Il primo guadagno è il risparmio
In tempi di crisi le aziende, in presenza di ricavi in calo, tagliano i costi pur di mantenere invariati i margini. Termometro tipico della crisi sono i cartelloni pubblicitari in bianco oppure il ricorso alla “cassa integrazione guadagni”, per chi ne ha diritto.
Anche il bilancio di una famiglia è regolato dalla differenza tra ricavi e costi il cui risultato si colora mensilmente, a seconda, di nero o di rosso. Ma quanta gente, per mancanza di tempo, informazioni, strumenti, ecc., attua razionalmente una strategia di contenimento dei costi prima ancora che dei consumi? E vengo alla domanda: quanto sareste disposti a pagare, a tariffa oraria e sempre con la clausola “convinti o rimborsati”, una persona che vi venga a trovare, magari a casa e nell’orario a voi più comodo, per spulciare assieme le utenze (es. luce, acqua, gas, banca, assicurazioni, ecc.) in regime di concorrenza oppure appena liberalizzate per continuare ad usarle, ma al minor costo, aiutandovi inoltre, fattivamente, a conseguire in pratica tali risparmi?
Si tratterebbe, in fondo, di una “lezione privata” di economia domestica: un nuovo ambito di attività per la Cooperativa “Factotum” che potrebbe così associare anche dei disoccupati intellettuali con specifiche competenze o attitudini in materia.
Ho sentito che a livello di luce e gas c’è la possibilità di fissare per due anni tariffe più convenienti: qualcuno ha provato?
Premesso che qualsiasi iniziativa che riguarda la creazione di posti di lavoro é degna di rispetto.
Pero’ si deve dire chiaramente di cosa stiamo parlando, non rendiamo esoterico, materia per happy few, cio’ che invece é semplice e elementare.
Immaginiamo che la famiglia media palermitana impari la lezione di economia domestica al primo colpo, quanto dovrebbe spendere tra spostamenti e lezione stessa? E se non capisce in una sola lezione ed ha bisogno di altre consulenze? Ora, se una famiglia spende per pagare cio’ che elenca Donato Didonna, diciamo per esempio, 5000 euro l’anno e grazie alle lezioni di economia ne risparmia dal 5% al 10% (mi sembrano percentuali pertinenti) dopo aver pagato le consulenze quale sarà il risparmio reale? Se c’é!
In effetti, data la congiuntura economica attuale gli ipotetici 100 o 200 euro risparmiati la famiglia media palermitana li spenderebbe ugualmente per altri acquisti.
Quindi, si tratterebbe di semplice spostamento di capitali dove si toglie da una parte per trasferire in altri settori.
Diverso il caso degli acquisti all’Ikea di Napoli da importare a Palermo tramite il servizio della cooperativa Factotuum, perché in questo caso si tratta principalmente di spostamento di capitali, già poco consistenti, da Palermo e dalla Sicilia verso l’economia di un’altra regione.
In fin dei conti stiapmo parlando di “società di servizi” che ridistribuisce diversamente una parte degli gli stessi capitali che circolano nell’economia palermitana, ma purtroppo, nel caso Ikea e simili, li sposta verso altre regioni togliendoli all’economia palermitana. Ecco, cosa si potrebbe inventarsi, piuttosto, per produrre, e importarli i capitali invece di farli andare via dalla Sicilia?
E’ una domanda che faccio anche a me stesso. In questo mio post non c’é intento polemico, ma é solo per chiarezza, quando si pubblicano idee considerate, a mio avviso a torto, innovative dal punto di vista manageriale.
ovviamente voglio dire PER PRODURRE REALMENTE IN SICILIA e poi magari esportare la produzione locale, per importare nuovi capitali invece di esportarli. Ovvero, come creare posti di lavoro e ricchezza reali, e non società di servizi e ridistribuzione differente dello stesso denaro circolante.
GIGI, in effetti il tuo mi sembra un discorso sensato.
A tariffa oraria nulla, ma dopo un anno solare sarei disposto a pagare il 50% di quanto risparmiato durante l’anno.
… a proposito avevo un nokia e sono passato ad un samsung.
