Ultimo spettacolo
Alcuni anni fa, quando lo storico cinema Aurora, decise di allargarsi inaugurando una seconda sala fui colta dal panico. Un’altra sala? A che serve se non a farti correre il rischio di vedere il film sbagliato?
Se anche voi amate i cinema di una volta con un’unica sala, le poltrone scomode e l’omino che all’intervallo distribuisce la “Bomboniera” state alla larga dai multisala milanesi.
Qualche sera fa, trascinata da alcuni amici, mi sono ritrovata all’EUROPLEX BICOCCA che di sale ne ha 18. DICIOTTO! Non due o tre, ma DICIOTTO! Distribuite su più piani? No! Tutte su di un unico, strategico, piano: il terzo.
Per arrivarci sei costretto a passare dal primo, quello dei negozi, così mentre aspetti che inizi il tuo film puoi fare la messa in piega, prenotare un viaggio o comprarti le mutande. Devi poi passare dal secondo, quello dei ristoranti, così se t’è venuta fame durante la manicure, potrai gustare il messicano, l’italiano, l’americano, il cinese e via dicendo; un tripudio di odori multietnico, cinque continenti culinari riuniti alla periferia di Milano.
Quando, infine, arrivi al terzo piano, quello delle sale, sei già sfatto, con il portafoglio alleggerito e lo stomaco gonfio di wurstel e crauti.
Un plotone di quaranta solerti cassieri è intento a emettere biglietti; i monitor sopra le loro teste segnano in un inesorabile conto alla rovescia quanti posti rimangono ancora liberi. Se sei troppo appesantito e non vuoi metterti in fila, totem dall’aspetto futuristico stamperanno, in cambio di una strisciata alla banda magnetica della tua carta di credito, i biglietti che ti servono. Ti verrà assegnata la fila e la poltrona e se sgarri sono cazzi!
Tutto questo avviene sotto una campana di vetro sostenuta da tralicci di ferro.
Quella sera, se non avessi avuto ancora piena coscienza di me, avrei pensato di essere finita in Blade Runner, circondata da androidi telecomandati costretti a trangugiare quintali di cibo artificiale, in atmosfere artefatte e fintamente cordiali, prima di essere inghiottiti in una qualunque delle sale.
A Palermo posti osceni come questo non nasceranno mai e quando torno a casa mi piace immergermi nelle intime atmosfere dei nostri piccoli cinema che, ingenuamente, mangiano ancora soltanto popcorn. Ce n’è uno, però, in cui non entrerò mai più ed è quello che tra tutti, da adolescente, preferivo. A suo modo anche quella era una multisala; ce n’era una piccola, adesso chiusa, arrampicata in cima a una stretta scala illuminata al neon e una grande, ancora oggi operativa, nella quale ogni sera, da anni ormai, si assiste sempre allo stesso film: la storia di tanti uomini che sperano di far fortuna puntando su un numero vincente.
beh, tutto ciò sarà anche osceno come dici tu ma, se non altro, l’assegnazione dei posti mette fine all’incivile abitudine, tutta nostra, di occupare con cappotti, borse etc, posti x fantomatici amici che arrivano coi loro comodi. Oppure di entrare a spettacolo iniziato disturbando tutta la platea o, peggio, chiaccherare dietro le tende. Quindi, è veramente un peccato, perchè su questo hai ragione, che posti così a Palermo non nasceranno mai…
Dissento, rispettando i gusti personali e le impressioni che ciascuno ricava da un luogo, ma dando una diversa chiave di lettura. Il Bicocca Village è un progetto che gli addetti ai lavori definiscono architettura dell’intrettanimento, basata sull’idea di riunire in un unico grande spazio negozi, servizi e divertimento, a firma dell’architetto Benedetto Camerana. La struttura modernissima con scale mobili che si inctrociano e volte che disegnano geometrie metalliche offre di tutto e di più. L’effetto è lo stesso di quando si visita l’analogo centro di Lisbona o di Berlino.
Non solo. Fa parte di un’idea gigantesca di recupero di un’area urbana industriale dismessa, che assolve all’importante compito di riportare a nuova vita edifici che un tempo furono della Pirelli e dell’Ansaldo, altrimenti destinati al degrado.
““Con “Progetto Bicocca” è stata realizzata la prima nuova centralità della Grande Milano dove oggi, oltre alle residenze, sorgono l’Università degli Studi di Milano- Bicocca, che ormai conta circa 30.000 studenti, il Teatro degli Arcimboldi, l’Hangar Bicocca con le Torri di Kiefer, le sedi di grandi aziende multinazionali e numerosi centri di ricerca e dove entro qualche anno sorgerà anche la nuova sede dell’Istituto Nazionale Neurologico Carlo Besta”. Ed è una zona, a differenza di quanto emerge dal post, ricca di storia a partire dalla famiglia degli Arcimboldi e alle industrie dei primi del novecento per finire coi preogetti dela Fondazione Pirelli.
Vivendo sui navigli milanesi, ho visto il recupero delle case di ringhiera, la trasformazione in bellissimi loft di strutture industriali e attendo di vedere cosa diventerà la Righard Ginori.
