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mercoledì 25 dic
  • Solo un secondo

    Chichiddu era il mio pulcino e l’ho scelto tra tanti. L’ho visto dentro una di quelle scatolazze al mercatino di Partanna: lui guardava me, faceva pio pio e aveva il ciuffetto giallino e un beccuccio dolcissimo. Lo acquistai con quelle poche lire che mi ritrovavo in tasca, come in un paragrafo di quei libri tutti giovinezza e povertà.
    Mi svegliai all’alba l’indomani, già padre, per sincerarmi che la stufa a legna lo riscaldasse abbastanza. Chichiddu era il mio pulcino, faceva pio pio mentre io guardavo la replica di Super Vicky.
    Chichiddu un giorno rovesciò un sottopianta e si inzuppò: lo asciugai col phon mentre tremolava al sicuro di una mano insicura col suo ciuffetto giallino cotonato: preciso ad Alberto Camerini ai tempi di Tanz bambolina.
    Chichiddu era un pulcino sveglio e si divertiva a fare le scivolate per il corridoio. Chichiddu prendeva la rincorsa e si lasciava andare; poi si metteva di traverso per frenare. Chicchiddu, a modo suo, sciava da Dio.
    Chichiddu imparava, col tempo, a comprendere i suoi spazi vitali. Chichiddu, col tempo, dimenticava quali fossero i suoi spazi vitali. Chichiddu cresceva. Cresceva, cagava e puzzava di gallina. Chichiddu scavava i vasi e rompeva le piante. Chichiddu era gallina uomo. Solo pochi mesi prima Chichiddu era un adorabile pulcino preciso preciso ad Alberto Camerini. Un giorno Chichiddu sparì. Pensai: Chichiddu è sparito. Lo cercavo, sì, dopo Casa Keaton, tra un’analisi logica e un’espressione algebrica. Niente pianti isterici: Chichiddu era gallina e faceva la gallina in qualche parte del mondo, ché in terrazza gli riusciva male.
    Poi un giorno mio padre fiero mi guardava deglutire e diventare forte e robusto, non mi disse niente. Fu mia sorella a insinuarmi il tarlo: “Fratellino, ho il vago sospetto che tu ti stia mangiando Chichiddu”.

    E ancora chiedi di dare un nome ai miei silenzi
    non ricordi l’espressione del mio viso tondo
    mentre dicevi: ma dai sù, era solo un secondo.

    Palermo
  • 24 commenti a “Solo un secondo”

    1. Graziusu!
      Ma secondo me, Samu, ti è andata parecchio di lusso.
      Un amico mio aveva un piccolo pitone, che era la gioia degli occhi suoi. Sai quanto grandi diventano i pitoni vero? Un giorno trovò la teca vuota.
      Per il compleanno gli regalarono un elegantissimo borsello da uomo.
      Anche lui fece due più due.
      Lo incontro spesso sul 102 ed ogni volta che la gente vede lui ed il suo splendido borsello in pitone esclama trepidante: “U sceriffu, u sceriffu và pigghia u biglietto!”

    2. ma è una leggenda “metropolitana”… quel borsello era in finto bue!

    3. mizzica samu, tristezza… povero chichiddu…e povero pitone! alla mia gattina, per quanto sia sarbaggia, non potrei mai fare una cosa del genere, anche se a volte “mi scippa ri manu” 🙂

    4. no samu, era na leggenda ri l’autobbussu no ra metropolitana! 😀

    5. tiggiuro-parola anche io avevo un puddicino. Non ricordo come si chiamava, lo chiederò a mia madre. Io camminavo e lui mi seguiva e se camminavo troppo velocemente lui si bloccava e pigolava come a dire “aiuto! sono rimasto solo in questo mondo”. Io allora dall’alto dei miei 3 anni, tornavo indietro, mi facevo vedere e lui mi riseguiva. Al mio puddicino ci finì meglio del tuo. Era gallo. E si sà, gli uomini hanno vita più facile delle donne.

    6. Mangiamo sempre ciò che amiamo. Sei bravissimo come sempre

    7. Chiara perchè la gatta è ancora piccola, ma sai poi da grande, che bel capellino in pelo ci viene fuori?

    8. E’ un messaggio chiaro. Vuoi da Babbo Natale un Chichiddu-due, anzi, questa volta la vuoi femmina, magari non intelligente, però molto buona:
      ….”solo di piume è ricoperta
      e sta sempre rinchiusa all’aria aperta
      e non prova invidia né avversione
      neanche verso le pecore
      che le passan davanti col maglione.”

    9. Anche io una volta, da piccola, avevo un coniglietto.
      Poi, all’improvviso, alla fine delle vacanze estive…credo di averlo mangiato alla cacciatora, cotto divinamente al forno da mia nonna.
      Ero molto piccola, ho realizzato solo dopo, ma da allora non ho più voluto nessun animaletto da accudire! Chissa perchè!

