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lunedì 18 nov
  • Vucciria, l’abbanniata della vita

    Piazza Garraffello

    Conosci la Vucciria? Il tenore della domanda è quasi retorico, certo che la conosco. La conoscono tutti i palermitani, tutti i rosaliani e tutti i turisti che vengono a visitare Palermo. Al suono di questa parola, gli amanti della storia dell’arte visualizzeranno immediatamente la maxitela di Guttuso, magari confondendo il luogo con l’opera, ma poco importa: l’equivalenza “Vucciria = mercato” verrà comunque rispettata.
    Navigando un po’in rete ho trovato qualche notizia sulla storia di questo mercato, sul suo nome che deriva dal francese boucherie (macelleria), sulle abbanniate così tipiche dei nostri bazar. Oggi il termine nel nostro dialetto vuol dire “confusione”: quando siamo insieme agli amici o quando litighiamo con qualcuno è fare vucciria.
    Su internet i molti video che ho trovato descrivono una Vucciria morta, luogo da guida turistica, rimasta soltanto buccia. Case disabitate, saracinesche chiuse, pochi commercianti che vendono a prezzi poco competitivi.
    I volti della Vucciria sono i volti dei vecchi che non sanno abbandonare il proprio luogo d’origine: ogni venatura del pavimento a grossi mattoni ha un senso perché ricorda qualcosa. Nei loro racconti gli anni ruggenti di una Vucciria che non tornerà più: di un mercato vivo, ricco di merci e di persone che facevano venire la confusione. Prima c’era movimento fino a tarda notte, e le botteghe riaprivano già alle quattro del mattino. La Vucciria non dormiva mai.
    Oggi la Vucciria cos’è? È un’opera d’arte, è arte essa stessa, perché un artista gli ha dato popolarità. A chi mi riferisco? A Guttuso o a Uwe? Ad entrambi ovviamente, perché tutti e due hanno saputo dare al mercato quella fama tipica di qualcosa che appartiene all’incantato mondo dell’arte. Guttuso dipinse, nel 1974, un mercato che era già forse in decadenza o che possedeva già i germi del declino (come mostra quella carne viva, così esposta, a dare il senso della morte). Uwe ha reinterpretato il declino tingendolo di vernice: la Vucciria sembra una di quelle modelle anoressiche che, indossando un vestito firmato sotto le luci dei riflettori, diventano assolutamente irresistibili.
    C’è un altro aspetto che mi incuriosisce, ed è proprio questo che mi ha spinto a scrivere: la Vucciria by night. Contro la Palermo degli aperitivi bene e delle serate a Mondello (sottointeso che io non ho nulla contro Mondello, ringhiere a parte è posto che adoro) c’è la serata con birra Forst alla Vucciria.
    Perché la Forst? Perché costa un euro e cinquanta ed è imbottigliata a Palermo. Per certuni la Forst è diventata l’unità con cui si misura il budget del sabato sera (un po’ come il petrodollaro misura il rincaro-benzina o il Big Mac l’inflazione nei paesi industrializzati). Agli angoli della strada capita spesso di vedere ragazzi fare conti su come far quadrare il numero delle Forst e i panini a tarda notte.
    Confesso, ci sono stata tante volte. Un’amica mi ha detto: “non l’avrei mai immaginato che frequentavi certi posti” . Ma qui la serata liquida si cristallizza sotto i raggi del primo sole. Prima delle cinque non puoi smettere di ballare, anche se l’odore forte del piscio misto al fumo della salsiccia arrostita che sale dalla fontana del Garraffaello a volte ti fa venire la nausea più dell’alcool che hai mandato giù.
    La consolle è una vecchia baracca che vendeva sfincione, con un adesivo mezzo strappato dello sponsor della serata. Dietro un’edicola votiva: come a dire “Dio sa e tutto vede”.
    Qui trovi gente completamente diversa: qualche borsa Louis Vuitton, molti capelli rasta, misto a ragazzi che io amo definire normali perché mi sembrano come me. L’anima della serata sono però gli studenti Erasmus. Spagnoli, polacchi, inglesi: sono loro la vita della Vucciria. Loro, al contrario dei palermitani, non dimenticano i luoghi simbolo della città, non possono farlo. Molti vengono a Palermo conoscendo soltanto quattro o cinque luoghi tipo e ignorando per gran parte del loro soggiorno tutto il resto. Ma non possono accontentarsi della Palermo da cartolina. Mentre noi siamo intenti ad inseguire le mode del momento, chiedendoci quale sarà il locale più cool di quest’estate, l’occhio del forestiero dà nuova luce ai luoghi della tradizione. Chiedendo un po’ in giro – me lo dicono sempre che sono intrigante – ho saputo che il “flusso notturno” è iniziato qui quattro anni fa. Per me le abbanniate della Vucciria non sono più quelle dei venditori di pesce, sono le urla del sabato sera.