Infine, nessuna difesa delle multisale, non date al mio commento questa chiave di lettura, e lo dico dopo essere stata, per la prima volta, in un delizioso cinema romano a Campo dei Fiori ancora a gestione familiare, dove dietro il bancone trovi la bimba che gioca figlia della cassiera. Lì però le poltrone le hanno fatte belle comode, che se deve venirmi una scoliosi per vedere un film me ne sto a casa a leggere un libro!
Osceno? Stupendo vorrai dire! Schermi enormi, sale enormi (magari non tutte) con attrezzature all’avanguardia per farti vedere il film così come lo aveva pensato il regista, magari anche proiettori digitali 2k e 4k, in fondo è a questo che serve il cinema, altrimenti ce ne staremmo a casa a vedere i film… a Palermo cosa c’è invece? Niente di tutto questo!
bah…
Anche io ho avuto modo di andare Al Bicocca Village e tra le tante impressioni suscitatemi l’unica oscenità du cui parli per me è il pensiero che tante persone si avviluppino a pseudo nostalgie da “nuovo cinema paradiso” solo per nascondere l’arretratezza culturale, economica e sociale che ci separa dall’universo civilizzato. Il bicocca rappresenta una riqualificazione strategica di una quartiere dormitorio di Milano, lungi dal configurarsi scenario apocalittico di cui parli (…gli androidi addirittura!!) è uno spazio ricreativo e piacevole luogo di incontri. Mi sa che a farci parlare a volte è solo un piccolo moto d’invidia….
…dimenticavo: a Milano se lo sognavano i residenti del quartiere di costituirsi comitato per opporsi alla costruzione del centro in questione!!!!!
Consiglio all’autrice di questo post una buona zuppa di pane cotto!
Il Bicocca ha 18 (diciotto) sale ma tutte grandi quanto il glorioso Nazionale!!! Le poltrone disposte a digradare dall’altro verso il basso in modo che i bambini possano vedere il film in santa pace anche se davanti hanno uno spilungone di due metri, posti numerati, portabibita/popcorn in ogni poltrona (tutte con poggiatesta), audio e schermo da paura, per non parlare dei ristoranti, dei negozi della mega palestra: è vero, a Palermo posti così non nasceranno mai, PURTROPPO! Se hai tanta nostalgia dell’arretratezza urbana, architettonica, ludica consiglio spostamento di residenza verso un’amena cittadina sulle rive di un grazioso fiume, BAGHDAD!
osceno??????!!!!!!! saranno belli 45 posti occupati da una sola persona con cappotti, borse, cappelli, etc. sarà bella la sporcizia che impera fra uno spettacolo e l’altro o la bolgia di persone che si schiacciano per arrivare prima dentro la sala e fottersi i posti, sarà bello farsi un’ora di fila per sentirsi dire “posti esauriti”, sarà bello il tiffany o il king con le ginocchia in bocca e le sale vecchie e sporche…
Simona, Milano avrà tutti i difetti del mondo, ma almeno ti consente di andare al cinema senza programmarlo 4 giorni prima e senza litigare per il posto…
Ringrazio Albi per la lezione di architettura ma non mi pare di aver denigrato l’opera di riqualifica della zona, così come evinci dal post. Ho dichiarato sin dall’inizio la natura “nostalgica” dello stesso e ribadisco che questi centri commerciali del divertimento, per me, sono soltanto trappole speculative.
Per alcuni di voi è progresso, per me no!
Sulla modalità della fruizione cinematografica possiamo aprire un dibattito infinito; io alle sale enormi piene di gente che mastica preferisco le sale piccole e raccolte. E non mi sento per nulla arretrata; a Milano esiste anche il cinema Anteo, multisala ma senza negozi e ristoranti, c’è soltanto una piccola libreria dello spettacolo nella quale entri solo se vuoi! Piuttosto che rammaricarsi perchè a Palermo non ci saranno mai posti del genere, preoccupiamoci di salvare dal Bingo quelli che rimangono…proprio come il glorioso Nazionale!
totodamilano: quella è una questione di civiltà e non te la dà di certo l’architettura futuristica;per assegnare i posti basta un pc, dipende dal gestore!
simona all’anteo c’è eccome il ristorante. Non è il fast food del bicocca ma c’è, oltre alla libreria e al bar.
Non è una questione di civiltà prenotare una fila di posti per gli amici che arrivano a film iniziato? e come la vogliamo chiamare???
Infatti ho detto che è una questione di civiltà!!!Ma come siete messi stamattina??? C’è il ristorante all’Anteo?Mai visto…evidentemente non è invasivo come quelli del Bicocca… 🙂
avevo letto male, chiedo venia.
Il ristorante dell’anteo è in fondo al corridoio, dove c’è il bar, ma è un ristorantino chic con un cantina niente male e piatti di affettati stile Picone.
Le città civili dovrebbero dare l’opportunità di scegliere. A chi vuole le ultrafuturistiche sale mega-spaziali e a chi vuole l’intimità d’essai o che ricorda i piccoli e caldi cinema di una volta.A mio avviso non è con la preclusione (in questo caso – nel caso di Palermo – con la completa inesistenza) di certi luoghi che si misura l’indice di democrazia di una propria scelta personale.
Come si suol dire..o ti mangi la minestra….
