Facce (2)
Cosa vogliono da noi le facce? Le guardo sbocciare in questa nuova primavera elettorale sui cartelloni di via Libertà. E mi chiedo come sia possibile non accorgersi del sentimento complessivo di ridicolo che suscitano. Chi ha scelto di essere crocifisso per effigie – e c’è l’imbarazzo nell’elencazione dei ladroni buoni e di quelli cattivi – non ha previsto l’indignata reazione dell’occhio degli altri? Ridicoli, perché la politica tout court ha meritato questo aggettivo nel sillabario dell’opinione pubblica, perfino sfrondata dal qualunquismo che l’accompagna come un avvoltoio. Ridicoli, perché i mandatari della pubblicità da urna spesso ci mettono del loro, accoppiando alla ripulsa generale e generica posture particolari che la sollecitano ancora di più. Perciò, è un fiorire mediatico di risate grottesche, pupille dilatate, ammiccamenti al confine con l’osceno. Talvolta, pure le orecchie mentono in fotografia. Forse alle facce non importa nemmeno convincere la cosiddetta opinione pubblica. Continua »
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