Questo è suo!
Sono stato ad assistere ai fuochi del Festino, da via Messina Marine. Nel casino, nella tolleranza, nel disagio, nell’improbabilità più totale in cui si vengono a mescolare razze, religioni, identità, colori, odori, suoni, occhi, gambe, braccia, motori, bibite e bancarelle. Ci sono stato con mia figlia. Lei era stanca per aver tirato così tardi, ma i fuochi li voleva vedere tutti; io ero stanco di quella promiscuità, ma deciso ad andare fino in fondo e tenerla sveglia per evitare di portarla in braccio (la cosa si poteva fare fino a otto anni fa, ma adesso è alta più della metà di me) fino a casa. Insomma, ce l’abbiamo fatta.
Ma il ritorno a casa, come tutti i palermitani sanno, è stato una sorta di esodo, un vagare epico, un nostos dentro flussi e fiumane di corpi, talvolta controcorrente, cercando, io, di difendere la posizione e la difficoltà ad orientarsi di una donna alta mezzo metro in meno rispetto al resto del mondo percepibile. Continua »
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