Che cos’è la “società civile”?
Alicante,17.11.07
Ormai sempre più spesso si sente parlare di un necessario impegno della “società civile” nella lotta alla mafia e nell’affermazione della legalità, ma penso, a questo punto, sia necessaria una riflessione comune su che cosa sia questa “società civile” (io per primo ancora non l’ho capito bene…).
Con un primo veloce ragionamento si potrebbe dire che la “società civile” è l’insieme di tutte le persone che posseggono due requisiti: far parte di una società (in senso molto ampio… un quartiere, una città, uno stato…) ed essere forniti di civiltà (genericamente vivere all’interno della società rispettando i fondamentali codici di comportamento); per quanto semplici e (forse troppo) sbrigative, queste due condizioni necessarie hanno una conseguenza logica, cioè che a questa “società civile” dovrebbe appartenere almeno il 95% degli uomini e delle donne!
Dalla precedente riflessione mi sorge una domanda: perché la classe politica non viene compresa nella “società civile”, anzi spesso è in piena contrapposizione (…“vota Tizio che viene dalla società civile”…)? A cosa è dovuta questa differenziazione e cosa significa? Volendo continuare con la logica “spicciola” di prima ho individuato tre possibili spiegazioni:
1. La classe politica possiede qualcosa in più, di migliore, rispetto ai normali cittadini, quindi non può essere annessa per il suo carattere di straordinarietà; se così fosse avremmo già risolto tutti i nostri problemi… quindi si può scartare!
2. La classe politica è carente di appartenenza alla società; riflettendo un attimo, la sensazione di estraneità nei confronti dei nostri amministratori penso che, almeno una volta, l’abbia sentita chiunque e allora, se non legittima, sicuramente è una risposta che va lasciata nel dubbio!
3. La classe politica manca di civiltà, il che potrebbe suonare come offensivo, ma qui vengono i politici stessi ad aiutarmi, esistono liste chilometriche di episodi di cattiva educazione, di offese, di violenza, di errori, di brutte figure, etc. etc.; anche qua vale come sopra, se non è tutto vero, sicuramente c’è qualche dubbio!
Il quadro generale si completa in modo molto sconfortante, perché per conseguenza di quanto detto sopra la “società civile” è una, diciamo, associazione informale in contrapposizione con la classe politica per via delle mancanze gravi che contraddistinguono quest’ultima. Questa conclusione chiaramente non vale per tutti i politici ma, considerato che eccezione non fa regola, la gente accomuna tutti i politici guardando la maggioranza (in Sicilia indubbiamente quest’ultima parola è leggibile con due significati), quindi il problema non sta nel mancato impegno della “società civile”, ma, a quanto pare, nella sua stessa esistenza che testimonia una necessità dei cittadini, quella di cercare di arrivare dove non sono più in grado di arrivare i politici: a risolvere i problemi e migliorare la vita delle persone.
Ciao. Personalmente questa separazione non mi ha mai convinto. Non mi convince poi l’assunto che la società civile sia il luogo delle virtù, in contrapposizione alla politica. Perchè anche i più immacolati concepiti della SC almeno una volta:
1) Hanno chiesto un favore all’onorevole di turno
2) Si sono fatti raccomandare per entrare nel mondo del lavoro
3)Nell’atto di fare una raccomandata alle Poste si sono chiesti angosciati: e noi chi conosciamo? Mai pensando di mettersi in fila come gli altri (sembra una fesseria, invece conta, eccome)
Che poi abbiano attuato i suddetti comportamenti in stato di necessità non cambia di una virgola la falsità strumentale della contrapposizione. Certo, è giusto criticare la politica e perfino indignarsi. Ma senza un’ipotetica aureola di civiltà.
Fare di tutta l’erba un fascio è sbagliato, e in questo state sbagliando entrambi. Io sono molto sfiduciato dalla classe politica ma più che incivili li penso strafottenti. Credo badino SOLO al loro tornaconto. Destra e sinistra.
La società civile, quella vera, è piccola, elitaria: sempre avanti rispetto alla politica. Gli uomini civili non sono santi, fanno bene quello che possono e sperano di essere esempio. Ma niente odore di incenzo.
Sono totalmente d’accordo con Roberto Puglisi: la classe politica è speculare alla società che rappresenta; a me pare che, nelle codiddette democrazie occidentali, piccole minoranze generalmente meglio organizzate riescano a conquistare il potere riproponendo poi i modelli culturali e gli stilemi della colletività da cui provengono.
Nel mio piccolo, faccio politica attiva e proprio ieri si parlava in un direttivo del partito della nuova Segreteria di Walter Veltroni.
Vengono tutti dalla società civile, nel senso che non sono politici o orbitano sui partiti politici, tranne due persone.
Questo si intende per provenienti dalla società civile, i “non politici”.
Giuanni
x Roberto: mi trovo d’accordo con Roberto Puglisi, ma la riflessione voleva attenzionare il fatto (strano) che la nostra società non si basi sul principio che i migliori sono coloro che attivamente migliorano la società e la vita di tutti (quindi i politici), ma l’esatto contrario; e da questo paradosso nasce la concezione di “società civile”.
il commento precedente non è per Roberto, è in generale, avevo iniziato un altra frase e ho dimenticato di cancellare l’inizio, scusate.
io intendo che l’agire “pro domo sua” è trasversale e che nella nostra società sono considerati generalmente “migliori”
coloro i quali riescono a greppiare le leve del potere.
A mio parere la società civile è la parte che non cerca soltanto di soddisfare il proprio status e il proprio benessere ma agisce in un modo o nell’altro nel migliorare la società in cui si vive senza invischiarsi troppo con la politica, che comunque ritengo sia fondamentale per arrivare alle soluzioni.
