Nuova intimidazione per Di Martino
Stanotte una Fiat Uno rubata è stata data alle fiamme nei pressi del bar Di Martino e il fuoco ha danneggiato il locale. Andrea Di Martino, che ha ceduto le quote alla figlia Alessia, aveva denunciato i suoi estorsori Maurizio Spataro, Michele Siracusa e Calogero Pillitteri permettendone l’arrresto e aveva già subito un danneggiamento a maggio.
che trishtezza…meno male che i giudici continuano a spronare (praticamente minacciando di rovinare chi tace) gli esercenti a parlare…”oramai NON c’è più ALCUN MOTIVO per tacere!!”
Se questo è il risultato non mi stupisco se ancora il 99% dei taglieggiati di Palermo preferisca finire con il nome su qualche libro mastro per conservare intatta l’attività e, perchè no, la pellaccia
Ammiro chi parla, ha parlato e parlerà…lo ammiro dal profondo del cuore…però compatisco e comprendo anche chi ha paura a farlo!!
Al posto di proclamare che oramai a Palermo il pizzo sta diventando “una brutta storia del passato” si impegnino CONCRETAMENTE ad aiutare chi decide di dare un calcio nel culo a ‘sti maiali!
…ah…che tristezza immensa!
ps: la prima volta che andrò a mangiare un panino fuori con la mia ragazza DI CERTO mi andrò a mangiare un bello cartoccio classico e patatine con origano seduto al fresco!! Alla faccia di ‘sti stronzi!! E mi auguro di incontrare, oltre ai cittdini che di solito frequentano questo posto (per solidarietà ancor prima delle cose buone e del buon nome che si è conquistato questa azienda), tutti i giudici del pool antimafia che ogni giorno parlano ai TG di come Palermo stia diventando una città “pizzo free”!
ANDIAMO TUTTI DA DI MARTINO a mangiare!
William non è una cattiva idea, è l’unico modo in cui possiamo esprimere seria solidarietà. Poi ditemi, sono ancora buoni i panini da Di Martino? 😀
@Monica: ovviamente! Se sei a dieta panino con fesa, grana e pepe…se sei indegno/a cartoccio quello classico pieno di formaggi e salsa rosa…rigorosamente con wurstel
@Beny quando sono a dieta il panino non lo mangio(e t assicuro che lo sono spesso). Quando ho il piacere di soggiornare a Palermo la parola “dieta” non appartiene al mio dizionario 😀
Mo che a Palermo non ci sto, mi rapisti na fami ca un t’ummaggini. Prossimamente garantisco che quel panino sarò mio 😀
Cmq io non scherzo, e ribadisco che secondo me è un’idea da non sottovalutare 🙂
Non mi va di fare polemiche , però qualcosa devo proprio dirla .
I giudici stanno sul serio “minacciando” chi non denuncia i propri estorsori , quindi di fatto non cambia nulla .
Mi spiego meglio .
Vero è che se Tizio proprietario del locale “Y” finito sul libro mastro del mafioso “Z” , quando il mafioso di turno finisce al fresco il titolare dell’attività decide di denunciare , ma lo fa solo per evitare il peggio e non per combattere il pizzo .
Infatti chi in questo periodo sta denunciando guarda caso è chi era presente nel libro mastro dei lo piccolo .
E Gli altri ? Non pagano o preferiscono non parlare ?
Certo che se la protezione che viene data a chi decide anche se “forzatamente” di parlare è la stessa di quella data a Di Martino non c’è da sorprendersi che molti optino per il silenzio .
Ad ogni modo vorrei fare una domanda a cui molti di voi possono dilettarsi a dare una risposta .
Come mai molti commercianti ( spesso tra i più famosi e quindi più ricchi ) non compaiono e non sono mai comparsi sui libri mastri ?
O addirittura su alcuni accanto alla cifra che avrebbero dovuto pagare era scritto un bel “NO” , che significava quel no ? E che significa quando ci sono commercianti che non vengono taglieggiati e storicamente non lo sono mai stati ?