De gustibus non dispatandum est,per cui non metto assolutamente in discussione il piacere di gustarsi un film in una piccola sala all'”antica”, anzichè goderselo con tutti gli ultimi ritrovati della tecnologia avendo la facoltà di scegliersi il posto, dopo avere pasteggiato magari qualcosa di esotico e dopo avere fatto magari degli acquisti prima della proiezione.
Nulla di tutto ciò.
Ma mi sembra abbastanza ipocrita non affrontare la realtà così come è:a Palermo non viene e non verrà costruito un cinema multisala, unicamente perchè purtroppo esiste qualcuno che inevitabilmente metterà le sue sporche mani nell’affare…
Sappiamo benissimo come vanno le cose, e costruire una struttura grande con più sale e tanti negozi presuppone grandi investimenti e grandi profitti, oltre che tantissime opportunità di lavoro.
Quindi…grandissime attenzioni da parte di certi Signori…
Si in effetti è “orribile” sedere in comode poltrone, ben distanziate fra loro(non hai il problema dello spilungone che ti siede davanti), avere i posti assegnati senza la fantastica abitudine di occupare intere file con i cappotti, sapere prima di fare il biglietto quanti posti sono ancora disponibili e quindi se è rimasta solo la prima fila, per non parlare del fatto che i posti assegnati ci privano del fantastico gioco della corsa con tanto di calca e spintoni, all’accaparramento dei posti. P.S. nel multisala da te indicato vi sono anche bowling e sala giochi. Ma è davvero così odioso???
e che ne dite della possibilita “addirittura” di PRENOTARE i posti???? Ti presenti al cinema all’ultimo minuto con il tuo bel posticino che ti sei scelto da casa e nessuna a….certo questo ha un costo, ma se vuoi vedere certi “blockbuster” ne vale la pena.
L’Anteo e` un cinema bello ed intimo e anche io lo preferisco ai multisala, ma pur nella sua intimita` e` 100 volte meglio di quelli di Palermo: NO WAY! Almeno ci sono le poltrone digradanti….sempre per il solito spilungone….
Ok!Chiarisco subito che il posto assegnato è la cosa migliore che potessero inventare,così come la prenotazione da casa. Ribadisco pure che non ci vuole chissà quale strumentazione per farlo, invitiamo i gestori palermitani ad adottarla come pratica usuale!Pretendiamola!
beh…anche se per la sala più piccola il Metropolitan assegna i posti…(con il pc!!!! non con i numeri della tombola!)… magari è un inizio… 😉
qui ad architettura per alcuni cinema stiamo messi male effettivamente… ce ne uno (tra i più grandi) che ha il gruppo di file più vicino allo schermo che…. va esattamente al contrario..cioè le prime file sono più alte di quelle dietro….non solo non vedono i bimbi..ma manco i grandi!!!! O_o
ciauz
ah! quello a cui mi riferisco con le “file al contrario” non è il Metropolitan!…anche se anche lì…ci sono le file a due a due esattamente sullo stesso piano…quindi bisogna stare attenti a sedersi in quella più avanti delle due per vedere meglio…. vabbè dettagli!!!!!
palermitani vi sapete solo lamentare..pensate a nuovo cinema paradiso, forse é più affascinante quell’atmosfera che a quella di oggi, e poi il discorsa di simona io l’ho capito.
abito a bologna,capita anche a me quando finisco nei centri commecciarciali, ci sarà di tutto ma sono cosi meccanici…non avete idea di come si può rimpiangere l’odore del pane, i colori del capo, le lampadine che illuminano i banchi attacate a unno squallido filo, la simpatia del carnezziere, le chicche di chi ti sta accanto.
Il mondo sta cambiando é vero, ma penso che chi vive tra globalizzazione e localismo tra insegna della cocacola e quadretto di santa rosalia é più fortunato di chi si trova a colmare il suo vuoto esistenziale andando a finire in ipermercato o in una multi sala con cento negozi che non fanno altro che scollegarti con la realtà.
amen
Premetto che sono nato a Palermo (ma vivo fuori da 7 anni)e provo un’amore viscerale, profondo, immenso e quasi patetico 🙂 per la nostra città, la difendo a costo di passare per “mentalmente arretrato”, anche se ammetto che certe cose non vanno (…e questo lo sappiamo tutti).
Oggettivamente Palermo si evolve con 20 anni di ritardo (come altre regioni del sud) rispetto le regioni del Nord, quindi arriveremo pure noi ai cinema multisala, agli Ikea, ai super/mega/iper grandi magazzini, come siamo arrivati al Sushi, ai Mc Donald e ai Footlocker, ai locali stile lounge/chill/very strong open space.
