Le mie dimissioni
Mi dimetto da siciliana!
Questa volta sul serio; ho cercato di resistere, ho mantenuto la mia residenza anagrafica a Palermo perché volevo ancora essere parte di un ipotetico progetto di riscatto. Volevo poter dire la mia su quello che succedeva nella mia città, nella mia regione. Adesso basta! Perché non ne vale la pena, perché non c’è nessun motivo per cui io debba continuare a sperare e a lottare per qualcuno che non ha alcuna voglia di farsi salvare. Domani cambierò la residenza, poi forse mi farò trasfondere del puro sangue padano; perché io quelli che al Nord votano Lega li capisco. Li capisco benissimo! Hanno da difendere la ricchezza costruita nel passato, quella che costruiscono giorno dopo giorno nel presente, quella che costruiranno nel futuro ed è naturale che vogliano disfarsi di regioni che campano sull’assistenzialismo. Riesco pure a capirli, anche se con molto sforzo, quando votano Lega per assecondare la loro xenofobia; quando vogliono cacciare lo straniero perché a volte, loro visi pallidi, diventano la minoranza.
Scendendo un po’ più a sud capisco quelli che in Campania hanno deciso di togliere il loro voto alla sinistra, perché da mesi vivono una situazione di disagio estremo ed era giusto che fosse così.
Capisco tutto, soltanto le dinamiche siciliane mi sfuggono.
Noi non abbiamo niente da difendere; non abbiamo nessuna ricchezza, né passata né presente né, a mio modo di vedere, futura. Non abbiamo servizi, non abbiamo ferrovie, non abbiamo ospedali, non abbiamo infrastrutture, non abbiamo neanche lontanamente le basi per creare sviluppo. A volte ci mancano le più elementari regole di civiltà. Eppure, quelli che ci governano, male, da anni restano saldamente ai loro posti. Sia ben chiaro, non sto parlando di schieramenti, non parlo né di destra né di sinistra, parlo di risultati. Parlo di evidenti disservizi, parlo dei nostri numeri che ci tengono ancorati al fondo di tutte le classifiche, parlo di disoccupazione cronica. Parlo di quel paradosso che ci ha visto cacciare Cuffaro, occupare le strade e le tv travestendoci da cannolo per esorcizzare lo spettro di ciò che ci sembrava il male e che si è risolto attribuendo al suo naturale successore un consenso ancora più vasto. Allora, la conclusione mi appare evidente, il siciliano ama vivere così, nella totalità inconsapevolezza, senza alcuna capacità critica. Per questo mi dimetto da siciliana, perché io so di non essere così. Perché so di essere diversa dal quel 65% che ha votato per una presunta autonomia. Sono diversa perché io non voglio sopravvivere o vivacchiare o tirare a campare, come quel 65% si accontenta di fare, io voglio vivere! Voglio decidere pure, questo sì in modo autonomo, in che modo farlo; non voglio che siano altri a decidere per me! Non voglio che sia quella maggioranza di cui non faccio parte a stabilire che io debba vivere, vivacchiare, tirare a campare, come loro. La mia non è una resa, è una presa di coscienza. Non voglio passare il mio tempo a pensare a come le cose in Sicilia possano essere migliorate perché, pur lamentandosene, la maggioranza dei siciliani vuole fortemente che le cose rimangano sempre uguali. Ho la fortuna di essere lontana, di poter prendere le distanze da quello a cui ormai sento di non appartenere più; voglio però esprimere la mia solidarietà a quel 32/33% che ha cercato di cambiare le cose e che si trova, adesso, con un pesante fardello da sopportare. Io, per quel che mi riguarda, mi toglierò il vizio assurdo di pensare che chissà, forse, magari un giorno potrei tornare a vivere lì dove sono nata.
Ora Albi chiederà di subentrarti! 😛
Quanto e’ triste leggere cose così vere e dure. Hai fotografato lo stupore di chi ostinato a sperare oggi non sa cosa fare, non capisce più’. Io non capisco più , dannati siciliani non vi capisco più’. Vi sento lamentarvi 365 giorni all’anno e al momento del voto dimenticate tutto. Non voglio dire che l’alternativa fosse la soluzione. Questo non lo dico. Ma come si fa a dare un segnale così forte di paludosa accettazione della solita politica siciliana. Io amo ottusanente questa terra. Ma non credo di farcela più a sperare. Non andrò via. Ma sento un orrendo senso di solitudine. Spero un giorno di poterti urlare che avevi torto. Ma metre lo scrivo non ci credo nemmeno io.. Che peccato.
La democrazia è la forma di governo ideata e voluta da uomini liberi: che senso ha dare il voto ad un popolo di servi?
Il destino dei servi è quello di essere solo sfruttati.
Siciliani, popolo di fessi che si credono furbi!
Il problema è che (ma non è un giudizio in cui coinvolgere tutti, né esclusivamente a destra o a sinistra) alla percezione del benessere collettivo, sostituiamo la ricerca di soddisfazione di un bisogno individuale. Perchè votare una che si batterà contro il precariato di tutti, quando posso avere uno che mi offre un lavoro (la promessa di) schifoso e precario, subito? Meglio l’uovo oggi. Chiaro che non tutti gli elettori di centrodestra hanno votato per questo motivo. Però, il voto a Cuffaro lascia davvero perplessi. Scegliere un politico condannato in primo grado – e dunque presunto innocente per la giustizia – è qualcosa che non capisco. Io, se volessi votarlo, aspetterei la fine dei suoi guai giudiziari, mi informerei, mi farei venire qualche sospetto. Evidentemente altri non la pensano così.
C’è passione vera in questo articolo, ma anche qualche grave errore concettuale, a partire dalla presunta e irredimibile “povertà” della Sicilia.
Tornerò sull’argomento. Per ora voglio dire che, purtroppo, in democrazia, ha torto sempre chi dice “non capisco”, chi giudica i comportamenti degli elettori anziché cercare di capirli.
Scendiamo dal piedistallo e capiremo tante cose.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare,rimbóccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
Luca 17,5
sono andato via da palermo e dalla sicilia 4 anni fa, trasferito a Milano in cerca di occupazione e devo ricredermi… non capisco perchè la Sicilia non piuò essere efficiente e funzionale come la Lombardia. La metà dellle persone che lavora nelle banche d’affari e nelle società di consulenza più importanti sono siciliani, o cmq meridionali, un mare di ingegneri palermitani lavorano qui…per non parlare di medici, avvocati ecc ecc… mi chiedo perchè diavolo dobbiamo restare servi di un gruppo di politici che da 50 anni ci governa e non fa nulla di nulla.
Ho capito che in Sicilia c’è gente che di travagghio un ne vole, c’è gente che lecca e suole e poi viene assunta con contratto a tempo determinato di 33 anni negli enti di formazione e lavora 4 ore alla settimana, e si lamenta pure che siano troppe… ho capito che gli LSU prendono 41000 euro tra sussidi e lavori alla forestale…ho capito che quelle 830.000 persone che hanno votato la Finocchiaro la pensano come me e sono forse le uniche che lavorano veramente.
Ma adesso le cose cambieranno, l’Europa ha finito di mandare soldi a vuoto al sud, l’Italia è quasi in bancarotta e le regioni produttive si sono rotte le scatole di mantenere la Sicilia con un vitalizio spropositato. Con l’autonomia la Sicilia dovrà badare a se stessa e alle sue spese, e la vedo male.
Ragazzi….ma cos’è tutta questa tristezza?? diamo il tempo di lavorare e poi potremo giudicare, di certo le vecchie goveranture non sono stati eccellenti, pero’ almeno stavolta voglio essere fiducioso, voglio credere in un futuro in sicilia e ci dobbiamo credere tutti per l’amore che abbiamo nei confronti di questa Sicilia, non abbattiamoci ma continuiamo a lottare!
Cara Simona, la Sicilia è una terra ricchissima!!!!
La questione meridionale è stata creata volutamente da Cavour, Garibaldi & CO.
La questione Meridionale, si è incancrenita perchè vogliono tenerci sempre schiavi!… e l’alternativa dello schiavo è vivere con:……”MEGGHIU I NIENTI”!
Il Siciliano vive di …………”MEGGHIU I NIENTI”!
Abbiamo una Metropolitana?…….”MEGGHIU I NIENTI”!
Abbiamo servizi in superficie?…”MEGGHIU I NIENTI”!
Abbiamo infrastrutture?……….”MEGGHIU I NIENTI”!
Abbiamo servizi sociali?………”MEGGHIU I NIENTI”!… Potremmo continuare all’infinito, ma,…….adesso, avremo il Ponte di Messina e, non contenti di XIV secoli di dominazioni, il nostro COOL DIEGHITO, sta svendendo il centro storico e l’area portuale di Palermo agli Arabi!
