La mafia come modello d’impresa?
Sono rimasto di sasso leggendo ieri l’articolo sul Guardian che descrive Bernardo Provenzano come un manager modello (How to do business like the Mafia). I successi editoriali e cinematografici anglosassoni sul tema della mafia attestano la loro permanente fascinazione con questa nostra iattura. Eppure è la prima volta che sento Provenzano additato come esempio da seguire per l’amministrazione delle aziende. I suoi metodi – tenere un basso profilo, mediare, creare consenso, essere flessibili e modesti, rinnovarsi e sperare in Dio – sono definiti “lungimiranti”. Provenzano non è più un boss, ma un “Mafia entrepreneur”, un imprenditore mafioso.
L’idea della mafia come “impresa” che “vende” protezione è stata discussa in ambito accademico e credo che questo articolo rifletta questa tendenza. Trovo ogni discussione stimolante, ma l’idea in sè è piuttosto deplorevole e anche superficiale, perchè se veramente Provenzano fosse stato un “direttore generale” la sua cattura avrebbe mandato in sfascio la sua organizzazione. Evidentemente non è stato così. Non ce l’ho tanto con chi fa questi paragoni, ma intristisce pensare che in fin dei conti l’unica impresa che siamo riusciti ad esportare in mezzo mondo sia questa, provvista pure di un “brand” riconoscibile all’istante.
Nel 2000 Orlando aprendo la Conferenza Onu sul crimine organizzato proclamò che Palermo dopo essere stata la “capitale della mafia” era diventata la “capitale dell’antimafia”; voleva “esportare”, come fosse un prodotto, l’esperienza dell’antimafia palermitana in posti tipo la Colombia. Con il senno di poi sembra proprio che abbia parlato troppo in fretta. Qualche anno fa, quando la sorella di un magistrato ucciso perse le elezioni regionali contro un politico indagato per collusione con mafiosi tutti hanno potuto constare l’ovvio, che l’antimafia non c’era più. Da dove si riparte?
E’ per questo che Berlusconi e Dell’Utri, da sempre frequentatori assidui delle letterature straniere, hanno detto che Vittorio Mangano è un eroe. Ma che dico eroe, Cavaliere del Lavoro post mortem l’avissiro a fare.
Ti prego Italia, ti prego Sicilia, voltate pagina, sant’Iddio.
infatti… il messaggio di Berlusconi è chiarissimo.
Casualmente mi trovo la prima pagina del “Sicilia” davanti. Recita così: Intervista a berlusconi:” Useremo i voti siciliani contro la mafia.”
Cos’è, una cura omeopatica?
Oh my God… direbbe Elizabeth se potesse…
l’articolo di the guardian è discutibile. tuttavia l’esaltazione di provenzano a manager ideale ben si sposa con la realtà; cosa nostra è stata a lungo la più sana e ricca “impresa” siciliana (sic!).
mangano un eroe? ovvio è stato praticamente il link x la fondazione di un partito che oggi tenta di spadroneggiare in italia, figurarsi!
Certe frasi dette sui “nuovi eroi” non contribuiscono di certo a cambiare l’idea sulla Sicilia e la Mafia
I nuovi eroi??
Questa notte ho fatto un incubo…
ho sognato Mangano con la lupara e il mantello di Superman!
ESSENZA DI STATO
da http://www.ilconsiglio.blogspot.com/
Sia detto per inciso, non sono mai esistiti servizi segreti deviati in Italia. Mai! La favola dei servizi deviati è servita sempre a chi dava certi ordini per nascondersi dietro alla responsabilità di devianze inesistenti.
Nino Arconte, ex “gladiatore”
A vedere la foto sembra di ritorno da una settimana bianca a Saint Moritz, con il suo bel piumino di marca. Ed invece Giuseppe Salvatore Riina è appena uscito dal carcere. Per decorrenza dei termini di custodia cautelare. E lo fa lanciando anche un chiaro segnale e minacciando di rivolgersi alla corte europea dei diritti umani per chiedere un risarcimento. Ha capito a che porta deve bussare.
Nel frattempo a Gela un giudice, tal Edi Pinatto, ci impiega qualcosa come 8 anni a depositare le motivazioni della sentenza di condanna per alcuni mafiosi provocando la loro scarcerazione. Non contento, il CSM boccia la richiesta di sospensione del giudice avanzata dal guardasigilli: l’infame Pinatto continuerà a prendere uno stipendio pagato dai Siciliani. In un paese dove vi sia ancora un qualche barlume di civiltà probabilmente il giudice Pinatto verrebbe linciato in strada per una cosa del genere. Qui come minimo avrà una promozione.
Paolo Borsellino non riesce a capacitarsi dell’assoluzione del capitano Arcangioli (accusato della sparizione dell’agendina rossa di Borsellino) già in fase di udienza preliminare nonostante il gip avesse disposto la sua imputazione coatta. Ed anche noi non riusciamo a capacitarci, visto che esistono precise riprese televisive che incastrano l’ Arcangioli.
