Facile dire “sushi”…
Alle ragazze piace perchè è saporito, pur essendo leggero e semplice. Ai ragazzi spesso non piace per le stesse ragioni. Cosa? Quel piatto a base di riso cotto con aceto di riso, zucchero e sale, combinato con un ripieno o guarnizione di pesce, alghe e vegetali (l’avocado e i cetrioli). In una parola, il “sushi”. “Meglio una fettazza di carne – ho sentito dire -, e poi non mi sazia”. Come no! Se ne mangi una ‘nguantiera (ho imparato questo termine da poco e non vedevo l’ora di usarlo) ti riempirà lo stomaco, no? “No, perché il senso di sazietà è dato non solo dalla quantità, ma anche dal gusto: più è vastaso, meglio è”. Sarà. Forse perchè le donne sono più sensibili al gusto, e per questo scelgono alimenti meno saporiti degli uomini, come dicevano in quel documentario… Comunque, non sono pochi a Palermo i cultori di questo piatto, infatti già da qualche anno la nostra città si sta riempiendo di ristoranti, wine bar e pub che lo includono nel menu, insieme a piatti tradizionali: La Cuba (ma solo dal lunedì al giovedì) in viale Francesco Scaduto (tel. 091/309201), al Reloj, via Pasquale Calvi 5 (tel. 091/6119698), il Tribeca, via Mariano Stabile (servizio take away), il Gourmet Bar, viale Strasburgo, 235 (tel. 091/6880357) mentre d’estate l’Addaura Reef, sul lungomare Cristoforo Colombo (tel. 091/6840171) e a Panarea il Bridge sushi bar, in via Del Porto (tel. 339/2172605).
I mangiatori di sushi si dividono in tre categorie: i diffidenti (che ho pittato sopra, in uno stralcio di dialogo), che lo mangiano solo se costretti; gli appassionati e i curiosi. Alle prime due categorie non importerà più di tanto informarsi su questo cibo: ai primi perché tanto non lo consumano quasi mai, mentre i secondi sanno già tutto. È dunque ai curiosi che mi rivolgo: se non lo avete ancora provato, ma ne avete voglia, ecco un piccolo dizionario per barcamenarvi tra i nomi che troverete nel menu. Perché è facile dire “sushi” (che in giapponese indica semplicemente piatti a base di riso), ogni bocconcino ha un nome diverso.
Nori: è l’alga usata per avvolgere i rotolini (maki e temaki), viene tostata prima di essere usata nei cibi. Di colore scuro, il nori di qualità migliore è liscio, luminoso e privo di buchi.
Sushi nigiri: una fettina di pesce (di solito salmone, tonno, spigola, pesce spada o gamberi) poggiata su una polpettina di riso, o entrambe “legate” con una fascetta di nori.
Sushi mini roll o maki: è il tipo di sushi più familiare alla maggior parte degli occidentali, in cui pesce, riso e vegetali vengono avvolti nel nori.
Sushi fusion roll o uramaki: sono le varianti del classico maki. Gli ingredienti sono avvolti diversamente (il pesce e l’alga sono avvolti nel riso, quindi il nori si trova all’interno) e altri ingredienti vengono usati come guarnizione, come le uova di salmone o di storione.
Sushi hand roll o temaki: gli ingredienti sono assemblati e avvolti all’interno del nori in modo da formare dei piccoli coni. Niente bacchette stavolta, si mangiano con le mani.
Sashimi: piccoli filetti di pesce crudo.
Shō-yu: è la salsa di soia, che può essere di due tipi: leggera (liquida, viene principalmente utilizzata come condimento da aggiungere a piatti già cucinati, possiede colorazione meno marcata, è più salata e saporita) o scura (la colorazione più scura è dovuta a un invecchiamento più prolungato e all’aggiunta di melassa, viene principalmente aggiunta ai cibi in cottura, è leggermente più dolce e meno salata della salsa leggera, perfetta se accompagnata dal tempura, il pesce fritto in una sorta di pastella).
