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lunedì 23 dic
  • Esce al cinema “Palermo shooting”

    Esce oggi al cinema il film Palermo shooting di Wim Wenders. La versione è stata accorciata di alcuni minuti rispetto a quella mostrata a Cannes.

    I protagonisti del film sono Campino, cantante dei Die Toten Hosen, Giovanna Mezzogiorno e Dennis Hopper.

    Il film, girato in gran parte a Palermo, è co-finanziato con fondi del Por 2000-2006 (asse II – Risorse culturali) che si sommano ai budget stanziati dai produttori privati e da istituzioni pubbliche tedesche e italiane.

    “Palermo shooting”

    Palermo
  • 17 commenti a “Esce al cinema “Palermo shooting””

    1. Ma affrettatevi, prima che lo tolgano dalle sale!

    2. tempo 3 giorni e lo levano… credo sia quel genere di film paccosissimo che può piacere a poche persone.

    3. dove lo proiettano ?

    4. Lo fanno all’Aurora (http://www.cinaurora.it)

    5. Visto alla prima della settimana scorsa. Mi sa che faccio parte delle poche persone a cui piacciono i film paccosissimi. Per tutti gli altri c’è quello di Boldi che a quanto pare piace a tanti.
      Da Oscar l’interpretazione del Vespone rosso della mia amica S.
      Emozionanti, per me, i 90 secondi in cui compare mia madre; che , per altro, è anche nel cast di quello di Boldi. La trasversalità è un vizio di famiglia….

    6. Calpurnio, complimenti!

    7. E’ un film che contrappone la modernità di Dusseldorf a una nostra età arcaica a Palermo. Dovremmo approfittarne per marcare che anche il sud può salvare il nord (Europa).
      Franz

    8. è un film commissionato dalla regione, ad un regista che ormai chiamare in questo modo è quantomeno opinabile; il risultato è un prodotto a dir poco frammentato. Bella solo la scena al palazzo delle poste e unica interpretazione da salvare quella di Hopper. Per il resto veramente rididcolo… fortunatamente la prima era gratis; avrei chiesto il rimborso del biglietto.

    9. Da vedere assolutamente!

    10. Eh sì, che giornate furono quelle del set palermitano. Che mobilitazione. Perfino la famiglia del mio amico Pensabene Vincenzo che, in quell’occasione ne scrisse al suo “Carissikmo fratello Salvatore”. Ed ecco cosa gli raccontò:

