruppi di ultrà, sono le Società di Calcio.
Non credi che il presidente dell’Atalanta non sappia chi sia il capo Ultrà che ha minacciato ieri Doni?
Mi sembra molto strano….
ogni giorno qualcuno in divisa abusa del suo potere e fa danni. ogni giorno viene coperto. ogni giorno.. tranne la domenica quando in giro ci sono quei mostri degli ultrà di cui non si sa nulla se non che sono loro la colpa del calcio. dicono che sono ignoranti e poi li vedi avvocati, ingegneri, studenti universitari. dicono che esprimono il disagio sociale e poi li vedi sorridenti nei loro venerdì sera mettere musica, goliardici e amichevoli. dicono che sono bestie, animali e poi li vedi che parlano di valori, di fratellanza, lealtà, rispetto, onore.. scusate ma a me non mi tornano i conti. e non riesco mai a fermarmi alle verità comode. quelle che in tutta fretta si diffondono in attesa che si calmino le acque. io aspetterò che si faccia chiarezza. se occorre aspetterò mesi. come ho aspettato per Raciti. come ancora sto aspettando che si sappia il nome del suo collega che lo ha investito.
niente di ciò che è accaduto ieri è giustificabile. ma la rabbia ultrà è comprensibile. l’uccisione di Sandri inspiegabile.
la juve.
il solito culo.
Stammi Bene.
Sono contrario ai linciaggi a prescindere, ma ripeto che nulla autorizza quello che abbiamo visto ieri. Aggiungo che secondo me è giusto al momento,tenere nascosto il nome del poliziotto, perchè ritengo che qualche testa brillante ne approfitterebbe per fasi giustizia da sè.
In nome di cosa ? Sento parlare di Fratellanza, Rispetto,Onore da parte di persone che si riempiono la bocca di concetti che sono al di fuori dalla loro comprensione(non mi riferisco ad Aziz).
Quale lealtà o onore c’è nel picchiarsi a sangue solo per i colori di una squadra??Che colpa hanno quei ragazzi che ogni domenica impediscono che la situazione degeneri, che uno di questi ” eroi” della domenica possa dare una coltellata ad un ragazzo della tifoseria opposta?
I veri ultrà non sono questi… sono solo deliquenti che si fanno scudo di una patente di tifosi, che offende quella parte di tifoseria onesta che ancora resiste.
La morte di ieri, nella sua tragica assurdità, è stato solo un pretesto per cercare lo scontro con le forze dell’ordine.Sono sicuro che molti di quelli che ieri hanno fatto i vandali in tutta Italia, non hanno pensato al povero Gabriele, ma soltanto alla sete di vendetta per torti ,veri o presunti, contro le forze dell’ordine.
Mi dispiace ma non ci sto…e se questo significa che io non sono un vero tifoso, allora si è perduta la percezione della realtà….
Aspettavano la scusante, e quella è arrivata.
Grazie ai mezzi di informazione che hanno mandato la notizia “ultras ucciso da poliziotto” invece di “ragazzo ucciso da poliziotto”, hanno trovato la scusante per andare a fare casino.
E’ morto un ragazzo.
Che poi stesse andando a vedersi una partita è un altro paio di maniche. Il calcio non c’entra niente con la morte.
C’entra con gli effetti.
E gli effetti sono dovuti a una distorta diffusione della notizia, che deve farci entrare il calcio pi suverchieria, annunciando “morto un tifoso ucciso da un poliziotto in una rissa tra tifosi”.
Sono schifato.
Wave non c’è niente di male a non essere un vero tifoso. I veri tifosi pensano sia il caso di scherzare sui risultati di domenica, noi ci sforziamo di ragionare sulla morte di un ragazzo e sugli scontri di Milano, Bergamo, Roma. Sai che ti dico amico mio? Io sono onorato di non essere un vero tifoso e spero che ce ne siano sempre di meno. Forse è l’unico modo per salvare il calcio.
e già, era uno conosciuto qui a Roma, un ragazzo tranquillo, che bazzicava nelle zone tranquille della città, sicuramente non nei sobborghi dove la passione calcistica si lega al desiderio di affermare quello che non si riesce a essere…ieri quasi non potevo crederci quando ho sentito la notizia, Roma, stamattina, si è svegliata come dentro una bolla di vetro, una sensazione di una desolazione mai provata da quando vivo qui
Repubblica On line
“Agli arrestati contestata l’aggravante del terrorismo”
Eccoli i veri Tifosi… aspetto sempre notizie da Bergamo.
Lucio, mi dispiace ma al momento non riesco ad essere ottimista…
…e sul perchè ciò accade prevalentemente da noi in Italia ci stiamo riflettendo? I nostri stadi somigliano sempre più a dei lager mentre nel resto d’Europa non esistono recinzioni tra campo e tifoseria. Vogliamo parlare di “certezza della pena”, questa sconosciuta, per chi compie atti di violenza dentro e fuori gli stadi e naturalmente anche per chi ha sbagliato come questo povero disgraziato di agente???