Il piatto sarà guarnito con il wasabi (pasta di rafano verde, fate attenzione, sembra un’innocente pongo verde, invece è piccantissima) e il gari a fettine (zenzero dolce sott’aceto). Andrebbero immerse nella shō-yu per insaporire ulteriormente, ma il sushi intinto nella salsa è già abbastanza sapido.
Se volete provare a cucinarlo con le vostre mani, visitate il sito www.makemysushi.com, che mostra con animazioni in flash come fare il sushi a casa propria. Per i veri maniaci, da Soluzioni (viale Regione Siciliana Nord-Ovest, 7277) troverete le calamite da appendere al frigorifero, a forma di sushi, sashimi, nigiri e maki, su www.gioco.it, una serie di serving game a tema ed esistono anche le chiavette usb, in vendita on line in questo sito.
Intanto godetevi questo video che prende in giro, a mio avviso, più che il mondo del sushi, l’approccio quasi reverenziale degli occidentali nei confronti della cultura giapponese.
E tra gli altri tra un po’ di mesi anche il mio locale…
mbah…shti cose che vanno di moda! A me non piace! L’ho assaggiato mezza volta a Londra e mi ha fatto alquanto schifo!
Ma poi scusa..dici che è buono e “leggero”…però ti sazia se ne mangi un cantarano pieno pieno…certo…però poi non è più tanto leggero…sempre riso è!
e il tribeca?
mcluso, non ci puoi dare qualche altra “dritta”? 🙂
Carlà, il tribeca c’è nella lista
Non mi piace il salmone.
c’e` anche il sushi bar Mikado, che non e` il massimo come posto, ma il sushi e` decente. Ho visto che anche da Tinto servono sushi, ma non l’ho mai provato. In ogni caso sarebbe bello se ci fosse un vero ristorante giapponese che servisse pure qualche altro piatto di quella cucina, vi assicuro, varia e buonissima.
Io sono una fan del salmone invece.
@Dany: si, avremmo aggiornato il post con la notizia del Mikado oggi stesso. Al Tribeca cucinano anche il tempura. Hanami offre tanti piatti giapponesi, oltre che di altri luoghi.
Era da un po’ che non si leggevano post pubblicitari….
Miii che siete antichi! Ora arrivò la moda del sushi a Palermo? 😀
Ma che post interessante… quanto ti pagano per fargli pubblicità? Io avrei parlato della frittola e del pane con la milza.. molto più caratteristico.
Pesce crudo?
Preferisco pane e ricci, carpaccio di pesce spada
e alici marinate.
E le patelle? aah, che erano buone una volta!
@gnu: ma visto che si parla di pesce, io avrei parlato di tutte le ricette a base di pesce crudo che esistono in Sicilia. Mica c’è bisogno di andare dai giapponesi.
ma tu viri si mpalieimmu a ura i pisci m’avissi a ssieibbiri nna quacchi giappunisi! 😉
la verità è che siete tutti globalizzati nno cirivieaddu! 🙂
no però ci sembrava utile chiarire le idee sui vari nomi… e far vedere il video e le altre cose. monachella non ho percepito una lira. è dura dopo 2 anni ripetere sempre le stesse cose.
pane e ricci, carpaccio di pesce spada, alici marinate… hmmmmm li adoro anch’io.
@Aziz: sei un genio!
ma nessuno scrive un sano ed allegro W IL PANE E PANELLE!?!?!? Però al Tribeca il pane e panelle non lo fanno…
Quanto vale un bello “pisci arrustuto” sulla carbonella con il “salmoriglio” o un bel piatto di “saidde allinguate c’acito fritte” o a beccafico non vale tutto il pesce crudo dell’universo!!
Peccato che sono, come si dice, “seriously uncool”!!
