Acqua
Un piccolo incidente di viaggio, mi ha invitato a riflettere sull’inesattezza di certe informazioni. Palermo, Punta Raisi, qualche giorno fa. Arrivo in aereoporto dopo una giornata di lavoro, trafelato come al solito. Non sono uno di quelli che arrivano all’ultimo momento, quando vado a prendere un aereo, ma quando, spesso, gli unici posti rimasti sono quelli sull’ala, accanto al motore o nei posti di centro (quelli che odio di più). Ma qui la storia è un’altra. Sono arrivato in aereoporto, ho fatto il mio buon check-in e sono andato a fare una colazione. Quindi ho comprato una bella bottiglietta d’acqua fresca e un quotidiano, e mi sono messo in fila al vero check in cui se non arrivi in mutande sotto lo scandaglio magnetico poco ci manca. Ho riposto nella cassettina in moplen tutti gli ammenicoli con cui sono solito viaggiare (telefonino, ipod e cuffia, occhiali da sole, giornale, libri vari) e quelli con cui è bene viaggiare (un portafogli per i documenti, i biglietti, la cintura per tener su i calzoni, qualche monetina spicciola). E la bottiglietta d’acqua.
“Questa qui non gliela possiamo far passare”, “La bottiglietta d’acqua?”, “Sì!”, “Ma l’ho presa appena adesso, ed è ancora chiusa”, “Regolamento. Ma se vuole può berla adesso!”, “Adesso?”, “Certo, se la vuole consumare adesso può farlo”, “Qui e adesso? Non posso farlo giù in sala d’attesa?”, “Forse lei non capisce quello che le sto dicendo, signore, o la apre e se la beve tutta qui, ora, oppure non la posso fare andare oltre, oppure la butta!”, “E se mi va di bere prima dell’arrivo dell’aereo, cosa devo fare?”, “Può prendere una bottiglietta d’acqua al bar qui sotto!”, “E che differenza c’è, scusi?”, “La differenza sta nel fatto che quelle di sotto sono accuratamente controllate da uno staff dell’aereoporto, e sono sicure!”, e dinanzi al tono perentorio dell’ufficiale di Polizia ho “buttato” la bottiglietta d’acqua chiusa, appena comprata, perché, evidentemente, si danno due opzioni: a) dopo l’11 settembre anche una bottiglietta d’acqua può diventare un mezzo di sabotaggio, o un’arma contundente, o il minaccioso contenitore di una bomba, di produzione della casa imbottigliatrice; b) il bar al piano di sotto mi avrebbe fornito, ricomprandola, una bottiglietta d’acqua “sicura”.
Ma la cosa non finisce qui. Al piano di sotto, in tutta evidenza incazzato per aver buttato un euro e cinquanta in un cestino dell’immondizia, sono andato a comprare la mia bottiglietta d’acqua “sicura” e fresca. Altro euro e cinquanta e una domanda al barman: “Mi deve scusare: che tipo di controlli si fanno sulle bottigliette d’acqua qui sotto?”, “Prego?”, “Certo, glielo spiego subito: mi chiedo che tipo di controlli si fanno sulle bottigliette d’acqua che, poi, potranno salire sull’aereo rispetto a quelle che vengono vendute al bar del piano di sopra.”, “Sono le stesse bottigliette e la stessa acqua” mi ha risposto candidamente il barman, e io “In che senso le stesse? Che qui non si fanno particolari controlli sulle bottigliette?”, “No. Il fornitore che le porta sopra è lo stesso che le porta sotto”, “E quando le porta sotto nessuno controlla niente, non vengono apposti dei certificati di controllo, non le rilascia nessuno una ricevuta che queste bottigliette sono state opportunamente controllate?”, “No, sono uguali uguali a quelle di sopra”, “Le stesse?”, “Già, le stesse!”, già!
