Assindustria convoca gli imprenditori citati nei “pizzini”
Gli imprenditori palermitani citati nei pizzini trovati nel covo del boss Salvatore Lo Piccolo sono stati convocati davanti ai vertici di Assindustria Palermo per chiarire la loro posizione. Chi non collabora verrà invitato a lasciare l’associazione.
L’annuncio è stato dato dal presidente degli industriali siciliani Ivan Lo Bello a Catania nel corso della cerimonia di consegna del premio intitolato al giornalista Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia. Lo Bello ha detto: «Dobbiamo rompere gli indugi. Non è più il momento di attendere. Chi decide di collaborare è dentro, chi sceglie di restare dall’altra parte va fuori. […] Ovviamente il ritrovarsi citati in quei “pizzini” non equivale affatto ad una prova di responsabilità, ma noi dobbiamo sapere ora. Per questo abbiamo deciso di convocare tutti coloro che sono citati. Perché ci spieghino, perché non abbiano più alibi, perché diano prova di accettare nei fatti quel codice etico che ci siamo appena dati. Fino ad ora, per quel che abbiamo letto, il fenomeno ci tocca in minima parte. L’elenco è costituito per lo più da commercianti. Ma aspettiamo di sapere quali altre imprese sono coinvolte, a cominciare da quelle della zona industriale di Carini che ricadono in pieno nel territorio controllato da Lo Piccolo».
Ci vuole un segnale forta adesso anche da parte della società civile. E mi sembra il minimo escludere chiunque non voglia collaborare. Signori drizzatela la schiena…non si può sempre vivere proni, soggiogati da paure e ansie.
Scusate la poco informazione in merito…ma qualcuno sa cosa realmente e materialmente succede a chi viene estromesso da confindustria??Ci sono agevolazioni particolari gli estromessi non godranno più??
speriamo che serva a qualcosa … a volte mi chiedo se alcuni mali non ce li meritiamo …. siamo i primi noi a nn far nulla x cambiare
@Alessio.Sarebbe veramente ridicolo se chi venisse estromesso da Confindustria continuasse a ricevere pure agevolazioni. Credo che solo chi non collabora con la mafia (e pagare il pizzo è come nutrirla)debba ricevere agevolazioni e maggiore tutela da parte delle forze dell’ordine. E tra l’altro, credo pure che le agevolazioni debbano essere veramente fini all’uso per il quale sono richieste.
Spero di vivere un giorno in una Sicilia in cui ciascuno cammini con i propri piedi e non con stampelle cedute a caro prezzo.
Bisogna togliere le licenze ai commercianti che si rifiutano di denunciare.Non basta la denuncia penale,
non basta la messa al bando di Confindustria.Bisogna forzarli mettendoli in difficoltà.Anche per il futuro se si facesse una legge che ritiri
la licenza a chi paga il pizzo sarebbe anche un modo di proteggere i commercianti stessi perchè potrebbero scegliere tra farsi chiudere l’attività o dallo stato o dalla mafia.Ma se lo stato offre delle garanzie forti di protezione a chi denuncia allora piano piano forse non sarebbe piu’ un fatto di coraggio o di paura ma di convenienza.
TOGLIAMO LE LICENZE AI COMMERCIANTI CHE NON DENUNCIANO
togliamo?ma tu ne hai idea quanto hanno investito per una licenza anni fa questi imprenditori????
Ma poi confidustria,ma onestamente cosa fa di concreto per i piccoli imprenditori?
Sono grato ai nuovi dirigenti della Confindustria siciliana (Lo Bello, Salerno, e tutti gli altri) per il coraggio e la determinazione che stanno dimostrando.
Per la prima volta non si tratta di sole chiacchere.
Attendiamo le espulsioni prima di gridare vittoria.