    Ospiti
  • 37 commenti a “Vucciria, l’abbanniata della vita”

    1. bel post. Brava.

    2. Confermi quindi che la vera Vucciria sta davvero morendo!
      E tutto ciò è molto triste!

    3. Complimenti, è un pezzo scritto molto bene, con garbo ed eleganza. E poi sei giovanissima, ma dimostri già una certa maturità stilistica. Brava.

    4. Vivo non lontano dalla Vucciria e spesso vado a fare la spesa lì tra i negozi sopravvissuti alla globalizzazione dei supermercati. Ci vado a piedi con il carrellino che una volta era prerogativa soltanto delle persone anziane, io che anziana non sono, lo trascino con orgoglio fra quei vicoli adesso silenziosi e che nei miei ricordi di bambina erano l’espressione più bella del marketing alla siciliana.
      Le abbanniate, quanto mi mancano. Spesso succedeva che i venditori trascendevano dalla pura esaltazione della bontà dei loro prodotti e così cominciava quel meraviglioso scambio di battute fra un negoziante ed un altro. Potevano trattare di tutto, spesso erano insulti, altre volte avvisi, soprattutto rivolti ai venditori di sigarette di contrabbando, del passaggio di poliziotti in borghese, altre volte complimenti per una bella ragazza di passaggio. Era un vero spettacolo e lo rimpiango con la consapevolezza che non tornerà mai più. Come sono stata fortunata, questo ricordo io ce l’ho. E so anche che la colpa è nostra se la Vucciria è sparita, si, noi Palermitani che amiamo andare a vivere in quei quartieri nuovi, dove tutto è anonimo, dove “è facile posteggiare”, dove i nuovi quartieri sono uguali a quelli di tante altre città di Italia. Fra qualche anno quando i turisti cercheranno la Vucciria potremo loro rispondere andate a Palazzo Steri è li che trovate il quadro. Il mercato non c’è più.

    5. Bellissimo post, i miei complimenti.
      Almeno sotto il profilo formale.

      Sotto quello sostanziale non posso non addolorarmi per quanto dici. Io, per esempio, sono anni che non ci metto piede. Ma non per snobismo, io abito poco lontano, proprio perche’ non mi viene comodo per i giri che faccio.

      A questo punto devo cercare di rimediare…

      Saluti e ancora complimenti

    6. qualche anno fa, di ritorno dalla spagna dove conobbi le sigarette “Fortuna”, allora quasi sconosciute in Italia, tra un bicchiere di zibibbo e uno di sangue di sicilia sorseggiato con gli inseparabili amici alla taverna azzurra, mi recai al tabacchino proprio in via dei maccheronai e, nel dubbio se quelle sigarette fumate a bilbao per un mese, che tanto mi erano piaciute (complice il prezzo contenuto),fossero reperibili anche qui, chiesi al tabaccaio: “Scusi, chi ch’avi Fortuna?”, e lui, serafico, lanciandomi il pacchetto sul bancone, mi rispose serissimo “Cuci’, a’ mia è tutta bravura”.
      evviva la vucciria e tutti i suoi abitanti.