In quel momento sono arrivate le hostess che hanno aperto il varco per andare a prendere l’aereo e il mio pensiero “acquatico” si è dissolto effervescente nel bagaglio a mano, alla ricerca del biglietto e dei vari documenti necessari all’imbarco. Ma poi, stappando la bottiglietta, è risalito su, una volta per tutte: pensando a tutti i mezzilitri d’acqua impunemente buttati intonsi nei cestini dell’immondizia per mancanza di una corretta informazione, segnaletica e verbale, negli scali aereoportuali; pensando a tutte le idiozie legali (norme, cavilli, busillis e omissis vari) di cui ignoriamo l’esistenza e in cui la nostra vita è immersa, contro i quali non abbiamo armi né risorse; pensando che, tutto sommato, basterebbe operare dei semplici controlli sulle informazioni che si danno, per cui si perdono tempo e denari, dimostrando, almeno a se stessi, che non tutte le informazioni sono corrette quando vengono date solo sulla base di asserzioni non accertate. Ecco il motivo per cui tendo a parlare, in lieve equilibrio col rischio della monotonia, soltanto delle cose che conosco.
diciamo che l’errore sta più nella disinformazione che nella norma in sè: perchè la ratio del regolamento è essenzialmente che anche se non c’è differenza tra le due bottigliette, quella di sopra rimane comunque di provenienza incontrollabile o non si sa cosa uno ci fa dopo che la compra e prima del posto di controllo. Mentre si presunme che quella di sotto sia più sicura perche dopo il controllo uno non ha i mezzi per “contaminarla” o chissachè…
xchè nn gli dicevi che fai la differenziata e nn “potevi” buttare la bottiglia in un normale cestino? 😀
Cosa analoga mi è successa con l’acqua di Fatima.
Mi si dirà:
“Ma a Fatima non ci sono fonti taumaturgiche dalle quali prelevare l’acqua miracolosa”.
Questa cosa nessuna nonna lo sa.
E siccome a Fatima sembra che conoscano benissimo i “desideri” delle nonne i cui nipoti sono in vacanza in Portogallo, tra stellari e madonne dentro nevicattoli vendono pure piccole ampolline di non meglio precisata acqua di Fatima.
Il problema si presenta al famigerato check in all’aeroporto di Lisbona.
“Questa non può passare”
“Ma guardi che è acqua di Fatima”
“Se vuole la può bere”
“Sì ma se la bevo non ho più bisogno di prendere l’aereo: allargo le braccia, le agito un po’ e a Palermo ci arrivo da solo!”
Posso garantirvi che tutto quello che “entra” in sala d’imbarco viene accuratamente controllato e deve superare i metal detector,i controlli radiogeni e i rilevatori di esplosivi. E’ evidente che la bottiglietta che vendono “fuori” è la stessa di quella che vendono “dentro”, ma, come dice giustamente Tanino “quella di sopra rimane comunque di provenienza incontrollabile o non si sa cosa uno ci fa dopo che la compra e prima del posto di controllo”.
Al prossimo viaggio CAMMELLO DOCET!
Non sono daccordo, c’è scritto dovunque in aeroporto che ci sono delle restrizioni sui liquidi da portare a bordo, e per di più queste novità sono state introdotte da quasi 2 anni, ormai lo sanno tutti.
Ed è giustissimo per la sicurezza di tutti che le bottigliette d’acqua non vengano fatte passare al check in, per ovvi motivi non si deve permettere alla gente di portare acqua da casa a bordo ma è meglio fargliela comprare in aeroporto direttamente, è più sicuro
(anche se concordo sul fatto che l’acqua del bar della zona imbarchi debba essere “certificata”). Immagina se in tutti gli aereoporti degli u.s.a la gente fosse libera di salire l’acqua a bordo portandola da casa, cosa ci vuole a riempire la bottiglia di liquido altamente infiammabile ma trasparente come l’acqua?
p.s. a te con 1,50 di acqua ti è andata bene, c’è chi lascia lì anche le bottiglie di vino e profumi.