Sarde allinguate, scurmu arrustutu, questo è pesce! Chi se ne frega del sushi
La cucina giapanisi con sushi e via a seguire era già nota e praticata a Palermo oltre 30 anni fa, per la curiosità di scoprire altre culture, altre filosofie di vita, cure per il corpo e per la mente. Chi la praticava non ha voluto o in certi casi non ha potuto farne mestiere perché non era di moda 🙂 Dietro la cucina giapanisi c’è molto più che cinque gusti ‘mpiccicati inzemmula ma è una cucina molto yang e mescola proteine di origine diversa, un pasto completo genere giapanisi è indigesto tale e quale un texmex. Perciò se mangiate giapanisi occhio a quel che prendete. Ah, le mode!
non è vero, sono molto cool invece…
😉
mmm…si sono presi anche questo?
Ma una domanda…chi è il GENIO ASSOLUTO che decide in questa città cosa è e cosa non è cool? No perchè lo voglio conoscere per proporgli qualche idea da “coolizzare”!!
Monachella però senza corrispettivo non è pubblicità. 🙂
ma cosa c’entra il pane e panelle se si sta parlando di pesce? bah
PANE COI RICCI is very cool!
@tradiionalista: pane e panelle come simbolo di palermitanità, come le sarbe a beccafico o le sarde allinguate!
@tradiionalista: pane e panelle come simbolo di palermitanità, come le sarde a beccafico o le sarde allinguate!
Beny: questa è una bella domanda. già, chi lo decide?! visto che tirate in ballo questa parola ogni due per tre (ma poi, esattamente, che vuol dire?), varrebbe la pena di farci un post…
O/T mode ON
“La parola inglese cool ha il significato letterale di fresco, ma, riferito ad una persona o a un atteggimento, significa più spesso rilassato, imperturbabile, fico” (wikipedia)
Di recente il nostro eminente sindaco Diegone ha deciso di spendere millemila soldi per fare una campagna in cui si elogiavano le bellezze palemmitane! Tra i vari slogan coniati (o ripresi da giornali ???????????) c’era una fantastico “Palermo, città più cool d’Europa”!
Alcuni, forse presi dall’ilarità della cosa, hanno voluto creduto a questa affermazione, altri (e da qui la mia domanda di voler conoscere chi sono questi “trend setter” palemmetani) hanno deciso che, non essendo Palermo una città molto cool (ne come meteo nè come lifestyle), era il caso di importare mode e tendenze (fenomeno comunque già in atto da tempo) dalle città “universaly cool” con lo scopo, a un lato, di rendere Palermo una città cool, dall’altro, di non far fare una figuraccia a quelli che aveva scritto una cosa “non del tutto vera”…altri (come il sottoscritto) hanno apostrofato gli autori di questo spreco con un allegro “ma vaffancool”!! Con questo non dico che Palemro faccia schifo e che andrebbe rasa al suolo (prevendendo quanti scriveranno “siete i soliti lagnoni che denigrano la propria città”)…dico soltanto che definirla la più cool d’europa…mmm…
Che ti devo dire…spero che un giorno questa povera Palermo potrà realmente freggiarsi di un simile titolo! Forse, se decidessimo di puntare su quello che è NOSTRO e non su quello che “facciamo nostro” (oh…con questo non dico che non dobbiamo globalizzarci e inserire nel panorama urbano quante più alternative di scelta possibili).
Cmq, Cristiana, la mia non è una critica a te (o al tuo post) ma semplicemente un piccolo appunto ai Palemritani che vivono di mode passeggere!
O/T mode OFF
ops…ho scritot hanno voluto creduto…è che ho corretto la frase scrivendo e mi sono dimenticato del verbo!! 😉
occhio al mercurio (Hg) contenuto nel pesce crudo..
@Andrea .
Il mercurio purtroppo si trova anche nel pesce cotto .
Non credo che la cottura lo elimini .
mi interrogo circa l’utilità di questo post…
Mi interrogo circa l’utilità dell’utilità di tutti i post.