    7. la vucciria è morta per una serie di motivi che, a mio avviso, sono quegli elementi che formano la base delle moderne società occidentali.
      tuttavia (e mi preparo a ricevere pietre giovanili in pieno volto) non penso proprio, decisamente, assolutamente che il defibrillatore -vitale al cuore- della vuccirìa siano gli scapestrati giovinastri che, sera dopo sera, insozzano quei vicoli già estremamente malandati; se vogliamo considerarli pur sempre una forma di vita abitante quelle deboli arterie disastrate e cadenti, forse potremmo al massimo paragonarli a batteri.
      Non sono un nazista, e sono molto giovane anch’io. E però penso sia effettivamente esagerato ed addirittura nei confronti della nostra città (così densa di storia e di cultura) capovolgere i termini della nostra delicta identità: le abbanniate possono anche essere morte, tanto ci sono gli urletti “alternativi” dei novelli ubriachi? io penso che questo sia un po’ come un bel colpo di mazzuolu sulla testa della statua del genio di Palermo o, ancora meglio, un’ipotetica serie di cartelloni pubblicitari di mc donald’s e compagnia bella sull’architrave del teatro Massimo, dove è scritto qualcosa di particolarmente vero e gradevole.
      Per chiudere, vorrei precisare che il mio non è un discorso diretto ad una specifica categoria di uomini: per spiegarmi, non ce l’ho con chi finge di essere rastafariano facendosi i dreads, o con chi si porta venticinque cani appresso (non condivido comunque, ma non è questo il punto della situazione catastrofica), visto che comunque disprezzo anche coloro che fanno le stesse cose (ossia bere e annullare il contenuto del cranio) in luoghi dove per l’ingresso ti chiedono diverse decine d’euro.
      ora uccidetemi pure

    8. certo che l’igiene………

    9. Cosa e’ oggi oggi la Vucciria rispetto a decenni fa?
      Prima era un luogo dove girava un economia sana e diffusa, per tutti i commercianti. Un economia sana porta benessere sociale.
      Oggi il mercato sano dei prodotti in mostra è morto e sepolto.
      Domande:
      cosa resta dietro i 2 locali dove vanno a bere economiche Forst ed economici rum & cola gli studenti Erasmus ?
      Quale tipo di economia rimane attiva oggi dopo la fine dell’abbanniata e la chiusura dei vecchi negozi, per sfamare le famiglie autoctone ?
      Quale condizione sociale resta per chi vive 24 ore al giorno in quel quartiere, a differenza di chi va a passare 2 orette la sera a bere una Forst in mezzo al tanfo di carne in decomposizione ?
      Penso che parlare di Vucciria oggi, significa dare una risposta a queste “inquietanti” ma spontanee (per me) domande.
      L’arte alla Vucciria puo’ farsi interprete di questi dubbi, senz’altro. Ma ad oggi lo fa, l’ha fatto ? E se l’ha fatto è riuscita nel suo intento ?
      Andare oltre le 3 forst serali probabilmente aiuta a comprendere cosa c’è oggi “oltre e dentro la Vucciria”.
      In conclusione, le urla attuali del sabato sera come si pongono in confronto con le abbanniate quotidiane di tanti anni fà?

    10. Reali complimenti per il post.Leggendo ciò che hai scritto,hai fatto si che si adunassero in me lontani ricordi.Descrivendo in modo così dettagliato la tua visione del luogo vucciria (almeno per come l’ho vissuta),hai procurato in me delle emozioni.Molto brava veramente..

    11. fa non si accenta

    12. La vucciria é difatto morta come mercato, ma da un bel pezzo.
      Sopravvive nelle guide turistiche poco aggiornate, per cui alcuni turisti ci si avventurano ormai disorientati dalle ‘false/vecchie’ informazioni sui luoghi.
      Ho parlato con qualche residuale commerciante del posto, in via di fuga, mi parlavano solo di edifici in via di crollo, di sostituzione del mercato ad un economia di spaccio, ormai quasi la sola economia dei luoghi.
      La Vucciria, difatto, é morta, sopravvive letterariamente, come ricordo, ma difatto non esiste più.

    13. Ciao ragazzi. Io credo che, molto semplicemente, la Vucciria sia morta perchè l’intero pezzo di città di cui quel mercato era il fulcro, è oggi pressochè disabitato.
      Solo ruderi e degrado.
      Quando persone decideranno di vivere quel posto, altre persone decideranno di lavorare in quel posto e magari ricominceranno le abbanniate.

