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  • Piccoli segreti pubblici

    Circa due volte a settimana una delle mie letture preferite è Ateneo News. Per chi non lo sapesse, è la newsletter dell’agenzia di stampa dell’Università che informa le migliaia di persone nella mailing list delle magnifiche iniziative del nostro Ateneo, dalle grandi conferenze alle cose più minute – praticamente siamo a conoscenza anche di ogni volta che il Rettore si soffia il naso. La newsletter accompagna il sito Ateneo online, una testata giornalistica, che ha cura di informare proprio di tutto quello che succede in quel mondo. Rovistando negli archivi trovo che nel dicembre 2004 sia Ateneo News sia Ateneo online ricordavano che era ancora possibile per gli studenti iscriversi alle corse di trotto. Gli amanti dell’ippica prendano nota.

    Strano, dunque, che il fatto che l’Ateneo abbia bandito 42 posti per ricercatore sia passato inosservato ai curatori della testata, dei giornalisti professionisti. Sicuramente non leggono la Gazzetta Ufficiale (una lettura non molto amena) e forse non hanno accesso alle delibere del Senato accademico, ritenendole un’attività trascurabile dell’Ateneo. Forse pensano che i laureati e addottorati palermitani godano di livelli di piena occupazione e non abbiano bisogno di questa informazione, in questo caso dovrebbero leggere di più i giornali. O forse ci sono altre ragioni per una tale omissione. Certo, non è un obbligo di legge. Tuttavia, ora che ci penso, i bandi prescrivono l’affissione in via telematica sul sito unipa.it/concorsi, ma neanche lì c’è notizia dei concorsi (alle ore 11:00 del 12 marzo), l’ultimo aggiornamento risale al luglio 2007, eppure la scadenza per la presentazione delle domande è per il 7 aprile. Questa è una più grave omissione.

    Palermo
  • 36 commenti a “Piccoli segreti pubblici”

    1. Non è la prima volta che un bando di concorso non viene pubblicizzato dall’università. un mio amico, laureatosi in ingegneria informatica da un paio d’anni ha saputo per caso, e solo da un docente al quale “è scappata” la notizia, che c’era un bando per un tirocinio al centro elaborazione dati del banco di sicilia, ma a quanto pare tutti i posti erano già stati “assegnati”… Lui ha fato un casino, ha presentato la domanda ed alla fine, con enorme incazzatura da parte di alcuni docenti di ingegneria (dice il mio amico), ha avuto il posto di tirocinante…

    2. Caro Nicola, ti stranizza così tanto..?!?!?
      bhe di sicuro quei 42 ricercatori che vinceranno, chiaramente con le loro capacità…, il concorso, sono già ha conoscenza del concorso… per cui perchè peeder tempo a pubblicizzare le cose…
      Baroni & caste
      questo ambiente è uno schifo!

    3. non esiste “stranizza!” smettiamola di usare questo “neologismo” tutto palermitano. Come ebbi già a dire in un mio post “purtroppamente” questo sostantivo viene strausato e storpiato anche da gente di cultura(?). E’ ora di finirla. Scusa Nitto, non era rivolto direttamente a te ma m’ hai dato spunto per ribadire il mio appello. E poi, i congiuntivi, i congiuntivi, ma quanti palermitani sanno usarli correttamente???

    4. Forse dovrebbero soltanto cambiare webmaster…Possibile che nel 2008 ci si debba presentare in questo modo???

    5. Mi auguro che il link fosse gia’ li’ quando ho visitato il sito e di essere stato l’unico ad essere tratto in inganno dagli avvisi che dicono che l’ultimo aggiornamento risale al 2007. A maggior ragione, comunque, se il collegamento al bando era presente nel sito, rimane la discrepanza nel modo in cui sono divulgate notizie triviali e notizie importanti dagli addetti stampa competenti e stipendiati con soldi pubblici. Una “stranezza”. Il problema naturalmente riguarda anche altri enti pubblici siciliani. Inoltre, una regola di buon senso richiederebbe che anche i privati divulgassero al meglio i lavori che offrono, per poter scegliere tra i migliori candidati.

    6. E non mi ero accorto prima del “sono venuto ha conoscenza”. Eh Nitto, Nitto, non si può, non si deve e non si può. “A conoscenza”, non “ha conoscenza”. ciao.