    10. ma siete proprio crudeli! come potete mangiare gli animali che allevate? 😐 li avete uccisi con le vostre mani? non avete pianto, perdendoli? rosaliani senza cuore… :°(

    11. So io la verità.
      Chichiddu l’ha steso Chiara Chiaramonte, mentre cercava di scansare, in bici, l’autobus su cui viaggiava Bulgakov che diceva “cose strane” sugli uomini con il borsello.
      Fatti non parole.

    12. Sta cosa della sparizione del pulcino è meglio del segreto dell’omicidio Kennedy.
      Ipotesi uno: Si è suicidato perchè non ne poteva più di sentirsi chiamare Chichiddu.
      Ipotesi due: E’ morto come muoiono 3/4 degli animali domestici: LAVAGGIO A FREDDO IN LAVATRICE PER CAPI DELICATI.
      Ipotesi tre: Ha cambiato identità travestendosi da canarino e non svelando mai il suo nome. “Chichiddu” oggi è solo “Cu è chiddu?”

    13. QUESTA È LA MIA STORIA, PEZZO DI LADRO. Sappiate che il puddicino vero si chiamava barney 😉

    14. confesso: mia sorella aveva comprato 2 pulcini al mercatino e li aveva chiamati Cippicippy e Piopio. non ricordo che fine abbiano fatto. forse ho rimosso per non soffrire… eppure da bambina io il pollo ancora lo mangiavo… OMMIODDIO! 😐

    15. “Chiara perchè la gatta è ancora piccola, ma sai poi da grande, che bel capellino in pelo ci viene fuori?”__
      ^
      SPERO CHE POST COME QUESTO SIANO SOLO PER SCHERZARE (UN MACABRO MODO DI SCHERZARE), DIVERSAMENTE DEFINIRVI ESSERI RIBUTTANTI è DIRE POCO

    16. cicciuzzo, inizio a pensare che chichiddo e barney non sono gli unici pulcini destinati a un tragico epilogo (vedi Cippicippy e Piopio ehehehe, chià stai tranquilla, non lo diremo a nessuno)…però permettemi un appunto: ma come ca**o hai fatto a chiamare un pulcino Barney??? 😀

    17. uuuh è vero barney è un po’ troppo raffinato per un puddicino. comunque… ricordo anche il pulcino/gallo da guardia che tenevamo in campagna… si chiamava Chicco e tutte le volpi della zona lo temevano… un giorno non lo trovammo più… sarà fuggito?

    18. fabrizio delisi: ovviamente si! (vero ragazzi?) 😐

    19. Mio nonno era un mito.
      Nel senso che iddu non solo ci parlava coi puddicini ma li chiamava pure per nome uno per uno e li riconosceva uno ad uno
      Castore, Polluce, Ercolino, Ulisse, Penepola etc.
      Li nutriva a crusca e scorce di pomodoro.
      I mitici puddicini di mio nonno.
      Una volta diventati contenuto da tegame (di alluminio, rigorosamente di alluminio), venivano onorati come si onorano gli eroi.
      Mio nonno prima di cominciare a mangiare, a capotavola si fermava per una trentina scarsa di secondi.
      Poi diceva:
      – oggi onoriamo a… Ettore.
      Io allora non capivo ma oggi me li ricordo ddì polli ed erano IDILLIACI.

    20. povera penepola… 🙁

    21. Ma no Fabrizio in realtà i micini li adoriamo… la stessa cosa però non possiamo dire dei cerbiatti!
      E se babbo Natale passa dalle mie parti è meglio che se la fa a piedi e non se ne spunta con le renne, che tempo niente c’accanzo un giubbottino nuovo!

    22. ..fiuuù, appena in tempo, eccomi quà.
      E allora, 1°, ma chichiddu era una gallina o un pollo? 2°, comunque non è importante, non ci pensare Samuè, io avevo una zia “larga” a Croceverdegiardini che aveva due splendidi puledri, non ci crederai …oggi mangio solo carne equina,…coincidenze della vita. 🙂
      @ Chiara, Chià..non dare retta a quello spietato di Bul, ho visto “cosatinta” nelle foto e..non ci viene un pellicciotto, ….perquanto…forse…due..pon pon batuffolati nelle ciabatte…, vabbè, comunque, guarda che piango anch’io quando penso che quando fai il pomodoro..vai a spezzare le braccine a quella povera..indifesa..piantina di basilicò che si trova sul balcone. 🙂
      @ de lisi, guarda che qui si scherza, amiamo molto gli animali, anzi per dimostrartelo ho deciso di invitare a cena un tacchino…per la sera di natale. 😀

    23. burp!! ah che fastidio queste piume…

    24. ….io ancora ricordo con molta tristezza mizio e cindy, i miei due puddicini cresciuti rigorosamente in balcone,e dopo averli affidati al mio vicino di campagna…nn cugino….curnutu iddu!!!mi telefonò una sera dicendomi che una volpe gli ha distrutto il pollaio mangiandosi i miei puddicini….e m ricordo pure l’estate ke andai a favignana x un giorno, pentendomene amaramente…
      avevo una tartarughina,prima d andarmene riempì la sua vaschetta d’acqua fino all’orlo per non lasciarla disidratare, dopo due giorni….a truvavu sicca mischina!!!!
      ki malu dispiaciri…..

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