E’ vero: la quasi certezza di farla franca o di cavarsela con poco ha educato ancor più questi “non tifosi” alla violenza. Tutto infatti ha sempre fatto pensare che un pugno ha peso diverso se dato allo stadio o fuori, anche se si colpisce una forza d’ordine. Adesso, rispetto al passato, non dovrebbe essere difficile individuare i teppisti di Bergamo ad esempio, ma saranno puniti? Saranno puniti duramente in modo tale che la loro “fine” costituisca un vero deterrente al reato? Sono già passate 24h da Atalanta-Milan e nessuno parla di fermi.
Sempre da Repubblica On Line :
“Di certo fino alla fine del campionato saranno vietate di fatto tutte le trasferte e saranno chiuse al pubblico le curve dell’Atalanta e del Taranto, gli stadi all’interno dei quali ieri sono avvenuti gli incidenti più gravi.”, adesso mi aspetto i soliti ” non bisogna fare di tutta l’erba un fascio” et similia…
So che mi farò nemiche un bel pò di persone, ma non solo ciudere alcuni stadi, o eliminare le trasferte, ma a mio parere bloccare tutto il gioco del calcio in toto e in ogni sua forma per un anno e passa, senza alcun tipo di permesso!!
vedremo se presidenti, giocatori, sponsor ecc ecc pperdendo tutti questi miliardi non saranno sensibilizzati al problema, e magari i “tifosi” non calmino gli animi!
E se un anno non basta? Al raddoppio!!!
Alessandro…cerchiamo soluzioni reali…loro addirittura parlano di chiudere solo le curve…ricordiamo Catania? Quasi un anno a porte chiuse. Io, sapendo come vanno le cose in Italia, sarei “contento” se facessero lo stesso per gli stadi di Bergamo e Roma…
I love you.
F@bio
fai un mestiere.
mestiere……..
ti conosco mascherina.
Ultras, ma chi bo riri?
F@bio infatti io sono d’accordo con te.
Non chiudere quello stadio o quell’ altro e lasciare il resto come se nulla fosse.
A mio parere questa cosa andava fatta già subito dall’ uccisione di Raciti.
Tutti gli stadi e tutte le attività calcistiche ferme. Vedresti quanti miliardi perderebbero i signori.
E questi signori sono gli stessi che non volgiono che il commercio del calcio si fermi nonostante questi accadimenti.
Ultras Palermo…hai mai pensato al Penthotal? 😉
A regà ma ‘n do’ annate, che fate
tornate qua, nun me va de pià legnate!
Capirai, ciò l’occhi ‘mpastati, nun ho dormito gnente,
ho fatto tanto tardi pe’ fà divertì la gente.
Mo me sdraio qua dietro e schiaccio ‘n pisolino
Come quanno me portava ‘n machina mi padre da rigazzino.
Dietro fa ‘n po’ freddo, è proprio un grande strazzio
Che me frega, stasera me ripio, vado a vedè la Lazzio!
Ma quanto è passato, due, tre ora ar massimo
ma l’amichi mia ‘ndo stanno, li possino
Ciò freddo, paura, ma che è …. so’ tutto ‘nsanguinato
Mammina mia, ‘ndo stai, ma ch’hanno combinato.
‘No sparo, le botte, li pianti ‘a polizia?
E mo’ basta vojo a mi regazza ‘a famia, l’amichi mia!
Nun ciò più le forze, smetto da lottà
Me ne vado da ‘sto monno, colmo de stupidità.
Tranquilli Ma’, Pa’, fratello caro
vado a stà mejo, Lì nun esiste er baro.
Passerò la notte insonne pe’ parla’ co’ Dio
merito ‘n posto bello, je lo chiedo a modo mio.
Vada per il Penthotal…
Scritte Raciti: Digos indaga a Palermo
La Digos ha aperto un’indagine su alcune scritte offensive contro la polizia apparse sui muri del centro storico di Palermo e di alcune strade di periferia.
Le scritte incriminate avrebbero anche dei riferimenti con gli scontri tra ultras e forze dell’ordine avvenuti a Catania il 2 febbraio scorso, durante i quali perse la vita l’ispettore Filippo Raciti.
La scritta “10, 100, 1000 Raciti” è stata tracciata su un muro di vicolo delle Api, una traversa di via dei Candelai, mentre altre scritte dello stesso tipo sono apparse all’Arenella ed in via Ernesto Basile.
Giovanni Correnti
gli ultras a palermo non esistono.
ci stanno i malaminchiata e i pansa i canigghia.