Reality ship – seconda puntata
(Capitano Nino Lo Cicero – foto di Elena Beninati)
Vi dirò che ho visitato la sala motori quella che suona il jazz (come hanno ricordato nei commenti), Guido Agnello mi ha chiesto: “ti interessi di meccanica?”, il motore del Liberty è enorme, racconta solo a guardarlo e poi produce questo suono, come di spazzole su una batteria, e capisco che la meccanica, anche per chi non ne capisce niente, è sempre uno svelamento Vincenzo il macchinista, mi spiega che il motore in questione funziona a sei cilindri, “macchina avanti e macchina indietro, non esiste la folle” Nino, il comandante, sostiene che “l’elettronica a livello di gestione della meccanica non basta, in mare bisogna prendersi la responsabilità delle scelte”, non solo delegare a una macchina ipermoderna o sofisticata. Nella sera un peschereccio d’altura non trova posto per ormeggiare e ci affianca, “succede, in mare” mi dice Paolo Lapponi, che insieme a Paolo Maselli imbraccia immediatamente la sua videocamera e si butta nella mischia di curiosi e pescatori. C’è una forma di mutua solidarietà fra la gente di mare, ci si saluta da barca a barca, si passano le cime. Quelli del peschereccio hanno passato 36 ore in mare, sotto il cielo scuro, ma non sono soddisfatti del pescato “poco, poco” ripetono. Anche se con il mare mosso, secondo loro, è meglio, pare ci sia più pesce azzurro. Nonostante lo spostamento, sono veloci, non mostrano stanchezza. Un camion frigorifero arriva sul molo e spalanca le porte, c’è grande agitazione e come se fosse una passerella, comincia a passare sul Liberty, dentro cassette ricoperte di ghiaccio, tutto il loro bottino: una razza grande e bianca, polipi, sogliole, alici, cefali, gamberi. Casette e cassette che passano di mano in mano. Noi offriamo un bicchiere di vino e loro in cambio lasciano una cassetta di pesce da friggere e dei polpi. Nella notte il peschereccio, che distava dal Liberty solo pochi centimetri se ne va, senza fare il minimo rumore. Il giorno dopo a colazione ce lo chiediamo tutti “ma qualcuno li ha sentiti?”. No, non li ha sentiti nessuno: eppure era una barca grande tre volte la nostra.
ma allora sei partita davvero, socia! 😉