Cara Cirstiana, io il sushi lo faccio a casa o meglio lo facevo, perché per fare e mangiare qualcosa in santa pace non posso sorbirmi mio padre che mentre mi diletto in cucina mi dice:
– il riso si sta appizzando, mettici l’acqua… fallo a risotto.
– ma chi ci manci stu schifiu.
– hai dimenticato di cuocere il pesce, tista liaggia.
– lo mangi crudo??? ma il limone ce lo metti?
– tu il pesce crudo devi mangiare solo quello che compro io non quello che compra tua madre che ci impaccano la neonata cinese col mercurio.
Devo dire che era molto buono il sushi che facevano dietro la clinica Candela. Che fine ha fatto? Ho letto che stavano cambiando locali… sarà quello nuovo dalle parti di via Duca della Verdura?
P.S. Avanzi una ‘nguantiera di sushi 😉
tutte le “cocò” che vogliono il sushi perchè hanno visto in televisione che è di moda tra le cocò di milano….poi se proponi la cara vecchia neonata cruda col limone…oddio..che impressione…ma è cruda….si vedono gli occhietti…
Questa “Palermo da bere”….Ridicoli!
Il problema della cucina giapponese in Europa è che viene prima di tutto considerata come “cool” e quindi costosissima. Il sushi(base) è uno dei piatti poveri della cucina giapponere e costa davvero poco in Giappone, e in tutti i posti in cui c’è una comunità giapponese vasta(io ho l’esperienza di Vancouver).
Ho visto gli amici giapponesi inorridire dinanzi ai prezzi canadesi del sushi(che comunque confrontati con l’Europa sono davvero bassissimi!).
La cucina giapponese viene considerata una delle più salutari al mondo.
Se piace, come a me e tantissimo, non vuol dire che escluda altri tipi di cucina.
Ad esempio, per me, la cucina palermitana e siciliana rimane la più geniale in assoluto dal punto di vista di sapore ed estetico!
“fallo a risotto” ahahahha
Quello è il mikado di cui sopra. Avanzo, avanzo! E poi voglio imparare pure io! Ovviamente lo fai con la tecnica degli antici maestri sushi e col coltello di ceramica vero? 😀
se ci si sofferma a pensare agli occhietti in effetti… però la neonata è celestiale. sono d’accordo sulla questione prezzi e sul fatto che l’aut aut tra i vari tipi di cucina non ha senso.
@calpurnio: dicesi “cocò”?? Diminuitivo simpatico (vagando in un certo tipo di ambiente se ne sentono di eccezionali…cocò, pipì, memè, cicì, giuni, puni, uni…per non citarne alcuni “tipici” di personaggi noti, che poi mi censurano) o appellativo che riprende il nome di Cocò Chanel?
Gustoso pezzo, ottime informazioni. Ho un forte pregiudizio nei confronti del sushi, ma, hai visto mai?
spettacolo l’ultimo di calpurnio 😀
Lo ripeto fino alla nausea,il sushi noi lo mangiamo da anni.
E vi prego,ve lo chiedo per cortesia,non confondete il marinato col carpaccio o pesce crudo,per favore 😀
Come al solito va sempre a finire a “pane e panelle” ( o a sarde a beccafico )…Io vivo, ormai da tempo, lontano da Palermo. Vengo ogni tanto, sempre più raramente però. E proprio per questo, quando vengo, non vado sicuramente a cercare, per mangiare, delle novità, locali( e pietanze )alla moda. E mi ritrovo sempre un pò più spiazzato. Ogni volta un pò di più. Per l’aperitivo andavo da Roney, per scorpacciate di ricordi ( salati ) da “Giannettino”, quelli dolci all’ Extra Bar ( non erano magari i migliori della città, però quella gigantografia mi riportava a tempi felici). Se avevo esagerato ( o anche se non avevevo esagerato) mi dirigevo poi al “Pinguino” dove potevi arrivare a occhi chiusi facendoti guidare dal profumo degli agrumi spremuti. Stava tutto lì, la felicità racchiusa in un cerchio ristretto. Pochi passi a piedi tra un posto e l’altro. Senza dimenticare di fare un salto lì dietro, da “Prezzemolo” per sentire se l’odore, il profumo era sempre lo stesso. Ha chiuso pure Prezzemolo ?? 🙁
dicesi “cocò” diminuitivo simpatico di “coccodè”.
cioè io torno in vacanza a Palermo,e che fa vado a far l’aperitivo a base di sushi?