Ma su questo non possiamo farci niente…L’unica cosa molto importante e seria che noi per primi possiamo fare, pur accettando la globalizzazione (così la chiamano) che è venuta e che verrà, è continuare a frequentare i luoghi, posti, spazi che ci appartengono, che hanno tradizione e per questo genuini (in questo capisco molto Simona…piacciono anche a me i luoghi raccolti, caldi, “con le mura che parlano”) in modo tale che possano continuare a vivere e soprattutto non chiudere per far posto ai colossi!…ma capita spesso che ci facciamo abbagliare. Sinossi: ben venga tutto, ce ne deve essere per tutti i gusti…ma semplicemente non ci dimentichiamo dei NOSTRI…poi todo va bien!:-)
PRENDERE COSCIENZA DELLE NOSTRE DIVERSITA’CULTURALI, CONSERVARLE, MANTENERLE, TRAMANDARLE, per renderle più forti e capaci di accogliere ciò che verrà…senza condannare! 🙂
C’era una volta un giovane palermitano che a cavallo di un’idea partì attraversò il mare e viaggiò viaggiò fino a Bologna e salì salì salì su per l’Appennino fino ad arrivare su un alto colle. Lì incontrò tanta gente, erano tutti nudi padani. Quando c’era freddo si chiudevano tutti in una stanza confortevole e viaggiavano coi loro sogni per poi raccontarli agli altri. In uno dei sogni bisognava lasciarsi guidare da un cavaliere alato che volava sempre più veloce e ad un certo punto lasciava il viaggiatore da solo. Ciascuna delle persone raccontò cosa avevo visto attorno a sé. Tutti avevano visitato fantastiche città, grandi castelli e sconfinati territori ma ciascuno di loro riferì di muri di plastica, fiori finti, terre d’asfalto, tutti tranne il palermitano che nel suo sogno aveva visto tanta sabbia e una semplice costruzione in tufo con il tetto di paglia, una casa o forse un ricovero per viaggiatori solitari.
Odio Milano e la sua gente.
Ma la famosa “via di mezzo” no eh? No alle multisala spersonalizzanti e omologate ma sì all’assegnazione posto, la poltrona comoda, e al dolby surround funzionante… Noi ci accontentiamo.
… dimenticavo di dire dei complimenti ricevuti per un sogno così straordinario (!) quasi imbarazzante 🙂
Ciao ragazzi. Anche io sono palermitano, ma vivo a Milano da + di un anno oramai.
Se posso dire la mia, mi sembra che ciascuno di voi abbia detto qualcosa in parte condivisibile.
Io credo che i centri alla Biccocca siano tecnologicamente avanzati e per questo invidiabili e a Palermo si fatica a stare al passo perchè non è città dove si investe economicamente.
Però penso anche che cose come il Bicocca Village siano tristi se pensate come centri di socializzazione. Preferisco la vita per le strade e per le piazze tipiche delle nostre parti.
Infine a TotoMilano vorrei dire che io da quando sono a Milano non riesco mai a vedere i film che voglio al cinema.. perchè ad esempio il Bicocca mi viene lontanissimo (abito a san Siro) e non mi sognerei mai di andare. Le sale vicine a me sono piccole e non riesco mai a trovare biglietti. adesso ho scoperto che bisogna prenotare telefonicamente (a pagamento chiaramente). Quindi diciamo che Palermo non sta bene 8lo sappiamo tutti), ma Milano per essere la città più ricca d’italia arranca paurosamente.
O meglio.. è l’Italia che, se Milano è la sua città più ricca e progredita, arranca paurosamente!!!
La “lezione di architettura”, magari lo fosse stata, ne sapremmo sicuramente davvero tanto, è solo, non avendone le competenze giuste, un tentativo di indicare, per sommicapi, quello che è il progetto Bicocca e il Bicocca Village. Ma se vuoi ci mettiamo a studiare più approfonfitamente.
Intervento necassario, visto che si voleva far apparire una costruzione architettonica dalle molteplici finalità, come “una campana di vetro sotenuta da tralicci di ferro”, che poi sarà acciaio!!!, oscena. Che se non ti piace, va bene, ma lascia che se ne comunichi una visione diversa, raccontando tutta la storia che c’è dietro.
Perchè poi, non è che te ne vai in giro per l’Europa e di fronte a concept simili torni tutta entusiasta a raccontarci quanto è figo Zapatero e come sono oltre gli spagnoli?
Per rivedere o vedere la struttura che ti ha ospitato, oltre ad avere un’idea dell’operazione di recupero di un’intera zona che era al degrado, un giretto qui.
abacus…mo, mi pari un tantino esagerato! al nord mica vivono in un mondo virtuale!!!!! esistono pure li` le spiagge, i prati, i monti, i laghi….insomma, quelle cose naturali tipo la sabbia e la casa di tufo!
Anchio vivo in un posto,dove c’è il “multisala extra large”.
Francamente preferisco alla lunga il buon vecchio cinema del centro,dove non ci sara il doppio dolby bose o lo schermo hig-tec ma scomode poltrone e atmosfera piu’ consone ad un film che ai tanti aspirati complessi multisale fredde e tasce.
Provare i due mondi per poter giudicare
Lavoro davanti alla Bicocca. In un grattacielo situato a due passi da quelli della Hachette, Pirelli e Fastweb. Dalla mia finestra c’è il Bicocca Village, tempio dell’alienazione dove i ristoranti etnici (di infima qualità) hanno canne di bambu in poliuretano espanso e papiri di plastic (bertrand). La struttura ha 3, forse 4 piani e è invasa costantemente da mutanti appiattiti dalla noia e dal consumismo. Pochi di loro hanno mai sentito il profumo di zagara.
