Una recensione di “Pedagogia e arte”
Le opere di Francesco Toraldo, a prima vista, sembrano degli astratti, delle macchie di colore confuse. Poi, avvicinandosi, si inizia a percepire un’immagine sfocata e solo dopo, attenzionando bene l’opera, si riesce a percepire il senso.
Non sono delle immagini veloci, come quelle che siamo abituati a vedere quotidianamente negli spot pubblicitari o nei manifesti per le strade. Sono delle immagini destinate a restare nella mente di chi le osserva. Dopo averle scrutate, osservate, per riuscirne a vedere tutti i dettagli; come quando chi, abituato a portare quotidianamente delle lenti, tutto d’un tratto se le toglie e come prima cosa cerca di mettere a fuoco, poi cerca di vedere tutto ciò che fin a quel momento non aveva visto.
Proprio in questo senso è fortissima la contrapposizione tra la velocità delle spatole di colore che emerge a prima vista e la lentezza nell’apprendimento del suo significato, in tutte le sue parti.
Il messaggio che dà l’autore è forte, così come forte è l’uso del colore: rosso, giallo, blu; sono i colori primari e i colori preminenti nelle opere.
Anche i soggetti sono in movimento, un movimento rapido, come i ciclisti in Volata al tour, come gli uomini che cavalcano in Cavalli, come i ragazzi che giocano a pallanuoto in Pallanuoto n.1 o ancora come i calciatori che rincorrono la palla in Calcio n.2.
A dare la sensazione di movimento non è solo l’andamento del corpo, in altre opere questo movimento è rappresentato dalla musica, che diviene moto interiore percepibile nelle crome dei musicisti di violoncello in Charles Mingus Trio, in quelle del pianista in Don Charles e in quelle dei musicisti di sax in Batton Jazz e in Wayne Shorter.
Francesco Toraldo riesce ad affrontare il tema centrale del movimento attraverso una pluralità di temi: gli sportivi, i musicisti ma anche attraverso elementi della natura come le onde del mare in ‘le vele’ e come le nubi del cielo in Raffica, ma anche, ancora più semplicemente, attraverso la semplice, ma complessa, rappresentazione del corpo umano nella sua nudità.
In tutto questo sta la funzione pedagogica dell’arte di Francesco Toraldo.
Un’arte in movimento ma destinata a restare, un’arte apparentemente appannata ma rivolta all’introspezione, un’arte che stimola la fantasia e la conoscenza.
“ATTENZIONANDO”….
Vi prego correggete.
“ATTENZIONANDO” ?!?!
Ma parli come Cetto La qualunque ? 😮
Manca solo che scrivi “soluzionare” come Cuffaro…
Pessimo, non proseguo nemmeno a leggere.
minchia che siete esagerati, ma però….. Primo: farsi capire. Attenzionando sembra scritto da un appuntato dei carabinieri. Ma capirsi si capisce. E poi Toraldo è troppo bellissimo
Ho capito tutto. E’ un’artista che esprime una semplice complessità, ma lo fa rendendo complessa con semplicità l’idea, forse il fatto stesso, del movimento statico o, al contempo (ma in tempi differenti), della staticità dinamica.
Chi osserva vede e non vede, nitidamente sfocata, una lenta velocità, ma i più raffinati, gli intenditori, gli estimatori potrebbero cogliere una veloce lentezza…E i colori! Ohhh i colori…giallo, verde, rosso, blu….
O.T.
Mi meraviglia una cosa di questo blog.
Ma i commenti sui post pubblicati, per quale motivo hanno quasi sempre giudizi su come e per come è scritto un post? “Mi piace, bravo, hai stile, è scritto bene, devi migliorare, ecc…”
Come frequentatrice di numerosi blog, vedo e considero il commento come una partecipazione a ciò che sta scritto su un post e non una specie di valutazione sulla sintassi e sulla forma, cosa che ho notato accade spesso qui.
Infine, ben vengano le recensioni come questa.
Potrebbe essere interessante e utile leggere il parere o una soggettiva interpretazione di chi è già stato alla mostra.
La lingua è qualcosa di vivo e in continuo divenire, attenzionando è un termine che fa parte del linguaggio parlato. E forse, tra qualche anno, lo troveremo anche nel dizionario della lingua italiana, come molti termini che ogni anno vengono inseriti. A dimostrazione di ciò riporto degli articoli pubblicati su Corriere della Sera, Il Messaggero, La Stampa.