Ma poi onestamente mi chiedo,fatto con quale pesce?
Il salmone norvegese?
pesce spada spagnolo( se ti va bene)
Spigole allevate con farine e antibiotici?
Tonno dell’oceano indiano? o peggio ancora quello pescato dai giapponesi che lo scambiano con il nostro pinna gialla semprepiù introvabile?
E poi scusate ancora,con quale riso vien fatto il sushi in italia?
chiddu pi fari arancini?
@ tony siino. di certo non tutti i post devono essere utili, ma che almeno abbiano qualcosa da dire…
Chissà se in Giappone sono già arrivati i panellari…
Buono il sushi!
Piccola (lunga digressione):
Lo schifìo che molti nostrani mostrano è, in parte giustificato, ma in molta parte no: i miei zii, quando ero ragazzino e le condizioni igieniche del mare lo permettevano – adesso i pesci si allevano – mangiavano carrettate di pesce crudo. Mia madre si doveva ammucciare quando sgusciava i gamberetti rosa siciliani, sennò con me nei dintorni non ne rimanevano da cuocere. Idem con la neonata, che secondo me, quando è vera (non gianchetti, per favore!) e ahem…. illegale, è la fine del mondo.
Se andate a Ballarò, ma non all’inizio, quanto in fondo, quasi alla Cattedrale, c’è spesso un cozzaro col tavolino presso il quale una coda di chistiani pistìa il mollusco crudo.
Si fa lo stesso con ricci, chiunque li abbia mangiati, li ha mangiati crudi (ovverossia vivi) e con i fasolari.
Nelle isole minori (Lampedusa, Pantelleria per dire) il tonno si mangia a dadetti: lo vogliamo chiamare tagliata di tonno? Che cambia rispetto al sashimi?
Il riso, uguale, in Sicilia è usatissimo, da sempre (timballi, arancine, risotti) e quindi insolito non è.
Le uova mummificate di tonno e fresche di altri pesci, le mangiamo anche noi. E sono salate per quanto costano!
Qual è perciò lo schifìo che ci dovrebbe fare la cucina giapponese di pesce?
A Catania le alghe si mangiano bollite. Che stranezza è?
Anzi, mi pare che sia una delle cucine più vicine a noi, nel modo di sentire il cibo, la terra e il mare. I Giapponesi in questo ci somigliano: pure loro mangiano gli spaghetti (di riso, di soia, di grano, di saraceno) il pollo alla brace (yakitori), le melanzane fritte a “quaglia” (ma loro non la chiamano così) e le polpette di riso! 🙂
Io sono un estimatore senza confini di quarume, musso&carcagnolo, di pani cà meusa e di panelle e cazzilli. Ma non per questo non debbo apprezzare le altre cucine. Anzi, trovo che una cassoeula lumbarda sia più distante dalle mie “abitudini” di quanto non siano sushi e sashimi o la cucina indiana-tamil.
Riguardo all’aggettivo cool, se posso: niente altro è che la versione internescional del siciliano “toco”. Che chissà se si usa ancora.