La civiltà non si misura dall’avvento di Mac Donald’s, Starbucks o dai multisala. Prenotare un biglietto da casa è possibile anche per una saletta da 20 posti. Non è l’avere tutto a disposizione che ci rende più ricchi (dentro). Mesi fa sono venuto a Palermo dopo anni di serate cool, glam e chic\shock, e mi sono ritrovato in una microsticceria dietro il Teatro Massimo a mangiare pane e salsiccia su un tavolino in plastica. Mi sono commosso.
Anche il non avere più la possibilità di vivere momenti simili (e a Milano sono sempre più rari) è segno di inciviltà.
il nazionale mi manca, nei miei ricordi poi e’ il cinema che mi ha battezzato, li’ ho visto il mio primo film.
Anche se di anni ne ho ancora 28, sono capace di farmi prendere dalla nostalgia , canaglia, e di rimpiangere certi posti che l’evoluzione ha cacciato via, come le piccole botteghe che fiorivano nel mio quartiere ed adesso sono appassite, chi si è salvato ha cercato di dare un tocco moderno, distruggendo anche quel poco che era rimasto ed io mi trovo a vagare per dei posti che non mi appartengono piu’.
Scusa Albi, ma intervento necessario a chi?Ripeto che io non discuto nè la struttura in sè nè la riqualificazione del territorio; se questa è la tua unica chiave di lettura, pazienza, me ne farò una ragione.
p.s. ma perche’ non provate a leggere bene quello che Simona ha voluto dire? lei parla di sensazioni non di mattoni!
Un po’ di attenzione va posta prima di criticare in modo poco costruttivo e fuori tema, vi sareste meritati un bel 3 se fossimo stati a scuola.
Quando la cosa fu anche a me parve esagerato, ora magari anche qui cominciano a sognare muri di plastica ma 25 anni fa era un po’ diverso e poi mica me la sono inventata, si congratulavano davvero perché i miei sogni erano diversi dai loro, me ne sono accorto anch’io che nei loro fiumi ci scorre acqua, i tronchi degli alberi sono di legno e i ciottoli sono di pietra ma che ci posso fare se i sogni di quelle persone erano fatti di plastica? Simona, comprendo dove vuoi andare a parare e lo sai che la pensiamo che spesso la pensiamo diversamente per poi ritrovarci d’accordo, epperò messa per come l’hai messa non poteva che essere recepita per come è stata recepita e forse era proprio la tua intenzione 🙂
… assì ora che mi ricordo meglio, c’era anche chi avevo visto una torre e dei minareti in vetroacciaio circondata dalle acque, una specie di Taja Mahal ipermoderno
Necessario a farti dichiarare che non discuti struttura e riqualificazione, sai perchè si leggeva osceno e campana di vetro sostenuta da tralicci di ferro. Magari l’architetto che ha ideato il Bicocca Vilagge non è tanto felice.
Poi tutti sti problemi, perchè uno si vuole vedere comodamente un film, senza necessariamente dover fare shopping o rovinarsi il fegato. Ha ragione chi invoca la coesistenza di diverse realtà, e a Milano, un panino con la salsiccia puoi mangiarlo!!!
Me ne faccio una ragione anch’io, devi aver scritto un post diverso da quello che è stato pubblicato!
Bisogna necessariamente vivere di aut-aut? Non si può godere del profumo di zagara e passeggiare frivolamente per un centro come il bicocca? Dobbiamo forzatamente schieraci tra apocalittici e integrati rispetto alla globalizzazione? Rivendicare la storia, i sapori e le emozioni che possono evocare certi luoghi non preclude la possibilità di sperimentarne altri. Anche Milano conserva dei luoghi evocativi e ricchi di storia da vivere e passeggiare ; diversamente dal milanese però il palermitano non ha possibilità di scegliere in quanto privato dell’alternativa.
nei centri commerciali provo le stesse sensazioni di simona, mi ci ritrovo in pieno.
parlando di palermo….sicuramente meglio i “cantieri culturali della zisa” che i “cantieri commerciali della zisa”.
altrimenti un bel centro commerciale nei capannoni dismessi di termini imerese, così si riqualifica la zona, e chi ci vuole andare ci va 😉
ps. anche se un bel cinema ipertecnologico per lustrarmi occhi e orecchie non mi dispiacerebbe!!!
Cara Isola81, è vero Milano non è solo centri commerciali, ipercoop, multisale ecc ecc. C’è Brera, c’è Porta Ticinese e le Colonne di San Lorenzo, ci sono i Navigli e via della Spiga.
Possiamo sperimentare ogni cosa, ci mancherebbe. Il rischio è considerare certe cose meglio di altre solo perché sono più luminescenti. La luce nasconde spesso trappole. I multisala sono simbolo di una globalizzazione che appiattisce ogni cosa, dove tutto è perfetto, comodo e patinato ma anche dannatamente noioso. Come la televisione, invenzione magnifica ma che oggi ci rende tutti un po’ piu idioti.
Caro Geggè…parlo senza alcuna vena polemica credimi, anche perchè non ne avrei l’autorità dal momento che a Milano ci ho vissuto un anno e ho fatto fuoco e fiamme per tornare nella mia Palermo, preferendo il pane e panelle al global-food, via Ruggiero Settimo agli ipertecnologici vari Orio Center e similari, la nebbia al sole. ECCHECASPITAAAA però…..un centro commercialucolo ce lo volete fare giusto per non dovere stare sempre a fare paragoni con l’erba del vicino..dateci un’ikea..un castorama da strapazzo…H&M (di cui si paventa l’apertura nn so da quanto!) un soffio d’europa anche per noi!!!!! 😀
Cara Isola81,
ti domando solo una cosina: MA PERCHE’?