    14. la vucciria è un luogo che mi ha emozionato come pochi altri al mondo, e ho girato un po’.
      vederlo agonizzare sempre di più ogni volta che ci passo mi provoca quasi dolore fisico, tanto che tendo a passarci sempre più di rado!
      non scorgo più niente di quel fantastico suq pieno di colori odori e umanità che mi riempiva l’anima, frutto di contaminazioni secolari.
      poi ho la sensazione che proprio gente come Uwe abbia contribuito al suo decadimento, abbanniate e arte concettuale mal si amalgamano, sono le contaminazioni che trovo meno interessanti e fertili, ma questa è una mia idea personale di determinati artisti furbetti!
      escluse le forst e le urla del sabato sera…bel post.

    15. Torno a casa stasera dopo due giorni di mare (ci voleva) e come sempre – a prescindere che ci sia o meno la mia foto sulle pagine di questo blog – mi ritrovo su Rosalio.
      La mia curiosità per la Vucciria nasce da una scoperta: per il mio compleanno mi hanno regalato un’acquaforte, nascosta da un passepartout. Soltanto togliendo il passepartout ho potuto amminare la delizia di questo piccolo quadro.
      Lo stesso mi accade quando vado in giro per Palermo: cerco di togliere la crosta, la cornice che do, danno o è stata data alla mia città. Cogliere un altro uso e un altro racconto della Vucciria mi ha dato la possibilità di riflettere su quale sia la differenza tra il mondo del turista da guida e il mondo del turista studente, senza avere nè l’uno nè l’altro punto di vista. I vostri commenti mi hanno dato poi la possibilità di vedere quante Vuccirie diverse ci siano e come questo luogo sia ancora fortemente legato alla nostra tradizione.
      Ringrazio tutti i commentatori per le splendide parole (grazie grazie grazie).
      Alla prossima (spero)

      🙂

    16. Peccato, un luogo così andrebbe subito recuperato…

    17. Palermo come napoli (solo una piccola segnalazione. Scusate se approfitto di questo blog che leggo sempre ma so che potrebbe arrivare agli occhi di qualcuno…

      vi copio e incollo il messaggio appena inviato all’Amia. Funzionerà?

      Salve,
      vi scrivo per segnalare che tra l’angolo di via Ciullo D’alcamo e Via Sampolo si trova una
      discarica a cielo aperto!!! Ah vorrei riocordare che siamo anche nel 2008! La situazione è la

      seguente:

      Tempo fa gli operatori Amia hanno deciso deliberatamente di eliminare una serie di contenitori atti alla raccolta dei rifiuti della zona lasciando a disposizione dei cittadini soltanto e ribadisco il concetto “SOLTANTO” numero 2 (D-U-E) contenitori posizionati in un angolo tra via Sampolo e Via Ciullo d’Alcamo! Questi contenitori dovrebbero bastare per soddisfare le esigenze di tutto un quartiere. Il tutto potrebbe anche funzionare se solo gli addetti alla raccolta passassero ogni sera, come in passato, a prelevare i rifiuti dai suddetti. Purtroppo questo non avviene e con nostro sommo dispiacere siamo costretti ad assistere a scenari in stile “Napulè”. Mosche attorno alla “Munnizza” , topi e cattivi odori sprigionati dal tutto! Vi ricordo che attualmente la temperatura media è di 30° circa, pertanto la situazione sta diventando insostenibile. Credo che non ci sia nulla di più degradante! E se, il nostro primo
      cittadino ha deciso che dobbiamo diventare tutti americani e fare varie raccolte differenziate vorrei ricordargli che:

      1. non siamo in america
      2. non abbiamo le strutture adatte per effettuare la raccolta differenziata
      3. se ha deciso di dare una svolta alla nostra educazione eliminando i contenitori della
      spazzatura che ci dia la possibilità di andarla a “buttare sotto casa sua”
      4. vuole una raccolta differenziata? Bene,noi la facciamo, ma mandateci i contenitori adatti e
      piazzateli nell’atrio di ogni palazzo! Ma la dovete ritirare o g n i g i o r n o ! ! ! ! ! !

      Vi ringrazio per la vostra disponibilità e celerità. Ho fatto quello che avete chiesto a mia madre… vi ho scritto. Vediamo cosa succede!