Sul rischio pesce crudo rispetto a quello cotto: ovviamente c’è rischio, biologico più che chimico. Per quello dev’essere molto fresco (per non dare il tempo alle tossine di svilupparsi) o essere stato molto surgelato (il freddo ammazza i parassiti), ma due bacchettate non fanno mai male! 🙂
Devo dire che la cucina giapponese del Tribeca è il secondo più buono che conosca (sempre che rimanga il cuoco giappo, un po’ pacchionello, col fazzoletto in testa e che somiglia ai cuochi dei cartoni della mia infanzia). La tempura è eccezionale. Se solo il posto fosse meno fighetto…
Al Tribeca si spende, per essere a Palermo, ma considerata la qualità, è un’occasione rispetto ai ristoranti cino-giapponesi di Milano e a quelli romani, che salassano parecchio.
Glub!
raga, mi dovete aiutare…
nn mi rikordo cm si kiama il gruppo palermitano ke canta nel film il 7 e l’8 di ficarra e picone… x favore rispondetemi!!!!
Non mi piace il sushi e non mi piace dover criticare a tutti i costi chi lo mangia…vivi e lascia vivere!
@Rossella: Tinturìa.
Ma che c’appizza qua?
Ops… forse mi sbagliai! I Tinturìa sono agrigentini ed erano nel primo film di F&P!
Zorry!
siccome è un sito palermitano e mi era venuto un dubbio…l’ho scritto qui xkè lo ritenevo + opportuno…
ed io che mi sentivo O/T 😀
visto che parliamo di cibo di mare e non mancano gli ortodossi del vero mangiare ittico (per inciso io la neonata cruda la mangio sì, ma senza limone, idem per todari, calamari, gamberi, cicirello e via dicendo) qualcuno di voi ha mai mangiato l’ogghiu a mari?
Carlo Crivelli. E’ lui il compositore della colonna sonora del 7 e l’8. Mi sembra abbia composto anche diverse colonne sonore di film di Bellocchio.
@Marcello: i bar e i locali storici di Palermo e non solo (aggiungici la pletora di pasticcerie: Caflish in via Libertà), non chiudono perché cambiano le mode e i tempi, chiudono per fare spazio ad inutili, lussuosi e costosissimi negozi d’abbigliamento, banche e negozi di cellulari.
Il ricarico su un cannolo o su un’arancina non potrà mai competere con quelli su magliettine di marca made in China, ma prezzo made in Italy. E gli affitti sono cari, molto cari.
Via Libertà di sera è squalliduccia: che ci va a fare uno se, oltre ad una passiata, non si può manco sedere e prendere un cornetto, un caffé o quello che vuoi?
La vita “provinciale” è tornata (a volte mai passata) di moda in molte capitali europee, quando noi la stiamo rinnegando a colpi di boutique.
Ci pensi ai negozietti di Via Maqueda bassa? C’erano negozi di profumi assurdi, di modellismo e di coloniali. Solo l’Orfeo ha resistito! 🙂
Saluti nostalgici
straquoto giovanni
mi è venuta fame…
SE INTORNO LA PASTA CON I RICCI (O CON LE COZZE) CI METTO UN NASTRINO NERO (ESEMPIO IL NASTRO ISOLANTE) DIVENTA AUTOMATICAMENTE SUSHI??
@cristiana nascera’ in centro verso maggio-giugno…
@ Giovanni. Si, lo so, ho visto. Però è vero che anche a Palermo certe mode stanno cambiando. Paninerie al posto di friggitorie, cedri al posto di pipitoni….”pipitoni” è giusto ? Un venditore di limoni stava sempre al Giardino Inglese, adesso è difficile trovarne persino all’uscita dallo Stadio. E il polpo ? L’ultima volta alla Vucciria era tutto chiuso. Al Capo poi i venditori non sorridono più ed anche il vociare l’ultima volta mi sembrò diverso, quasi stonato ( e l’ape dello sficione non passò…). I venditori ambulanti di fiori la sera offrono solo rose, rose rosse. Mi ricordo i mazzetti di gelsomino e di fiori di pomelia. Ah già la pomelia, anche la pomelia mi sembra che non vada più tanto di moda, così come la gelosia nei balconi….Dimenticavo, adesso in quel “cerchio ristretto” c’è solo “Il Golosone”, che s’è mangiato il “Pinguino” e quant’altro c’era da mangiare lì vicino. Lo sfincione è quasi “commovente” ( per il rimpianto ) e nel gelo di melone non c’è l’acqua di gelsomino. E questo è imperdonabile davvero.