“La lingua italiana cambia e si arricchisce ogni anno di nuovi vocaboli, prontamente registrate dalle nuove edizioni dei vocabolari. (…) È lo Zingarelli 2007, la prossima edizione annuale del dizionario della casa editrice Zanichelli, a registrare oltre 1.700 nuove voci e accezioni, che entrano a far parte delle 136.000 (370.000 significati) che costituiscono il «tesoro» lessicale del più diffuso vocabolario italiano. (…) Nello Zingarelli 2007 entrano parole diventate d’uso comune come «bioparco» (la struttura che ha sostituito gli obsoleti zoo), «aziendalese» (linguaggio tipico di chi lavora in un’azienda), l’aggettivo «lampadato» (chi si è sottoposto all’azione di lampade abbronzanti), il rompicapo sudoku e dal linguaggio della globalizzazione arrivano «new global» e «cooperante». (…) Acquistano l’ufficialitá di parole italiane anche modi di dire colloquiali come «morbidoso», «cicinino», «smucinare», «pulotto» (poliziotto). (…) Tra le 1.700 nuove parole compaiono anche «apallico» (detto di quadro clinico neurologico conseguente a uno stato di coma prolungato), «assistivo» (relativo all’assistenza), «cantierare», «contrattualizzare», «dating», «docufiction», «eurozona», «fitwalking» (passeggiata per stare bene), «guest book», «idropotabile», «media center», «parkour», «rigassificatore», «sicav», «username».. L’aggiornamento annuale del vocabolario Zingarelli, in atto ormai dal 1994, «non è dettato da una moda ma da un metodo», spiegano alla casa editrice Zanichelli, che sottolineano la presenza di «una vera filosofia dietro ogni annualizzazione della più vecchia opera di consultazione italiana».”
19 settembre 2006 Corrriere della Sera
“Da «adsl» a «tronista», da «cinepanettone» a «youtube», passando per «tom tom»,«subprime», «indultare» e «gossipparo», fino al romanesco «noantri»: l’edizione 2009 del vocabolario Zingarelli si arricchisce del nuovo italiano. Termini della televisione, del cinema, di internet, entrati ormai nel gergo comune, diventano così “ufficialmente” italiani. Sfogliare le oltre 140mila voci dello Zingarelli 2009, spiegano i linguisti della casa editrice Zanichelli, è come aprire una finestra sull’Italia e osservare attraverso le parole il «paesaggio» che cambia. (…)”
7 ottobre 2008 Il Messaggero
“ (..) dal tubo catodico nascono neologismi come: «Tafazzi», il celebre personaggio di Aldo, Giovanni e Giacomo che è diventato nel comune parlare un sinonimo di autolesionismo; «tronista», il «belloccio» nato nella trasmissione di Maria De Filippi che è stato adottato dal gergo giornalistico per definire «chi partecipa stando seduto su un trono al centro dell’attenzione»; «gossipparo» (nel gergo giornalistico, chi raccoglie e diffonde pettegolezzi su personaggi noti), professione per antonomasia ideata in Italia da Roberto D’Agostino creatore del sito internet Dagospia; «paparazzare» (fotografare a scopo scandalistico personaggi famosi in momenti della loro vita privata); «cinepanettone» con cui i critici cinematografici identificano i film blockbuster natalizi dei fratelli Vanzina interpretati da Christian De Sica e Massimo Boldi. (…)”
7 ottobre 2008 La Stampa
Il post “Pedagogia e Arte” è un’analisi critica delle opere di un artista, Francesco Toraldo. Il suo fine è quello di invogliare la gente ad andare a vedere le meravigliose opere dell’artista e di aiutare alla comprensione per chi già ha visto la mostra e per chi ha voglia di vederla.
…ma la conoscenza di che!?!
Isabella, isabella…
La lingua è qualcosa di vivo, verissimo, ma tu in questo modo la fai agonizzare. Molto spesso è più apprezzabile incassare, metabolizzare e migliorare. Invece, vizio molto siciliano parte furente la (patetica) difesa d’ufficio.
Caro Selinon,
non sò quanto tu possa intenderti d’arte, visto che gli unici commenti che sai fare sono sui “termini da vocabolario”. Forse tu, hai bisogno di consultare un vocabolario per scrivere una critica, sperando che l’ispirazione possa venirti dallo zanichelli, mentre altri l’ispirazione se la fanno venire andando alle mostre d’arte. Invece di restare “veramente agonizzante” a scrivere critiche sui vocaboli, vai a vedere la mostra di Francesco Toraldo e scrivi una bella critica sulle sue opere, così magari possiamo discutere d’arte, dimmi qual’è l’opera di Toraldo che ti è piaciuta di più.