Vedrai i vari Castorami, Ikee e H&Mi arriveranno, ma credimi non ti accresceranno di una virgola. Il problema è che quando arriveranno non te ne potrai mai più liberare. Non ci sarà più una Palermo in cui fuggire, perchè ne sarà invasa. Ci abitueremo tutti alle file agli ipermercati e non prenderemo più in considerazione le piccole botteghe, compreremo un comodino al megastore e ci dimenticheremo del piccolo falegname sotto casa.
E’ questione di assuefazione. Non ci possiamo fare (quasi) niente.
@Isola81, ma che fa scherzi? Un centro commerciale a Palermo??? La rovina di una civilta’ millenaria e la rovina anche di zone di altissimo pregio come viale campania…
A cura ca ora spunatu chi nummari…
….’nkia, mi scuirdavu le piccole botteghe e il piccolo falegname…
Picaro, se vuoi u cientru cuijmmirciali
te ne puoi andare a TOKIO o a LAS VEGAS.
Mi pare che sei nel MOOD giusto…
Ps – “scuirdavu”…
geggè,un ti scantari che picaro si trova già dove tu hai detto,ma unnavi tuartu viale campania di altissimo pregio unnavi mancu u nuami.
il falegname sotto casa? addummanacci quantu vuali pun comodino,e poi me lo sai dire si tu vaccatti da ikea.
Cmq,tenetevi quel cess di via,con quel cess di quadrato verde che usate solo per far cagare i vostri cani,forse è troppo difficoltoso portarsi dietro paletta e sacchetto.
Troppo cafone? si lo sò.
Geggè tu mi chiedi PERCHé? IO ti rispondo …PERchè no?
Cara Isola81, avrai ogni cosa. Purtroppo….
Caro diffidato, viale Campania si può migliorare con un parco, una fontana, un ma proprio un centro commerciale??? Ma dai…. Cmq, nn ti preoccupare, arriverà anche da te….
Caro Picaro, “scuirdavu”…
anche in sicilia c’è un multisala pauroso: è l’etnapolis di catania, della catena warner village. 12 schermi per circa 2500 posti.
io ho visto un film alla sala vip del W.V. di vimercate e da allora non riesco più ad andare al king o al metropolitan…
Sono stato al bicocca village proprio ieri sera. Sinceramente i due piani da attraversare prima di arrivare alle casse del cinema non mi sembrano proprio dei gironi infernali. Il mio portafoglio non era alleggerito, e il mio stomaco non era strafatto di wurstel e crauti. Questo perchè, a mio avviso, una persona raziocinante che va al cinema per vedere un film è capace di discernere se è anche il caso di farsi una messa in piega o di mangiare un burrito, di fare le due cose contemporaneamnete o di non farle proprio e andare senza problemi dritti allo scopo per cui era sceso di casa: guardare un film, e farlo nel migliore dei modi possibili, in pieno agio e comodità. Ma perchè la possibilità di scegliere ci spaventa tanto? Forse perchè, come tutte le cose che non conosciamo o a cui non siamo abituati, ci fa un po’ paura.
@My name is Tanino
d’accordo con te, ma non tutti sono in grado di scegliere. è come l’esempio già fatto della Tv.
c’è chi l’accende perche ha scelto cosa vuol vedere e chi se le beve (e se le compra) tutte!!!
@gegge’: salviamo il piccolo blogghista!
Boh, io questa multisala non l’ho vista, però penso che a volte ci tolgano il piacere della scelta e della scoperta. E per usare un termine tanto caro a un mio amico per creare “desideri indotti”. Ipertecnolgico o piccolo e caloroso, soddisfano due punti di vista differenti, e poi scrivo per salutare la Simona, innanzitutto.
Diffidato gradirei un linguaggio più consono. Grazie.
Io non ho ancora avuto la fortuna di vederla una multisala ed annesso “indotto”. Ne ho “sentito parlare” e mi sono chiesto a cosa servirebbe una cosa del genere a Palermo vista la poca utenza che affollla, si fa per dire, le sale cinematografiche. Penso comunque che se dovessero metterla in atto nella nostra città mali un ‘nni ‘nni putissi fari.
Voglio comunque chiedere a colei che ha innescato tale dibattito, di quell’omino che vende le bomboniere nel’intervallo fra un tempo e l’altro del film. Io ne conosco uno che è alto 1,80 mt. e che tra i suoi “difetti” è pure laureato in psicologia; picchì u chiami omino? perchè, così beceramente, ne sminuisci la persona?(ben inteso, non è vero che conosco tale signore addetto alle vendite delle bomboniere ma il personaggio seppur di mera fantasia potrebbe essere più che reale)
Mi spiace Simona, ma stavolta il tuo post non ha avuto la reazione che potevi immaginare, da una prima lettura pare che la maggioranza sia ampiamente a favore delle MEGA-Multisale (compreso me) perchè le considerano un segno di civiltà, al di là del fatto non trascurabile che la qualità del film ne avrebbe solo da migliorare…
Nessuno: non immaginavo alcuna reazione in particolare. Ho raccontato una realtà che a Palermo non esiste e l’ho fatto esclusivamente dal mio punto di vista,che può anche non essere condiviso. Ci mancherebbe! Ognuno vive l’esperienza del cinema come meglio crede. Per me è un rito e mi riesce difficile pensare che possa avvenire in questi contesti!Sul fatto che l’apertura di un multisala sia segno di civiltà ho i miei dubbi, mi sembra più civile permettere a quelli già esistenti di non fallire!