Più che di “sicurezza”, mi pare si tratti di “economia&spreco”…
bè… senza offesa, ma mi sembra tu sia una persona che prende spesso l’aereo, non lo sai che le bottigliette acquistate prima dei controlli non si possono scendere giù in sala?
concordo con te che possa essere un provvedimento esagerato perchè sai di essere una persona onesta, come lo sono io, ma non c’è alcuna prova che l’acqua che compri prima dei controlli sia stata acquistata dentro l’aeroporto, neanche se presenti lo scontrino.
è per la nostra sicurezza.
bulgakov, la potevi mettere in valigia, come ho fatto io con l’acqua presa alla fonte miracolosa della madonna di Caravaggio.
a dire il vero credo che le norme di sicurezza siano differenti da aeroporto ad aeroporto.. da palermo ho visto passare cannoli e cassate con tanto di imballaggio che ne certificava la provenienza “esterna” allaeroporto. lo scorso anno, aeroporto di malpensa settimana prima di Natale… un tipo avanti a me col panettone, ai controlli gli chiedono “ma dentro ci sta la crema?”…..beh indovinate la risposta perchè il panettone è finito direttamente nel cestino. ora mi chiedo…. perchè la ricotta non è considerata possibile arma chimica e invece l’acqua si? penso al panettone…..avrei voluto dire al tipo “mo lo apriamo, lo mettiamo in un tavolino, e chi vuole fa uno spuntino prima dei controlli”….chissà come era la crema…..sicuramente una bomba!!
ci lamentiamo della scarsa sicurezza, ci lamentiamo dei troppi controlli… purtroppo quando si stila un qualsiasi regolamento si deve per forza di cose essere rigorosi se lo si vuole poi applicarlo, oppure si rischia di doverlo prolungare con una lista infinita e, comunque, perennemente incompleta di eccezioni: in casi come questi purtroppo il buon senso deve andare a nanna per lasciare il posto solo alla sterile applicazione ottusa.
Presumo che la mia personale disinformazione dei regolamenti abbia nuociuto alla bottiglietta, e meno all’esercente che l’ha venduta. Ma il caso vuole che (1) si trattasse di una bottiglietta ermeticamente chiusa, con allegato uno scontrino di un euro e 50 di quattro minuti prima, (2) per dimostrare che non si tratti di una sostanza da usare per il dirottamento aereo basterebbe “consigliare” al portatore sano di berne una parte (perché tutta?), (3) la certificazione dell’acqua, o di ogni singola bottiglietta, mi pare tecnicamente improbabile soprattutto per la quantità di tempo da impiegare nell’operazione e si potrà, forse, certificarne un pallet o una confezione (ma poi, praticamente, in che maniera si può certificare la bontà dell’acqua?), (4) se la mia intenzione è volutamente malvagia, e sapessi in anticipo degli eventuali controlli al check, comprerei direttamente l’acqua “certificata” per offendere (007 docet). Insomma, mi pare che basterebbero delle informazioni date meglio (anche al garzone del bar) e una reale certificazione con un’acqua differente per sanare il rapporto tra chi vola (eventualmente con l’acqua di Fatima) e chi rimane a terra.
http://www.enac-italia.it/SecurityInformative/Informativa.htm
quindi è dal 04/10/06 che questa norma è in vigore. per uno che viaggia spesso dovrebbe essere oramai una prassi, come spegnere il telefonino.
comq, 1) se io fossi un terrorista potrei praparare la bottiglietta, acquistarne un’altra in aeroporto che getteri prontamente. cosi avrei una bottiglietta ed uno scontrino. 2) gli esplosivi non sempre sono veleni: sono esplosivi! e per un martire un po di liquido amaro cos’è? 3) la bottiglietta non passa non perche c’è acqua ma perche non si conosce chi la porta che puo essere un potenziale terrorista: secondo te al personale di volo sequestrano le bottigliette? no! ovviamnte non si controlla il contenuto di ogni bottiglietta di tutti i bar oltre i punti di controllo ma si indaga sui soggetti che lavorano al bar e sui loro fornitori. 4) non l’ho proprio capito che vuoi dire. saro scemo, che ce vo fa’ . 5) quando si vuole fare polemica un argomento si trova sempre. 6) io controllerei anche le scarpe.
questa norma è di una stupidità unica, davvero da deficenti, le cassiche fobie da malati mentali che hanno negli usa e che ci siamo fatti contagiare in europa
Caro DOMENICO, purtroppo le persone come te sono quelle che mi fanno imbestialire ai varchi di sicurezza aeroportuali: gente che viaggia poco e pretende di farsi le regole su misura, discute lunghissimi minuti mentre io sono dietro ad aspettare che qualche agente pazientemente gli spieghi come funzionano le cose negli aeroporti.