Non potendo usare nè un software in sincronizzazione nè il bluetooth, quanto si prendono quelli della cooperativa “factotum” per passarmi la rubrica da un cellulare all’altro che mi siddìa troppo?
Bulgakof, e tu, disoccupato, lavoreresti a queste condizioni?
Bulgakof ha colto lo spirito dell’iniziativa …
Penso innanzitutto che la famiglia dovrebbe pagare la consulenza (normalmente, nella propria casa, dove ci dovrebbero essere le carte da esaminare, quindi senza costi di spostamento) solo se ne intravvede il vantaggio. Il costo della consulenza sarebbe in linea con quanto una famiglia spende, a ore, per una lezione privata scolastica (quanto sarà: €10-20?).
Per le altre considerazioni di Gigi, mi sembra di riscontrare la solita allergia, tutta palermitana, per la sana competizione. Se, contro tutte le logiche di libero scambio, si costringessero i palermitani ad approvvigionarsi solo di merci e servizi “made in Palermo”, tanto per proteggere le produzioni locali, si avrebbe solo l’effetto di renderle più scadenti di quanto non lo siano per continuare a tenere basso il livello della competizione. Non è questa la soluzione: la soluzione corretta è sempre quella di favorire chi offre la migliore qualità al minor prezzo e di imparare dai migliori.
Se la “lezione” costa più del 50% di quanto risparmio non vedo quale sia il beneficio per me acquirente della prestazione.
E’ evidente che costerà meno anche se non in percentuale del risparmio.
Didonna, spero che i suoi consulenti di economia domestica, laureati disoccupati, scrivano Bulgakov e non Bulgakof (per ben due volte).
Per far risparmiare sul gas non sarà fondamentale averlo letto e sapere come si scrive, però…
Carissimo Domato puoi quantificare questa evidenza? Quale dovrebbe essere secondo te la tariffa oraria?
E per un nucleo familiare di quattro persone quante ore di lezione occorrono secondo te?
Il costo della consulenza sarebbe in linea con quanto una famiglia spende, a ore, per una lezione privata scolastica (quanto sarà: €10-20?).
(ah ah ah) vedo che bulgakov si difende a chiama Donato Carissimo DoMato.
splendidamente surreale questa conversazione.
Allora ci provo io a giocare con i numeri e vediamo se funziona:
Uno studente universario all’ultimo anno di laurea per una lezione privata prende tra le 30 e le 50 euro all’ora (tra 10 e 20 in genere le prende una collaboratrice familiare), supponiamo che il socio della cooperativa si accontenti del limite inferiore: 30 euro.
Ipotizziamo una lezione tipo:
Anamnesi delle esigenze energetiche dei componenti della famiglia (Mezz’ora a testa = 2 ore).
Lezione generale sulla teoria degli sprechi = 1 ora
Analisi bollette gas ultimo biennio = 1 ora
Analisi bollette luce ultimo biennio = 1 ora
Analisi bollette acqua ultimo biennio = 1 ora
Diagnosi e scelta della strategia economica = 1 ora
Si arriva ad un totale di 7 ore per un corso esaustivo di economia domestica.
7 x 30 = 210 euro + IVA = 252 euro.
Ok un nucleo familiare di 4 persone in media spende 2000 – 2500 euro all’anno di utenze.
Se il socio della cooperativa mi dimostra che mi fa risparmiare il 40% sulle utenze energetiche gli do i 252 euro a vista.
Se arriva come immaggino ad un 6-7 %… e c’amu fatto?
… ovviamente mi scuso per uso e abuso di refuso!
Vedendo che il post di Donato Didonna non suscitava particolare interesse ho sottolineato alcuni elementi che, a quanto pare interessano ancora meno del post di Donato; pertanto io lo facevo per fare chiarezza su certi modi di fare informazione (o disinformazione?) e di interpretare le stesse informazioni errate.
Ne é seguito un botta e risposta comunque interessantissimo, sulle cifre “immaginarie”, tra Donato e Bulgakof, ma che elude, secondo me, il vero problema: la difficoltà, e in certi casi l’impossibilità, di creare lavoro reale in Sicilia, quindi ci si arrangia come si puo’. I meccanismi del semplice spostamento dello stesso capitale circolante li ho descritti prima, non mi ripeto, il fatto che Factotum vende solo servizi, agendo talvolta da intermediario, ma non “produce” e non crea ricchezza, tranne per Napoli e Ikea in certi casi, l’ho detto pure, ma qui si continua a presentare il tutto come attività imprenditoriale, e si fanno conti in tasca a chi ha difficoltà economiche e non potrebbe pagare consulenti.