Quanto scritto, sembrerebbe entrarci poco con le elezioni, invece no!! Perchè la sinistra ha fatto di tutto per perdere le elezioni in Sicilia (vedere le liste della Finocchiaro e le mancate primarie) e per lasciarci sempre a convivere col MEGGHIU I NIENTI!
Però, finchè avrò forza e sarcasmo, non mollerò mai la presa!!!! Amo questa Terra!!!!
“Perchè votare una che si batterà contro il precariato di tutti…?”
Premesso che i precari sono una % risibile in Sicilia,
rispetto agli stabilizzati,ma quello che manca e’ il lavoro degno di questo nome,cioe’
il lavoro che produce ricchezza,
e non un rigo su un libro paga,
in questa clamorosa sconfitta del PD in Sicilia
i motivi da ricercare sono ben altri
e poco alla volta emergeranno in chiaro.
Gli eletti governano ed i loro atti vengono giudicati.
Poi gli Elettori valutano e scelgono.
Da tempo le sx in Sicilia vanno in caduta libera.
Perche?
simona mi piace molto come scrivi, complimenti è un bel post. capisco perfettamente la tua amarezza, ma nonostante tutto, anche se passerai tutta la vita a milano, sono sicura che ti porterai per sempre la sicilia nel cuore e ti peserà come un macigno con i suoi ricordi belli e brutti. anche se sulla carta sarai residente a milano, anche se adesso hai tanta rabbia e delusione, non riuscirai a negare a te stessa che sei siciliana e lo sarai per sempre! ti assicuro che io pur essendo diventata siracusana, mi sento più palermitana di prima! non perdere la speranza, non rinunciare a lottare in ciò in cui hai sempre creduto, se facessimo tutti così, se ci lasciassimo prendere dallo sconforto, allora che fine farebbe la sicilia? dobbiamo ancora credere che le cose un giorno, non so come o quando, possano lentamente migliorare, piano piano e a gran fatica cambiare. non lasciamo, lo dico a tutti, che i sacrifici di eroi come giovanni falcone, paolo borsellino, padre pino puglisi (e tanti altri) vadano vanificati a causa della nostra delusione di fronte ad oggettive sconfitte ed ingiustizie. continuiamo a lottare, non perdiamo il coraggio di sperare. ciao
@ iJerry e a tutti gli antiautonomisti.
Posso segnalarvi una contraddizione lampante del vostro pensiero? Da un lato dite che la Sicilia deve camminiare sulle sue gambe, che è un popolo di mantenuti, che vota sempre le stesse persone perché in cambio ne riceve uno stipendio da lavoro finto, etc.?
Dall’altro quando qualcuno vi dice “proviamo a farla camminare poco a poco sulle proprie gambe questa Sicilia” dite “la vedo male, non è possibile….
Non dico che sarà Lombardo a spingerla in questa direzione, ma a questo punto non vi capisco proprio. Volete lasciare il mondo com’è, con la Sicilia economicamente paralizzata e lasciata sopravvivere con un bocchettone d’ossigeno che viene dal Continente …e poi vi lamentate che nessuno vuole cambiare…
La libertà, quella vera, l’autonomia, quella vera, è una strada piena di sacrifici; ma non ci sono scorciatoie, non ci sono “liberatori esterni” che insonni pensano alla nostra redenzione e ce la servono su di un piatto d’argento.
Ora Lombardo ha bisogno di un’opposizione autonomista, molto più autonomista di lui, altrimenti sì che per la speranza in Sicilia è finita per sempre o chissà per quanto. L’opposizione centralista ha fallito, è un corpo estraneo alla nostra società; facciamocene una ragione…Oppure aspettiamo che scendano al 20 % per poi dire che i Siciliani sono una M…
In quel 65 % non c’è solo voto clientelare o mafioso. Ci sono anche tanti siciliani delusi, autonomisti ma progressisti (circa il 10 %) che finora hanno votato a sx turandosi il naso e questa volta non ce l’hanno fatta proprio più.
Da siciliana emigrata condivido in tutto e per tutto le tue delusioni e anch’io mi sa ke tra poco kiederò la residenza fuori da Palermo, ma preferirei addirittura all’estero…
Un saluto alla Siclia lontana!!!
Simona
Simona, anche tu sei arrivata al punto di non ritorno. Qualunque sia la causa scatenante, ira o sconforto, conta la svolta nella tua consapevolezza, essere umano al gusto siciliano, lombardo o toscano, non importa. Aiutare chi non vuole essere aiutato è dannoso per sé stessi e non produce risultato. Se vuoi aiutare qualcuno senza sperare in un risultato orientati verso gli ultimi, mi viene in mente il Sahel, ci vivono persone piene di composta dignità ma così povere da non potersi permettere il lusso della disperazione, persone senza lacrime per piangere, persone che hanno bisogno di tutto. Per il resto abbi pazienza, nel 2013 la UE chiuderà i rubinetti finanziari, la Lega avrà ottenuto il federalismo fiscale e così finirà la pacchia, temo che dopo sarà anche peggio.
Simona Tudisco, io ti voglio SPOSARE….
Simona, hai trascritto le stesse sensazioni che anch’io adesso sto vivendo. Risulta difficile trovare una spiegazione a quello che succede, soprattutto mi è difficile spiegare qui a Parma il motivo per il quale si verifica questo voto plebiscitario nei confronti del centro destra. E’ difficile far capire da qui che sotto questo 65%, che rappresenta a mio parere un popolo silente, esiste una realtà che si muove e che vuole uscire da questa situazione, che scende in piazza e protesta.
Avrei anch’io una gran voglia di smettere di pensare alla Sicilia e al suo possibile riscatto puntualmente disatteso, concentrarmi sul mio lavoro e la mia carriera ma non ci riesco.
Non riesco a rassegnarmi al fatto che andare via dalla Sicilia debba significare un addio alla partecipazione politica per la mia terra, ma è difficile riuscire a fare qualcosa. Mi sembra ad esempio assurdo che chi vive fuori dall’Italia da molti anni possa votare mentre noi che viviamo fuori possiamo usufruire per scendere soltanto di uno sconto del 60% sul biglietto del treno per poter esprimere il nostro parere. Qual’è la percentuale di coloro che sono potuti andare in Sicilia a votare domenica o lunedi? Secondo me bassissima. E quel voto è potenzialmente più libero, perchè può esprimere liberamente il proprio pensiero senza dover essere un obolo versato per una qualsiasi forma di clientilismo. Indipendentemente dal fatto di votare a destra o a sinistra.
Per concludere sono contento che la lega abbia vinto e che si possa realizzare il federalismo fiscale, e anzi ti dico di più, sarei felice che ogni forma di assistenzialismo finisca per consentire a tanti giù di cominciare a capire che non si può vivere aspettando la manna dal cielo, le vacche magre forse sveglieranno la nostra terra.
Non c’e’ più niente da fare!
Dobbiamo sperare ancora dopo questi risultati? C’e’ da andare a fantasticare dentro un box in silenzio, al buio ed in solitudine. Se restiamo qui o meglio come fa Simona che cambia residenza e ci allontana dai sui pensieri.
Il mio pensiero va a tutti i compagni e amici della Sinistra-l’arcobaleno, molti dei quali giovani al primo voto, che sono inesorabilmente scomparsi dalla scena politica italiana e quasi del tutto da quella siciliana. Occorre recuperare tutte le energie e convogliarle per ripartire carichi. Essere giovani e non mi riferisco solo alla questione anagrafica) vuol dire anche avere più futuro che passato.
Non demordiamo!
@spillo
Il mio non è un pensiero contraddittorio, dico soltanto come stanno le cose.
La Sicilia è il feudo dell’assistenzialismo e del clientelismo più sfrenato, la regione con la spesa sanitaria più alta a livello nazionale, con 1000 commessi all’ARS che guadagnano 3000 euro al mese. Cosa deve cambiare in Sicilia? Tutto
Non c’è educazione, in primis. Arrivi all’aeroporto di Palermo e trovi i parenti che ti aspettano al ritiro bagagli, coi finanzieri che li guardano e non dicono nulla. Ma ti pare?
Passi per le strade e vedi gente che tira le buste della spazzatura dalle macchine in corsa. Una roba che non vedi da nessuna parte al mondo
Vai a mare d’estate e c’è gente che piazza tendopoli in spiaggia per un mese senza che la forza municipale dica niente.
E la politica dov’é? e il senso civico dov’è?
La verità è che siamo una terra di egoisti e presuntuosi, saccenti e maleducati. E l’egoismo si trasmette poi a questi politici che ci speculano sopra, sanno che ti vendi per un misero tozzo di pane (mors tua vita mea)…
Simona, ho apprezzato molto il tuo intervento, e condivido quello che provi a parte l’accenno alla comprensione della xenofobia, perché penso che in un paese civile esigere il rispetto della legalità da parte di tutti, riuscendo però a farla rispettare in modo fermo, deve riuscire a garantire condizioni di vita accettabili, e per gli italiani e per gli stranieri.