A voi le ardue sentenze .
luca… io so perchè c’è uno di quei no…
ma non posso parlare
stavolta non metto il nick… ha scritto il 21 Luglio 2008 alle 20:14
luca… io so perchè c’è uno di quei no…
ma non posso parlare
Ahahahahah 😀
Grande commento e grande trovata quella del nick omertoso 😛
Geniale 😉
Non conosco la lista famosa, non c’ero quando è successo e attraverso il Corriere non mettono queste liste 😀
Però a senso, e facendo funzionare il cervello la risposta è : perchè sono nel giro. No?
Ricordo ad esempio che nel libro che ho già citato, Ho ucciso Giovanni Falcone, Brusca raccontò beatamente che il Charleston di Palermo era un posto rinomato per i mafiosi. Ovviamente immagino non da latitanti e come Cuffaro non sapeva chi fosse Aiello, perchè un ristoratore deve conoscere un mafioso?
Luca ma il Charleston c’era nella lista?
Solidarietà…solo solo perché fa le patatine con le erbe più buone di Palermo 🙂
@Zelig: bravo! bella idea! Così gli affari non gli girano e mandano 150 cristiani a casa…con buona pace degli estortori e delle famiglie dei suddetti 150 cristiani!! Sai quanto gliene frega del titolare che paga il pizzo ad un cassiere che lavora anche la domenica fino alle 21 di sera anche il 31 dicembre e che prende 750€ al mese?
@Luca: e chi può sapere chi è stato taglieggiato e chi no? Non esiste un “archivio storico” dei taglieggiati! Fino a qualche anno fa era protetto da segreto di stato! Soltanto adesso cominciano a spuntare i nomi di chi si “ribella”! Fidati, come disse una persona saggia a me molto cara “se a Palermo non paghi vuol dire o che sei mafioso (e come tale dici di pagare per sviare i sospetti) o gli affari non ti vanno bene!”
fame ragazzi basta -.-
Cmq il pizzo non si paga solo a Palermo o in sicilia..
Meno di un mese fa hanno incendiato un negozio a Milano ed il motivo era lo stesso…
Per aprire attività all’interno dei nuovissimi e rinomati centri commerciali paghi tangenti da paura..
Certo da noi il fenomeno è scandaloso.. ricordate che hanno chiesto il pizzo anche a Clooney e Pitt?
che figura -.-
se qualcuno non conosce ancora la lista degli esercenti a cui veniva imposto il pizzo può tranquillamente leggerla sulle pagine di repubblica on line, qua http://palermo.repubblica.it/dettaglio/I-pentiti-raccontano-lazienda-racket/1415373
@Vassily :
vero! le miglori patatine la rosmarino della città!
Cmq non scherzo, se un contributo che non siano solo parole può esserci, è quello di andare a mangiare da Di Martino.
Panino migliore? ARCOBALENO!
Ragazzi ma quale Di Martino hanno danneggiato? Oggi sono passato da Via Mazzini e sembrava tutto tranquillo…..
grazie fabius.
Innocenzo a studio aperto hanno fatto vedere via Mazzini ed hanno intervistato lui quindi nn erano immagini di repertorio.. poi non ho guardato con attenzione 🙂
Poche ore fa ho invitato a disertare una catena di supermercati che dalle ultime indagini, compresi i pizzini di Provenzano, è emerso che sono gestiti direttamente dalla mafia. Quindi, di proprietà della mafia, non che pagano il pizzo come ha capito Beny, che ha fatto in tempo a rispondere al mio post prima che fosse censurato da Rosalio che non ha tollerato questa mancanza di “RISPETTO”.
Sono d’accordo con tutti quelli che hanno suggerito come segno tangibile di solidarietà e sostegno di andare a mangiare lì, è stato anche il mio primo pensiero…
Quello che non riesco a “digerire” è (non c’è l’ho con Rosalio, la notizia è apparsa così su molte testate) per quale accidenti di motivo, mentre il sig. Di Martino sottolinea che il locale non è più suo, si scrive molto candidamente che ha ceduto le quote alla figlia, per poi meravigliarsi che continuino a minacciare lui!?! Per me il messaggio è chiaro: PAGA TU SE NON VUOI CHE CE LA PRENDIAMO CON TUA FIGLIA.