    18. Potrei sapere dove abitate voi. Io alla Vucciria ed ho solo voglia di fuggire via…

    19. Francesca ti prego di rimanere in tema. Grazie.

    20. le cose cambiano e la vita è trasformazione. Un luogo morto è un luogo intatto nel tempo, uno spazio dove non è passato nulla che lo abbia influenzato. La vucciria è meravigliosamente attaccata da parassiti che la suggestionano, l’animano a 360°, l’accarezzano e la violentano costantemente e nel bene e nel male stiamo parlando ancora della vucciria!!! aincora unne moitta!!!

      p.s. Laura, complimenti per il pezzo ma hai dimenticato la galleria d’arte contemporanea di Francesco Pantaleone in piazza Garraffello, considerando che è l’unica galleria palermitana ad essere riconosciuta nazionalmente e internazionalmente pensavo che era giusto citarlo come nuovo parassita!!!

    21. Dove è una galleria a piazza Garraffaello?

    22. la galleria si trova al numero 25 di piazza garraffello
      http://www.fpac.it/

    23. Vorrei suggerire a Rosalio di correlare, per esempio, il post relativo al Centro Isterico (che oggi, come lui sa, fa parte di un libro). Poi mi chiedo che senso ha segnalare un tag su Uwe (off topic?) quando non se ne parla nemmeno nei commenti, già perché il post di Laura, non me ne voglia, mi pare melenso, per quanto aderente alla realtà delle cose. Certo, i blog sono diari collettivi ma questo post mi pare che segni il passo, agostano. La Vucciria, sommersa dalle bottiglie di Forst, sta morendo col placet di chi vuole comprarsela al chilo, non al metro quadro. I “pezzi” delle case e dei beni storici della Vucciria (basti guardare qualche guida turistica di non più di dieci anni fa e confrontarla con una recente) sono stati poco amabilmente staccati dal loro posto e adesso ornano chissà quale altra abitazione, altrove. Guardare per credere. Ci sono balconi da cui non ci si può affacciare, perché non c’è più il marmo. All’interno dei palazzi stanno via via scomparendo i poggiamano delle scale. Le lunette sopra porta in ferro battuto ormai lasciano il posto a varchi lesionati. Mancano persino busti in gesso, o in marmo, dai monumenti storici. Per non dire della pigna bronzea che sovrastava la fontanella di Piazza Garraffello. E nessuno se ne accorge, secondo voi? Lo sanno tutti, e più di tutti lo sanno quelli che non incentivano in nessuna maniera la riqualificazione urbana del quartiere. Già, perché (a scapito del leggendario ma folcloristico degrado) i soldi si spendono alla Kalsa, su Via Alloro, dove appartamenti acquistati in tempi non sospetti a due lire, al metro quadro, oggi valgono diverse migliaia di euro, al metro quadro. Guttuso, come ho già scritto in altro post, ha dipinto un luogo che ormai sta nell’immaginario postmoderno di questa città. L’abbanniata è senza suono, e il futuro di quella parte di città è senza storia.

    24. ma ci stiamo chiedendo della morte di un mercato o di qualcosa nel quale il palermitano avrebbe voluto identificarsi?
      nella prima ipotesi potrei azardare la causa della pur lenta agonia di quello che un tempo fù il mercato della carne.
      I commercianti, si proprio loro scoprirono un bel giorno quanto poco commerciale fosse vendere a prezzi “mircati” a quei borghesi fessacchiotti impiegati delle allora principali banche presenti a Palermo. Cassa Di Risparmio, BNL, BdS avevano le proprie sedi proprio attorno il mercato della Vucciria.
      Già trent’anni fa a Piazza Caracciolo si vendeva il pesce più caro di tutta Palermo, stesso discorso dicasi per la frutta. Il mercato andava sempre più trasormandosi in qualcosa rivolta a pochi, gli indigeni non potevano sostenere i prezzi proposti e migravano verso altri lidi.
      Anche adesso provate a comprare il pesce alla Vucciria, ma anche la frutta, troverete i prezzi duplicati rispetto agli altri mercati popolari palermitani.
      Anche in quelle ormai sparute botteghe di alimentari i prezzi sono di gran lunga maggiorati rispetto a qualsiasi altro supermercato.
      La furbizia del bottegaio ha portato quello che una volta era il più importante mercato popolare palermitano ad essere solo ed esclusivamente una sbiadita attrazione turistica.