      Carissimo Fratello Salvatore,

      siamo consumati. Non campo più. Avevo una casa, una famiglia. Niente, non ci ho più niente. Perché? Una tragedia, caro fratello. Chi me lo doveva dire che a cinguant’anni dovevo combattere con queste cose? Va bene: ora te lo spiego.
      Il pobblema è che a Palermo stanno facendo una pellicola. Non è la solita cosa di mafiosi, pistolettate, Burruano e Sperandeo, sbirri ammazzati e giudici che si sciarriano. Anzi, per dirti la verità, non lo so qual è il fatto. So solo che venne un regista dalla Germania che si chiama Vim Vendesi che quando l’ho sentito mi pareva la reclame di un detersivo in offerta invece è un cristiano. Deve fare un film tutto su Palermo. Dice che ci sono attori importanti e che Palermo fa bella figura e no una mala comparsa come succede sempre nei film dove c’è sempre u picciottu, u trarituri e a fimmina, ma pure u mafiusu e u sbirru. Ma a proposito di comparse, il pobblema è ca nisceru tutti pazzi che si vogliono arruolare come comparse e affacciare nel film.
      Ora, caro fratello, tu pensi che questa pazzia poteva passare lontano dal mio palazzo? Che poteva passare lontano dalla mia famiglia? No: come infatti cominciò Desirè che un giorno si ha arricampato a ora di mangiare e ci ha detto a tutti: fatemi mangiare presto perché alle tre devo andare a fare un provino. Ah, sangu mio – ci dissi – è per entrare al “GS” come cassiera? Ti fanno provare a maniare le bancomat? Ma quale, mi arrispunniu, è un provino per affacciare in una pellicola.
      E qua accuminciò la mia fine. Desirè andò e tornò. Pareva una cometa. Appena arrivò a casa si cominciò a arruzzoliare sopra i letto e a gridare: mi pigliarono, mi pigliarono. Rosetta se l’abbrazzo forte forte e ci spiò: ma vero figghia mia? E che ti fanno fare, la parte principale? No mamà, può essere mai? La parte principale è della Mezzogiorno. Ah sì, ci spiegai io, e allora tu che devi fare Menzanotte? Miiii, e che ci ho detto? Accuminciò a fare come una pazza: papà, sempre tu devi essere? A te ti interessa che io vado a fare una cosa qualunque, che vado a fare la cassiera tanto tu che ne sai? Menti che divento una grande attrice, che poi mi danno i premi, che vado a Canne e a Losangel. Picchì? A Tornatore non ce lo dettero lo Scar? Perchè? Col tempo, forte che uno s’insegna, non me lo possono dare pure a me?
      Capivi che avevo detto una parola suvecchiu e m’aggattavi. Ma Rosetta continuò: allora figghia mia, che devi fare? Quante cose devi dire? Niente mamà. Non devo dire niente, manco una parola? Ah no? E allora? Allora devo acchianare e scendere la scalinata della Posta centrale. E basta? E basta.
      E qui sbagliavi arrieri perche ci dissi: ah, importante, e che prendi lo Scar ri scaluna? Miiiiii…a picca mi rava timpulati e Rosetta ci dava aiuto. Va bene, va bene, ci dissi mentendo le mani avanti, domando scusa. Ma facciamo un altro discorso: picciuli ne vedi? Sì papà, mi disse, per questa comparsata mi danno 200 leuri. Minchia…200? Sì, al giorno. Ci dissi: mi vuoi dire che ti danno 200 leuri al giorno per acchianare e scendere i scaloni delle poste centrali? Sissì papà e mi danno pure il cestino che ci mentono menzo pollo con le patatine, una rappa di racina e una cocacola.
      Rosetta attisò l’aricchi: 200 leuri… manco ai Pip per abbivirare la Favorita… Allora capivi che ormai la malatia aveva partutu. In un fiat Rosetta si aveva fatto dare l’indirizzo di dove prendono a queste comparse e spiriu. Nel frattempo telefonò Geiar per dire che non veniva a mangiare. Che successe figghiu mio? Niente papà, devo andare a fare un provino… Pure tu? Acchiani e scendi i scaloni delle poste? Sì papà ma tu come lo sai? Lo so perché tua sorella e to matri già partirono e si arruolarono. E ti danno duecento euri pure a te? Si papà. Al giorno? Sì papa. Duecento a te, duecento alla mamma e duecento a Desirè. Seicento leuri al giorno. Io li prendo in una mesata intera di mobilità. Ma…. dimmi una cosa. Che cosa papà? Ma prima giurami che non ci dici niente a tua madre e soprattutto a quella sparrettiera di tua sorella. Va bene papà, che ci fu? Manti, dico così tanto per dire, che lo voglio fare pure io… Eh non lo so papà. Dice che prendono solo quelli che hanno la faccia. La faccia? Guarda che io ancora non l’ho persa la faccia. Va be che sono sdisoccupato ma nella povertà sono onesto e infamità non ne ho fatte. Ma che dici papà, che c’entra. La faccia nel senso che devi avere una faccia interessante, che dice qualche cosa. E allora? Allora tu hai una faccia onesta ma se uno ti incontra in mezzo alla strada non è conto che poi si ricorda, capisci? Prendi Delen Delon, oppure Crint Istivu: quelle sono facce. Evvabbe, ma non posso fare la prova pure io?
      Insomma, caro fratello, mi dette l’indirizzo e mi presentai. Cose di pazzi: c’era la fila che arrivava sino a fuori e davanti alla porta c’era una col microfono che abbanniava: i lunghi a destra, i corti a sinistra. I biondi sopra, i nivuri sotto, i fimmini di qua, i masculi di la. Picciriddi non ce ne servono più. Poi abbanniò: c’è quale orbo? Ci serve un orbo. E io sentivi una voce che mi agghiacciò il sangue: Eccomi, sono qua. Mi volto e chi vedo? Il ragioniere Vadalà con suo nipote che lo teneva sotto il braccio. Si appresentò e ci disse: quanti orbi vi servono? Uno solo, ci disse la signorina. E quanti ne avete trovati? Solo a lei, ci rispose quella. Allora il ragioniere ci spiò: va bene, se mi volete, mi dovete dare trecento leuri e vi dovete prendere pure a mio nipote tanto se qualcuno non mi accompagna mi sdirrubbo dagli scaloni, vi faccio causa e vi dovete vendere pure la macchina di ripresa. Naturalmente se lo pigliarono. A lui e pure a suo nipote. Ma secondo te, a Palermo, poteva funzionare in un altro modo?
      Ti saluto e mi firmo
      Tuo Pensabene Vincenzo