In particolare sono d’accordo con l’affermazione che evidentemente la maggioranza dei siciliani che votano ama vivere così come qui in Sicilia si vive.
Dopo le ultime due elezioni regionali, ma per Palermo già anche dopo le ultime due comunali, il comportamento di questa maggioranza di persone ha dimostrato aldilà di ogni ragionevole speranza di avere alla base della sua prospettiva della vita e della società una concezione mafiosa dell’articolazione dei rapporti sociali, dando ulteriore prova di essere praticamente impermeabile a ogni prospettiva di un cambiamento.
Votare qualcuno, come da sentenza, “condannato a 5 anni ed interdetto dai pubblici uffici per favoreggiamento personale a singoli mafiosi”, per me significa condividere e sostenere la presenza della mafia nella società di cui si fa parte.
Significa soprattutto che uno status quo caratterizzato nel suo insieme da: arretratezza culturale ed antimodernità; accettazione del clientelismo nella speranza di qualche regalìa tipo un posto di lavoro pubblico o una qualche forma di sussidio; inefficienza e bassa qualità dei servizi pubblici e dell’azione amministrativa; mediocrità degli orizzonti e delle visioni operative di una classe politica, e mi riferisco alla classe politica siciliana nella sua interezza, da destra a sinistra, che continua a proporre e perseguire un modello di sviluppo che non riesce ad andare oltre il tentativo di accaparramento e successiva spartizione di finanziamenti statali o europei, spesso peraltro senza averne le capacità e i requisiti per riuscirci, insomma l’immobilismo soffocante in cui si dibatte la società siciliana, viene tuttavia considerato dalla maggioranza di questa stessa società il migliore dei mondi possibili.
Cercando di guardare in prospettiva, questo stato di cose risulta pressoché immodificabile anche in un periodo medio/lungo, l’unica speranza per me è nella chiusura dei rubinetti dei finanziamenti, ciò forse costringerà i siciliani a scuotersi dal loro torpore e dal loro vittimismo, imparando finalmente a vivere contando sulle proprie capacità e a rivedere la scala di valori prevalente in questa società.
Del resto non c’è purtroppo niente di nuovo sotto il sole: i fatti hanno dimostrato che Sciascia aveva visto giusto quando definì la Sicilia irredimibile, e personalmente credo che non resta che prendere atto di questa realtà e trarne le proprie conclusioni. Per quello che vale, la mia è quella di ritrasferirmi altrove: sono stato diversi anni via da Palermo, ho rivissuto diversi anni a Palermo, e l’errore più grave è stato quello di ritornare qui, credendo e lavorando per una prospettiva di cambiamento. Tutto tempo perso. Il resto sono ormai soltanto chiacchiere, superate da quello che è sotto i nostri occhi.
Sono appena ritornata a Palermo,con ancora gli occhi pieni di centri commerciali e servizi efficientissimi del milanese.
Tutti quelli che conosco,che non abitano qui, mi hanno inviato messaggi e mail riguardo ai risultati elettorali e le parole piu’ ricorrenti sono state vergogna e incivilta’.
Cosa ho risposto?
Nulla
E nulla e’ quello che cambiera’qui,nulla perche’ nessuno e’ in grado di cambiare significativamente le cose ne’ in bene ne’ in male.
Tutta la ricchezza e il progresso che ho riscontrato salendo “al nord” e’ servita solo ed unicamente a creare freneticamente altra ricchezza che poi viene sperperata in beni di consumo.
Vieni spinto a guadagnare di piu’ solo per permetterti uno stile di vita che prima non avevi mai desiderato.
Le autostrade a tre corsie ci sono forse solo per farti vedere che col suv ci viaggi meglio e arrivi a Montecarlo in 1 ora e mezza …ma che ci vai a fare ogni fine settimana a Nizza o a Cannes?
Devi fuggire da una Milano infernale che ti offre tutto ma ti toglie ogni soddisfazione?
Nell’isola abbiamo opposto la nostra ottusa resistenza passiva da secoli ad ogni cambiamento e non c’e’ bisogno di scomodare Tomasi di Lampedusa ne “il Gattopardo” per dire che tutto rimarra’ uguale…e’ la ricetta per la nostra sopravvivenza…fatta di sole, sciavuru di zagara,cannella e comu finisce si cunta!
non è minimamente vero… Milano non è poi così diversa dalle altre città d’Italia
non è minimamente vero… Milano non è poi così diversa dalle altre città d’Italia
é la Sicilia che fa tutto per rimanere assittata a taliari il resto del mondo
Di travaglio non è morto mai nessuno (incidenti sul lavoro a parte)
Milano e’ un richiamo lavorativo irresistibile, credo molto piu’ di qualsiasi altra citta’ in Italia non parliamo poi nei prossimi 7 anni prima dell’expo..
Qui siamo stati educati a piu’ riprese alla filosofia del massimo rendimento al minimo sforzo…e devo dire che ci riesce benone…non ne vado orgogliosa ma la trovo una realta’condivisa.
è quando si parla così che la sicilia muore di più. anzichè recriminare e dire che la sicilia è una m. lottiamo per salvarla. se emigriamo tutti facciamo gli gnorri che fanno finta di non capire e girano la testa. invece perchè non alziamo la testa e reagiamo in modo costruttivo con un deciso no, operando attivamente? non è parlando male della sicilia che la salverete. io sono orgoglioso di essere siciliano, perchè lo grido a gran voce: non tutti i siciliani sono corrotti e collusi. non facciasmo come sempre il solito calderone pieno di schifo. allora secondo voi è meglio farla sprofondare la nostra isola?e comunque città come catania, siracusa, augusta, ragusa, gela , porto empedocle vantano industrie che danno il pane a non so quante famiglie. promuoviamo le nostre industrie siciliane, lottiamo e proviamo a sconfiggere il pizzo e la mafia di ogni tipo. almeno provarci, altrimenti abbiamo già perso in partenza.
il fatto che sia condivisa non significa che vada bene
il problema è poi che il rendimento non è nemmeno massimo… semmai l’opposto
Io viaggio sempre per lavoro, giro l’Italia e ovunque vado vedo città e persone che producono, che crescono, che hanno la cultura del bene comune
Quando torno a casa vedo sempre le stesse cose… Non sto dicendo che in Sicilia non ci siano bravi lavoratori, imprenditori che fanno sacrifici, persone educate… purtroppo sono troppo poche
@un siracusano a palermo.
Ancora con la storia che dobbiamo rimanere? Ma per cosa?
Qui non è rimasto più niente.
Fa bene chi va via.
Ho un amico ricercatore in Olanda, con un bel contratto.
Qui gli si faceva fare ricerca senza dargli un soldo, lavorando tutto il giorno e dicendogli che per adesso i soldi per lui non c’erano.
Quindi chi va via ha tutta la mia approvazione.
cosa deve cambiare? la testa ai siciliani?
Come?
a parole tutto si può fare, nel segreto della cabina elettorale ognuno sceglie in base alla propria convenienza. E porta a risultati come questa elezione.
La Lombardia non mi pare la scelta giusta. Proverei con l’Emilia Romagna dove hanno già esperienza di siciliane. Capolista (posto sicuro) al Senato per il PD: FINOCCHIARO ANNA MARIA PAOLA LUIGIA, che nonostante tutti questi nomi, pare non si sia mai palesata in terra natale. Poteva mandare Paola se Anna era occupata in Emilia, Luigia in Romagna e Maria in altra regione che fodarsi è bene dei compagni ma non fidarsi è meglio. Ne sa qualcosa Bertinotti. Ma lei in fondo ha precorso le future scelte di Uolter: governo OMBRA.
Cara Simona Tudisco,
DIMISSIONI RESPINTE! Si! sono da respingere.
Il dovere di gente come te è quello di restare, lottare e sperare! Sperare in cosa? Nella gente positiva che ti circonda, perchè no? anche partendo da quel 33% di elettori che ha cercato ciò che in qualsiasi democrazia sarebbe successo: il cambiamento! anche per tutti gli elettori di quel 65% convinti di votare bene (non sempre nel torto)! e ricordati che la Sicilia così come Palermo in passato hanno sempre dato motivi di speranze!
Dai Siracusano, posso condividere le tue idee ma nei fatti come si fa a restare in Sicilia a combattere per dei principi giustissimi se non si ha di che mangiare. Perchè per esempio chi ha studiato tanto dovrebbe accontentarsi di un lavoro da 500€ al mese quando in un altro posto la sua preparazione potrebbe essere premiata sia dal punto di vista economico che di appagamento personale?