P.S. Ho quantificato le spese a 5000€ ca. perché Donato oltre a luce, acqua, gas, elenca anche banca assicurazioni, etc.
…bulgakov…refuso, pardon
Se ci mettiamo dentro una “lezione-consulenza” bancaria e assicurativa… addio ti rissi!
la maggior parte delle famiglie di vecchia educazione borghese sa bene alcune cose:
– spegnere le luci se non stai nell’ambiente, ragionamento banale, ma utile;
– attiva il riscaldamendo se serve per qualche ora, il tempo che la casa si riscaldi, e restituisca calore;
I modi per risparmiare senza controinvestire con massicci capitali di spesa li conosciamo tutti, Donato.
E’ ancora troppo oneroso, come investimento iniiale per molti, mettere i pannelli solari, per dirti.
Non sono tempi per investire questi. Anche se a questo conseguirebbe un notevole risparmio futuro, non ci sono i capitali iniziali. E scusami, non farei mutui a tasso variabile, ma neanche a tasso fissoper accedere a questo.
GIGI l’idea era quella di “produrre” un reddito per dei disoccupati: per loro che derivi da attività industriale o di servizi, poco cambia. La Sicilia non ha avuto un solido tessuto industriale perchè, mentre al nord nascevano i Comuni con la loro tradizione civica, l’attività bancaria e mercantile, qui si ingrassavano signorotti che continuano ad abitare gli stessi palazzi di allora, da quello dei Normanni a scendere. Porre rimedio a questo gap storico supera di molto le mie modeste capacità o idee 😉
BULGAKOV, hai dimenticato la clausola “soddisfatti o rimborsati”.
UMA, sei sicura che “tutti sappiamo come risparmiare”?
Donato, come gli succede spesso, e da cio’ che inventa si stenta a capire perché, é convinto di avere in lui la scienza infusa. Sbagli. Già altre volte ti sei infilato in labirinti mentali che non ti sono serviti e sicuramente hanno scalfito l’immagine che vuoi costruirti. Cito per tutte le sciocchezze che hai scritto sull’opus Dei. Innanzitutto le tue continue critiche, quasi accuse, sulla mentalità palermitana sono sgradevoli, e non si capisce perché non te ne resti tranquillo a Milano tra i finanzieri, che non hanno mentalità migliore dei palermitani, alla vista di tutti gli scandali finanziari non stop, invece di perdere tempo con i palermitani con le tue idee fantasiose che non interessano i palermitani. Io vivo la maggior parte dell’anno a Parigi, se fossi chiuso al mondo me ne resterei nel mio quartiere palermitano invece di starci solo qualche mese l’anno. Se tu ritieni Ikea o altri prodotti della grande distribuzione qualità vuol dire che non capisci di artigianato e nemmeno del resto. Io ho scritto altro, che un “finanziere” come te dovrebbe sapere e non dovresti usare malizia per tentare di confondere chi legge. SI, nel caso delle consulenze si tratta solo di diversa distribuzione di denaro già circolante; nel caso degli acquisti all’Ikea di Napoli si tratta di spostamento di capitali da Palermo a Napoli, per prodotti che non si basano sulla qualità ma sui prezzi modesti. Factotum agisce come qualsiasi intermediario e non produce valore aggiunto. Io non sono chiuso all’esterno, ma gradirei che gli operatori di mercato e i finanzieri, quelli veri e quelli che si atteggiano a finanzieri senza calcolare i meccanismi elementari,la smettessero di considerare il popolo siciliano SOLO un popolo di consumatori utili all’economia dello squilibrio. Se sei inventivo come dici, proponi idee per produrre una volta tanto in Sicilia, per creare lavoro e ricchezza reali, per esportare merci e importare capitali; non sempre il solito fumo negli occhi, che non impressiona nessuno. Tra l’altro la tua idea di consulenza sarebbe effimera, perché tutti gli operatori che perderebbero parti di mercato al secondo anno correggerebbero i prezzi, che i tuoi professori di economia non potrebbero abbassare all’infinito per prendere la loro percentuale.
