Ho sognato James Brown
James Brown era James Brown. Difficile da spiegare. Un watermelon man che suonava la rivincita dei neri d’America a colpi di funky.
James, vestito da bandiera americana, sulle note di Living in America, era oltre.
James Brown, per quanto poco lo conoscessi, era una superstar come poche ne esistono al mondo. Imprendibile James. Inarrivabile Brown.
Ed io, con i miei diciassette anni boriosi, di James Brown non sapevo quasi nulla.
In fondo James Brown, nel mio immaginario, aveva una folta schiera di fans interplanetari osannante. Una folla che lo portava simbolicamente in spalla mentre lui, agghindato a stars & stripes, rivendicava le tonnellate di cotone che suo padre aveva raccolto negli anni, immaginando l’Africa e inventando il blues. O forse no. Ma mi piaceva pensarla così.
Io ho visto James Brown dal vivo.
Da lontano, pareva reggere il palco con un dito. La forza dirompente di un uomo leggenda, un privilegiato. Un uomo capace di rendere il sangue come una bibita gasata mentre il suo ensamble intonava la purezza del funky e del soul.
James Brown l’ho visto in concerto laddove io ero solito stirare la prima alla mia moto. Assurdo ripensarci, a distanza di quasi quindici anni.
Ho visto James Brown, divinità black, esibirsi in un posteggio a Partanna, in un periodo in cui, forse, non è che tutta questa folla lo portasse simbolicamente in spalla.
Il pubblico, rigorosamente gratuito e poco interessato, aspettava con ansia I got you – I feel Good, perché ai tempi c’era Antonio Albanese e Frengo e Stop. Avessi detto a James Brown che il suo brano era diventato un tormentone da fanatici della Gialappa’s non avrebbe capito. O forse mi avrebbe detto: “Amici di Italia uno ma soprattutto amiche di Italia uno”. In fondo, era tutto così irreale che forse era un sogno.
Per fortuna, il brano arrivò quasi subito. I pochi curiosi intonarono la canzone imitando le mosse di Frengo per poi dileguarsi in fretta. Mi dileguai anch’io, mentre il percussionista volava dalla sua postazione. La purezza del funky non si intona con un posteggio di Partanna. Lì, dove James dava sudore e anima, io ci facevo le sgommate.
Lì dove James Brown intonava e gridava io, qualche anno più tardi avrei intonato e gridato imprecazioni con gli occhi in su. Tutta me l’hanno aperta la macchina. Tutta. Lì, dove qualche anno prima, James si dava, con il cuore e con l’anima.
James Brown a Partanna è un ricordo grottesco. Come uno di quei sogni, miei, che quando li racconto mi guardano tutti strano.
Girai le spalle a James scusandomi, un po’ mortificato. Lo barattai con un gelato e un pensiero fisso in testa: “Avrò anch’io a breve un telefono cellulare?”. Ragazzini. Fu strano ricevere qualche mese più tardi, in regalo, proprio un cd di James Brown. Ascoltandolo e riascoltandolo diventai un suo fan, in un periodo in cui, forse, non è che tutta questa folla lo portasse simbolicamente in spalla. Mi piaceva l’idea di avere un idolo demodé. E mi piaceva pensare che io James Brown a Partanna non l’avevo mai visto. Che forse era Rocky Roberts. Che era un imitatore. Che ancora una volta avevo esagerato. Ragazzini.
Grazie all’American Black Festival c’è stata a Palermo di conoscere dal vivo tanti grandi della musica “nera” e non solo.
Un concerto che ho ancora ben impresso nella memoria (anche perchè erano le prime uscite che facevo con la ragazza che poi sarebbe diventata mia moglie…) è quello che fece “il più vecchio adolescente del mondo” come amava definirsi e cioè Rufus Thomas, uno dei padri del funky.
Si presentò sul palco, a quasi 80 anni, in calzoncini corti militari e gli anfibi…
Una sezione ritmica trascinante, con lui che improvvisava macchiette sul palco. Fantastico!
…c’è stata in passato a Palermo la possibilità…
Scusa, non vorrei essere dissacratorio, ma James è stato anche colui che andò svariate volte in prigione per aver picchiato la moglie, rapine a mano armata, uso di stupefacenti, detenzione armi, risse, guida in stato di ebrezza ed allucinogeni,.. non so, non riesco ad amare i contro-eroi, i maledetti,..
Io c’ero al concerto di Bagheria, primi anni 80. E con me tanti che James Brown lo hanno “portato in spalla” fin dalla prima adolescenza. Esperienza indimenticabile, fantastica, emozionante!
Oggi su un canale di Sky, non ricordo quale, passa di tanto in tanto il documentario sulla vita, pubblica e privata, del “Minister of new heavy super funk”.