Io sono stato oggi a vederla.
L’opera più bella per me è “calcio n.2”. E’ l’opera che meglio sintetizza la contrapposizione tra velocità e lentezza. Il primo sguardo percepisce solo i colori, poi mettendo a fuoco si iniziano a vedere i calciatori, la palla, il prato… meraviglioso!
Invece ciò che non riesco a descrivere sono le emozioni che quelle opere trasmettono…sono unscito dalla mostra con un grande sorriso e con un grande arricchimento culturale. I riferimenti di Toraldo sono la pittura fauve, l’espressionismo tedesco e il superamento del cubismo percepibile nel dinamismo futurista.
brava isabella…la cosa piu’ importante e’ il contenuto di quello che si dice…e non la parola sbagliata…non ci fare caso perche’ in questi blog ci sta’ sempre gente che non avendo nulla di produttivo da fare,perde il suo tempo scrivendo commenti “patetici” derivanti da un bisogno interiore di incassare,metabolizzare,migliorare…ma specialmente imparare a mostrarsi e ad avere per prima cosa la competenza per farlo!
Dico subito che le recensioni delle mostre mi risultano sempre ostiche e mi richiedono particolari doti di mimica per non far vedere che ho capito poco. Ma questo è un mio problema dovuto alla rozzezza e all’ignoranza che mi caratterizza. Debbo comunque dire che ancora una volta suscita risentimento e offesa una critica ancorchè se espressa in maniera civile e motivata.
Divertentissimo il commento di gaetano.figlia!!!!
Non si tratta qui di criticare la parola sbagliata, ma se l’intento della scrittrice era di ispirarci a vedere la mostra, beh, per me quello lo ha proprio fallito.
Poi per fortuna non abbiamo bisogno di fare bella
” mostra ” di chissà quale competenza, x apprezzare l’arte basta la disposizione d’animo e l’amore per il bello! Infatti anche il post, come l’arte, deve….
ispirare!
Perdonatela, è solo una laureanda in Architettura, non ha di certo fatto l’Accademia di Belle Arti o la facoltà di Lettere. Per saper scrivere bene una critica bisogna aver studiato Percezione e Psicologia dell’Arte, e magari aver conseguito la specializzazione in Storia dell’Arte. Quello che importa è poter ammirare le opere di Toraldo ed augurargli tanta fortuna per la sua Carriera Artistica.
Cara Jolanda, visto che tu sei sicuramente più preparata mi fai il piacere di inviarci una tua analisi critica così capiamo cosa significa scrivere bene una critica.
Spero che inserisci al più presto una tua analisi critica sulle opere di Toraldo, perchè il mancato inserimento significherà che non sei all’altezza del confronto e che le tue sono solo delle critiche gratuite di chi nella vita sa solo stare dalla parte di chi dice che fa tutto schifo.
C’è un detto che dice: quando senti puzza, prima di occusare chi hai accanto, prova ad odorarti, perchè nel 99,9% dei casi sei tu che fai puzza!!!
Io partirei dal concetto che questo è un blog e che Isabella Daidone ha tutto il diritto di andare alla mostra di Toraldo, tornare a raccontarci quanto le è piaciuta. E farlo, come si dice, a parole sue cercando di trasmetterci un’emozione. Attenzionare o non attenzionare, io mi auguro che isabella continui ad andarsene in giro e a raccontarci quello che le pare. Perché nei blog si fa così.
Naturalmente, tuttavia, si accetta anche tutto quello che è conseguenza del fatto di apparire su una sorta di grande muro dove tutti scrivono ma anche leggono. E magari rispondono.
Io non avrei scritto attenzionare anche se è sullo zingarelli perché triste è il popolo per cui il vocabolario diventa un codice penale. Continuo a sostenere che sostituirei volentieri purtroppo con purtroppamente, come dicono i palerminati. E’ vero: ci scherzo su. Ma mica tanto…
Non posso comunque sottrarmi alla tentazione di lasciarmi coinvolgere dalla polemica. In una società così articolata come quella di un paese industrializzato, è ovvio che ogni articolazione elabori il suo linguaggio. E’ facile eccepire che questi linguaggi finiscono con l’assolvere la funzione di codici interni tendenzialmente autoreferenziali. Quando ero bambino e giocavamo alle società segrete, la prima cosa era quella di inventarsi una lingua, parole che potevamo capire solo noi che di quel gruppo facevamo parte. In fondo il gioco è lo stesso. Come non pensare alla Burocrazia, maestra di codici imperscrutabili? In fondo certe formule, gli spagnoliami sopravvissuti nel “burocratese” a che altro servono se non a leggittimare una piccola casta? Mi spiegate per quale motivo la macchinetta che timbra i biglietti si deve chiamare obliteratrice? “Signora, guardi che il suo biglietto non è obliterato”. “Bah, ma vero dice? Ci giuro che così me lo dettero….”