N.B. quando ho scritto di spostamento per le lezioni di economia intendo gli spostamenti dei consulenti per recarsi presso le famiglie e poi per andarsene, a Palermo significa un paio di ore.
Spero che stavolta, con quest’ultimo post, capisci dove voglio andare a parare, e non continui a fare finta di non capire.
Ripeto, pro memoria, non si tratta di qualità, non si parla di lavoro reale ma di accorgimenti insignificanti per l’economia palermitana.
Se poi tu ritieni quella con Ikea competizione sulla qualità… In ogni caso io non ho mai scritto che i palermitani dovrebbero comprare solo prodotti locali, io contesto il fatto che volete fare passare per creazione di lavoro quella che non é altro che esportazione di capitali verso Napoli. Perché non fate il contrario?
Non avevo letto il post di Donato delle ore 1:21, quando ho scritto il mio post precedente.
Già detto: si toglie da qualche parte per ridistribuire ai consulenti in economia, ma non si crea nessun valore aggiunto all’economia locale.
Donato, io non vado al passato remoto, mi limito al presente, ma quando penso al presente intendo da 150 anni ad oggi, ovvero da quando esiste il similpaeseitalia. Quindi se parliamo di industrie e banche dovresti ripassare gli eventi, laddove il Piemonte in bolletta pieno di debiti e possessore di moneta carta straccia venne a rubare la ricchezza del Regno per costruire la ricchezza che tu vorresti vantare, distruggendo tutta la “ricchezza” presente nel Regno e trasferendola da autentici delinquenti, dopo massacri e imposizioni… e qui mi fermo, perché questa cosa mi sta sulle p..le … e vista l’ora devo chiudere qui.
Partendo dall’esempio fatto da Bulgakov e per dargli una maggiore possibilità che “il gioco valga la candela”, credo si possa considerare l’ipotesi che il calcolo non vada fatto per famiglia ma allargandolo ad un intero condominio, in modo tale da spalmare i costi delle lezioni ed applicare gli insegnamenti ricevuti anche all’androne.
Mi scuso per il refuso da un altro post.
@ DONATO: Probabilmente abbiamo parametri diversi di SODDISFAZIONE…
Quella della cooperativa Factotum è una buona idea ma secondo me è poco remunerativa se non “in perdita” la tua impostazione di marketing.
Per me potrebbe funzionare più che bene solo in certe condizioni, ma sarebbe troppo articolato e tedioso elencarle in questa sede.
@ Albi: Tu riusciresti a portare in una riunione di condominio la proposta e a farla approvare all’unanimità, ne sono certo 😉
GIGI, a Napoli la spesa dei clienti IKEA si tramuta semmai in reddito da lavoro per i dipendenti e per l’indotto mentre i profitti e il valore per gli azionisti IKEA non si ferma certo a Napoli, ma va innnanzitutto a Stoccolma …
Trovo demenziale continuare ad attribuire ancora oggi, nel 2009, la responsabilità del ritardato sviluppo sociale ed economico della Sicilia ai piemontesi! I siciliani sono, come tutti, padroni del proprio destino: ammiro l’inteligenza, le qualità morali e le capacità di tanti siciliani, motivo sufficiente per continuare a vivere in Sicilia, ma, purtropppo, nella stragrande maggioranza i siciliani sono un popolo di poveri fessi che si sentono, pateticamente, pure furbi. Più che un’opinione, mi sembra un dato di fatto guardando come sprecano tutte le opportunità che Dio ha regalato loro.