ma cosa vuol dire “permettere ai cinema esistenti di non fallire”??? Allora niente ikea perchè falliscono i negozi di mobili, niente Auchan perchè falliscono le drogherie, niente progresso perchè fallisce la tradizione, niente servizi perchè falliscono tutti. I cinema non falliscono se sono competitivi e per essere competitivi devono offrire servizi efficienti e non solo efficaci. Quando smetteremo di accontentarci, forse cominceremo capire che le cose non devono andare necessariamente così e che la qualità della vita si può migliorare.
L’apertura di un multisala non è certamente indice di civiltà, ci mancherebbe dover commisurare il grado di civiltà dei palermitani o di qualsiasi altro cittadino al mondo al fatto che vada al cinema o meno.
Più realistico potrebbe essere un indice di benessere premesso che una famiglia media deve spendere all’incirca una trentina di euro per andare al cinema, senza considerare la “bomboniera”(che vai al cinema e un c’iaccatti u gelato o picciriddru?)
Si Ninni peccato però che il milanese paga 30 euro e sta comodo, posteggia, ha la sua poltrona prenotata e gusta il suo film con pellicola immacolata e audio in surround. Noi, con lo stesso prezzo, no.
Ragazzi la verita’ è questa,il cineme sta fallendo!!!
Tra sky,digitale terrestre,dvd,dvx…,dolby surround,dolby digital e tv lcd,il cinema non da’ piu’ lo stimolo che c’era una decina di anni fa’!!!
Io preferdco vedere un film a casa con il mio bel impiantino dolby e la mia tv lcd,che andare in una sala cinematografica orrenda,con i vastasi che parlano e ridacchiamo,il bambino che piange,la coca cola rovesciata per terra,le poltroncine risalenti al film nuovo cinema paradiso,i bagni vomitevoli etc…
Almeno nelle multisale “milanesi” e non solo milanesi,ti invogliano ad andare al cinema,qui ti invogliano a restare a casa!!!
Nessuna sala a palermo ha un impianto audio video DECENTE!!!
Devono adeguarsi alle nuove tecnologie e sopratutto alle nuove norme di architettura!!!
E credetemi non lo dico per screditare l’ambiente,perchè mia sorella ci lavora da anni,ed io ho passato la mia infanzia al cinema,ma adesso si è arrivati ad un punto di non ritorno!!!
@mcluso: ok, dimmi dove abiti e cosa vedi stasera 😀
@vertigo =) =) =) =) =) =) =P
A me piacciono sia le multi-mega-tecnologiche sale sia quei locali più intimi e con atmosfera retrò che ormai stanno scomparendo ovunque, ma per tornare ai contenuti: segnalo la retrospettiva su Wim Wenders di cui Rosalio ha dato notizia il 21 c.m. (un solo commento sic!)
@mcluso: “…sala cinematografica orrenda,con i vastasi che parlano e ridacchiamo,il bambino che piange,la coca cola rovesciata per terra,le poltroncine risalenti al film nuovo cinema paradiso,i bagni vomitevoli”.
? ? ? ? ? ? ?
Ma daiii, ma nemmeno a Bombay hanno cinema così.
Forse hai calcato un po’ la mano….
Su questo ti do ragione, Vertigo, chissà quando ci disfarremo di questa etichetta di cittadini, quindi utenti, di serie B.
Sembrerebbe quasi che le cose ce le regalino(quindi devi accontentarti).
L’ultimo mio film al cinema(l’amore al tempo del colera, un pacco nonostante il soggetto di Garcia Marquez) l’ho visto(?) con un signore seduto davanti a me con una capigliatura alla Jimi Hendrix che mi impediva la visione di buona parte dello schermo, e dire che non sono certo un “tappo”.
Ragazzi, forse avete ragione voi. Mi dipingete le sale palermitane (che credevo di conoscere) come se fossero gironi danteschi con mostri multicolor, mutanti che ruttano e fanno rumorini, montagne di giacche e giacconi animati che crescono e si moltiplicano a vista d’occhio sulle poltrone.
ma di Palermo cosa vi piace?,perchè facciamo prima cosi
giusto per capirlo
Appunto…
Non è una critica alla citta’ di palermo,che adoro, ma è una critica alla politica dei proprietari delle sale cinematografiche palermitane!!!
E’ vero magari ho un po’ calcato la mano,ma quello che ho scritto mi capita,e non poche volte!!!
Loro pensano”tanto ci siamo solo noi,tutti siamo messi cosi’ cosi’ e le persone vengono ugualmente”
E invece no!
Io ormai vado al cinema solo per i film Che mi piacciono veramente tanto e non riesco ad aspettare il dvd!!!
