‘a za Tina e ‘u zu Pasquali 2
Erano ancora i tempi della schedina giocata nella speranza di azzeccare il tredici, e quando si scopriva di avere infilato i tredici risultati nella giusta sequenza iniziava l’agonia dell’attesa. Infatti, solo il martedì successivo sarebbero arrivate le notizie riguardanti le vincite. Se la vincita era “popolare”, ovvero i giocatori che avevano indovinato i tredici risultati erano stati in tanti, si vincevano poche lire, se uno o due risultati pazzi avevano reso difficile l’indovinare il pronostico…allora sì! C’era la vincita grossa che uno cambiava di stato! Ed è in questo clima che Nardo, Vicenzu e altri compagnoni si ritrovarono complici del tabacchino Arturo, amico loro, nella repentina decisione di tirare uno scherzaccio al povero zu Pasquali.
Domenica pomeriggio, tabaccheria di piazza Croci, riuniti a chiacchiera e “tabacchieri ‘i lignu” Nardo, Vicenzu, Mariu ‘u lattunieri, Gnazzinu ‘u motociclettaru…assistono all’ingresso r’u zu Pasquali che si dirige verso il titolare della tabaccheria: come ogni domenica gli chiederà di avere controllata la schedina.
Gli occhi dello zu Pasquali non esprimono nessuna speranza, non è abituato a vincere, mai! spinge la schedina sul bancone e la vede sparire tra le mani del tabaccaio.
Non si è mai saputo se Arturo questa cosa l’aveva studiata o se nacque lì, in quell’istante…fatto è che alzo gli occhi dalla schedina alla faccia r’u zu Pasquali, dalla faccia r’u zu Pasquali alla schedina e di nuovo…due, tre volte prima di aprire rumorosamente il cassetto della cassa, tirare fuori 200 – 300 mila lire ed esclamare: zu Pasquali…vossia si pighiassi chisti e la schedina me la prendo io! Vinciu! Esclamò ‘u zu Pasquali, rifiutando ancora di parlare di se stesso e della vincita contemporaneamente e accollando l’evento imprevisto alla schedina.
‘A schedina vinciu! e subito, realizzando che l’offerta repentina di denaro da parte di un addetto ai lavori sottintendeva una probabile vincita ricca, chiedeva l’immediata restituzione del magico pizzino.
I presenti, che conoscevano Arturo, e sapevano che mai avrebbe intavolato una trattativa così poco corretta sgamarono subito che c’era sotto qualcosa… Di fatto l’Arturo in quei momenti durante i quali squadrava ben bene la schedina e ‘u zu Pasquali, sulla ribaltina dove attaccava i tagliandi di giocata, stava perfidamente attaccando il bollino su una scheda compilata con tutti i risultati vincenti.
‘U zu pasquali reclamava la scheda vincente, Arturo decise di accontentarlo con un laconico: almeno si ricuirdassi ‘i mia! Una volta che ‘u Zu Pasquali uscì dalla tabaccheria su tutti i presenti cadde pesantemente la percezione di quello che stava per maturare; su tutti ma non su Arturo il quale scrollando le spalle disse secco: ci facemu fari ‘a ruminica e ‘u lunedì e rumani a’ssira si nni parra.
Naturalmente i cinque andarono a fare una passeggiata nei pressi della casa r’u zu Pasquali e d’a za Tina. – “Ma quali mobili nuovi…Tina, la casa prima n’amu accattari” – e lei che replicava: “Intanto iccamu chisti, accattamu ‘i mobili e poi ‘i puirtamu n’a casa nuova, ma tu non sei cosa, neppure due dolcini hai portato” – “Tinaaaaaaaa”, urlava lui, “pifforza l’avia ‘a fari capiri a tutti chi vincivu?” – “Ahhh vincisti? accussì finiu? vincisti sulu tu?”, replicava lei!
Insomma per farla breve sentirono che ‘u zu Pasquali e ‘a Za Tina stavano sciarrandosi della bella e si chiesero come Arturo avrebbe chiuso questa vicenda. Il lunedì mattina Arturo cominciò ad avere qualche rimorso anche perchè non aveva idea di come uscirsene e cominciò a sperare nella presenza di Nardu, Vicenzu e gli altri che invece non si facevano vedere.
Si fece vedere invece ‘u Zu Pasquali con una faccia che si poteva conzare e che ci spiò: Novità? – ‘un cci nnè! – rispose brusco Arturo. ‘U zu Pasquali se ne andò e incontrando Nardo ci disse: Mizzica Arturo pare muzzicatu ri l’api, ma…’un l’avia a capire che la schedina non ce la potevo dare? Nardo si girò la faccia dall’altro lato. Quel lunedì fu molto silenzioso, Nardu, Vicenzu, Mariu e Gnazzinu si andarono a prendere il caffè ma non commentarono. Malgrado tutto però nel tardo pomeriggio si ritrovarono tutti nella tabaccheria e Arturo tirò un sospiro di sollievo, aveva la sua strategia pronta e gli amici gli sarebbero serviti.
Puntuale entrò ‘u zu Pasquali e chiese: Nuvità?
Arturo subito fece iniziare l’ultimo atto: assà vinissi ccà…zu Pasquali, mi sintissi buonu…ccà ci sunnu 500 mila liri…mi rassi ‘a schedina e si pigghiassi ‘i picciuli! E guardò gli amici che subito cominciarono ad insistere: zu Pasquali s’i pigghiassi…sintissi a nuatri, si pigghiassi subitu ‘i picciuli! – Mai Maria! Mai Maria – strillacchiava ‘u zu Pasquali, appattati siti, ma io non mi faccio fregare ‘nna sta schedina allura ci sunno i picciuli… Arturo a quel punto guardò gli amici e con lo sguardo diceva: Vedete? Io la volevo riparare così, ero disposto a rimetterci i soldi… è lui che non li vuole, la mia coscienza è pulita. Talmente pulita che ebbe il coraggio di dire allo zu Pasquali che tutto era stato per una scommessa…che tutti dicevano che ‘u zu Pasquali si sarebbe preso i soldi e…che invece lui diceva che ‘u zu Pasquali avrebbe tenuto la schedina.
Frastornato da tante voci ‘u zu Pasquali due cose sole realizzò: la prima era che non aveva vinto niente e la seconda era chi eranu tutti ri gran cuirnuti. La seconda cosa provvide a ricordarla, per almeno due anni e a gran voce, a tutto il gruppo degli amiconi ogni volta che li vedeva.
Tenerissima storia.
So per certo che la storia è vera. Ho conosciuto personalmente la moglie di Nardo uno dei quattro della comitiva e anche lei era una donna simpatica, pronta a ricevere scherzi e a farli, mi raccontava spesso tante storie allegre. Ciao signora Nellina non ti dimentichero’ mai. Cettina