Ecco a voi il vero Donato Didonna, il quale dopo avere scritto sciocchezze colossali sull’opus Dei, oggi aggrava il suo caso. Come la maggior parte di coloro che “se le raccontano” (questo é un eufemismo) quando scrivi sciocchezze in pubblico, sentendosi contraddetto (GIUSTAMENTE) tiri fuori la cattiveria nascosta dietro la tua cravatta per dirigerla verso il popolo siciliano (tra l’altro ogni volta che lo fai, quasi sempre, ci si chiede se non oltrepassi i limiti della legalità) ; non si capisce perché non usi altrettanta cattiveria per coloro che nel nord muoiono nel lavoro, si fanno sfruttare dai padroni, accettano tutti i traffichini degli scandali finanziari e tutte le tangentopoli, e potrei continuare a lungo…
Nell’ordine:
– la tua idea, come spesso ti succede, é inapplicabile; costa troppo, per risparmiare spiccioli, chi perderebbe quote di mercato rimedierebbe abbassando i prezzi, quindi fine dell’attività effimera.
– se sei un vero operatore finanziario devi scrivere le percentuali, perché sai che i profitti degli azionisti Ikea rappresentano molto meno delle spese e del reddito dei dipendetti, a Stoccolma che percentuale arriva? 10-20%? Non cambia niente, anzi, é peggio, sono soldi persi per la Sicilia che oltre che a Napoli vanno all’estero.
– parli di competitività, ma eludi il fatto fondamentale che oltre ad avere a che fare con la tassa per i parassiti mafiosi, chiunque vuole intraprendere in Sicilia deve subire la mancanza di strutture (problema storico) e la difficoltà, spesso impossibilità, dell’accesso al credito, che prima di questa crisi attuale era piu’ facile per un immigrato del nord che per un palermitano, tranne per il palermitano che si vuole indebitare per tutta la vita per acquistare una casa.
– tu dovresti sapere che l’economia mondiale é basata sullo squilibrio, dove c’é chi deve limitarsi al ruolo di consumatore, e dovresti sapere che il sistema é organizzato, nel caso della Siciilia, in modo da fare circolare i capitali sufficienti per sopravvivere, e se qualcuno non é d’accordo il sistema sa come fare per limitare la circolazione di denaro, ecco perché mi da fastidio leggere le tue idee insignificanti sull’impresa, dove vuoi far passare il ruolo di semplice consumatore per imprenditore. E ti permetti pure, con le tue idee che fanno ridere di criticare il siciliano che a tuo dire non sa fare l’imprenditore?
– La ciliegia sulla torta: non dico che i tuoi ragionamenti sul processo storico sono demenziali, dico semplicemente che la tua é ignoranza e assenza di logica. Se tu vuoi analizzare la situazione socio-economico-culturale della Sicilia oggi, partendo dalla FINE, eludendo il percorso storico recente che é la conseguenza della mancanza di strutture e della formazione mentale, non puoi capire, non devi occuparti di storia, perché la storia si legge partendo dall’inizio per capirne le conseguenze, nel caso della Sicilia si deve partire dalla nascita del similpaeseitalia, che é la causa principale, dopo vengono l’incapacità dei politici locali e le colpe del popolo siciliano.
Conclusione: non ho mai letto un tuo post dove parli realmente di impresa, tutte le tue idee tendono a una diversa ridistribuzione del denaro già circolante che peraltro é in quantità irrilevante. Parli di competitività ma non sai che oggi in Sicilia non esistono le strutture per competere e, ripeto, il sistema economico non consente alla Sicilia -a parte poche iniziative individuali, purché non infastidiscano troppo- di andare oltre il ruolo di consumatore, che forse é quello che piace a te e alle persone che frequenti. Io in ogni caso non ti impiegherei come consulente, e qui a Parigi, nel mio ambito di lavoro, ti licenzierei dopo un paio di giorni.
Gigi ti prego di limitarti a commentare il post. Non so quanto sia pertinente conoscere le tue preferenze in tema di consulenze. Grazie.
Credo di avere scritto dopo il primo commento di Gigi, ma non c’è traccia; comunque volevo dire che nonostante gli sforzi di Didonna per creare servizi, il momento non è dei migliori, perchè la gente soldi non ne ha, si sacrifica e fa degli sforzi enormi per far da soli pur di non spendere. Ammiro la chiara analisi di Gigi, e lo vorrei come consulente, di lui mi fido. Ecco, la fiducia, in un periodo nero di crisi come questo è vitale, e certe volte mi soffermo a fare questa considerazione, che la gente, ormai, è diventata solo uno spremiagrumi, tutti vogliono che spendiamo! Se ci fate caso, qual’è l’attività della vostra vita che non contempla il fatto di uscire soldi? Se non stiamo attenti diventiamo schiavi di questa cosa e delle strategie degli altri. Ovviamente quello che scrivo non è rivolto all’autore del post, ma mi ha ispiarato questa riflessione.