Semmai andar via non dovrebbe significare abbandonare l’idea di una Sicilia migliore, ma non abbiamo strumenti in mano che ci consentono di far questo.
Parole parole parole…..l’unico momento in cui si agisce è il periodo elettorale, dopo di che, calma piatta.Lo sbaglio è proprio questo.
In Sicilia il popolo è stupido; pensa ancora con la vecchia mentalità: destra o sinistra. Il problema è: pregiudicato o meno. Abbiamo cacciato Cuffaro per i suoi atteggiamenti ambigui con la mafia ed eleggiamo Lombardo, arrestato nel ’92 e nel’94 per associazione a delinquere. Non solo, abbiamo eletto un alleato della Lega, partito il quale vorrebbe separare la Sicilia dal resto dell’Italia. La Finocchiaro, seguendo gli scrutini da Roma non avrà certo fatto una bella figura, ma almeno ha la fedina penale pulita, cosa che in Sicilia dovrebbe contare più di qualsiasi altra cosa.
Ciao Simona,
perdere la speranza diventa il problema.
Inizio col dirti che ormai è quai 8 anni che sono fuori da Palermo (che amo come mia madre), lavoro anch’io a Milano (indifferenza totale) e ho la residenza a Perugia (dove ho frequentato l’università). Quando leggo nella C.I. “residente a Perugia” o quando devo compilare un documento che ti chiede la residenza: MI VIENE DA VOMITARE e non vedo l’ora di tornare “residente a Palermo”.
Continuo col dirti che hai ragione in ogni parola del tuo bel post, ma è anche vero (come ho scritto in risposta ad un altro post) che se continuiamo con “l’anti-cuff”, “l’anti-lomb” e “l’anti dell’anti”, la situazione non cambierà mai…ma mai mai (e qui non vale il detto “mai dire mai”). Bisogna guardare avanti, avanzare testa bassa, in silenzio (nel senso senza gridare agli “altri” o alla “vergogna”, non serve e già lo sappiamo).
Proseguo col dirti che frequentando blog, forum e ragazzi palermitani sparsi per Milano e per l’Italia, ho potuto constatare che tutti sono delusi: allora vorrei capire chi ha votato il “Lumbard” se molti sono contro; la spiegazione potrebbe essere che la sx siciliana ha tutti i sostenitori emigrati (il quale trovano difficoltà a pagarsi il viaggio o a prendere ferie solo per votare e che quindi per forza di cosa lasciano campo aperto ai “lumbardisti”) o più semplicemente NON ESISTE ALTERNATIVA. Secondo me ci sarà chi vota per avere il posto (e capita anche dalle altre parti), ma non puoi contrastare il “lumbard” con un “bamboccio” (con tutto il rispetto e la stima sia più che chiaro) messo lì solo per il nome di un GRANDE e IMMENSO della nostra Palermo. Il risultato è stato una competizione con un solo partecipante. Poi possiamo elencare tutti i problemi della Sicilia dalla A alla Z (passando per tutti gli alfabeti mitteleurpoei), ma finchè non ci sarà una valida alternativa radicata nel territorio (e non la principale concorrente che segue lo spoglio da Roma)la strada sarà una superstrada per i presenti e i futuri “lumbard post cuffariani”.
Finisco col dirti che, anche se ho un lavoro bello, stimolante e soddisfacente e (soprattutto) pagato, a luglio tornerò a Palermo. So che oggettivamente è una xxxzata, sono che giù è tutto un magna magna, che fa schifo tutto, che ci sono problemi di ogni genere, dai trasporti al “mero” civilismo (che è discutibile in molte altre regioni d’Italia). Ma vivere una vita spersonalizzante e standardizzante a Milano, dove devi diventare una iena perchè sei in una giungla lavorativa dove vince il più forte, il più cattivo, mi rabbuia e intristisce l’animo.
Confido nel fatto che la storia è ciclica, che non potrà essere tutto bello o tutto brutto, ma sarà a volte bello e a volte brutto, e che dopo un nubifragio estivo poi compare il sole. Torno a Palermo e vivrò (bene) e cercherò di fare piccole(issime) azioni concrete che possono per lo “zero virgola” aiutare la nostra ama(ra)tissima città!
Vediamo cosa succede in questi 5 anni e prepariamoci più solidi, compatti e decisi (senza “anti”)per la prossima volta. D’altronde la speranza DEVE essere l’ultima…
E’ vero che al Nord si guadagna di più ma fatalmente si spende anche di più (non è scienza infusa) = ZERO (l’affitto a camera a Mi è 450/500 euri siori e siore, oppure affitto in “culandia” con relativa vita da pendolare), l’unica cosa che guadagni realmente è l’esperienza lavorativa: concordo che è giusto andare a lavorare fuori, ma con l’obiettivo di tornare. Per fare cosa? Non sono indovino, dipende dalla propria testa e dalla “fame”. Respect for all choices
un panino a Milano: 15 euro (con Mastercard), la spesa settimanale a Milano per 1 persona: 100 euro (con Mastercard), un serata con amici a Milano 1000 euro 🙂 (con Mastercard e 1 settimana a lavare i piatti 🙂 . Tornare a Palermo: non ha prezzo, per tutto il resto c’è Mastercard (a Milano)…se l’hai (io unnaio maco l’occhi pi chiancere) 🙂 🙂 🙂
Voglio la doppia cittadinanza! O voglio che tutti gli emigrati possano votare anche lontano dalla Sicilia!
Gabriele, così come non è possibile spostare il voto emiliano da sinistra a destra è altrettanto impossibile spostare quello siciliano da destra a sinistra, è un dato socio-antropologico perciò fattene una ragione. Ogni scelta ha il suo prezzo, lavorare a Milano è estremamente duro anche se spesso ma non sempre remunerativo e col maggior denaro disponibile si pagano merci e servizi per compensare il disagio psichico, a Palermo i disagi e gli scompensi sono d’altra natura e non è detto che siano meno gravi, dipende dalla sensibililtà personale. Io se fossi più giovane andrei via dall’Italia, di cui la Sicilia è solo l’esasperato paradigma. I siciliani stanno bene come stanno, si lamentano ma infine non cambiano, perchè sprecare tempo con loro? Perciò capisco il distacco della Finocchiaro, che forse ha accettato la candidatura più per disciplina di partito che per intima convinzione personale.
gabriele non dici nulla di vero su Milano, a parte l’affitto delle case
Un panino 15 euro? dove? se vai a fartelo fare da Armani o da Trussardi
La spesa settimanale? la stessa di Palermo, qualcosa di più la spendi per la frutta, se la compri dal fruttaro classico
Una serata a 1000 euro? non per forza devi farti il privè e il tavolo con 8 bottiglie, a meno che a Palermo non sei abituato così….
Trovo ingiusto quello che dici nei confronti di una città che accoglie tutti, che da lavoro, che funziona
Costa di più è vero, ma offre tanto
Ortophon hai ragione e so che è dura spostare il voto nella culla della dx sudista. Considera però che in Emilia Romagna (casa e mamma della sx) la Lega ha raddoppiato la percentuale (mica poco). E poi non ho detto che è meglio uno dell’altro, dico solo che ki vuole altro non si lamenti dell’altro(il vero sport nazionale) perchè così non si va da nessuna parte. E in ultimo ti assicuro (e qui potrei mettere i miei gioiellini sul fuoco), che chiunque ha “assaporato” il fuori, non vede l’ora di tornare, come è vero che ki non è mai stato fuori vede il fuori come se fosse l’ancora di salvezza…
E’ ingiusto anche esasperare quello che succede a Palermo come hai scritto tu prima.
Per esempio non ho mai visto nessuno dei parenti entrare al ritiro bagagli all’Aeroporto, con i finanzieri che non dicevano nulla.
A Palermo ci sono tanti problemi ma tante volte sono esasperarli per rendere più colorito il luogo comune.
rimanere o andare via?
Io sono per fare entrambe le cose:se ci si allontana per un po’ si ha un punto di vista differente e si colgono degli aspetti che fino a quando ci siamo immersi dentro non saltano agli occhi;pero’ poi e’ necessario ritornare con la nuova consapevolezza acquisita.
Non trovo conveniente essere stati cresciuti e pasciuti nelle nostre scuole e antiche universita’(spesso anche prestigiose) a spese dei nostri genitori di sangue siculo e poi arrivato finalmente il momento di guadagnare, dove ce ne andiamo, a produrre e ad arricchire altre regioni o peggio all’estero? Tornate…’sta casa aspetta a voi!