Qualcuno potrebbe obiettare che la mafia non ha problemi a farsi una visura alla camera di commercio o comunque a reperire questo genere di informazioni, ma perchè servirgliele su un vassoio d’argento!!!
ma i mafiosi mica fanno una visura! Per loro il posta vale tot; se poi è del padre, della figlia o è tutto intestato al canarino a loro poco gliene importa!
Beny, quindi secondo il tuo ragionamento quando devono chiedere il pizzo lo fanno al primo tizio che incontrano nel locale/esercizio commerciale o sperano di beccare qualcuno con su scritto sulla fronte TITOLARE?
Secondo te perchè si chiama criminalità organizzata? Sono molto più tecnologici e preparati di quello che ci immaginiamo, non è che solo perchè Riina (per fare un esempio) a guardarlo in faccia sembra un “viddano” o perchè Provenzano usa i pizzini anzichè le e-mail, vuol dire che un mafioso non sappia usare tali mezzi…
Il tuo ragionamento semmai si può applicare al pesce piccolo.
Non so perché Di Martino abbia ricevuto questi danneggiamenti. Le indagini sono ancora in corso, o meglio sono appena iniziate. Comunque non credo sia il caso di gettare alle ortiche i passi avanti che si stanno facendo nella lotta al pizzo. Ricordiamoci che tanti altri commercianti hanno denunciato e non gli è successo nulla (e nello scrivere questa frase incrocio le dita per il futuro). Soprattutto tanti commercianti hanno aderito ad addio pizzo e hanno dichiarato di non pagare o di non aver mai pagato, e nessuno di loro ha avuto di recente problemi con la mafia. L’unico modo per sconfiggere la mafia e il pizzo è unirsi, farsi forza con l’associazionismo. Se il singolo commerciante è solo non basterà nessuna scorta a proteggerlo realmente. Se i commercianti si uniscono tutti e dicono tutti no al pizzo la mafia non potrà più imporre nulla.
E’ giusto che la nostra solidarietà vada a Di Martino e a tutti i commercianti che, con coraggio, testimoniano contro gli estorsori, ma non mi sembra il caso di prendersela con i magistrati o col Questore, come si è letto in alcuni commenti, che stanno facendo un magnifico lavoro e rischiano anche loro ritorsioni se lasciati soli.
ma e’ ovvio che sanno di te pure quanta carta igienica usi!dico soltanto che se prendono di mira un posto non basta un cambio di gestione a modificare i piani! Per loro di Martino vale,chesso,5000€ l’anno..chiunque sia il titolare paga!
crediti josh..le cose sucedono e magari non si vengono a sapere. E cmq io non critico la magistratura; critico chi si lancia in facili trionfalismi, con chi propone di boicottare chi ha ancora paura e con quelli che in
nome del, giusto, ideale antimafioso diventa estremista,nn comprende la difficile realta’ delle cose e vive in un mondo di puri ideali..
Beny, evidentemente ci siamo capiti male… Sono perfettamente d’accordo con i tuoi ultimi interventi, è ovvio che un cambio di gestione non modifica i piani, ma perchè spiattellarlo sul giornale… perchè vanificare il disperato tentativo del sig. Di Martino di allontanare l’attenzione da se e dalla sua famiglia, questo non mi va proprio giù!
SCusate eh, io credo che vista l’inusualità del caso il Signor Di Martino abbia tenuto a precisare che si tratta ancora di Pizzo a scapito di chi magari avrebbe potuto millantare si trattasse di questioni personali.
Visto che ad altri non è successo, e come dice Josh71, sono stati fatti dei passi avanti, facile che magari qualcuno avrebbe potuto pensare “chissà perchè ce l’hanno con il Signor Di Martino”, sottolineo Signor, non con il locale in se.
