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martedì 19 nov

Archivio del 18 Gennaio 2008

  • Cuffaro condannato

    Vittorio Alcamo, presidente della terza sezione del tribunale di Palermo, ha dato lettura della sentenza del processo per le “talpe” alla Dda di Palermo.

    Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Sicilia è stato ritenuto colpevole dei reati di favoreggiamento semplice e rivelazione di segreti d’ufficio unificati per continuazione. La pena è di cinque anni di reclusione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici.

    Condanne anche per tutti gli altri imputati.

    AGGIORNAMENTO: Cuffaro ha dichiarato: «Mi sento un po’ più confortato perché sapevo di non essere colluso con la mafia e di non aver mai fatto niente per favorire la mafia. […] Ricorreremo in appello per trovare anche le ragioni per cui anche questi residui capi d’accusa che sono rimasti possano essere spiegati alla corte d’appello che ci giudicherà».

    Cuffaro ha detto che, come già annunciato, non si dimetterà.

    Palermo, Sicilia
  • Prescrizione per la “ripulitura” del covo di Riina

    Il processo per la “ripulitura” del covo di Totò Riina è virtualmente prescritto. La prossima udienza, in cui verrà dichiarata la prescrizione, è stata fissata per il 18 luglio prossimo. Cadrà quindi l’accusa di favoreggiamento aggravato sarebbe caduta per gli undici imputati.

    La villa in cui Riina abitava non venne mai controllata né perquisita per un “malinteso” tra Procura e carabinieri del Ros. Il capo del Ros, generale Mario Mori, e il “capitano Ultimo”, Sergio De Caprio, sono stati assolti nel processo a loro carico.

    Palermo
  • Cuffaro, preghiere e attesa per la sentenza

    È attesa per oggi, domani al massimo, la sentenza del processo per le “talpe” alla Dda di Palermo. Da due giorni la terza sezione del tribunale di Palermo presieduta da Vittorio Alcamo e con i giudici a latere Lorenzo Chiaramonte e Salvatore Flaccovio è riunita in camera di consiglio nel’aula bunker del carcere di Pagliarelli.

    Gli imputati sono tredici e tra di loro c’è Salvatore Cuffaro, presidente della Regione Sicilia, accusato di favoreggiamento aggravato e rivelazione di segreto d’ufficio. Per Cuffaro i pm hanno chiesto la condanna a otto anni di reclusione mentre la difesa ha sostenuto la totale estraneità.

    Cuffaro attende la sentenza in una sorta di “ritiro spirituale” con la famiglia e con gli amici più fidati in una villa di campagna fuori città. Alcune indiscrezioni parlando di una veglia di preghiera che si sarebbe tenuta nella chiesa di Santa Lucia e di una catena via SMS che inviterebbe a pregare per un esito favorevole al presidente della Regione.

    AGGIORNAMENTO: la sentenza è attesa per oggi alle ore 17:00.

    Palermo
  • Libertà di stampa?

    Sul bel blog di Salvo Toscano, trovo le pezze d’appoggio per approfondire un tema caldo. Eccolo servito. “Indagati per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra per aver pubblicato una serie di articoli sui “pizzini” e sull’archivio sequestrato ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo. La Direzione distrettuale antimafia di Palermo voleva intercettare le utenze telefoniche dei giornalisti di “Repubblica” Francesco Viviano ed Alessandra Ziniti e, per questo, dopo aver notificato loro un avviso di garanzia per violazione di segreto d’ufficio e aver perquisito la redazione di Palermo e le loro abitazioni, e disposto il sequestro dei loro computer e di quello del capo della redazione Enzo D’Antona, ha deciso di aprire un altro fascicolo riservato, con l’ipotesi di reato aggravata dall’agevolazione “oggettiva” e “soggettiva”, cioè intenzionale, di favorire Cosa Nostra. Ma il gip Maria Pino ha rigettato la richiesta, ritenendo insussistenti tanto l’ipotesi di reato quanto gli estremi per eseguire l’intercettazione. La tesi secondo la quale la pubblicazione dei “pizzini” avrebbe favorito Cosa nostra, è stata sostenuta dal pm Francesco Del Bene anche davanti al tribunale del riesame, dove si discuteva il ricorso presentato dai difensori di “Repubblica” contro il sequestro e la clonazione degli hard disk dei computer dei giornalisti. Continua »

    Quello che resta nel taccuino
  • “I costi dell’illegalità” allo Steri

    Oggi (dalle 15:30) e domani (dalle 9:15) la Fondazione Rocco Chinnici organizza a palazzo Steri (piazza Marina, 61) il seminario I costi dell’illegalità per presentare i risultati dell’omonima ricerca che ha analizzato i costi direttamente imposti all’economia siciliana dal sistema dell’estorsione, quantificati in modo rigoroso, muovendo dai dati obiettivi offerti dalle indagini giudiziarie, e anche i costi indiretti che consistono nella distorsione della concorrenza e nella minor crescita delle imprese.

    Oggi dopo i saluti Giovanni Chinnici (coordinato del comitato di studi) e Antonio La Spina (ordinario di Sociologia presso l’Università degli Studi di Palermo presenteranno i risultati della ricerca. A seguire una tavola rotonda su I costi dell’illegalità, i vantaggi della legalità moderata da Corradino Mineo (direttore di Rainews24) con Giuseppe Caruso (questore di Palermo), Mario Centorrino (Ordinario di Politica Economica all’Università degli Studi di Messina), Ivanhoe Lo Bello (presidente della Confindustria Sicilia, Francesco Messineo (Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo), Vincenzo Militello (direttore del Dipartimento di Scienze Penalistiche e Criminologiche dell’Università degli Studi di Palermo) e Vincenzo Siniscalchi (componente del Consiglio Superiore della Magistratura). Seguiranno interventi di Massimo Russo (vice capo del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del Ministero della Giustizia, Ettore Artioli (Confindustria), Alessandro Pajno (sottosegretario Ministero dell’Interno) e Francesco Forgione (presidente della Commissione Parlamentare Antimafia). Continua »

    Palermo
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