E poi, diciamolo pure, Toraldo non ha bisogno di essere attenzionato. Andate a vedere la mostra e, se i vostri occhi sono ancora il casello delle emozioni, capirete come può succedere che una stanza buia e fumosa, può essere illuminata da un sassofono che sembra una cometa che attraversa le nostre anime precarie
billitteri, perchè fai l’avvocato delle caue straperse?
attezionando, preferirei di no.
@spenk: hai interpretato male il mio commento. Calmati che la rabbia fa male al cuor. ciao ciao
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Andate a visitare la mostra vi farà bene.
Attenzionando attenzionando la nostra laureanda di belle speranze però la mostra l’ha vista e probabilmente in preda a una sorta di Sindrome di Stendhal si “ha confonduta”!!!
N.b.: anche questi modi di dire tra qualche anno grazie a qualche nostro illustre amministratore entreranno nei dizionari!!!
I quadri comunque a parte una pessima illuminazione sono belli, quelli sui grandi jazzisti in particolare sono davvero interessanti.
certo che siete VERAMENTE DEI GRAN ROMPIPALLE! Scusate ma quando ce vo ce vo! Tutti laureati in storia dell’arte e con un un dottorato in lingua all’Accademia della Crusca eh??
ps: per chi adesso se ne esce con “è tua amica, tua sorella, tua zita” rispondo in anticipo che io questa ragazza non la conosco!
@Beny: …forse è tua cugina? ahahahahhah
con tutto il rispetto per una pesona colta e sensibile come Daniele Billitteri,se lui è l’unico che può avere titolo a parlare,allora Rosalio può chiudere!
Non c’è più il commento, a cui io ho risposto, che diceva che D.Billitteri essendo un uomo di cultura si poteva permettere di commentare qui, mentre gli altri no.Dov’è finito?
@Valentina
Ci man cherebbe altro: io sostengo esattamente il contrario. Dico solo che dovrebbe essere come un brain storming: ciascuno è libero di dire ciò che vuole ma senza attacchi diretti. Posizioni diverse che si stendono sul vtavol.o della discussione.
Io sono d’accordo con te, fra l’altro la Daidone è una ospite, ma perchè attaccare chi bonariamente non ha gradito il post così come era espresso? Se un post suscita determinate reazioni vuol dire che il suo livello è quello! Bisogna accettare anche questo, certo è meglio non fare attacchi alla persona. Ciao.
Valentina se non c’è è stato rimosso perché violava la policy dei commenti. Ti invito a usare l’e-mail per questi chiarimenti. Grazie.
Sì, ma se voi rimuovete dopo che uno risponde, sembra che il proprio commento non abbia più senso per chi legge dopo, quindi è giusto che si sappia! (secondo me )
Valentina parliamone per e-mail. Qui è fuori tema. Grazie.
Bhe, grande artista e grande recensione. Tuttavia molti di noi ignorano (Isabella Daidone compreso) il noto artista americano Le Roy Neiman dal quale il Toraldo attinge a piene mani. http://www.leroyneiman.com Ciao!
che meraviglia le opere di Le Roy Neiman…!
E’ vero! Esiste una grande analogia… Diciamo che è il principale riferimento di Toraldo!
Grazie Robbe! Il tuo sì che è un commento costruttivo. Io non conoscevo Le Roy, ma adesso, grazie al tuo commento si!
per valentina che scrive: ma la conoscenza di che?
la conoscenza è universale, come l’arte.
Ecco, appunto, la conoscenza di Le Roy.
brava…stai imparando…
Sì, grazie, Robbe!
bella recensione
Un vecchio proverbio cinese dice che “si ama nella misura in cui si conosce” . I commenti caustici sono sempre divertenti per chi li scrive, soprattuto in assenza di altro.Grazie a voi ciao
Le Roy, tzè, un americano coi baffi alla Salvador Dalì. Se proprio bisognava fare un paragone, forse era meglio citare Aligi Sassu, per quel che concerne la forma ed il colore. Ma si sa…giudicare significa pensare il particolare come contenuto dell’universale.
Jolanda…Jolanda…solo polemica sai fare…