Josh71, ho sempre ammirato i tuoi interventi, ma quest’ultimo lo condivido solo in parte ed ho le stesse perplessità di Beny circa la “realisticità” dei propositi antimafiosi.
Ringrazio il cielo che nè io nè una persona a me cara si sia mai trovata in una situazione come quella descritta nel post, ma se cerco di mettermi nei panni di chi riceve certe richieste, il primo sentimento che provo è il terrore per le ritorsioni che si potrebbero verificare… non parlo naturalmente della paura di morire ma di una semplicissima tanica di benzina riversata davanti alla saracinesca e data a fuoco, i danni all’attività penso che sarebbero ingenti, mentre risalire a chi a compiuto l’intimidazione sarebbe molto difficile, per non dire impossibile a meno che il locale non sia dotato di videosorveglianza esterna.
Per quanto il concetto appena espresso sembri inneggiare all’omertà, tengo a precisare che sono per la denuncia ma non me la sento di condannare coloro che se la pensano trecentomila volte prima di farlo.
Cara Pieruzza, ti ringrazio per i simpatici complimenti per gli altri interventi. A parte questo, condivido abbastanza quello che dici. Sono assolutamente consapevole che denunciare il racket è molto difficile, perché le possibili ritorsioni sono tantissime e, per quanto si possa essere protetti dalla polizia, si vive sempre con la paura di essere colpiti. Chi trova il coraggio di denunciare ha la mia più totale ammirazione. Lo spirito del mio commento era quello di non gettare la spugna. La lotta al racket è dura, complicata e sicuramente lunga. Che i mafiosi possano provare a intimidire qualcuno che ha deciso di denunciarli è prevedibile. Quello che proprio non riesco a sopportare è che i siciliani debbano pensare che non ci sia speranza di liberarsi dalla mafia.
Zelig, fermo restando che questo non è il luogo delle lamentele e dei chiarimenti relativi ai commenti, sappi che in Italia il boicottaggio è reato e l’istigazione al reato anche. Come sempre il commento rimosso violava la policy.
Caro Josh71, grazie per il chiarimento!
Sono un’estremista dell’intolleranza alla prevaricazione e all’uso della violenza per ottenere i propri scopi, quindi non credo che troverai qualcuno più d’accordo di me sul fatto che i siciliani non devono soggiacere a questi vigliacchi (mi sono espressa come un libro chiuso?)
“Se i commercianti si uniscono tutti e dicono tutti no al pizzo la mafia non potrà più imporre nulla”
queste parole mi hanno fuorviato, mi hanno fatto pensare ad un eccessivo idealismo, che è pure necessario che ci sia, ma di contro mi è subito balenato il pensiero “chi si trova in questa situazione se ne fa ben poco degli ideali”.
Riflettendoci meglio mi rendo conto che intendevi che gli dobbiamo togliere la terra sotto i piedi a poco a poco, che per quanto quando si arrestano vengono sostituiti da nuovi “adepti”, ci sarà la contrapposizione dell’abitubine alla denuncia e quindi nuovi arresti, di conseguenza prima o poi a certi elementi passerà la voglia di prendere questa strada e in questo immaginario tiro alla fune l’avrà vinta la squadra dei “buoni”.
Un paio di mesi fà avevo scritto che l’unico modo
per costringere gli imprenditori e i commercianti
a denunciare gli estorsori era la revoca della licenza,e la messa all’asta dell’attività.Questo gesto fortissimo deve essere accompagnato dall’impegno dello stato a garantire la sicurezza di chi denuncia e l’inasprimento delle pene ( fino all’ergastolo,al 41 bis)per chi delinque.Chiedere il pizzo deve esssere equiparato alla stessa gravità di chi uccide.Perchè di fatto si uccide la libertà delle persone che vogliono
lavorare liberamente e si uccide l’economia di un’intero sistema e di Regione intera.Chi di fatto non collabora con si rende complice di questo delitto e quindi non possono esseregli attribuiti i requisiti per continuare ad aveve le licenze e fare impresa.