Veri appassionati del Godfather of soul non perdetelo!
io ho sognato che una volta mia madre scappava con gianni morandi, avevo 15 anni e mi ricordo ancora il senso di libertà che ho provato e la delusione al mattino…ma, questo c’entra poco forse col post (tra l’altro molto carino)! dovresti scrivere più spesso…
Fabrix, grazie per aver citato il mitico “funky gallo”. Zucchero c’ha fatto mezza discografia sulle sue note 🙂
Mausig: hai fatto foto?
va bene, va bene così 😀
Un mito troppo esagerato. Soprattutto quando, per rimproverare la moglie che gli aveva fatto trovare la bottiglia di whisky mezza piena, la butto dalla finestra (alla moglie).
Un mio personalissimo mito. Living in America è stata la mia canzone preferita per tutta la seconda metà degli anni ottanta.
I suoi capelli hanno fatto scuola nelle migliori parrucchierie per signore anziane.
Un grande.
Mr Dynamite.
rob lo snob: ragionando così dovremmo falcidiare un buon 90% della musica. E non solo quella leggera. Chissà che succedeva nelle corti tra un madrigale e l’altro 🙂 (vedi la storia di Gesualdo da Venosa).
Totò: ti dedico questa che la sto ascoltando mo’. http://it.youtube.com/watch?v=xF31yIwiLQw
So che apprezzerai.
Se non ricordo male,James Brown,ed anche Joe Cocker,vennero a Palermo,negli anni d’oro di Orlando,e furono ricevuti dal Sindaco a Palazzo delle Aquile.Qualcuno ha ricordi più precisi?
Sto apprezzando…
Pare la presigla di Sanford & Son.
E comunque a me di JB, oltre ai capelli, mi piacevano gli anelli. (in realtà me li immaginavo come impronta bassorilievo sulla guancia della povera moglie).
SIGNORI SIGNORI SIGNORI
(tranquilli non è un’asta televisiva)
Questo ragazzo qui … è è è è …straordinario, il suo modo di ricordare, di trasformare i ricordi in “scritti”, scrivere così ….
SIGNORI! questo è un grande!.
Samuè … io c’ero!
Ero lì tutto ingessato con una tibia rotta ( incidente col motore, ma mentre tu sgommavi fratellino, io lavoravo come Kunta Kinte, uno mi prende in pieno e…BOOM …, visto che ormai era successo …… e pagava l’INAIL ….., un pò di riposo e fantastica estate).
Ma ti ricordi pure le 2 gnocche che ballavano con lui?
… mmmmmmm … forse no, hai ragione, eri picciriddo, tu facevi le sgommate allora …,
… io …..facevo!
😀
Io c’ero,quando il palchetto del secondo batterista,crollo’a terra…
Tengo ancora conservata,la bacchetta”originale” che mi lancio’ il batterista
Che ricordi!!!
Goku: ero più adulto a 17 anni che oggi ehehhe. E grazie di cuore!
nissa: ti ricordi pure che il tizio cominciò a sfanculare tutti? Soprattutto quelli che ridevano (me compreso).
Totò: C’è anche la versione (piuttosto fedele) rifatta dai Massive Attack nel 1990. S&S fantastico…
no,non mi ricordo bene,ma tanto contento non doveva essere…
..io questa non la ricordavo, ho chiamato un vecchio “compà” ch’era con me quella sera, e se lo ricorda (ragazzo tu m’impressioni), mio ” compà” mi ha ricordato anche che la sera dopo fu ospite Ornella Vanoni che se pur grandissima s’accollò una bordata di NOSTRI fischi dichiarando: ” ma che ha di particolare la luna a Mondello? è uguale dappertutto”;
Ricordi anche questo?
eccheppalle…si titola un post suca e un vafanculu scherzoso e invidioso verso chi ha visto james brown dal vivo da parte di uno che non potrà mai farlo spinnando da una vita come un cornuto manco si può scrivere? ci voleva la faccina? amunì, che fa, non si capiva?
Goku la Vanoni me la persi perché l’indomani l’Italia chiamò (Taranto). Però, sempre lì, prima di James, ci fu Cocciante. E chiedi al compà se ricorda quali dita della mano si alzarano sulle note di “Cervo a Primavera” 🙂
Taranto??
Che eri in marina?
Che anno era?? È capace che a chiamariti ero io, non italia.
Il 94 of course. Quell’anno si segnalano tre eventi di rilievo: la vittoria politica di Forza Italia, la sconfitta dell’Italia in finale di coppa del mondo e i miei 18 anni festeggiati al “bar Mix” di Taranto. E tra questi tre eventi non so quale sia il più deprimente 🙂
orrido bar mix di taranto, chiuso nel 2000 per spaccio di droga e spero mai più riaperto….
purtroppo avevo 13 anni durante quei concerti, tropo piccolo, troppo interessato ad altro…
ciao
se fosse stato il 95 ti avrei chiamato io.
E comunque il tuo fascicolo è passato sicuro dalle mie mani.
(avrai ottenuto il rinvio o avrai presentato qualche domanda di nulla osta)
Ciao Samuele, anch’io, che sono do Partanna, quella sera ero li. ti ricordi la data o quanto meno l’anno?
Anche io ero a Partanna e vorrei sapere che anno era…..spettacolo fantastico