Ai tempi r’u zu’ Nenè
Io devo dire di non averlo mai conosciuto. Ne io ne la mia famiglia. Siamo troppo poco ’ntisi per conoscerlo. I tempi r’u zu’ Nenè/Vicè/Peppè/altri vari abbreviativi erano un po’ come quelli che narrava mia nonna…quelli che narravano un po’ TUTTE le nonne “durante il fascismo si dormiva con le porte aperte!!!”. Tutti noi sapevamo che, alla fine della fiera, era ‘na mezza fissaria ma, in fondo ci piaceva immaginare un mondo in cui la notte potevi dormire con l’uscio spalancato per fare entrare l’aria fresca! I tempi r’u zu’ Nenè erano un po’ così…con mio sommo disappunto!
Vengo e mi spiego: alla base di tutto sta uno degli assiomi fondamentali del sistema mafioso: il controllo del territorio. Ai tempi che furono, i primi mafiosi, detti stuppagghiari, si sostituivano ad uno stato latitante per proteggere, previo pagamento di un tributo, i contadini, i loro terreni e per dirimere alcune controversie che, altrimenti, sarebbero sfociate in faide familiari.
Poi il sistema mafia si evolse, si corruppe e si trasformò in quella belva feroce che conosciamo oggi come Cosa Nostra. Continua »
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