Vorrei proprio vedere i “picciotti”di fronte al rischio
di beccarsi un’ergastolo e un 41 bis per avere chiesto un pizzo di 500 euro come si comporterebbero.Se poi lo stato si prendesse carico di fare da garante con le compagnie di assicurazioni per tutelare i commercianti
contro i danneggiamenti da racket allora il ragionamento diventa : se pago il pizzo lo stato mi chiude l’attività e mi revoca la licenza,se non lo pago e denuncio lo stato mi protegge e mi garantisce con l’assicurazione.Nel giro di qualche anno non converrebbe piu’ chiedere e pagare il pizzo.
P.S.i negozi confiscati li facciamo gestire ai ragazzi di Addio Pizzo e tutte le altre associazioni che devono garantire i posti di lavoro e la trasparenza della gestione.
@Invisibile: ecco…queste sono le “esagerazioni” di cui parlavo! In poche parole chi ha paura di perdere tutto perchè lo stato non lo aiuta come dovrebbe essere punito come un delinqunte! Certo…in una società utopica dove tutti gli estortori vengono arrestati 20 minuti dopo aver chiesto un panino con le panelle si potrebbe fare…ma oggi…è pura utopia!
Se tu guidi la macchina senza assicurazione,o in stato di ebrezza(e non ammazzi nessuno) la minima cosa che ti fanno e ritirarti la patente,nessuno ti tratta come un criminale.Io penso che bisogna dare dei segnali forti
senza criminalizzare nessuno.I commercianti scritti e pubblicati negli elenchi sono stati gentilmente
invitati a denunciare,sono stati messi a disposizioni
psicologi e assistenti sociali.Tutti abbiamo capito le loro paure.Ci sono stai dei risultati evidenti.
Ma quelli che non denunciano diventano complici per paura.Se tra 10 anni la normalità diventa : qualcuno
che entra a il pizzo ( rischia l’ergastolo)e io lo denuncio perchè mi sento protetto dallo stato e non dalla mafia,e se non lo faccio e vengo beccato mentre pago il pizzo (dopo gli psicologi) rischio la chiusura dell’attività….se questa fosse la normalità anche tu
carissimo Beny potresti goderti il tuo panino con le panelle.
@invisibile: ma nella teoria io sono con te al 200%!! Il problema è che quello da te proposto è il risultato di un processo lungo e, ahime, in un paese come l’italia probabilmente irrealizzabile!!
Se in italia vi fosse certezzza della pena (non con giudici che fanno scarcerare assassini ed estortori per decorrenza dei termini), rigidezza della pena (no che qua tra infermità mentale & co. praticamente si può ammazzare un cristiano e farsi manco una notte in guardiola) e se vi fossero fondi, risorse e volontà ferrea forse tra 30 anni il feomeno pizzo potrebbedirsi sconfitto.
Magari un giorno il panino conle panelle celo mangeremo in una città migliore 😉 offro io!!
@ Benny
Sai cosa ha fatto finora il 90% dei commercianti che decide di aprire un’attività in qualsiasi zona di Palermo?prima ancora di chiedere la licenza,prima ancora di chiedere i permessi,prima ancora di chiamare
gli operai e assumere personale sai cosa fa caro Benny?
lascio in sospeso questa domanda e vediamo chi mi risponde!!
chiede il permesso.semplice
Ps:dai non parlarmi con fare supponente 😉 se proprio devi carlo almeno chiamami Beny con una n sola!
farlo…non carlo…faccio a pugni con il touchscreen dell’ipod
scusami sono distratto figurati se ti tratto con supponeneza Beny :-)!!
Chiedere il permesso!!
Esatto !!!era una domanda troppo banale che sappiamo tutti ma che non è mai trata provata.
Significa che il nostro commerciante chiede informazioni sullo zio Totò di turno del quartiere
e chiede un incontro per chiedere il permesso e umilmente domandare se dà fastidio con la sua attività.
