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domenica 22 dic
  • Sit-in pro Tibet al Politeama

    Alle 17:00 si terrà al Politeama un sit-in organizzato dal Centro buddista Muni Gyana, congiuntamente a tutti gli altri Centri italiani della Fondazione per la Preservazione della Tradizione Mahayana e all’Unione Buddhista Italiana per manifestare solidarietà nei confronti del popolo tibetano -e per sostenere S.S. il Dalai Lama, cittadino onorario di Palermo, nel suo tentativo pacifico di porre fine alle sofferenze in Tibet.

    Dalle 20:00 alle 22:00 si svolgerà presso la sede del centro (via A. Paternostro, 53) un incontro di meditazione e recitazione di mantra e preghiere.

    Palermo
  • 2 commenti a “Sit-in pro Tibet al Politeama”

    1. Tutti noi, secondo me, possiamo fare qualcosa in concreto per manifestare solidarietà allo sfortunato popolo tibetano: boicottare i prodotti cinesi, almeno fino a quando il governo di Pechino non avrà dimostrato al mondo intero che intende rispettare e garantire l’identità religiosa e sociale di quella comunità.
      Siccome il commercio è un aspetto importantissimo dell’economia cinese, penso che potrebbe essere l’unica “arma” pacifica che l’umanità possa opporre per contrastare questa tragedia.

    2. Hai perfettamente ragione. I capital-comunisti cinesi il boicotaggio politico ed economico sono le uniche armi che possiamo utilizzare. In seguito alla “Marcia per la Pace in Tibet” di domenica scorsa, quando oltre duemila persone hanno marciato al grido di “Tibet libero”, ed in vista dell’arrivo della fiaccola Olimpica a Lhasa, la Comunità Tibetana in Italia, l’Associazione delle Donne Tibetane, l’Associazione Italia-Tibet e la Laogai Research Foundation Italia hanno chiesto al Governo Italiano di non partecipare all’inaugurazione delle Olimpiadi il prossimo 8 agosto a Pechino.

      Con questo accorato appello, una lettera firmata dai quattro presidenti delle suddette associazioni è stata inviata al Primo Ministro, On. Silvio Berlusconi, oggi giovedì 19 Giugno. Nel testo della lettera i firmatari ricordano che “Il Comitato Olimpico cinese aveva promesso che, se Pechino fosse stata designata come sede dei Giochi Olimpici 2008, la Cina avrebbe apportato un miglioramento al proprio standard di rispetto dei diritti umani. La promessa non è stata mantenuta e la brutale repressione in corso, in Tibet, lo dimostra”. Infatti, la repressione in Tibet continua con arresti, torture e morti. Pechino rifiuta l’ingresso dei giornalisti stranieri e il Governo Tibetano in esilio ha identificato almeno 200 morti a causa di armi da fuoco o torture. Migliaia di monaci e laici tibetani sono ora internati e costretti al lavoro forzato nei Laoga i, i campi di concentramento cinesi.
      Quando, recentemente, gli Stati Uniti e l’UE hanno chiesto insieme l’apertura di una concertazione sincera sul Tibet, le autorità cinesi hanno respinto l’appello, considerandolo un’ingerenza negli affari interni del Paese. La minaccia della politica della “sedia vuota” per il prossimo 8 agosto nello stadio olimpico di Pechino è forse l’unico modo di ottenere dei gesti concreti in favore dei diritti umani dalle autorità cinesi.
      Tenzin Thupten, presidente della Comunità Tibetana in Italia sottolinea che “nonostante le relazioni commerciali del suo paese con la Cina , il presidente francese Nicolas Sarkozy ha espresso seri dubbi sulla sua presenza alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Pechino. Analoghi dubbi sono stati espressi anche dall’attuale presidente del Parlamento Europeo Hans Gert Poettering. Lo stesso Parlamento ha approvato una risoluzione comune sul Tibet in Aprile. In Europa, altri importanti capi di stato, come Angela Merkel e Gordon Brown, hanno deciso di non presenziare alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici 2008 “.
      Secondo i sondaggi l’idea del boicottaggio della cerimonia di apertura è sostenuta anche dall’opinione pubblica europea.
      I firmatari chiedono al Governo Italiano di seguire l’esempio di altri coraggiosi leaders europei “per dimostrare concretamente la forte sensibilità del popolo italiano e di tutto il paese nei confronti del rispetto dei Diritti Umani e della Pace in Tibet, in Cina e nel mondo”.
      Tenzin Thupten, presidente Comunità Tibetana in Italia
      Dechen Dolkar, presidente Associazione Donne Tibetane in Italia
      Guenther Cologna, presidente Associazione Italia Tibet
      Toni Brandi, presidente Laogai Research Foundation Italia Onlus

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