    7. mi fa sorridere il post e i commenti al post. Mi fa sorridere che su 7 commenti 2 si limitino a dire “bhe che vuoi così funziona” (disincanto, assuefazione e rassegnazione); 2 sono di correzione grammaticale e lessicale (roberto premesso che hai ragione credo che sia molto più grave, in questo contesto, il contenuto del post che la sua forma).
      L’accessibilità ai documenti pubblici è infatti uno degli elementi più importanti in una democrazia ed è anche uno degli aspetti più trascurati in Sicilia. Basta osservare come fa notare Stanton la grafica infantile del sito dell’altisonante Università degli Studi di Palermo nella sezione dedicata ai concorsi (dai raqgazzi un sito cosi’ lo facevo io con frontpage in terza media).
      Accessibilità tra l’altro non significa solo mettere online il materiale da divulgare ma significa anche renderlo FACILMENTE REPERIBILE. Se per entrare nella pagina dei concorsi dell’università o di qualsiasi altro ente devo fare dei giri pazzeschi tra link dai nomi impensabili significa che quel sito NON è accessibile e quindi non raggiunge l’obiettivo di divulgazione delle informazioni che dovrebbe avere.

    8. @ Roberto: mi hai dato, non m’hai dato!!!

    9. @ Piera: licenza poetica fu!

    10. Caro Nicola, direi che hai toppato di brutto.
      Primo, ateneonline è una testata edita dall’università, ma autonoma al pari di tutte le altre. Tante altre agenzie e quotidiani sono legate all’università per via delle pubblicità e dei vari servizi resi. Le altre testate hanno dato la “notizia”?

      Secondo, ad Ateneonline si impara il mestiere da giornalista, ma io ancora nn ne ho conosciuto nessuno che va spulciando le gazzette ufficiali. Se omissione c’è stata, la colpa è dell’Università che ha voluto tacere la notizie. E se era un “obbligo”, fai una denuncia invece di usare impropriamente la rete per le tue supposizioni.

    11. Riccardo, le tue distinzioni formali sono irrilevanti. Ateneo online è testualmente “Testata giornalistica dell’Università degli Studi di Palermo.” e ne è direttore il Rettore (o un suo omonimo) e Ateneo News è “agenzia di stampa dell’Università di Palermo”. Nessuno si aspetta che un giornalista legga la gazzetta ufficiale, ma ci si dovrebbe aspettare trasparenza da un ente pubblico attraverso i suoi organi.

    12. Prof. Roberto, sapientino, sà la fretta nello scrivere il post mi ha tradito… non sono sicuramente un prof di italiano, ma lavorando nell’ambiente universitario e osservando tutto quello che avviene me ne vanto di non esserlo!
      lei di sicuro sarà forse un prof di questo ateneo…

    13. Ahi, Ahi, Nitto. Sbagliare è umano ma non saperlo accettare é………..

    14. Caro Nicola, purtroppo questo tuo post ha una sola pecca: l’ingenuità. Che arrivino dieci domande per un concorso oppure una, non cambia la sostanza. La verità è una: i concorsi universitari non esistono. Vengono costruiti su misura per un/a predestinato/a. Come un abito dal sarto. La cosa più onesta da fare sarebbe abolirli e passare alla nomina diretta. Almeno ci sarebbe un responsabile diretto per l’assunzione di tanti (non tutti per fortuna)incapaci, figli, parenti, mogli, amanti e compari, in Ateneo, piuttosto che una Commissione di facciata. Mi dispiace davvero solo per tanti studenti che mediamente usufruiscono di un pessimo servizio. ciao .

    15. @ Nitto: se mi sono permesso di correggerti non era certo per fare il sapientino. Lo scopo è quello di evitare che tu possa fare nuovamente questi errori diciamo, grossolani. Di sicuro saper parlare e scrivere bene è fondamentale, soprattutto per chi come te lavora nell’ambito scolastico-universitario. Distinguiti anche per questo.
      P.s. “sa” non si accenta, vedi il tuo ultimo post..
      scusa ma è più forte di me… ciao

    16. Concordo con Salina. Certo, se i candidati sono pochi è tutto ancora più facile, ma di solito un buon commissario di concorso dispone di tutti gli strumenti per supportare il prescelto.

    17. Ah, Ah 🙂 . Mi è appena arrivata la newsletter di Ateneo News con l’avviso dei concorsi. è la prima volta che mettono un avviso del genere, per quanto mi ricordo almeno. Evidentemente parlarne serve a qualcosa.

    18. E allora prenditela con l’ente pubblico…

      ti ho visto fare i nomi sono delle due testate….

    19. Beh, il file docent.html ha una data di “last modified” del 10/03/2008 ore 8:55:34.

      Quindi la cosa più plausibile è che tu abbia cercato nel posto sbagliato. Di sicuro la sua creazione non è successiva al tuo post.

      Punto secondo, i siti dell’università di Palermo sono gestiti dalle singole strutture in autonomia. Non vi è un unico CMS centralizzato e ogni ufficio, dipartimento, facoltà etc, si costruisce il proprio. Il che significa che le persone addette all’aggiornamento nel 98% (nel 2% ci metto Mussolin…) dei casi sono comuni impiegati che si sono “accollati” il compito di aggiornare il sito di competenza, spesso a seguito di un “corso di formazione” di 8 ore fatto nel 2000…

      Certo, sarebbe bello se l’università investisse nel suo sito, acquistando o adattando un CMS opensource alle proprie esigenze. Eviterebbe critiche di navigabilità e accessibilità (è pur sempre una pubblica amministrazione e dovrebbe essere obbligata ad essere accessibile) e ogni sub-sito avrebbe un aspetto omogeneo con tutti gli altri.