Gabriele, se invece di assaporare il fuori ci vivi dentro per qualche decennio e se riesci a stabilire relazioni non solo lavorative ma anche intellettive ed affettive ti assicuro che la voglia di tornare non dico che passa ma perlomeno te la scordi. La Lega … già dieci anni fa in Emilia come in Lombardia si respirava un’atmosfera inquietante per l’alto numero di sbandati in giro per le strade delle città ed dei paesi, per i campi di fortuna e le bidonville che sorgevano in mezzo ai campi, figurarsi adesso. La sinistra nel centro nord ha pagato il prezzo delle suo velleitarismo terzomondista, vedi vicende Cofferati.
@monachella: è risaputo che un ricercatore in quanto tale debba andarsene fuori dall’italia, per fare esperienza e carriera nelle più rinomate e avanzate strutture scietifiche e non. questo ovviamente non è soltanto per i laureati siciliani, ma per i laureati di ogni dove. non mi riferivo a questa fascia di ricercatori che può rientrare a buon diritto fra i privilegiati, geni sicuramente, che non sono la massa, purtroppo, “rubati” all’italia per mancanza di strutture adeguate.
@siracusano… chiamali privilegiati, uno che deve lasciare tutto perchè qui lo fanno lavorare ma a gratis!
L’esperienza in strutture di un certo tipo le puoi fare anche qua.
E comunque il mio amico genio rappresenta tutta la sua categoria che non è la sola, sono in tanti quelli che qui vedono il loro lavoro sottovalutato, vedi contratti proposti in un certo modo che poi in realtà ti pagano un terzo di quello che spunta, anche queste proposte ho sentito in passato.
@iJerry:
vedo con sconforto che non hai minimamente capito la mia vena ironica neanche tanto sottile(ci sono 4 faccine che ridono!!!). Da Armani e da Trussardi non ci sono andato neanche una volta e non ho mai preso nè 1 nè tanto meno 8 bottiglie al tavolo…il “unnaio l’occhi pi chiancere” dovrebbe dirti qualcosa (e a Palermo comunque non avrei avuto modo di farci l’abitudine visto che ho 26 e sono fuori da 8). A Milano come a Palermo (e sporatutto a Pa) io sono sostenitore della birra con gli amici al fuso orario a ridere e scherzare. I prezzi (15 euro, 1000 etc)sono EVIDENTEMENTE gonfiati per ridere un pò.
E Milano è vero che accoglie tutti (ma mi sembra che tutto è tranne che una città accogliente, almeno non rientra nella top 20 degli aggettivi che penseresti a caldo su Mi), ma è anche pronta a scaricarti quando non servi più lavorativamente e produttivamente(e preciso, dato che la mia ironia forse non arriva, che il lavoro mi va benissimo). E’ vero che ci sono anche a Mi i posti dove bere una birra per scherzare con gli amici, ma qui diventa un’appendice della vita lavorativa e non parte della vita. Spero di essere stato più chiaro del siparietto precedente 😉
@Ortophon…la tua è saggezza (che apprezzo tanto), la mia è incoscienza che pian piano stavo perdendo con la razionalizzione della vita che Milano ti obbliga ad adottare, da qui la spersonalizzazione dell’anima che mi rabbuia e mi intristisce. Nel mio intimo ti darei ragione immediatamente, ma voglio riacquistare e riapropriarmi di quell’incoscienza che alla mia età non bisogna accantonare e tentare il ritorno per cercare di non scordare la voglia che mi ha fatto ritornare.
mia cara monachella vedo che con te è inutile! ma mi vuoi dire dove sono le strutture di cui parli? non eri tu che dicevi che bisogna emigrare? io dicevo proprio il contrario! ribadisco il concetto di privilegiati, non tutti fanno la carriera da laureati, molti non si laureano, altri laureati sono costretti a fare lavorinda diplomati. ti parla da laureato, so come va il mondo lavorativo! e se ho detto “genio” al tuo amico non era nè ironico nè offensivo. e di “lavori sottovalutati” ce ne sono ovunque, non soltanto in sicilia.
non volevo mettere in scena un teatrino su Milano, è normale che tutte le città siano diverse tra di loro, altrimenti sai che noia.
Hai presente quella cosa che c’e’ in via ugo la malfa che si chiama CNR?
Ed ho capito che il genio non era offensivo.
Ho detto che bisogna emigrare perchè qui chi lavora viene trattato male anche se le strutture ed i posti di lavoro adeguati potrebbero esserci, come quando proposero il terzo dello stipendio ad un ing.
ok, alla fine non diciamo cose tanto diverse…senza rancore, ciao
Veritiera la fotografia della situazione che hai delineato, compresa l’amarezza e quant’altro, meno veritiere altre cose. Innanzitutto se dobbiamo seguire il credo di Falcone (secondo cui ognuno deve fare la sua parte) queste “dimissioni”, come giustamente ha già detto qualcuno, andrebbero respinte. Poi, capisco anch’io i campani che hanno cambiato al momento del voto – vista la situazione tragica in cui versano – ma non capisco, al contrario di te, coloro che votano Lega perchè “hanno da difendere la ricchezza costruita nel passato, quella che costruiscono giorno dopo giorno nel presente, quella che costruiranno nel futuro ed è naturale che vogliano disfarsi di regioni che campano sull’assistenzialismo”. Questo, permettimi di dirlo, un corno! Coloro che hanno fatto gran parte della ricchezza al Nord sono emigranti del sud, gente povera, disprezzata, che ha sudato ed è morta lontano da casa. E’ quella stessa gente che i leghisti DISPREZZANO e vorrebbero cancellare con un colpo di spugna, pure dalla memoria! E sono, oggi, i figli di quella stessa gente che votano una presunta alleanza “padano-sicula”, in nome di un’Autonomia Regionale che qui in Sicilia, a differenza del Nord, abbiamo da 62 anni! In tutto questo premetto che faccio parte di quel 32% amareggiato – per cui grazie della solidarietà da te espressa a fine post.
Salve a tutti,
complimenti per il bellissimo post di Simona, sono un siciliano che lavora a Roma.
Partecipo al disagio collettivo, posso dire che la situazione è abbastanza grave in Sicilia: clientelismo, mafia e disoccupazione sono un mix esplosivo che non lasciano speranza. Con la politica non è assolutamente possibile cambiare le cose perchè a Palermo anche i contratti da 3 mesi nei call-center sono utilizzati per polarizzare voti. Finchè ci saranno questi elementi in gioco poco accadrà.
Buona parte delle persone che abitano in Sicilia neanche avvertono il problema perchè sono parte del sistema. Immagino Tony che legge questi commenti e non ne carpisce l’essenza.
Coloro i quali posso cambiare le cose sono fuori e spesso non possono votare in Sicilia.
Tenere la Sicilia in questo stato è conveniente per la politica perchè un grosso bacino di voti (vedi UDC a queste elezioni).
Secondo me il successo della Lega deve essere visto in chiave anti-Sud: perchè il Nord deve tirare per due quando c’è un Sud che mangia a sbafo, è inefficente, corrotto e brucia ricchezza?
Sono assolutamente favorevole al federalismo fiscale: soltanto quando la Sicilia fallirà economicamente forse la gente capirà che questa gestione corrotta è da cambiare.
Vincenzo (uno che non è di sinistra)
I vostri giudizi sulla Lega sono frettolosi…
chi vota Lega qui al Nord da poco peso al federalismo. Chi vota Lega vota perchè la Lega è l’unico partito che fa sentire la voce sui temi essenziali come il lavoro e la sicurezza. Se ti fai un giro da Milano a Treviso, ti accorgi del perchè. C’è delinquenza, bande di criminali, campi rom, e la gente ha paura. Io sono di sinistra, mi spiace, ma in questo caso hanno ragione loro. Hanno capito bene quali sono i bisogni dei cittadini-
Marco, non è che al Nord siamo stati trascinati in catene. Loro facevano le industrie, noi pascolavamo le pecore e l’agricoltura non è che renda… Il problema vero è che sono passati 60 anni e noi siamo ancora con le pecore. Ma io non voglio fare confronti con il Nord, non voglio confrontare Palermo con Milano, voglio soltanto prendere le distanza da una realtà per me inconcepibile. Sarà un mio limite ma, ripeto, mi sembra assurdo che un governo inefficiente e colluso come quello degli ultimi anni venga promosso a pienissimi voti. Ovviamente il discorso sarebbe stato valido anche con un governo uscente di sinistra. Io considero la qualità dell’operato, le frequentazioni e, mi verrebbe da dire, anche la fedina penale…E’ un mio disagio e mi piacerebbe che fosse condiviso da un pò più di 30 persone su 100!
@SimonaTudisco: studia un po’ di storia. Quella vera.
Vuoi darmi qualche lezione? 😀
Virus io adesso devo andare però se ti decidi sarò lieta di ascoltare le tue lezioni di storia..magari però non arriviamo fino a Garibaldi, ai Borboni, a tutte quelle storie lì..parlami degli ultimi 50 anni..della mafia, dell’omertà, della politica, della mafia e della politica..però niente vittimismi!