Mentre prima ci andavo anche per passare 2 orette fuori.
Mi piace il suo galleggiare nell’indeterminatezza,
carnepesce, mortaviva, tasciaristocratica 🙂 Simona non ci far caso, se apprezzi Milano e la sua efficienza i palermitani ti attaccano, se apprezzi quel poco di buono che c’è ancora Palermo ti attaccano lo stesso. Fattene una ragione e coltiva il tuo orto 😉
mcluso,allora unnai propriu ci fari se vai al cinema a passare due orette hahaha scherzo
onestamente vado al cinema solo se mi interessa un film,per guardarlo poco importa se mi danno la possibilità di comprare i popcorn salati o dolci,o se il sistema audio non è di ultima generazione,il film deve trasmettere qualcosa con la sua storia e non con i rumori,cioè se u scruscio dela pioggia non sembra reale,poco importa.
Certo che poi i nostri cinema no possono competere con quelli di roma o milano questo lo sappiamo,ma so di certo che noi abbiamo qualcosa che loro non hanno,funziona cosi
Abacus, Tasciaristocratica è semplicemente meraviglioso! Grazie! 😀
grande diffidato!
è così…
@diffidato: Visto?per dire che non ho proprio nulla da fare se vado al cinema per passare 2 orette sta a significare ke andare al cinema per passatempo è proprio l’ultima spiaggia… 😉 =P ahahahahahahaha
Certo che noi abbiamo un sacco di cose che loro non hanno…ma di certo non lo verranno mai a dire proprio noi …c’est la vie
@diffidato : si pero’ se vai a vedere un film d’azione o un film d’avventura l’audio e il video fanno!!!
scusa mcluso se rispondo io: è vero, ma l’audio si può pefezionare anche in una sala da 30 posti, non bisogna x forza vedere il film sull’enterprise…
assolutamente d’accordo con te geggè,ma almeno lo perfezionino questo audio.Non dico di montare in ogni sala un impianto da 100.000 euro,ma almeno un impianto un po’ piu’ decente degli ultimi ke ho “visto”(sentito) ,negli ultimi tempi!!
Bentornata da queste parti.
Ho letto il post e dato uno sguardo “veloce” ai commenti, trovo che la chiave di volta sia quel ” SE “.
– “Se anche voi amate i cinema di una volta con un’unica sala, le poltrone scomode e l’omino che all’intervallo distribuisce la “Bomboniera” state alla larga dai multisala milanesi.”.
Tutto il resto è in parte giusto, sarebbe meglio avercene anche qui, per avere possibilta di scelta, come è giusto anzi sarebbe sacrosanto pretendere l’adeguamento dei cine esistenti alle nuove tecnologie ( per mè sarebbe la cosa ottimale, cine a misura d’uomo, con video e audio perfetti).
Poi, credo che Simona abbia enfatizzato (volutamente) il “tutto qui, tutto ora e tutti insieme”, in una struttura che a lei gli incute angosciosi pensieri postmoderni, non vedo che c’è di male, non è che perchè l’ha fatta Camerana debba piacere per forza, per capirci, avete visto il progetto di Perrault per ” i ponti di Palermo”? bene a me piace definirli ” i ponti di pierrò” perchè per mè ” fannu chianciri”, ormai cù si susi a matina mette vetro e acciaio accomegghiè e pretende di passare per un novello ” Corbuisier ” , non mi meraviglierei se qualche profano lo chiamasse semplicemente accozzaglia di vetro e ferro.
Non è il caso magari di questa struttura che non conosco, ma …i gusti, le senzazioni che hanno provocato a Simona sono questi.
Pace e Bene.
Pace e Bene.
Eppure ogni volta che passo davanti al tua cinema preferito rimango sconvolto di quante persone passano la giornata , serata , parte della loro vita in posti del genere …sará che per me potevano chiudere o anzi manco aprirli..ma mi fa rabbia che uno dei cinema + belli che ci stavano a Palermo e se non fosse per il parcheggio anche tra i + comodi…oggi sia stato sostituito da qualcosa di cosí lontano dalla poesia del film….
giovanni volevo rispondere a te a a tutti quelli che vedono il bicocca e tutti i centri commerciali/multisala come centri di socializzazione spersonalizzanti e aberranti.
ragazzi non so voi, ma io al bicocca ci vado a vedere i film e al centro commerciale ci vado a fare la spesa. Non mi sembrano luoghi di socializzazione, il massimo è “posto 5 fila F” oppure “ha la tessera?”
credo siano altri i luoghi di socializzazione…
“A Palermo posti osceni come questo non nasceranno mai”. Le ultime parole famose.
Suggerirei all’autrice del post di andarsene via da Milano così da non doversi shoccare per la vista di tali strutture futuristiche ( è solo un cinema mica una chiesa profanata per la quale ci si potrebbe indignare ).
Amo il cinema, a Palermo non c’è sala dove potersi godere un film in pace in quanto c’è sempre il cafone di turno incivile che disturba la visione ( parla al cellulare etc etc)
“A Palermo posti osceni come questo non nasceranno mai” – questa frase riassume l’ignoranza e la mentalità chiusa e provinciale del terrone medio. Quando sento frasi del genere sono felice di essermene andato. Mcluso, tu hai capito benissimo la situazione.