GIGI penso che il tuo orgoglio di siciliano ferito meriti miglior causa. E’ per assoluta mancanza di indifferenza verso questa terra che sono così severo nel giudizio su larga parte dei suoi abitanti: prendila per una manifestazione di amore! Comunque, non credo che potresti mai licenziarmi perchè avrei serie difficoltà a lavorare per una persona dalle idee così confuse come le tue: sono certo che a Parigi non svolgi attività intellettuali o creative …
Rosalio, lo so, ma é solo per dire che Donato, il quale non manca mai di offendere il popolo palermitano nei suoi post, dovrebbe tenere conto di tutti i parametri, altrimenti le sue idee non sono quelle di un buon professionista della finanza. Di processi storici e conseguenze socio-economico-culturali…meglio tacere…
Detto questo, dico che viste le condizioni economiche della città anch’io preferirei che il denaro fosse ridistribuito tra piu’ operatori, in questo caso meglio che abbiano un reddito giovani disoccupati, come la cooperativa Factotum, piuttosto che banche, assicurazioni, grandi aziende e i loro azionisti, che sono sufficientemente ricchi, anzi, la suddetta ridistribuzione la considero un obbligo morale. Quindi ben venga, ovviamente, Factotum, sperando che non investano piu’ di quello che potrebbero guadagnare (con le strane idee di Donato).
Quello che contesto é la mistificazione dei professionisti(?) della finanza, che credendo di avere a che fare con piu’ fessi di loro, vogliono spacciare (spesso per la loro tranquillità) certe operazioni di facciata, rimedi-non-rimedi occasionali per impresa. I soldi in circolazione non aumentano di un euro, anzi diminuiscono nel caso Napoli-Ikea, quindi non si tratta di impresa ma di diversa ridistribuzione dell’esistente tra piu’ soggetti. Queste sono le tipiche operazioni che fanno comodo a chi vuole mantenere i propri privilengi nel mondo della finanza, e nello stesso tempo darsi il ruolo di benefattore dispensatore di idee geniali e di creazione di redditi supplementari. FALSO. Tutto questo serve solo a mantenere il livello di sopravvivenza del popolo palermitano, a non toccare i privilegi degli happy few conoscitori dei meccanismi finanziari. Gli investimenti reali che producono nuovi capitali e nuovi redditi sono altro.
Auguri, comunque, a Factotum.
“GIGI penso che il tuo orgoglio di siciliano ferito meriti miglior causa. E’ per assoluta mancanza di indifferenza verso questa terra che sono così severo nel giudizio su larga parte dei suoi abitanti: prendila per una manifestazione di amore! Comunque, non credo che potresti mai licenziarmi perchè avrei serie difficoltà a lavorare per una persona dalle idee così confuse come le tue: sono certo che a Parigi non svolgi attività intellettuali o creative …”
Non avevo letto questo post di Donato Didonna, al quale rispondo per l’ultima volta in quanto noto che come molta gente a corto di argomenti (non sa cosa rispondere sulle contestazioni alle sue idee insensate) sa solo fornire attacchi personali che lo squalificano ulteriormente. Considero INUTILE il dialogo con gente come Donato, ogni lettore é capace di trarre le proprie conclusioni… Io mi limitero’ in futuro a contestare le sue mistificazioni tendenziose. Spero per te, Donato, che tu non sia tanto ingenuo da sperare che io ti venga a raccontare qui i miei fatti personali. Ti posso solo dire che sono appagato, e se, con piccolezze degne dei peggiori politici da tv, sposti l’attenzione sull’orgoglio vuol dire che non sai neanche leggere. Tra l’altro non sei capace di rispondere a nessuno dei fatti che ti vengono contestati.
Le tue offese sono infantili e dimostrano ancora una volta che dietro agli individui che si vogliono creare un’immagine spesso c’é il vuoto assoluto.