Come se non bastasse pare che dodici boss siano tornati in libertà a Messina perchè le carte del processo di primo grado non sono arrivate in tempo!!!! Una serie agghiacciante di follie processuali, mediatiche e politiche così assurda da sembrare irreale. Eppure la maggior parte degli italiani continuano a pensare che la mafia sia una creatura tutta siciliana.
Di recente avevamo già lanciato l’allarme in occasione delle apologie mafiose trasmesse da tutte le reti nazionali (pubbliche e private) in più puntate e dedicate agli “eroi popolari” Riina e Provenzano (Il capo dei capi e L’attentatuni). Nessuno fuori dalla Sicilia ha rilevato l’incredibile realtà di questa Italia, dove oramai si inneggia apertamente alla mafia in ogni momento, nel chiaro tentativo di riportarla ai fasti di una volta.
E come mai Riina poteva tranquillamente gustarsi la trasmissione in diretta e le sue dichiarazioni potevano essere raccolte dai giornalisti malgrado il 41bis? Come mai nessuna indagine è stata svolta in proposito? Sul 41bis aleggia più di un sospetto. Non solo è stato permesso ai boss di avere figli in provetta mentre si trovano in carcere in maniera legale (per assicurare discendenza alla cosca?), ma in passato gli stessi boss hanno avuto la possibilità di procreare illegalmente (in maniera naturale?) MALGRADO IL REGIME DEL 41BIS!!!!
Forse siamo soli a combattere contro la mafia, noi Siciliani. Siamo i soli a morire per mano della mafia (lasciate perdere Dalla Chiesa, per carità! Poveri ingenui…) mentre una buona fetta d’Italia ci rema contro coadiuvata dai soliti ascari, coperta dallo scudo mass-mediatico di regime. La verità è che la mafia E’ lo stesso stato italiano nella sua essenza più pura. Perchè senza la mafia e senza la repressione armata in Sicilia questo stato non sarebbe mai potuto esistere. E purtroppo c’è ancora qualcuno che vorrebbe salvarlo, questo stato.
Chiudiamo con il commento sconsolato di Piero Grasso (Siciliano, ovviamente…): “E’ come svuotare il mare col canestro”. “Gutta cavat lapidem”, aggiungiamo noi.
Nota 9 Aprile 08, ore 21:30
Vogliamo capire per chi vota la mafia (o meglio, quello che resta della mafia)?
Leggete questo articolo. Il CSM deposita le motivazioni della mancata sospensione del giudice Pinatto. Con questa sentenza il CSM boccia una richiesta che era stata fatta dall’ex ministro Mastella (quindi la cosa va avanti già da qualche tempo). Il ministro Mastella, come detto altrove, aveva a suo tempo tradito il governo di centro-sinistra e tramava per la parte avversa (in questo caso attaccando il giudice ritardatario). Le motivazioni riportate nell’articolo dicono tra le righe abbastanza chiaramente che il giudice non viene sospeso perchè per il CSM egli ha fatto il suo dovere (cioè ostacolare la giustizia, oramai non devono più neanche nascondersi). D’altronde il CSM ha dichiarato che questo non era uno sgarbo nei confronti del guardasigilli, il che potrebbe anche essere vero. Potrebbe cioè essere una decisione politica, guarda caso a ridosso delle elezioni. Un segnale ben preciso.
Spero che non vi sia qualcuno ancora convinto che il CSM non sia schierato politicamente. E non credo ci sia bisogno di dire da che parte sia schierato: dalla parte della BCE.
E se quella di su Mangano fosse stata una “doverosa battuta riparatrice” di quell’altra sui voti siciliani???
SE?
Puahahaha Angelo sei troppo comico!
Interessante chiave di lettura, quella di Angelo.
Sarebbe interessante conoscere che effetto ha fatto sugli elettori siciliani del PdL la frase di Berlusconi su Mangano.
Se ne ha fatto.
carissimi utenti buonasera certo è una vergogna! ringrazio nicola per la splendida riflessione e mi congratulo cn lui. Purtroppo siamo vittime non solo della mafia ma soprattutto dell’immagine che da di noi all’estero. Un immagine, comunque, anche se smussata, negativa. Vi segnalo invece una cosa piu’ interessante di cui la rivista guardian non si preoccupa poichè non fa notizia. Vi invito infatti a firmare una petizione in favore di Pino Masciari, imprenditore che si ribella al disinteresse dello Stato uscendo allo scoperto dopo anni di anonimato. per info visitate il mio indirizzo: http://www.ilportaleantimafia.135.it
la petizione è su http://www.petitiononline.com/masciari/petition.html
per maggiori info su Pino Masciari andate su http://www.pinomasciari.org
Molto bello questo blog, lo inserirò tra i miei link preferiti!
Perchè stupirsi? E’ il modello d’impresa più riuscito, più redditizio e sicuramente il più rispettato (anche dai politici). E allora…io suggerirei a tutti di mandare un curriculum alla MAFIA S.p.A. nella speranza di essere assunti a tempo…molto indeterminato!!! E lo farei subito, così se sale al governo LUI, siamo a posto!!!