Appartengono alla società civile coloro capaci ancora di indignarsi, di cercare di dare un esempio, di impegnarsi magari in qualche associazione, insomma di uscire dall’egoismo imperante.
Vi sono persone capaci di indignarsi e di operare per il bene degli altri sia tra i politici sia nella “società civile”, il problema è la loro esigua percentuale del tutto marginale rispetto ai nostri problemi: bastasse il patentino di provenienza dalla s.c. a risolverli!!
Sono perfettamente d’accordo con te, maurizio, il problema non è di società civile o di politici, il problema è di onestà intellettuale e non
la questione è proprio questa: l’esistenza di separazione politica-società civile è reale ed è dovuta ai problemi irrisolti della nostra società, ma il “patentino” di appartenenza alla seconda non va a beneficio di nessuno, anzi.
“nell’altro nel migliorare la società in cui si vive senza invischiarsi troppo con la politica “, Mao attenzione a non fare di politica e sistema dei partiti la stessa cosa.
Il ricercatore di ospedale che viene messo capolista nel seggio più cool della città, alle ultime primarie di una città del centro italia, che non sa mettere insieme tre parole da un punto di visto “di partito”, eppure ha tracciato nel discorso di chiusura della campagna elettorale un pecorso politico del tutto inedito,frasi che fino a pochi mesi fa sarebbero state passibili di “scomunica”. Questo ricercatore, proveniente dalla società civile, è il nuovo modo di mettere in pratica la buona politica di ogni giorno, fatta fuori dalle buie stanze delle segreterie o dei comitati ristretti.La metà dei candidati di quelle primarie nazionali erano donne, la stessa segreteria di Walter per metà è fatta da donne. Sono segnali forti, innovativi e di rottura che proprio in questi giorni hanno visto, e non mi pare una casualità, il Cavaliere di Arcore sbriciolare in mezz’ora di discorso a braccio e per strada, CDL e F.I. in un colpo solo. Verdi Rifondaroli e SD tentare di accorparsi in una “cosa” di sinistra, Starace formare una nuova destra e Fini mettere la barra del timone verso il centro, dove pare convergere Di Pietro.
Insomma la politica e i partiti che si stanno rivoluzionando e non per scherzo,sono strumenti necessari e non hanno alternative per la democrazia.
Occorre semmai più politica, più buona politica in tutta la società, che deve essere una, civile, democratica, laica e attenta ai bisogni di tutti.
Giuanni
Parimenti mi chiedo come dobbiamo valutare queste grandi manovre atte ad affrontare col massimo risultato nuove elezioni siano esse indette con l’attuale legge elettorale o con una nuova nata da accordi presi e precostituiti fuori dal parlamento ovvero infine da quella scaturita per volontà referendaria?
Sarò scettico ma in tutto ciò non vedo granchè di democratico nè alcunchè possa essere paragonato alla buona politica.
Si, ho usato il termine politica in modo errato, cadendo in un errore dialettico molto comune. Per il resto sono d’accordo con te
Mafia, politica, connivenza, necessità, omertà, paura, paura, paura, è una amalgama dura,resistente e pressochè indistruttibile.Sicuramente non è possibile, non dico debellarla, ma almeno combatterla ad armi pari con questa classe politica e queste leggi. O meglio, col modo di interpretare queste leggi. Purtroppo non ho, come tutti, una strategia per ovviare a questo stato di cose, ma forse se si parlasse di meno e si agisse di più ….. Vedi commento di F@bio.
Sergio
società civile…
la nostra republica ha ereditato un’idea monarchica e poi fascista di republica, non è stata mai una vera democrazia, sopratutto per il fatto che si è basata sull’immagine e sull’apparenza…immagine…apparenza…bugie …e paura..in italia chi dice la verità viene sempre messo alla berlina…come può chiamarsi società civile una società in cui chi si propone di fare giustizia viene messo a tacere da gente il cui unico interesse è il potere…potere preso tramite ingiustizie…sotterfugi…raccomandazioni…ecc.
di una classe politica che ci vede come bambini che devono crescere e che ci mette nelle condizioni di dover fare altrettanto per poter campare?
se fossimo in un altro paese……
lo stato ha ucciso i nostri uomini migliori
per combattere la mafia forse dovremmo cambiare prima noi stessi..smettere di far finta di star bene per non aver problemi (non ha mai funzionato) e iniziare a dire la verità, per strada, nelle piazze, al lavoro, dapertutto, senza distinguere destra e sinistra, poliziotto o delinquente, tanto tutti sanno e si combattono, e non serve a niente se non al gioco di chi divide et impera.
non dividersi sencondo i propri singoli egoismi secondo me è il primo passo per combattere la tirannia, far vedere che il loro modello non funziona, far capire che noi possiamo essere una società civile senza bisogno di loro…perchè non ne abbiamo.
ragioniamo per pricipi non per forme…le forme entrano nel gioco della competizione, aumentano la confusione sociale, i principi no..quando due persone ragionano per principi si scoprono uguali anche se diversi per forma. democrazia è anche accettare la diversi di forme, la democrazia è proposta non imposizione, la democrazia ha rapresentanti non tiranni informatici, la democrazia si basa sulla verità non sulla menzogna, sull’immagine, sull’apparenza, la democrazia è diritto e
dovere per tutti non il diritto per pochi e il dovere per molti, e soprattutto la democrazia non è un potere di uno su tanti, potere preso si sa come…potere che trova giustificazione con la menzogna e la vigliaccheria di dire..io sono meglio di…ogni individuo inespresso è solo un prodotto dell’ego di chi la sottomesso
ci vuol più coraggio ad esporre e dare all’altro la libertà di poter comprendere da solo il valore di ciò che si vuol dire, piuttosto che imporre e privare della libertà dell’altrui libero pensiero