Vi fornisco qualche spunto di riflessione:
l’ultimo fasto della Sicilia risale all’epoca dei Florio, quando questa famiglia era stata capace di costruire economia e sviluppo per quest’isola. Dopo l’Unità d’Italia il contesto nazionale è cambiato e la storia ci insegna che in un Paese non ci possono essere due poli di sviluppo industriale. I Florio, dopo aver pagato ogni debito, tirarono i remi in barca e da allora è stato un mix di sottosviluppo, mafia e clientelismo.
Questa avventura storica ci insegna:
– Anche se siamo un popolo meridionale, quando siamo messi in condizione di lavorare sappiamo farlo anche bene.
– Il lavoro e lo sviluppo è il peggior nemico della mafia e del clientelismo. Se c’è lavoro faccio una pernacchia a chi mi offre un contratto da call-center da 3 mesi in cambio di 15 voti (il mio e della mia famiglia).
– Lo Stato deve impegnarsi nello sviluppo del meridione, basta con soldi statali a valanga e contributi europei che finiscono nelle tasche dei soliti furbi e mafiosi, bisogna incentivare la legalità e fornire strumenti di sviluppo blindati a prova di furbo.
Mi piacerebbe approfondire tutti questi argomenti in qualche forum, sarebbe bellissimo.
Riguardo L´articolo di Simona Tudisco ” Le mie Dimissioni” !!!Le do´ ragione al 99.99%. La Sicilia non cambiera` finche ci sara`un certo clientelismo.
Anch`io Mi trovo allèstero da ca. 38 anni,alquni anni fa`volevo trovarmi un lavoro in Prov. di SR,gia´ al Portone dell´azienda per andare ha presentarmi in Ufficio Personale mi dicevano che e`inutile tentare,solo se conoscevo qualche persona che mi dava un “Calcio”il famoso CALCIO (non dalla formuletta chimica=CA )potevo avere una speranza,e se mi presentavo in un Ufficio Collocamento dicevano che i posti di lavoro erano pochi e per persone conosciute.
Finche`non si guardano le persone per quello che possono valere quel territorio sara`sempre un po indietro rispetto agl´altri..
Cara Simona,hai saputo esprimere con chiarezza il disappunto,l’amarezza e l’incredulita’ di quanti come me ,te ed altri pensavamo che dopo tante amare e tristi vicende della nostra politica cittadina,qualcosa sarebbe cambiato.
non riesco proprio ad immaginare come ,dopo aver tentato di uscire da una situazione melmosa,ci si voglia reimpantanare.
Ad ogni nuova tornata elettorale si spera che tutto cambi. continueremo di questo passo a sparare all’infinito.
Non mi sento affatto rappresentata ne’ a livello nazionale ne’ regionale dagli eletti. Sono profondamente delusa, nauseata.
Se non avessi l’eta’ che ho me ne andrei all’estero e lo dico con profondo dolore.
Sono stufa di sperare invano che in Italia e, soprattutto,
nella nostra regione qualcosa cambi.
Noi siciliani non abbiamo il nerbo per cambiare le nostra situazione,sara’ il vento caldo che ci arriva dall’ Africa a renderci fiacchi,passivi.
“Calati iuncu ca passa la china”, purtroppo la “piena non e’ mai finita.
Ragazzi non molliamo
Buon viaggio e… “lustro di luna”!
[…] Come dice qualcuno forse sarebbe il momento di prendere la residenza in qualche città lontana, io azzarderei anche all’estero, e dire addio per sempre a quella terra che tanto ci da e tanto ci toglie, senza criticare chi invece sceglie di restare perchè tra le due scelte non so quale comporti maggiori sacrifici… […]
Scrivo questo posto solo per appoggiare le parole Simona. Perchè in quelle parole mi ritrovo, le condivido e le sento mie.. Ho un profondo senso di amarezza. La sicilia è la terra più ricca d’italia peccato che i siciliani si ostinuino a non capirlo e affidare la propria gestione politica a certi farabutti. Ho 24 anni e ho deciso di strappare la tessera elettorale.
Solitudine
…ed io che la prossima settimana mi trasferisco in Spagna e ne sono sempre più convinta…
Condivido l’amarezza di Simona. La Sicilia ha qualche speranza? I politici parlano di lotta alla mafia, ma gli impegni veri dove sono? Si dovrebbe cominciare dalle candidature: il semplice sospetto di complicità con mafiosi dovrebbe essere una discriminante insormontabile; in realtà avviene l’esatto contrario. I politici più chiacchierati sono i più in sella nella dirigenza dei partiti perché proprio loro sono i campioni del procacciamento dei voti. Allora che valore hanno le loro roboanti dichiarazioni di condanna del fenomeno mafioso? Nessuno; sono parole che servono a costruire una facciata destinata a mascherare la realtà del commercio sotterraneo e indiretto coi potentati occulti impastati di mafia. A livello regionale i partiti sono in mano a questi capipopolo abilissimi nel creare enormi bacini elettorali con gli strumenti dei rapporti ambigui con esponenti mafiosi e con la calamita del più sfacciato clientelismo. C’è da aspettarsi emancipazione e sviluppo della Sicilia da questa gente? Molti ripongono fiducia su questi politici, hanno avuto o s’attendono d’avere benefici personali. Non sempre, ma le ricompense vengono.
L’esercito dei dipendenti degli enti pubblici, delle cooperative, dei consorzi, delle aziende partecipate, cresce di pari passo con la moltiplicazione delle stesse aziende, cooperative, ecc. La rete del sistema parassitario si estende fino ad inghiottire ogni prospettiva di rinascita di una terra da sempre calpestata e sempre in attesa di qualcosa che non arriva mai. Le enormi risorse sperperate in burocrazie pletoriche ed inutili e in addetti a servizi mai prestati tarpano le ali agli interventi necessari per lo sviluppo. Gli spazi concessi alle speculazioni mafiose creano una cappa oppressiva nemica degli investimenti produttivi e del sogno di riscatto della gioventù. Qualunque sia il numero dei beneficiati delle clientele, la massa dei senza lavoro e senza futuro viene appena scalfita. Per tanti giovani si fa strada l’angoscia dell’emigrazione.
L’ennesimo trionfo dei campioni del potere che crea dipendenza e parassitismo, anziché sviluppo e occupazione, non può e non deve abbatterci. Il 33 per cento dell’elettorato è un patrimonio di energie e di risorse da non sottovalutare. Da esso si può partire. Mi hanno commosso l’indignazione, la rabbia, l’amarezza espresse nei commenti di questo bel post. Anch’io vorrei tornare definitivamente in Sicilia. Ma sono trascorsi troppi anni.
Lavoro nel campo…..del lavoro.
Sono un consulente del lavoro, le tabelle retributive sono uguali nell’intero territorio nazionale.
Un metalmeccanico guadagna circa 1.000 euro a Palermo come a Milano così come un commesso di negozio. Va un pò meglio per i dipendenti dell’edilizia, circa 1.200 al mese.
Ma chi ‘cci iti a fari a Milano?
O siete tutti ingegneri, architetti, ricercatori?
Conosco lo schifo della situazione lavorativa a Palermo.
L’imprenditore, la maggior parte di essi, regolarizza il lavoro solo per i disoccupati di lungo corso perchè gode delle agevolazioni contributive, tre anni senza pagare i contributi ed adesso anche il bonus fiscale, entrambe le agevolazioni solo per il Sud, per incrementare l’occupazione. Finiti i tre anni muriu u cani. Tutti a casa, licenziati.
Conosco di contro situazioni di gente che una volta ottenuto il lavoro, un lavoro sicuro quale quello di un ente sovvenzionato da ente locale, fa di tutto per non lavorare, ben inteso, non lavorare, lo stipendio lo pretende lo stesso. L’assistenzialismo, il clientelismo, il nepotismo, il voto di scambio.
So di cooperative sociali con 100 dipendenti, tutti part time al massimo di 4 ore al giorno, altri anche di solo 2 ore al giorno. Chiedetevi perchè 100 dipendenti p.t. e non 50 full time. Non bisogna essere professionisti del lavoro del lavoro per capirlo.
Ma se ve ne andate tutti devo considerarvi dei benefattori visto che lasciate il poco lavoro che resta per gli altri? o devo pensare che in fondo in fondo cambiare le cose poco vi interessa?
Il problema della Sicilia sono i soldi pubblici distribuiti a pioggia ai clientes.
Il federalismo fiscale azzera questo meccanismo. Quindi delle due l’una: o è tutta una finzione o chi governa si sta scavando la fossa. E infatti gli articoli sul federalismo fiscale del Nostro Statuto ci si è sempre guardati bene dall’applicarli (36 e ss.)
