“Senti senti il motore suona il jazz”, mi dice Guido Agnello. È vero. Il motore del Liberty sembra un rullare di tamburi, una musica che si balla, come il mare che non è una tavola, no, e le nuvole sono nere e basse. Ma dopo che si “mollano le cime”, Palermo, che ve lo dico a fare? Vista dal mare sembra placida, indifesa e addormentata ed è di una bellezza commovente. Avete presente Verdone, m’imbarcai su un cargo battente bandiera niberiana? Mentre sto a poppa (ho imparato che si trova nella direzione opposta delle prua) mi accorgo che sto su una “rompighiaccio” che ne batte una inglese, sventolano, tre bandiere, tutte accanto: la trinacria e il logo del pescato. Tira vento a poppa e spiega Pascale Colbert, “certe volte oltre all’ispirazione, per dipingere l’importate è avere della carta adesiva e una pinza per evitare i capelli avanti agli occhi”. Guardarla dipingere, veloce e precisa, è uno spettacolo. Raggiungiamo il porto di Aspra sul gommone, giuro, faccio cose da marinaia, salto dal rimorchiatore, tocco terra che mi sento miracolata, portata a spalla. A terra i pescatori si lamentano per una pesca di alacce. Se vuoi augurare del male a qualcuno, mi spiegano, gli dici “t’avissi a inchiri ‘a varca china ri alacci”. Continua »
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