      Così non è, purtroppo. Ma, poiché per legge ormai gli atti dei concorsi vanno pubblicati sul sito, ti assicuro che vengono pubblicati, perché in caso contrario la procedura può essere impugnata.

      Per quel che concerne ateneo news e ateneo online… che dire, magari hanno solo bucato la notizia.

      Sulla questione dei concorsi del personale docente… ehmm, la cosa migliore sarebbe PROIBIRE l’assunzione di consanguinei nello stesso ateneo. Se il figlio/nipote/moglie di un prof dell’Università di Palermo è così bravo, si farà assumere da un’altra università. Poi, siccome questo non basta affatto, le commissioni NON dovrebbero essere formate da docenti che hanno pubblicazioni co-firmate con quelle del candidato.
      Ancora meglio, le commissioni andrebbero formate alla cieca, escludendo il personale della facoltà interessata e senza ricorso alle votazioni (che permettono scambi di favori/voti).

    20. Un grazie a Pizzolato, che almeno ho scoperto che l’UniPA ancora fa concorsi. Colle vecchie regole, ma ancora li fa. E dire che avrei pure qualche ex-collega per avvisarmi, ma si vede che più si è vicini e meno si vedono, le cose!

      Sarà per la prossima volta, salto il turno.

    21. Da ex redattore di Ateneonline, confermo quanto detto da Riccardo. La testata da alcuni anni (almeno fino alla mia uscita dal laboratorio di giornalismo, data ottobre 2006) è completamente autonoma dall’Università.

    22. anzi ribadisco che l’autonomia continua anche adesso, visto che frequento la redazione… così giusto per precisare le inesattezze riscontrate nel post e nei successivi commenti del signor Pizzolato

    23. Scusa roberto, ma penso che tu scriva in maniera così ricercata….anzi…

    24. volevo dire “non” penso…piccolo errore; come vedi quando si scrive un post spesso non si cura molto la scrittura.

    25. Non sono uno scrittore, ma poi tu cosa vuoi da me? Ho mica corretto un tuo post? Il tuo esempio del “non” omesso è ben diverso dagli errori gramamticali o lessicali (stranizza!!!!! solo a Palermo lo sento) ha conoscenza, sà ecc ecc. Non sono errori di battitura mio caro, quelli li possiamo fare tutti ma qui siamo ben lontani dalla ricercatezza nel linguaggio (a parte che non siamo nel ‘800)a cui io non aspiro.

    26. Se proprio non potete farne a meno andreste a litigare altrove? Grazie.

    27. rosalio, non stiamo litigando, mi ha detto ed ho risposto, un botta e risposta

    28. Qui si commentano i post.

    29. ok

    30. @roberto lo snob

      Uh uuuhhh che aggressività!

      In ogni caso termini come stranizzare etc, non sono neologismi, ma vengono definiti “regionalismi atipici”; ovvero termini usati esclusivamente in alcune zone d’Italia, regioni o addirittura aree più circoscritte, non influenzati però dai dialetti regionali. La cosa che forse ti dispiacerà è che questi termini non sono considerati errori in senso stretto, a meno che non contrastino con regole grammaticali. Ti ricordo che molti di questi termini fanno parte oramai a pieno titolo della lingua italiana, che come tutte le lingue si evolve, volente o nolente. Capisco perfettamente che non hai corretto un mio post, ma intervenire in un argomento esclusivamente per fare una correzione e per di più opinabile ad una terza persona (che tra l’altro non conosco) mi infastidisce perchè mi sembra una cosa fatta esclusivamente con l’intento di disturbare. E con questo chiudo, perchè non mi va di alimentare polemiche sterili.

    31. e poi in effetti non stavamo litigando quindi…..

    32. Forse non mi sono spiegato. O rimanete in tema, quindi commentate il post, o dovrò intervenire. Spero di essere stato chiaro adesso.

    33. @ Franz: no comment

    34. @ Rosalio: ho capito ecco perchè non ho replicato con il mio no comment ho chiuso l’argomento

    35. Credo che sia da “superficialotti” ( per non dire altro..) strumentalizzare uno pseudo-errore grammaticale, per generalizzare circa la capacità di usare o meno congiuntivi e quant’ altro. Sono certo che il tizio su, abbia fatto una accurata indagine statistica lungo le strade della Vucciria di Palermo o lungo la magnifica Via Libertà per accertare il numero degli individui capaci di utilizzare correttamente i congiuntivi! Scusate l’ intromissione, ma stavo facendo una ricerca e per caso mi si è aperta questa discussione!

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