Invece se sei capace devi contestare le cifre e gli elementi da me riportati.
Ripeto: è opportuno rimanere in tema. Grazie.
…certo, leggere di severità di giudizio sul popolo siciliano da parte di chi scrive sciocchezze colossali su quello che dovrebbe essere il suo mestiere… stento a crederci, sembra una barzelletta.
Gigi sto perdendo la pazienza. Rimuoverò ulteriori tuoi commenti che non riguardino l’argomento del post e che entrano nella sfera lavorativa di Donato che non mi pare ne sia argomento. Saluti.
trovo molto interessante questa discussione, e sarei interessata ad una più approfondita analisi da parte di Didonna, per poter meglio capire il suo progetto e la sua applicabilità nella realtà siciliana. pensavo che in ambito finanziario o imprenditoriale i progetti si facessero partendo dai numeri e conseguenti potenzialità di sviluppo, anche in rapporto alle domande di mercato.
qui leggo solo di idee un po’ aleatorie.
fino ad ora me ne sfuggono costi e benefici per entrambe le parti in causa.
grazie
Francamente non capisco i commenti di GIGI, che hanno innescato la solita polemica sterile ed inutile sulla sicilianità, la palermitanità, l’orgoglio etc. Per entrare ancora più nel merito, trovo difficile comprendere gli appunti sulla distribuzioni delle risorse interne, se provenienti da un siciliano che lavora all’estero (a meno che non mandi i soldi a casa, come ai vecchi tempi) e che quindi nella migliore delle ipotesi, non sta facendo altro che offrire il suo know-how ad un paese straniero. Ma soppravvoliamo pure su questo.
Didonna sta cercando di spremere acqua da un panno praticamente asciutto, cercando di recuperare lavoro e denaro nell’unico posto possibile qui in sicilia: gli interstizi, i piccoli spazi che non potranno mai produrre grandi guadagni ma che nondimeno permetterebbero a qualche decina di palermitani di non avere come prospettiva lavorativa solo quella da posteggiatore abusivo o concorrente telefonico ai quiz mattutini televisivi (da casa, ovviamente).
E’ chiaro che se l’ambito esaminato fosse in prospettiva MOLTO redditizio, qualcuno del nord l’avrebbe già occupato con la sua azienda, franchising, o altro…
Detto questo, questa ennesima proposta della factotum si inquadra ancora una volta nella logia del mercato del tempo. Chi lavora non ne ha, chi non lavora ne ha troppo. Quindi si può intravvedere un mercato. Non la trovo una idea balzana.
Nella proposta specifica del post, bisognerebbe quantificare, con una serie di simulazioni “in vivo” la reale efficacia della consulenza economica.
Non è difficile procurarsi le tabelle comparative delle offerte energetiche, così come di quelle telefoniche o assicurative. Più complesso e delicato il discorso bancario. Nessuno lascerebbe mettere il naso nei propri conti bancari ad un consulente…
Tabelle alla mano, si potrebbe calcolare l’effettivo risparmio, se presente, rispetto alla configurazione del panel di utenti-campione.
Temo, a naso, che per quanto attiene alle offerte energetiche, ci sia poco da recuperare. Le tariffe dei competitors dell’enel sono abbastanza omogenee e, fino allo scorso trimestre, PIU’ CARE dell’offerta normale Enel. Poiché adesso col crollo del petrolio le tariffe enel sono destinate a scendere (mentre le parallele no) si tornerà alla situazione in cui chi si affida a ENI o anche alla stessa ENELenergia si ritrova a pagare più di chi è rimasto con Enel.
Insomma, in questo specifico caso è difficile che vi sia un margine tale da giustificare il compenso di un consulente ed il fastidio di dover cambiare fornitore/i.
Ma senza dei veri test non è possibile stabilirlo sul serio.