Però la sinistra non dice che la Sicilia deve “fare da sè”, dice che “non ce la può fare”, che ha bisogno di assistenza, etc. Questo è il risultato. Vogliamo riflettere?
Mi sono dimesso 3 volte (emigrato) da Siciliano e sono tornato altrettante: era più forte di me. Solo fuori ho capito che il sistema “Italia” e suoi ascari cui è affidata la cosa pubblica in Sicilia ci è STRUTTURALMENTE nemico. Forse farebbe bene a molti un po’ d’emigrazione: lì capirete forse, lo spero, di non essere italiani se non per lingua e cittadinanza. Da piccolo mi piaceva la storia e credevo nel Risorgimento. Le brume del Nord mi hanno fatto diventare praticamente separatista. W la Sicilia. E se Lombardo, ipocritamente, fa qualche passettino in quella direzione, a un certo punto ben venga (chiù scuru ‘i menzannotti ‘un po fari…).
Quanto hai ragione! Non vedo l’ora di laurearmi e lasciare tutto questo schifo. La Sicilia senza la maggior parte dei Siciliani sarebbe una terra da sogno…peccato!
@ninni, qui sono messi male anche quelli che pensi stiano bene..ing,arc..ricertari,
tutti quelli che conosco o sono disoccupati o sono andati a roma o a milano.
Cara Simona, condivido al 101% tutto quello che hai scritto per il semplice motivo che ci sono passato anch’io (vedi qui sotto l’email che scrissi il 19.4.2006, per certi versi ancora più dura nei toni del tuo post).
Tuttavia, poichè l’uomo DEVE vivere (anche) di speranza (che come noto è l’ultima a morire), superato il momento di sconforto bisogna lavorare per il lungo (lunghissimo) periodo, sulle nuove generazioni. Non solo e non tanto per il RISPETTO che si deve a quel famoso 35% ma anche per il RISPETTO che si deve a chi, per fare della Sicilia una terra migliore, ci ha lasciato la vita.
Un abbraccio,
Leone.
_______________________________
[email del 19.4.2006]
Carissimi,
Sono rientrato ieri da Palermo, con la serena e oramai definitiva convinzione di essere incompatibile con la Sicilia.
Non è bello, a trent’anni, scoprire che un posto al quale, volente o nolente, sei legato, è inconciliabile con quelli che sei e quello in cui credi. Senza alcuna possibilità di cambiamento e/o di compromesso.
Ho parlato con molte persone (amici-parenti-conoscenti) delle prossime elezioni regionali e della cattura di Provenzano, giungendo alle seguenti conclusioni:
1) Totò Cuffaro verrà trionfalmente e plebiscitariamente rieletto al primo turno con una percentuale non inferiore al 53%, nonostante il ”disturbo” di un candidato “autonomista” che in realtà è l’ex Presidente della Provincia di Catania, proveniente da AN. E il motivo è semplice: Cuffaro è il politico che i siciliani vogliono, perchè come scrivevo prima “mancia e fa manciari” e pazienza se è accusato di aver fatto da talpa a Cosa Nostra, divulgando informazioni segrete su indagini antimafia in corso; i siciliani –anche quelli di centrodestra- che s’indignano perchè verrà rieletto sono una minoranza, che non conta una minkia;
2) Rita Borsellino, che non è solo la vedova di Paolo, ma una donna forte in un’isola fortemente maschilista e per certi versi anche misogina, prenderà più voti rispetto ai partiti che la sostengono, ma non le servirà a una minkia. Così come, analogamente, esistono persone in Sicilia che si battono contro la mafia e a volte non sono nemmeno poche. Ma non contano una minkia neanche loro, perchè vengono emarginati e isolati;
3) La c.d. Palermo-bene sta a chiappe strette perchè teme il contenuto dei “pizzini” di Provenzano e in particolare che saltino fuori le connivenze “eccellenti”- e questa sarebbe la c.d. “società civile”…
4) A breve scoppierà una nuova guerra di mafia per il controllo “interno” a Cosa Nostra e forse anche una nuova stagione di stragi, come nel 92-93;
5) Sono stato accusato (invero da non-giuristi) di “non essere un vero avvocato, perchè parlo come un PM”, di andare contro gli interessi della classe forense e addirittura di essere uno che vuole la “gogna mediatica”; le mie riflessioni sui processi di mafia hanno addirittura provocato “meraviglia”. Ciò mi ha profondamente rattristato, perchè sono stato colpito (anche) sul piano professionale. Peraltro, per avere difeso lo stato di diritto, cosa ancor più paradossale, e citando gli scritti e il pensiero del Prof. Cordero, ordinario di procedura penale alla Sapienza.
Di conseguenza, ho quindi preso le seguenti decisioni:
1) non voterò il 28 maggio 2006 perchè vivo fuori dalla sicilia ormai da più di dieci anni e non vi farò mai più ritorno: ergo, non m’interessa votare perchè i problemi quotidiani che affrontano i siciliani non sono i miei. Ergo, mi può umanamente dispiacere che l’indagato Cuffaro venga rieletto, più o meno come m’interessa dell’elezione del Presidente di Trinidad e Tobago o della Thailandia.
2) mi dimetto da siciliano a partire dal 29 maggio, cosicchè quando Cuffaro, nella veste istituzionale di Presidente della Regione, parlerà “in nome dei siciliani”, io non potrò essere ricompreso fra questi, perchè non avrò più questo status.
3) ho già chiesto all’ordine degli avvocati di Palermo qual è la procedura di cancellazione per trasferimento ad altro ordine, che porrò in essere nel corso di quest’anno.
Sto comunicando a tutte le persone che conosco o che incontro per motivi professionali (sia italiane che straniere) queste mie riflessioni/decisioni. Molti mi dicono di non mollare, di resistere, mi apprezzano, mi sono vicine etc.. Io però questa volta mi sono davvero frantumato la minkia e non ho intenzione di perdere altro tempo con la sicilia e con chi la abita: in democrazia è giusto che decida la maggioranza e gli altri si adeguino, oppure agiscano di conseguenza andandosene o dissociandosi. Da oggi in poi, per me la Sicilia avrà solo una valenza proiettata non più nel presente, ma nel passato. E, per quanto riguarda il futuro, sempre ammesso che la Sicilia ne abbia ancora uno, di certo non coincide col mio.
65% (even more) are under total control ! Left & Right!
E’ cultura siciliana popolare essere under control!
65% non ha accesso alle informazioni via web!
E’ cultura locale dei governanti e dei politici non veicolare informazioni nella loro carriera politica.
Orgoglio, riscatto, …. non sono termini che fanno parte di una cultura popolare riferita al territorio, alla propria indipendenza intellettuale ed economica.
A ogni persona che lascia un commento a questo tuo post a Palermo corrispondono quasi mille individui che non sanno cos’è un blog, cos’è il web e cos’è internet, cos’è l’information technology, che non sanno cos’è la “cittadinanza attiva”, che non sanno cos’è l’e-government, che non sanno confrontarsi come stiamo facendo noi qui in questo spazio visrtuale.
Noi siamo 1 e quelli la’ fuori sono 1000.
Fino a quando sarà così il 65% sara’ destinato a restare tale se non aumentare.
E l’intellighenzia siciliana si masturberà il cervello nei blog scrivendo quale potrebbe essere la sicilia ideale. Ma nel frattempo la sicilia la caratterizzano quei 1000 la’ fuori senza web, senza blog, senza laptop e senza un lavoro che gli consente di vivere una vita quanto meno “normale”.
Noi sempre 1 e loro 1000.
Ma la cazzata per me è che noi comunichiamo tra di noi, cioè sempre all’interno di quell’1 !
E chi stravince alle elezioni – nel frattempo va quartiere degradato per quartiere degradato, casa per casa e ci mette la faccia, bussa porta per porta, e bacia guancia per guancia di quelle 1000 persone.
E noi? Comunichiamo nei blog tra di noi, quell’1.
E chi perde alle elezioni che fa (prima di perdere) ? Qualche festicciola in qualche villa storica palermitana per professori, e abitanti nel centro della palermo bene-opulenta-decadente-asfittica.
–
Forse per chi ha veramente voglia di cambiare questa terra, dal basso ma proprio dal basso, probabilmente dovrebbe postare nemo commenti nei blog e lavorare con cittadinanza attiva nel territorio dalla Bandita a Sferracavallo, da Mezzomonreale alla Kalsa.
Magari portiamoci pure il portatile e portiamo il wifi gratuito nelle loro piazze, e facciamo leggere a quei 1000 cosa scriviamo nei blog e chiediamo loro se condividono le nostre idee di cambiamento della sicilia e magari diciamo loro: “ecco scrivi anche tu il tuo messaggio per un cambiamento come alternativa a quelle 50 euro che ti hanno offerto per votare quella faccia”.