In atto, anche se fiduciosi di un nuovo corso, siamo solo agli annunci.
calma ragazzi prima vogliamo vedere i fatti,non facciamo che poi finisce tutto a tarallucci e vino, certo non possono avere lo stesso trattamento degli imprenditori che non hanno mai pagato, anche se ce sono pochi, quanti di questi imprenditori tenevano personale pagato in nero? senza contributi versati, bisogna estirpare il cancro da questa città, ma si deve smuovere la società
civile, lo stato da solo non può far nulla .NON PAGARE PIU’
Personalmente credo che bisognerebbe estendere il reato di favoreggiamento a Cosa Nostra anche a chi regolarmente paga il pizzo,dato che alla fine nutre le mafie. Suppongo che quando ci si trovi fra due fuochi,convenga seguire il cammino dell’onesta, e che alla fine la mafia non potrebbe più pretendere il pizzo.Tuttavia il fatto che personaggi come dell’Utri, Andreotti, Berlusconi Cuffaro ed altri conservino le loro poltrone,che si pensi a concedere la grazia a Bruno Contrada, il susseguirsi di messaggi del tipo”Con la mafia bisogna convivere”, e che i magistrati che indagano sul malaffare vengano ripetutamente rimossi dai loro incarichi, sembra che dica.”noi l’antimafia la facciamo a parole, forse è meglio che continuate a pagare e soffrire in silenzio”. Aggiungo che se dovessero chiedermi il pizzo, credo che non lo pagherei, ma d’altro canto capisco l’imbarazzo di questa gente che continua a pagare dato che i messaggi provenienti dalle istituzioni continuano ad essere contraddittori.
BISOGNA TOGLIERE LE LICENZE A CHI PAGA IL PIZZO e poi procedere con tutto il resto :favoreggimento,danni..
I commercianti che pagano non solo si rendono nella maggiopparte dei casi complici ma inquinano il mercato dei prezzi.Chi paga e non denuncia non merita di continuare a fare questo lavoro.Chi denuncia deve avere il massimo della protezione da parte dello stato.La guerra alla mafia e’appunto una guerra se la vuoi vincere la devi affrontare.I commercianti oggi hanno un’occasione storica chi non denuncia non puo’ essere piu’ compreso.L’omertà non e’ conveniente.
Vorrei lanciarvi una proposta un pò provocatoria…visto che con la pubblicazione dei pizzini di lo piccolo ormai chi paga il pizzo è alla luce del sole e visto che molti di questi si ostinano a non denunciare favorendo indirettamente sia l’attività mafiosa che la sua mentalità, perchè non fare una campagna anonima di forte impatto prendendo un pò spunto dalla campagna di addiopizzo,con dei volantini appesi nei pressi di quei negozi che sono presenti nella lista ma si ostinano a non denunciare ma con su scritto “IO PAGO IL PIZZO E NON DENUNCIO!”.
E’ facile aderire a campagne in cui si afferma “Io non c’entro nulla con il pizzo”…attenzione, non per questo sminuisco l’iniziativa di addiopizzo che anzi ritengo molto lodevole, ma ritengo più utile per lo sradicamento di questa convivenza che lega commercianti e mafia, ricordare dove egli NON debba entrare che non dove debba entrare..
In questo modo i commercianti presenti in quella lista troveranno più conveniente denunciare che non restare in silenzio e alimentare ancora quel cancro per la sicilia che è la mafia…
Certo è una campagna un pò rischiosa, ma non ci si sta inventando nulla ne diffamando nessuno, perchè si sta solo riportando una lista di commercianti che pagano il pizzo e che sono presenti su di un pizzino di un capo boss mafioso che di certo non ha scritto quella lista per giocare a battaglia navale..che ne pensate?
Presunzione di non colpevolezza (fonte: Encarta)
Principio fondamentale dell’ordinamento giuridico italiano, sancito dall’articolo 27 della Costituzione, in base al quale l’imputato non è colpevole dei reati a lui ascritti fino al momento in cui non viene emessa una sentenza di condanna definitiva. Questo principio è enunciato anche in raccolte di principi di diritto internazionale come ad esempio nell’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e nell’articolo 14 del patto internazionale sui diritti civili e politici. Il principio di non colpevolezza implica anche che eventuali restrizioni alla libertà dell’imputato siano subordinate esclusivamente a esigenze relative allo svolgimento di indagini.