13 dicembre: la penitenza dei palermitani
Una delle cose più toccanti della nostra città è l’attaccamento che i cittadini hanno per le feste e le tradizioni popolari.
San Giuseppe per esempio non è San Giuseppe senza la gigantesca sfinge fritta traboccante di crema di ricotta. Non appena la mordi…comincia una vera e propria sfida con te stesso…“devo riuscire a mangiarla senza far scolare neanche una goccia di quel meraviglioso ripieno”, a costo che mi arrivi fino al naso e alle orecchie, e chi l’ha mangiata sa bene che arriva fino al naso e alle orecchie per davvero, lasciando le mani tutte appiccicose. Però vuoi mettere la soddisfazione?
Il giorno dei morti non è tale senza la consueta frutta di Martorana, San Martino non è San Martino senza il chilo di sammartinelli stracotti e rigorosamente “abbagnati” nel Moscato, e che, nonostante tutto ti fanno saltare le otturazioni, con grande gioia del tuo dentista.
Ora la stessa cosa accade per l’amatissima festa di Santa Lucia, la cui storia leggendaria ha radici molto antiche. Continua »
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