E vediamo cosa dicono, cosa ne esce, vediamo se le nostre idee dentro il mondo virtual-reale dei blog riescono ad essere condivise da quei 1000.
I laboratori sociali si fanno “on the road”.
La cittadinza attiva si fa on the road se 1 su 1000 ha il portatile e 1 su 1000 comunica nei blog.
Solo questa – per me – puo’ essere la speranza di un cambiamento, scordiamoci destra, centro, sinistra e relative estreme (vabbe’ queste si sono già volatilizzate).
Cittadinanza attiva QUOTIDIANA.
Il nostro tempo a comunicare nei blog passiamolo nel fare cittadinanza attiva on the road e probabilmente ci puo’ essere la possibilità di cambiamento. Nel tempo !
Lavorare quotidianamente nel territorio con la gente e i suoi bisogni è estremamente rock, anzi HARD ROCK !!!
Buona musica per i prossimi anni, allora!
Ileana, io sono tornato, e tu lo sai….anche se sta casa non aspettava me….e a vedere quello che accade ogni giorno, che ha trovato massima espressione nelle ultime tornate, non sonbo più convinto della bontà della mia scelta. Non cambierà mai niente, come non lo ha fatto negli ultimi 100 anni…….chi vuol vedere cambiamento, prepari le valigie. Ormai sono rassegnato.
Triste verità
Mi viene da piangere.
cir, se offrirai 200€ a vasata avrai tanti partecipanti al tuo concerto hard rock
Per chi analizza il discorso della lega con superficialità e soprattutto per comprendere in parte le ragioni della sconfitta, dovuta in larga parte al fatto che la Sinistra non sa offrire un alternativa sul territorio. Per curiosità andate a guardare le percentuali della sinistra nei piccoli paesini dell’Entroterra.
Riporto una riflessione interessante letta su un blog di sinistra:
“La lega non è che superficialmente il partito becero e xenofobo rappresentato dalle sparate di Borghezio, Calderoli, Bossi. La Lega in questi ultimi 10 anni, anche con i soldi di Berlusconi, ha investito a 1000 in formazione dei propri quadri dirigenti e sul contatto immediato con il territorio. La Lega è un partito che ha un cuore dirigente che non si vede ma che è di altissimo livello, preparato sui temi economici e sociali, colto, capace di ascoltare Illy quando va a trovarli nella sede del loro parlamento del Nord, capace anche di concordare su alcuni punti, un gruppo dirigente moderno e vero. Ah per inciso, a parte le sceneggiate dell’acqua del Po, il parlamento del Nord pare essere un posto a grandissimo effetto comunicativo, tipo alto ufficio di rappresentanza istituzionale, perfetto. Questo gruppo preparato raccoglie e utilizza le energie dei militanti, alcuni (solo alcuni) dei quali sono tenuti sempre in stato di coinvolgimento emotivo dalle sparate xenofobe. Pensate che quando si deve parlare di istituzioni con la Lega si va da Borghezio? Sbagliato!”
Bisogna anche da noi il modo di intendere la politica, uscire dai salotti e dalle piazze virtuali
Il discorso di Cir esprime concetti giustissimi. Siamo qui a farci le seghe mentali tra quattro gatti, convinti che la politica si possa fare esclusivamente dalle nostre scrivania. Serve anche questo, ma non solo!
seghe x seghe, mettiamola dunque in altro modo: chi tira fuori i dané o se preferite i piccioli per far quest’immane lavoro pro csx?
se ti metti a fare una cosa del genere in modo serio ed efficace a Palermo ti becchi una pallottola dal mafioso di turno. La Società qui è molto diversa e complessa…
capiscilacosa 😉
la lega tiene sempre attivi e funzionanti i propri gazebo informativi durante tutto l’anno non solo 1 mese prima delle elezioni! L’ho visto. E’ gente che crede a modo loro che bisogna stare costantemente sul territorio. E lo sono perché sono gente operosa da tempo. Sacrificano parte del loro tempo x la collettività, concetto a noi molto estraneo (meglio vedersi comodamente le partite di sky in tv, tanto le cose andranno sempre così qua). A loro modo fanno cittadinanza attiva. E sono molto impegnati nel farlo! Da noi perché non si fa? Perché abbiamo paura che il mafioso ci impallina? Ah che ridere! Comoda e sempliciotta come giustificazione alla non azione (cittadinanza attiva)! Allora non facciamo post nei blog lamentandoci del 65% a 0 o che nulla cambierà mai qua! Prima di dimetterci da siciliani abbiamo una possibilità: provare a lavorare nel territorio (strade,piazze) tutti i giorni, se abbiamo il coraggio!!! Ma quella -come dicevo prima- è roba Hard! Siamo pronti x l’hard rock in sicilia?
Ce l’abbiamo già la gente che sta costantemente sul territorio: taninu u trippusu, u zu piddu, carcagnolo, paluzzu 🙂
Cara Simona, le tue parole suonano come grevi rintocchi di campane dietro a un corteo funebre, tuttavia la Sicilia non potrà mai morire nella mente di nessuno dei suoi figli. Della Sicilia sappiamo cosa apprezzare, la Sicilia ha tanti pregi, tanto quanto basta per continuare a sognarla. CIAO!
Francamente anche io ne ho troppo, mi piacerebbe che una volta ogni tanto in questa terra ci fosse un vero cambiamento, ma ogni volta mi ritrovo a sentirmi dire che andrà meglio la prossima volta.Speravo che ci fosse un dopo-Cuffaro, ma invece ancora una volta mi trovo dinanzi alla più triste e cinica continuità affaristico-clientelare.
Anche io me ne vado,è solo una questione di tempo.Basta.
vogliamo il cambiamento della Sicilia “BELLO E IMPACCHETTATO” pronto da usare come un cellulare nuovo nella sua custodia da negozio, senza sporcarci le mani, senno’….. che schifo non cambia mai niente qua’… e allora ce ne andiamo a vivere altrove al primo contratto offertoci nelle terre “che funzionano”.
Ecco perchè la Sicilia non cambierà mai, mai, mai , mai.
Malgrado cio’ (cioè che non cambierà mai) diremo sempre a noi stessi e a tutti che la Sicilia e’ terra straordinaria, da sognare e fare sognare, splendida!
I siciliani che scriviamo così siamo solo fottutamente patetici agli occhi degli abitanti dei popoli civili, quelli dove emigriamo per andare a lavorare, sognando la nostra bedda sicilia.
come ti capisco io che ci vivo in questa terra non capisco come la gente possa essere cosi ottusa a votare sempre questa gentaglia ,ma più ci penso e più mi aumenta il mal di stomaco ,pazienza siamo abituati a fare gli schiavi e non cambieremo mai.
Sono proprio tristi i vostri discorsi…tristi e rassegnati. Perdonatemi tutti, ma non credo proprio che amiate tanto la vostra terra. Chi ama ocmbatte, non scappa nè tantomeno si dimette…
Io “combatto” tutti i giorni: tra l’altro col traffico, l’arroganza, l’inciviltà, la mancanza dei vigili urbani, il disinteresse di tanti impiegati pubblici, l’assenza di pianificazione e coordinamento nella gestione delle iniziative pubbliche e degli interventi sul territorio, per esempio i lavori alla Cala (sabato e domenica i lavori sono interrotti, come se si trattasse del banale rifacimento delle aiuole di un giardinetto pubblico e non di una delle arterie più importanti della città). Con tutto questo combattere mi dovrei mettere a combattere pure per i “siciliani”? Manco per idea! Ciascuno scopra qual è il suo dovere, poi lo faccia. Io credo che fa parte del proprio dovere l’esprimere il proprio potenziale, se in Sicilia non è possibile lo si fa fuori. Non c’è ragione di dare alla regione più ci quello che essa da in cambio.
“Chi ama combatte,non scappa…”, e allora continuate a combattere,a perdere del tempo,a sprecare del fiato inutilmente con gente che ha una mentalità passiva,rassegnata ma al tempo stesso menefreghista. E intanto gli anni passano,ore ed ore chinati sui libri a studiare con la speranza che prima o poi qualcuno ci raccomanderà per entrare in quella famosa ditta ed essere sfruttati 10 ore al giorno per beccarsi solamente 600 euro al mese (in regola?). Mi dispiace ma io non ci sto,preferisco godermi la mia bella Palermo in estate,nel pieno del suo splendore e tuffandomi nel suo limpido mare di Settembre. E con la certezza che i miei figli non avranno mai un futuro qui ma altrove,in ambienti e contesti dove potranno sviluppare ed esprimere tutte le loro risorse/potenzialità.
Io non ho intenzione di combattere per il cambiamento di Palermo.
Mi sono trasferito al nord è sto bene quì.
La Sicilia sta fallendo quindi la cosa migliore da fare è scappare non tentare di cambiarla.