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venerdì 20 dic
  • Come a teatro

    A Palermo i mercatini sono un’istituzione. Attenzione, non parlo dei mercati tradizionali come Ballarò, il Capo, la Vucciria e via discorrendo. Parlo dei mercati rionali dove si trova di tutto: dal cibo ai vestiti, dalle stoviglie ai giocattoli e che sorgono come funghi in giorni stabiliti all’interno dei diversi quartieri. A Natale poi, il tutto diventa, se possibile ancora più colorato, luminoso, rumoroso e odoroso. Qualche giorno fa mi trovavo proprio dentro il caos di uno di questi suk nostrani alla ricerca di un tappeto verde da gioco. Che volete, insieme alle feste arriva il gioco da pseudo casinò casereccio fatto di fagioli per la tombola e centesimi per il sett’e mezzo. Insomma cercavo uno di questi tappeti perché quello dell’anno scorso, ovviamente, è stato distrutto in ordine da: sigaretta della zia, vino del nonno, vomito della cuginetta, coca cola dell’altra cuginetta (non voleva essere da meno della sorellina più piccola). Così tra bancarelle di pesce e di intimo inizio la mia ricerca. “Salve, quant’è il tappeto verde?”. “Venti euro” mi urla una voce da dietro il piccolo fiorino stipato di addobbi natalizi. Troppo caro, penso, “grazie arrivederci”. Continuo il mio giro mentre qualcuno mi invita a comprare magliette “N-euro, N-euro, N-euro” facendomi sorgere il dubbio se si tratti di un ricovero coatto o di un prezzo conveniente. “Salve, quanto per il tappeto verde?”. “Ventidue euro” mi risponde un tipo che nel frattempo si sbuccia un mandarino. Non ci siamo ancora. Vista la fine di quello dell’anno precedente, meglio qualcosa di molto economico quasi usa-e-getta. Continuo il giro tra le bancarelle fino a quando mi rendo conto che ormai ne è rimasta solo una. Ritento: “Salve, quant’è il tappeto verde?”. Appoggiata all’ombrellone che protegge la merce, una signora grassoccia dall’aspetto cordiale mi urla “Venti!”. Non ci siamo penso… “Ok grazie arrivederci”. Mi volto. Conto uno, due, tre passi e: “Signoriiiiiiiiina!”. La signora si agita, e con lei si muove tutta l’abbondante massa che la compone e non posso che voltarmi incuriosita “Che c’è?” domando. “Ma come se ne va????”. “Eh…ho chiesto il prezzo, mi pare caro e me ne vado”. Mi sembrava una spiegazione così candida e razionale…ma non avevo fatto i conti con una caratteristica insita nel dna dei palermitani e dei commercianti in particolare: il “gene” arabo. “Ecchè!!! Così si fa? Uno chiede il prezzo e se ne va?”. “No?”. “NO!! Lei mi deve dire che è caro e allora ci mettiamo d’accordo. Mica si fa così, ma che è milanisa????”. Rifletto sulla sua motivazione e non so come, ma mi sembra davvero molto più convincente della mia. “Ok signora. Facciamo così ricominciamo….. Salve, quant’è il tappeto verde?”. Lei, braccia conserte, mi fissa e dice “Venti!”. “Venti???” mi inizio a prendere sul serio anche io “no-no-no signora, troppo caro”. A questo punto la signora sorride soddisfatta e recita la sua scena madre, se ci fosse stato un occhio di bue a illuminare il palco, in questo momento sarebbe puntato dritto su di lei “E quanto vorrebbe spendere?” Il ruolo della spalla inizia a piacermi “Ehhh almeno 10”. “D-I-E-C-I-??? Ma che le pare che rubiamo? Questo bellissimo è…guardi giusto che è lei glielo passo a 15”. A questo punto mi trovo in difficoltà…sarà il prezzo adeguato o il suo ego non è ancora sazio? Tento un rilancio “Quindici? Mah, mi pare esagerato…non so…”. Dal guizzo negli occhi della matrona capisco che ho indovinato, l’assist è stato perfetto: “È un regalo, un R-E-G-A-L-O-! Tocchi, guardi!! Ma a meno di tanto ma dove lo trova?? DOOOOOVE?”. A questo punto mi pare soddisfatta, il tappeto che fra le sue mani svolazza, si stropiccia, si muove come un fiume sinuoso è l’atto finale di un’ottima interpretazione “Va bene, lo prendo”. Mentre le sue mani in un unico gesto infilano la preda nel sacchetto, prendono i soldi e li intascano urla soddisfatta a una donnina più giovane dietro di lei e che solo ora mi rendo che ha assistito a tutta la scena: “Hai vistooo? Te ne ho venduto un altro!”. Oltre alle quindici euro, avrei voluto farle un applauso, il vero cibo di cui si nutrono i grandi artisti.

    Palermo
  • 14 commenti a “Come a teatro”

    1. brrrrrrrrrraaaava!
      Forse è il tuo piu bello di quest’anno.

    2. Secondo me fino a 13 Euro ci potevi arrivare…
      Ti sei arresa troppo presto…
      ma è Natale… e tutti dobbiamo mangiare…
      Brava…
      Complimenti Bel Pezzo…

    3. personalmente odio contrattare, non lo sopporto proprio, anzi, diffido di quelli che vogliono contrattare, difficilmente il prezzo che riesci ad ottenere corrisponde alla qualità di ciò che acquisti, forse 15 euro sono stati davvero troppi. ma si sa, la pubblicità è l’anima del commercio e anche il modo di vendere non scherza.

    4. Pezzo divertente, mooooolto divertente! E non faccio fatica a credere che lo spunto del pezzo sia vero! Dopotutto, siamo a Palermo…o no?!?! 🙂

    5. Brava. Bravissima. Anzi braverrima

    6. non so cosa dire ma il fatto è successo anche a me palermitana doc , che improvvisamente mi sono sentita milanese!!!!

    7. Molto divertente Maria Letizia, ma in quanto esperto-contrattatore, con delega da parte della mia ragazza,(la quale abbiamo assodato non essere portata a tale attività!)devo correggerti:
      Non dovevi esordire con “Ehhh almeno 10″.ma
      “Ehhh AL MASSIMO 10″.
      Anch’io penso che avresti potuto spuntarla per 13 :-), ma per una principiante niente male.

    8. F-A-V-O-L-O-S-A ! Un’applauso a te per la perfetta e divertentissima narrazione.

    9. un bel pezzo alla… maria letizia affronti.

    10. per inciso mi hai ricordato anche una scena favolosa di Brian di Nazareth 🙂

    11. Grazie a tutti!!!
      e, ovviamente, appena sbagno il tappeto verde siete tutti invitati per la tombola con i fagioli e rubamazzetto con i centesimini 😉

    12. Ah la magia del teatro 😉
      Brava signorina Affronti

    13. Brava Lety!
      un divertimento leggerti !

    14. Se avessi saputo che il prezzo pagato dalla grassoccia non può essere superiore a 5 euro, avresti seguito il consiglio di Menzel e della sua socia. Come regola, il prezzo giusto in Italia è la metà di quello richiesto. women kan

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