Anche se leggo severe critiche, e nonostante spesso i post di Cristiana non mi abbiano interessato, questa volta mi schiero dalla sua parte. Non sapevo dove si poteva mangiare giapponese in Paliemmu, ora lo so. Adesso non mi rimane che convincere la mia ragazza a mangiare pesce crudo…
ps sarà durissima!!!
@Salvo: scusa, ma detta così “Adesso non mi rimane che convincere la mia ragazza a mangiare pesce crudo…ps sarà durissima!!!”, sa un po’ di doppio senso erotico! 😉
senza offesa!
“neonata” con limone.
che blasfemia.
buon appetito
Il polparo di P.zza Caracciolo, alla Vucciria, non è più di questo mondo. Se ne è andato una mattina di circa tre mesi fa per un infarto davanti la sua bancarella. Ero un suo abituale clienti da circa trent’anni.
Il limone? il palermitano lo mette su qualsiasi cosa ed in abbondanza.
A me hanno consigliato che, per esempio, è un oltraggio al pubblico “pudore” metterlo sulle stigghiuola perchè s’arrifriddranu ed io me ne guardo bene dal farlo.
Tuttalpiù dopo le stigghiola ci metto un bello bicchiere di vino indifferentemente consumato in una delle due taverne ai lati di P.zza Caracciolo ma non vorrei entrare troppo nel merito giusto per non essere accusato di pubblicità “subliminale”
@Giovanni
Nessuna offesa, in effetti rileggendola pare un po’ equivoca come cosa 😀
Con tutto il rispetto per il Mikado….ma fa schifo.
Io sono stato in Giappone, ho un maestro di karate giapponese che sa cucinare, ho mangiato spesso sushi e devo dire che finora il Tribeca è quello che mi ha soddisfatto maggiormente.
Hanami mi ha deluso, il tonno era surgelato e la varietà del pesce non era molto fresca.
Al Gourmet Bar ci sono stato, ma il sushi era troppo piccolo, specialmente il maki.
Il Mikado è un obrobrio, il ramen è quello istantaneo, il nigiri è orribile (paragonabile a quello di ASIA in v.le regione) e il tempura è grosso e insapore…
ASIA, no comment.
Spero di trovare il posto definitivo, cibo a prezzo ragionevole e buono!
ciao a tutti,
io sono amante del Sushi..l’ho mangiato in svariati luoghi stranieri e soprattutto nei paesi Asiatici…
se vi posso consigliare un ristorante dove si mangia veramente bene il sushi e’ il Tribeca!!!
la Cuba.. come votazione da 1 a 10 ..7
gli altri locali non li conosco.. anche perche’ essendo un piatto particolare e difficile da saper Cucinare,preferisco mangiarlo in un ristorante dove so che cucinano divinamente bene..
Complimenti a te cristiana.. hai spiegato tutto e in modo chiaro !!!!
ora che dire!!!… PROVATELO ANCHE PER SAPERNE PARLARE..PIUTTOSTO CHE CRITICARE SENZA SAPERE DI CIO’ CHE SI PARLA:)
BUON WEEK END A TUTTI..
Quoto fabiana, il sushi sembra un piatto banale ma è molto difficile da fare! Lo faccio spesso e devi seguire un “rituale” ben preciso per fare il riso altrimenti puoi prendere e buttare tutto! Probabilmente alcuni locali non lo sanno cucinare decentemente…esempio emblematico “Asia” in viale regione, quello non è definibile sushi.
Eh… cari miei! Il vero sushi lo sanno fare soltanto i giapponesi, e basta! Altrimenti sarebbe come dire che gli americani fanno un buon caffè, no?!? 😀