    25. Domenico le correlazioni sono automatiche anche se in qualche modo configurabili. Siamo in fase di test.

    26. @Domenico Colliandro: “i soldi si spendono alla Kalsa, su Via Alloro”
      Da quello che scrivi sembrerebbe che su quelle zone vengano spesi soldi pubblici ma posso assicurarti che per, quello che mi riguarda, abito proprio in Via Alloro, “mi abbrucianu ancora i spaddri” per un intervento di manutenzione al palazzo, abbiamo rifatto la facciata e l’operazione mi è costata una cifra non indifferente, una somma che ha fortemente messo in crisi la mia economia familiare.
      Quanto a fantomatici interventi pubblici posso solo dirti che è una pena, la strada è sporchissima ed i turisti, molti quelli che quotidianamente fanno il percorso dal Foro Umberto I (u foro italico) a Piazza Sant’Anna, camminano tra munnizza e materiali di risulta dei non pochi interventi manutentivi agli edifici.

    27. se il mercato storico della vucciria è morto, la principale causa sta nel fatto che i commercianti(parola grossa usata per loro) non hanno investito una lire sul loro quartiere per renderlo più gradevole, e non aspettare la manna dal cielo( comune) che arrivi in aiuto.Ogni tanto un pò di sana autocritica non guasta ,specialmente per noi palermitani, noi siamo i primi che dobbiamo salvaguardare il nostro territorio,mantenendo le nostre tradizioni, seminando bene alla fine i frutti si raccolgono in termini economici e di decoro urbano.

    28. UMA ha espresso perfettamente il senso di ciò che oggi è la Vucciria. I palermitani, non lo dico io ma, statistiche alla mano, sono gli italiani che girano meno il mondo (per turismo si intende).
      Quindi consiglierei loro di fare un salto a Barcellona e vedere cosa ha fatto il comune con i 3 mercati che non hanno forse la storia della Vucciria ma, con un contributo di 50 milioni di euro rivivono in tutto il loro splendore. Si può far la spesa e se si vuole si può mangiare nei ristoranti all’interno degli stessi mercati. Il tutto nella massima sicurezza, ripeto SICUREZZA. Quindi bisognerebbe mettere da parte i ricordi e forse anche la spocchiosità e “pretendere” dalle istituzioni un bel lifting della Vucciria (il più conosciuto) ma anche del Capo e di Ballarò. E il puzzo del piscio sarà un ricordo ma solo delle vecchie generazioni…

    29. Grazie per il link. Comunque anche voi siete in fase di test? Mi ricordo 10 anni fa in questo appartamento di via Garraffaello 25 c’erano veramente molte persone internazionalmente. Non ci sono più? Soltanto un tedesco è rimasto?

    30. caro domenico: io sono il grande sole e guardo tutto il giorno sui miei abitanti nelle affitate piscine della mia grande terra sicilia. e: in una piscina si trova la pigna bronzea della fontana piazza garraffello.

    31. Direi che Uwe ha trovato questo territorio in abbandono e ne ha denunciato grandezza e miseria, Uwe casomai ha osservato, con amore e con un certo ironico-tragico sorriso questo luogo.
      E’ un critico dei luoghi, non certo il responsabile dello stato di disgrazia.
      Lo stato di disgrazia é una sintesi di tutto quello che é stato scrittonormali commercianti a commercianti per turisti;
      :- l’idea di essere ormai un luogo per turisti, da parte dei commercianti della Vucciria, che si sono autotrasformati, da normali commercianti a commercianti in funzione dei turisti, aumentando i prezzi e disaffezionando la clientela locale, che li ha progressivamente abbandonati;
      – Il notevole cambiamento dei residenti con nuclei di immigrati, rivolti spesso allo spaccio di stupefacenti, che i locali hanno tollerato, senza preoccuparsi delle conseguenze, rispetto ai luoghi;
      – Lo stato di precarietà fisica di gran parte delle abitazioni, derivato anche dalla disaffezione ai luoghi dei prcedenti residenti, e dal disinteresse verso possibili nuovi visto il contesto esistente.
      Tutte sono ragioni contribuenti allamorte dei luoghi, l’unica vera, é che non esiste più una comunità di persone, che si identifica con la Vucciria. E’ Stata abbandonata.
      Il quartiereCapo ha una comunità che ci vive e lo difende, anche Ballarò. Alla Vucciria non esiste più una comunità-quartiere-Vucciria.