      Se andate a vedere il film ricordatevi da che “casting” è stato condito e due risate ve le fate sicuramente

    11. Spero di andare a vedere il film, comunque caro Billitteri, intanto lo Scar lo darei a te !!!!!!!!1

    12. E magari un voto ce lo metto pure io per lo Scar a Billitteri!

    13. per la critica fa schifo! io non l’ho visto ancora però.
      temo che sia palermo shooting solo perché noi gli abbiamo dato i soldi!
      sarebbe potuto essere Vigevano Shootig oppure treviso o cinisello balsamo

    14. PREMESSO che sto per fare un errore madornale a scrivere quello che sto scrivendo e quindi ho la consapevolezza di essere consapevole di sbagliare :
      Manco io l’ho visto, ma così …. a naso e per sentito dire, mi sà tanto che Gim Wenders, di Palermo ha preso soprattutto il detto ” Fatti à nuomina e và curcati”.
      Cioè la ReGGione gli ha dato un pacco di soldi e lui per questo era disposto persino a fare “rione medaglie d’oro shooting” ( e per tanto seguo il Fabozzi).
      Mhà, lo vedrò e vi dirò.

    15. io l’ho visto. Premesso che wenders é spesso più un regista di immagine che di contenuti, e che funzion meglio quando non spiega, che quando lo fa, relativamente a Palermo, si capisce che ha fatto una marketta.
      Perché la parte su Palermo é così poco sentita, così poco ispirata, che tende a sublimare la noia.
      E’ la parte che meno funziona della narrazione del film, peraltro ben funzionante nella parte girata a dusseldorf.
      La Palermo rappresentata é una metafora della morte, tutto é decadenza, abbandono, rovina. Ed é tutto girato alla Vucciria, che é uno dei quartieri di Palermo più esplicitante morte, rovina, ed abbandono.
      Quindi, Palermo é questa, secondo wenders.
      Se leggerete il buon articolo di Sergio Troisi a commento, forse condividerete con lui, come sto facendo io, che questo film non fa che ripetere un’idea molto antica, e mai mutata di Palermo, la sua accidia al cambiamento.

    16. Uma, sostenere che Wenders non sia un regista di contenuti mi lascia basita, quasi quanto la tua sintassi.
      Girare un film sottotono, ammesso che lo sia, non può cancellare molti suoi capolavori densissimi di contenuti, narrati con un uso magistrale della macchina da presa e della fotografia.

    17. è incredibile come “palermo shooting” non piaccia soprattutto ai palermitani. gli stessi che poi si lamentano che qua non succede mai niente. e poi quete critiche al fatto che wenders ha preso soldi dalla regione eccetera eccetera. siamo un paese di vecchi, e i più vecchi sono i giovani che ragionano come se avessero cent’anni. chi vuoi che te li dia alcuni milioni di euro per fare un film? lo spirito santo? o lo zio d’america? pfuà…

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