Non ci basta tutta la confusione… sono proprio i viaggiatori pignoli come te che mi fanno perdere inutilmente tempo.
Se tu avessi avuto la creanza di guardarti intorno in maniera più accurata avresti visto decine di cartelli che spiegano anche ai bambini cosa si può o non si deve portare.
Ne avresti visto uno proprio al banco del check-in.
Per chi viaggia in continuazione, ti assicuro che perdere un solo minuto dentro un aeroporto è assolutamente insopportabile. Se ti avessi avuto davanti non immagini cosa avrei pensato.
La tua pignoleria è tipica di quelli che guidano la Punto: si credono di avere una macchina grande e per questo camminano al centro della strada.
http://it.wikipedia.org/wiki/Blitz_antiterrorismo_del_10_agosto_2006_a_Londra
paco, non so proprio che dirti.
vado a villeggiare vicino all’aeroporto, spesso mi annoio e quando nn ho un ca++o da fare…..,
vado dentro
acquisto una bottiglietta d’acqua
facccio come se volessi partire
e comincio a litigare col poliziotto di turno sperando ci sia una ” missy” dietro.
che scialo, grazie di riempirmi le giornate.
😀
…a proposito…
ultimamente ho trovato del “porto” dentro una bottiglietta a forma di madonnina.
…tsc….le provano tutte…tsc tsc
Caro Domenico, quelle che tu definisci “idiozie legali (norme, cavilli, busillis e omissis vari)” di solito arrivano a costare molto più di un euro e cinquanta.
Comunque, per la cronaca, l’architetto Cogliandro non guida una Punto, almeno non la guidava fino ad aprile 2007. Chi invece guidava una punto era Bulgakov. Poi, grazie all’acqua benedetta, ha fatto affari ed ora guida una mazda.
Specifico. Trattasi di mazda 6 berlina, l’acqua fa miracoli!
GOKU: se tu fossi stato/a davanti, e poi mi avessi spiegato il tuo curioso villeggiare, vista l’originalità, ti avrei chiesto di stappare l’acqua “più”… lì seduta stante! ☺
ALBI: vedi che ci avevo visto giusto sulla Punto di Cogliardo?? Non me ne scappa uno… sono fatti tutti così. Più le detesto, più me le trovo davanti. Ogni volta che c’è un intoppo, stai sicura che è sempre colpa di una Punto. Quanto poi alla Mazda 6, che ho guidato e mi piace, diciamo che bisognerebbe indagare a fondo su come si possa passare da una Punto ad una Mazda, senza una Ford Focus in mezzo (l’evoluzione risicata della Punto).
amuni e dillo che tutto sto casino è per una questione i cura a tipo lacoste 😀
Prendo in media 2..3 aerei al mese e devo dire che ormai è una norma straconosciuta.
Puntualmente vengono sequestrate bottiglie d’acqua, di olio e, nonostante sia una norma ancora più vecchia, forbicine varie ed eventuali.
D’accordissimo con Manuel Fantoni.
http://www.enac-italia.it/SecurityInformative/Informativa.htm
quindi è dal 04/10/06 che questa norma è in vigore. per uno che viaggia spesso dovrebbe essere oramai una prassi, come spegnere il telefonino.