    32. e allora diciamo peccato che la vuccirai sia stata abbandonata lasciando terreno fertile all’uwe della situazione.
      niente di personale contro uwe, ma quando un luogo con talmente tante stratificazioni perde la sua vita e la sua essenza lasciando spazio solo alla puzza di piscio e alle…boh…di uwe, possono solo arrivare le banche e i furbetti del quartierino a ristrutturare case per radical schic, oppure spianare il tutto per farne una novella viale strasburgo, comunque tristezza.
      e mai più vucciria…ma questo si era capito!
      mi dovrò rassegnare al progresso…

    33. stalker,mi sembri strano, anche volendo dalvaguardare un’opera di uwein relazione alla questione é solo una goccia nel mare
      un’aspetto confinato delle cose.

    34. scusa uma, ma da come scrivi mi sembri stano/a tu.
      puoi scrivere in maniera più chiara affinchè ti capiscano anche gli ignoranti o chi non la pensa come te?!
      non ho capito la grammatica, la sintassi e tantomeno, cosa più importante, il concetto che volevi asprimere.
      non so cosa risponderti.
      grazie

    35. Mamborso ….non ci credo che andresti via dalla Vucciria ….

    36. da piccola con i miei andare ha fare la spesa alla vucciria era come andare in un mondo fatato . migliaia d odori mi stordivano le lucide balate dove cercavi di camminare adagio x non scivolare .e tutto quel ben di DIO PESCE CARNE FORMAGGI ECC. le grosse lampe che illuminavano i banconi pieni di ogni delizia. che bei ricordi. se chiudo gli occhi rivedo tutta la vita della vera sicilia dentro ad un grande mercato fatato. grazie ad un nostro grande pittore RENATO GUTTUSO . guardando il suo capolavoro si suoi tornare con i ricordi ha rivivere la vera PALERMO.

    37. estate duemilatre.ho percorso le strade di palermo lasciandomi guidare da quell’istintiva curiosità tipica del mio carattere.scoprire nei vicoli il suono dei passi sulle balate mi ha riportato alla mia venezia,quella della mia infanzia,quando ,a passo svelto,seguivo felice mio padre nella sua passeggiata preferita al mercato di rialto.era uno spettacolo di bancarelle che si susseguivano trabboccanti di frutta e verdura .e i banchi dei pescivendoli sembravano vendere argenteria tanto era fresca e guizzante la loro merce!e le voci che richiamavano i passanti sembravano canti ..ora la mia rialto di bambina non esiste più,tolti i banchi di legno ,tolti i tendoni varipinti ,i macellai non espongono più le frattaglie e i pescivendoli sono quasi estinti per dar spazio ai venditori di macedonia nei bicchieri plastificati..sento qualche anziano che si saluta dal balcone..forse è l’unico inquilino rimasto in quel vecchio palazzo pieno di spifferi e topi.immaginate allora la mia sensazione quando ho cercato la vucciria!ancora una volta ero testimone del tempo.ancora una volta il luogo aveva perso i suoni e i colori e gli odori perchè forse sarebbe stato troppo oneroso o faticoso mantenerne l’itegrità.anche a rialto, come per la vucciria ,gli studenti al calar della sera ,si scambiano libri e si passano birre baci e canne ma poi se ne vanno come i vampi9ri alle prime luci dell,alba lasciando soltanto il gobbo di pietra ad aspettare i turisti del mattino.eppure io ho percepito nelle pietre della vucciria un fremito di nuovi ideali e il respiro degli artisti che non la vogliono abbandonare all,inedia..grazie uwe grazie mauro d,agati grazie santo eduardo miceli grazie simona scaduto e grazie a queimeravigliosi palermitani che mi hanno accolta e fatta ritornare…p.s.è la prima volta che uso un pc .scusate gli errori e le banalità ma desideravo testimoniare il mio amore per la palermo che mi ha accolta ospitata.e.forse anche addottata .

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