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lunedì 23 dic
  • Già, perché?

    Lui ha 8 anni e sta dormendo. Sembra sereno. Si starà sognando seduto al suo banco intento ad ascoltare la maestra, oppure mentre gioca spensierato, ma non a nascondino, di nascondersi non c’ha più voglia.
    L’espressione nel sonno cambia però. Adesso si starà immaginando supereroe mentre sconfigge i cattivi di turno e si sarà messo sicuramente quello stupido mantello nero, ma uno di quei mostri deve fare davvero paura perché si è pisciato addosso. Neanche nei sogni lo lasciano in pace. Ri nico e nico lo assicutano.
    Ora credo che abbia paura, si è nascosto sotto le coperte. Starà pensando al perché, al perché non può dormire con sua madre e perché al suo risveglio un estraneo, un estraneo che non ha risposta, prepara il lattecolcacao prima di accompagnarlo a scuola. Starà pensando al perché si trova in una comunità e “porca buttana ma l’assistente sociale ‘un si po’ fari ‘i cazzi sua”? “Mio padre tornava stanco a casa e io lo facevo incazzare”, “sugnu tintu e ‘i timpulate ‘un mi fannu niente”. “No Signor Giudice per i lividi sono caduto, ce lo può chiedere a mia madre”. Buttana di ca e di da.
    Sono le sette. Sveglia, lattecolcacao e scuola. E sempre i soliti perché. Già, perché?

    Ospiti
  • 9 commenti a “Già, perché?”

    1. Ma che brutto questo ospite. 😛
      Ciao,
      Emanuele

    2. […] Lo potrete trovare a questo link. […]

    3. Ma qualcuno mi spiega??io ci ho messo la migliore volontà, ma non riesco a capire….mi ha messo tristezza ma non so nemmeno perchè…

    4. @elly64 E’ la cronaca di un sogno cominciato bene e finito male. Il soggetto è un bambino che vive in una Comunità per minori. Spero sia più chiaro adesso. 😀

    5. anche io immagino spesso i miei bimbi che mi rivolgono queste domande, sono troppo piccoli per per porsele oggi….lavoro in una comunità alloggio per bimbi piccoli e anche io mi chiedo spesso…già perchè??

    6. Perché probabilmente è meglio uno “estraneo” che ti prepara il lattecolcacao piuttosto che un “padre” che ti prende a timpuluni e che ti fa credere che te li sei pure meritati. Ovvio che all’ottenne deve essere data la possibilità di comprendere che nessuna delle due situazioni è la normalità di una famiglia.

      P.s. sono un assistente sociale e i cazzi miei non me li faccio…

    7. …il perchè non ci è dato saperlo, purtroppo. Sempre più spesso storie così danno i brividi e ci sembrano lontane, lontanissime.. Non ne abbiamo mai assolutamente piena consapevolezza. Spesso i miei sensi di colpa nascono da momenti di noia che attraversano le giornate di mio figlio, da mille dubbi che ho “sarà abbastanza contento? gli è piaciuto davvero il regalo che gli abbiamo fatto?” si divertirà alla sua festa?” banalità, fesserie. Mentre il dolore, la tristezza, la solitudine sono altre cose… dovremmo ricordarcene ogni giorno. E vergognarci per le inutili domande che ci poniamo, io per prima.

    8. Bravo!…bell’articolo!!…Complimenti!

    9. Grazie a tutti per le vostre considerazioni!

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