Non guido la Punto e, mi spiace dirlo, nemmeno una Mazda. Certo, ho imparato (non essendo un viaggiatore assiduo) che le bottigliette (come le forbicette) sono off limits e che stare in fila all’aereoporto per alcuni è insopportabile (mentre per altri può essere uno spunto sociologico, per guardare come si è trasformato il mondo vis à vis). Penso anche di aver imparato che il buon senso non appartenga più alle relazioni tra individui, ma è stato sostituito dalla diffidenza tout court; che d’ora in poi (a) prima di comprare un qualsiasi biglietto di qualunque cosa, mi informerò su norme e interpretazioni come fanno tutti gli altri esseri umani, (b) prima di uscire di casa controllerò il mio cognome sulla carta d’identità, nel caso che chi esce di casa non fosse me, e (c) porrò particolare attenzione alle mie scarpe. [PS: Goku, qualora fossi lì lì per sperimentare sistemi d’intrattenimento per viaggiatori in coda, chiamami!]
Caro domenico, intanto controllare il documento non è un’idea malvagia, ( alle scorse elezioni volevo votare con la scheda elettorale di mia moglie… ) e sopratutto, invece di guardare le tue scarpe, guarda quelle degli altri. ( http://www.repubblica.it/online/mondo/esplosivo/esplosivo/esplosivo.html )
Grazie Manuel dell’avvertimento. E di bombe d’acqua, palloncini, gavettoni e simili ne conosci?
😀
Ti dico di più, caro amico: aereo da Trapani a Pantelleria. Nel bagaglio a mano avevo la panna liquida (volevamo fare il cheesecake appena arrivate!) e ci dicono di buttarla. Noi protestiamo, ma la tipa è irremovibile. Ma non la butta, se la tiene nel banchetto (l’avrà usata per cena!!). Il meglio però è che nella borsa avevo scordato un meraviglioso COLTELLINO SVEDESE!!! Quello a Pantelleria c’è arrivato! Bei controlli, complimenti!
Lo scrivono sui siti delle compagnie aeree, nelle email di conferma del biglietto elettronico, nelle agenzie e ai check ci sono volantini e stickers incollati sui banconi. Dulcis in fundo sui cartelloni installati prima dei varchi… anche ammesso che qualcuno non abbia mai viaggiato dal 2006 e che sul sito enac navighino in pochi, perchè costa così tanto rispettare una regola così chiara e semplice?
Curiosità aggiuntiva, perchè Palermo è l’unica destinazione al mondo da e per la quale al momento dell’imbarco la gente si accalca creando un imbuto, invece di fare civilmente la fila per due?
Vedete che ci vuole sempre un poco di buon senso? D’accordo sulle regole e sui cartelli che impediscono l’accesso di pericolosi oggetti di offesa. Se io dico che ho appena comprato una bottiglietta d’acqua, lo accetto, mi si può non credere ma, al tempo stesso, non mi si può rifilare per vera una informazione falsa (la balla dell’acqua “certificata”). Non è che se uno ha la divisa deve per forza essere lo specchio della verità. E poi, appunto (coltellino svedese), passano sviste colossali.
Aggiungo (traendolo dal sito Enac) che “nel bagaglio a mano, ossia quello che viene presentato ai punti di controlli di sicurezza aeroportuale, i liquidi consentiti sono invece in piccola quantità. Essi dovranno infatti essere contenuti in recipienti aventi ciascuno la capacità massima di 100 millilitri (1/10 di litro) od equivalenti (es: 100 grammi) ed i recipienti in questione dovranno poi essere inseriti in un sacchetto di plastica trasparente e richiudibile, di capacità non superiore ad 1 litro (ovvero con dimensioni pari ad esempio a circa cm 18×20). Dovrà essere possibile chiudere il sacchetto con il rispettivo contenuto (cioè i recipienti dovranno poter entrare comodamente in esso). Per ogni passeggero (infanti compresi) sarà permesso il trasporto di uno ed un solo sacchetto di plastica delle dimensioni suddette”.
Le bottigliette vendute al banco in aereoporto sono da 500ml, quelle che si trovano in alcuni distributori automatici sono da 200ml. A voler essere rompicoglioni 100ml corrispondono al contenuto di mezzo bicchiere di plastica, regolamentare. Ovvero, in italiano, non esiste la possibilità (e per fortuna, no?) di portarsi appresso questo pericoloso liquido, tranne che… Invito Goku a presentarsi al check-in con un sorso d’acqua…in bocca!