Diciamo che commette un reato ancora prima di quelli
che se lo cucineranno a fuoco lento se lo cucineranno a vita.Tu questo come lo chiami!!!Io dico che accetta di pagare ancora prima che glielo vanno a domandare il pizzo.Bisogna interrompere questo circo micidiale,questa
connivenza da master&slave,questa sindrome da ssottomissione…..e poi tutto il resto che ci siamo detti.
Accetto il tuo panino amico mio a presto!!
Credo che alla fine siamo tutti più o meno d’accordo. Forse alcuni di noi hanno qualche speranza in più di altri e, forse, sembriamo più idealisti e quindi vorremmo che fosse più visibile la voglia di riscatto e di libertà dalla mafia. L’importante è non trovarsi divisi di fronte a questi assassini e prevaricatori. Il coraggio, piano piano, viene fuori se le persone (in questo caso i commercianti che denunciano) trovano conforto e aiuto negli altri e non si sentono isolati e abbandonati.
Ciao a tutti, hai ragione Beny..ci son passata. Si discuteva ancora il progetto per come realizzare il ristorantino e già bisognava andare a chiedere “il permesso” allo zio di turno. Mi sono ribellata, ho preso la mia valigetta in cartone con i MIEI soldi (tanti) e sono andata via. Toscana, VERSILIA (e chi nn la conosce, è così bella in TV vero?) Primo anno “divino” e poi….e poi tutto il mondo è paese. Noi abbiamo la nomea, ma anche lì esiste il marciume, eccome….forse più di qui. Morale della favola, adesso a 47 anni mi ritrovo senza 1 cent, tantissimi debiti e senza un lavoro….ho perso tutto. E adesso?
@ luca reina
dovresti essere nei miei panni.
più che criticare dovresti comprendere ed al massimo tentare di convincermi.
stavo per scrivere quali sono i motivi che mi inducono a stare zitta, ma sono solo fatti miei.
gioie e dolori miei.
Forza Palermo. Bravo di Martino (non mi interessa perchè solo adesso). LIBERIAMOCI dall’oppressione dell’uomo mafioso, dell’uomo parassita e vile che con la violenza vuole vivere del lavoro altrui.
COMUNICATO STAMPA ASS.ADDIOPIZZO E ASS.ANTIRACKET LIBERO FUTURO.
Palermo, martedì 22 luglio 2008
Mobilitazione per Di Martino
Libero Futuro, il comitato Addiopizzo e la Fai hanno sostenuto sin dal primo momento la scelta dell’imprenditore Di Martino di denunciare i propri estorsori. Per questa ragione ci mobiliteremo perché sia garantita la massima sicurezza dell’attività in attesa delle valutazioni degli inquirenti sull’atto intimidatorio della notte fra sabato e domenica.
Da qualche anno a questa parte, è la prima volta che un imprenditore riceve una così grave intimidazione dopo aver denunciato e qualunque sia lo scopo di un tale attentato faremo di tutto per evitare che altre azioni del genere si ripetano.
Le forze dell’ordine stanno intervenendo adeguatamente. Invitiamo per tanto i cittadini, gli imprenditori e le istituzioni a stringersi attorno all’imprenditore, alla sua famiglia e ai suoi 25 dipendenti.
……………..
se ognuno fa la sua parte e mi riferissco :ai cittadini,alle associazioni di categoria(PA-confindustria,confcommercio ,confesercenti etc..etc..)alla politica(comune-a quando la costituzione parte civile contro gli estortori???)allora il CORAGGIO si può trovare cosìcome lo hanno trovato ALTRI.rICORDATEVI CHE prima nnon denunciava NESSUNO!
Pequod
Ieri sera sono stato da di Martino per mangiare con mia moglie e mia Figlia. Io ho denunciato concussione tangenti e mafia.si sono occupati di me pure le iene.l’unica solidarietà me l’ha data il genero di di Martino che mi ha riconosciuto. Gli altri nei vari blog e commenti.hanno scritto solo lo schifo che io prima ho mangiato e quando mi hanno tolto il piatto ho denunciato. Ognuno con un nik sa fare il Togo. Io ho messo la faccia