Politicamente sono un single…dal ’71
Il Lupo stringe gli occhi, due fessure grigie affondate sotto cespugli brizzolati. Ha l’aspetto goffo, la faccia gonfia e lucida, la pancia fuori dai pantaloni. Immonda.
– Ma come cavolo fai? sei sempre lo stesso!
Scuoto la testa.
– Ho fatto un patto col diavolo. Non senti puzza di zolfo?
Il Lupo arriccia il naso e sorride con una sfumatura amara.
– Ancora zolfo? con te mi è bastata già una volta.
Mi ricordo solo adesso dell’incidente di quel febbraio 1970. Lui stava versando la benzina, piegato in due, fradicio di sudore, allora non ebbe il tempo di dire prendi i fiammiferi ché avevo già lanciato un cerino acceso sulla scala inzuppata di normale.
Lo portai la sera stessa al Pronto Soccorso dei Marmi. Un vicolo di pochi metri promosso a piazza dalla volontà popolare. Aveva leggere ustioni sul viso ed era incazzato nero.
– Fai ancora politica? – Mi dice a bassa voce, con un sorriso compiaciuto agli angoli della bocca.
Alzo le spalle con una smorfia annoiata.
– Siamo alla quarta repubblica, io ero già nauseato alla prima…Ho fatto il ’70 e non ho concluso il ’71.
Politicamente sono un single…dal ’71.
– Io ho combattuto sino all’ultimo per il mio Partito. Quando è arrivato al potere, sono andato dai pezzi grossi con la bottiglia di champagne.
– Moet Chandon?
– Filipetti.
– Quello che costava 150 lire a bottiglia.
– Conta il pensiero.
– Comodo.
– Non mi hanno cagato!
– Cosa pretendevi col Filipetti? il tappeto rosso?
– No, non per questo. Mi hanno detto che io ero la destra della destra perdente, mentre loro erano la destra di centro, quella vincente che viene dalla destra che non sta a destra.
Chino la testa, sbirciando l’oscurità della strada. Infilo le mani in tasca, tiro fuori un pacchetto di Marlboro.
– Ne vuoi?
– Sì, ma accendo io.
Guardo il muro con aria strafottente, i grandi blocchi rettangolari colore ruggine ricoperti alla meno peggio da colate di cemento. E poi in alto i pali di ferro di due metri conficcati nel cuore della pietra, ricurvi ad arpione, a sostenere la rete di filo spinato.
– Che te ne sembra?
– Un campo di concentramento?
– Qui c’era una volta una fabbrica di ghiaccio…Mi fa pensare alla guerra fredda…la coltrina di ferro…
Comincio a sbottonarmi i pantaloni.
– Ma che fai?
– Piscio.
– Sei pazzo? Io ti porto davanti al mio muro e tu ci pisci?
– Devo fargli la fotografia?
– Questo è l’unico muro rimasto in piedi… Dopo Berlino, intendo. Finché regge esiste l’ideologia.
– Una specie di simbolo.
– Certo.
– Un simbolo a San Lorenzo, a venti metri da un residence?
– Certo… Comprendi?
– Io comprendo, ma dove piscio?
– Dovunque, ma non sul muro.
Mi giro verso una Peugeot 206 azzurra e quasi mi appiattisco contro lo sportello, gambe divaricate, in uno stato di grazia.
Dall’altra parte del muro, zona est, arriva l’eco lontana di una voce femminile deformata:
– Miele che s’attacca al cuore
ma si scioglie al sole
quando vuoi di più
miele che poi diventa sale…
Hai ragione grande Bibi,un saluto da un tuo carissimo amico,ne approfitto per augurardi una buona Pasqua per te e per tutti coloro che seguono questo blog.
Ricordi di giovinezza!
Biiiibibibibi! Talecuccè.
Sig. Bianca la rimembro ancor nel tempo della sua vita radiofonica a Radio Arcobaleno.
Ah quanti ricordi di mia giovinezza!
Che tempi! Che risate!
I ricordi di Bibi Bianca sono forse politicamente scorretti. Ma sono ricordi, non possono fare più male a nessuno. Bibi Bianca, invece, è un narratore di razza, un canziato”, messo ai margini, perchè non appartiene a nessuno e non è politicamente redditizio. Invece, il suo sguardo disincantato ci dice tante cose, svela mille ipocrisie. Ma, nell’era della mediocrità, il talento è un seme che non diventa pianta.
A dir la verità sono rimasto molto deluso nel leggere “Mamma stasera non torno”, ma quelli sono giudizi personali. E’ un piacere però poter leggere dei suoi racconti su Rosalio.
Gentile Mao,se lei avesse letto “Mamma, stanotte non torno” non sarebbe rimasto deluso, ma ha comprato un altro libro.Piuttosto, può essere che il suo nome tradisca aspettative sconfortate dal contenuto al di sopra delle parti?
bibi sono sempre stato un tuo estimatore dai tempi degli spettacoli alla palazzina cinese dal povero Sig.enzo ricordi?
mi piacerebbe tanto che tu ritornassi prepotentemente a a parlare con la nostra città a dispetto di coloro che si credono Attori con la A maiuscola.
Single…. mi ricordo che volevi fidanzarti con Moana Pozzi ma seriamente però….. lei è morta e non se ne fece più niente….. a parte gli scherzi… bravo Bibi raccontacci un pò di palermo e dei palermitani e dei loro molti vizi e delle loro poche virtù.
Caro Bibi sicuramente in questo momento sarai contento della tua Lazio che ha vinto il derby con la mia Roma(anche il mio Palermo ha perso).Buona Pasqua.
Figurati che quando Loro sono andati al potere, io invece dello champagne li andai a trovare con una bottiglia di birra, a memoria e gloria di quando passavamo nottate insonni a tappezzare le scuole di manifesti… e con Loro finivamo all’alba bevendo birra, con i vestiti zuppi di soda caustica e altri liquidi prodotti negli anfratti della Federazione dal caro vecchio Pietro Corradino, l’intramontabile Corradino che ancora oggi prepara colla con lo stesso caro vecchio metodo di sempre (una volta ci trovai un preservativo nel bidone). Beh, evidentemente la Loro memoria era corta… o forse la raggiunta poltrona puzzava ormai di pelle umana e non più di colla… e così mi hanno risposto che presto si sarebbero comprati l’intera fabbrica di birra: non era più il tempo per un boccale insieme! Caro Bibi, mi sa che non sei solo fra i politicamente single. Fozza Palemmo
Quando il Lupo e Cavallo Pazzo, che avevano sempre combattuto per la caduta del muro di Berlino, lo videro a pezzi nelle immagini televisive, piansero, ma non per commozione. In un attimo capirono ciò che in tanti anni non avevano compreso: senza una barriera il marcio dell’est sarebbe entrato all’ovest e il marcio dell’ovest sarebbe entrato all’est. Ma io non giudico, racconto solo storie vere accadute a Palermo tanti anni fa. Allora l’appartenenza,l’ideale e l’amore segnavano una vita e non un periodo…probabilmente eravamo tutti delle oloturie di mare (minchie chine d’acqua), però…
Ringrazio Roberto Puglisi.
Ero appena un pargolo quando ti vidi la prima volta recitare “Il decamerone”.
Non è cambiato nulla, sei sempre il più grande!!!!
Splendido scrittore, uomo incredibile!
Io mi ricordo quando sul muro ci scrivevi che ognuno con la vernice sua ci scrive quel che gli pare.
Antichi dell’antichità….
Antichi? Mi sembrano molto recenti le norme di polizia contro chi scrive sui muri! Più che antichi, diciamo profeti e sempre attuali…