Allora Domenico, già la giustizia non è una scienza esatta e l’interpretazio legis, spesso, compie voli in cielo come se avesse subito un’inondazione di acqua di Fatima, ma tu non devi insistere.
Il limite sulla quantità di liquido è sempre e solo riferito a ciò che proviene dall’esterno. Una volta passato il controllo, in aereo ti puoi portare 1 litro di Sensi di Armani, 2 tubetti di Pasta del Capitano, 3 confezioni di crema idratante, 4 litri d’acqua, cavoli tuoi poi se, sulla scaletta dell’aereo, barcolli con una zavorra sulle spalle.
Che poi dietro tu possa vederci un business che impone il luogo degli acquisti, sarà, ti resta sempre però la possibilità di imbarcare il bagaglio.
Le regole ci sono e le informazioni sono chiare.
Da tutto quanto leggo sopra se ne deduce che siamo (e uso il plurale) un poco polemici e che abbiamo nel DNA la tendenza a volere cadere “a dritta” anche se la colpa è nostra in quanto non siamo ben informati, non abbiamo fatto caso ad avvisi messi da tutte le parti, non abbiamo seguito fatti di cronaca che risalgono all’agosto 2006, etc.etc.
Il tutto cercando ragioni logiche magari “ad personam” (“…non si vede che sono affidabile, non ho la faccia da terrorista ed è plausibile che l’acqua l’abbia comprata un istante fa?”). Il “grano salis” certo ci vorrebbe da parte degli addetti, ma in questo caso non si può discutere al controllo sicurezza su limiti e disposizioni tassative e sovranazionali! L’unica sbavatura dell’addetto è avere definito “certificata” l’acqua quando avrebbe dovuto dire che era la sua provenienza “certa” se acquistata al duty free, dopo il controllo sicurezza. Anch’io ho dovuto lasciare una bottiglietta di profumo visibilmente non piena, per il solo fatto che nella bottiglia c’era scritto un quantitativo superiore a 100ml.
Che poi ci siano delle incongruenze è vero. A mia moglie con neonato al seguito, a Londra (dove dopo il 10 agosto 2006, oltre ad applicare queste regole controllano sempre le scarpe) hanno fatto lasciare le forbicine del bimbo, però poi in top e business class ti servono il pranzo con le posate e i coltelli d’acciaio…
Albi, io non voglio fare polemica tout court e, per quel che mi riguarda, la possiamo spicciare qui. Non solo (e confermo la mia ignoranza e le possibili sviste), sono anche uno che, per quanto può, rispetta le regole: e infatti, la prima bottiglietta l’ho gettata. Ma se poi ci sono palesi incongruenze? Da una parte si segue una normativa fino a spaccare il capello in quattro (facendoti spogliare per l’abluzione di onde magnetiche, in maniera che facciano più effetto del dovuto) e dieci metri più avanti quella stessa normativa è carta straccia (per non parlare, come scrive R.M., del surrealismo in top class). Questo non capisco, solo questo.
Secondo voci indiscrete pare che qualche giorno fa sia stato fermato all’aeroporto di Punta Raisi un uomo di mezza età, che vestito di bandiere azzurre, gridava ai check-in, in segno di sfida:
«Io sono Acqua! Io sono acqua!»
Pare che non l’abbiano fatto passare.
Pare.
Appresa la notizia, l’Enac sta provvedendo all’invio di un cartone d’acqua da sei bottigliette all’indirizzo dell’architetto Cogliandro, con le sue più sentite scuse per non aver riconosciuto l’Acqua in persona.
p.s. Domenico, ti vogliamo bene e un bicchiere d’acqua per te ci sarà sempre.
All’aeroporto di napoli le mozzarelle non passano, a linate e malpensa i panettoni vengono sequestrati, i cannoli e le cassate ho visto che passano a palermo ma poi vengono imbarcate negli altri aeroporti? (quando il volo non è diretto? boo?