Ad ogni modo, ringrazio Didonna, che almeno si fa venire qualche idea. Mentre gli altri aspettano e si lamentano…
Io sono molto favorevole all’iniziativa di Didonna; se mi basta fare un’unica chiamata ad una agenzia e questa va a fare la fila alla posta per conto mio, poi va a ritirare un pacco per me e infine me lo porta a casa…beh mi ha fatto risparmiare almeno 3 ore della mia giornata, alla faccia di qualche invidiso 🙂
Isaia, io penso che una discussione su un blog possa dare un contributo soprattutto come “brain storming” di idee e intuizioni in libertà. Purtroppo, bisogna setacciare tanto babbio, tante reazioni dettate dalla frustrazione personale, dalla depressione, dalla più totale inesperienza professionale, ecc. per trovare una piccola idea utile come quella di Bulgakov sul trasferimento dati tra cellulari oppure osservazioni sensate come quelle che hai fatto sull’andamento futuro delle tariffe energetiche. E’ difficile promuovere un circolo virtuoso di idee: non solo ce ne sono poche in giro, ma se ne avanzi qualcuna ti sparano subito come se rinfacciacciassi loro di non averne!
Il business plan dove verificare quanto questo progetto di impresa possa reggersi da solo, lo sta facendo il bravissimo Adriano che ha voluto intestarsi l’iniziativa ( https://www.rosalio.it/2008/12/09/factotum-3-ikea-express-altro/ ).
Sono attività di c.d. segretariato sociale, di aiuto alle famiglie, di basso valore aggiunto: meglio che niente però!
Rassicuro Stalker sul fatto che se l’idea in questione non sarà economicamente profittevole, per la cooperativa e i suoi clienti, la si abbandonerà: ce ne sono tante altre!
Rientro solo perché il post garbato di Isaia Panduri merita una risposta. Io stavo commentando l’idea di Donato, della quale contesto il fatto che si faccia passare per impresa, quando si tratta d’altro…non mi ripeto, ho già scritto cos’é.
Forse Isaia Panduri non conosce i retroscena e non ha seguito la cronologia in questo spazio; per farlo si devono leggere i post di Donato del 18/12 ore 17:31 e del 19/12 ore 10:07, dove come consuetudine Donato si scaglia contro il popolo siciliano. Io ho solo replicato alle offese di Didonna. Quanto alla mia partecipazione economica per la città di Palermo dico si, ma essendo fatti personali non dico come, dove, né quanto, probabilmente di piu’ di coloro che predicano e criticano ma godono di benefici.
E poi, se io fossi francese non avrei diritto di esprimere la mia visione?
certo,il fondo della pentola non si raschia in un colpo solo…
da leggersi al seguito del post delle 16,42,se no non ha senso.
@GIGI: Seguo Rosalio da tempo e ho letto i vari post, a suo tempo. E nei commenti si finisce sempre in polemica. La mia impressione è che Didonna – magari con toni a volte (troppo) severi – cerchi di sferzare gli zombi palermitani ad una reazione di qualche tipo rispetto all’inerzia nella quale invece ci si muove solitamente e che pervade anche i commenti ai vari post.
Ho amici che credono nelle piccole idee e che stanno provando a fare cose che io stesso non avrei MAI nemmeno pensato di fare, al posto loro. Amici che se ne sono partiti per la tunisia con una idea in testa e arrivati là hanno cercato i contatti, i referenti locali della camera di commercio etc. Sorpresa sorpresa: pur non conoscendo il mercato ed il territorio hanno trovato le porte aperte e sono stati indirizzati ed aiutati nel loro tentativo. Sono tornati con le idee più chiare e con un pizzico di speranza in più. E praticamente non avevano capitali…
Questo per dire che alle volte anche se l’idea sembra folle… bisogna provarci. Perché nel resto del mondo gli uffici (e le persone) non si comportano come quelli palermitani/italiani…
io credo che una riflessione di fondo e’ che il risparmio va fatto da chi ha necessita’ di risparmiare,
perche’ si trova tra quelli della II o III settimana,
pero’ l’idea che questi soggetti debbano pure pagare la consulenza mi pare sia pretendere troppo.
Questi andrebbero aiutati da gruppi di volontariato.
Per altro ho esperienza del fatto che tutte le volte che qualcuno mi ha proposto qualcosa per farmi risparmiare (e ci sono cascato con i gestori telefonici)
e’ finita che poi mi sono ritrovato con maggiori spese.
Detto questo,non e’ male ricordare che chi se lo puo’ permettere DEVE CONSUMARE,perche’ tantissime sono le imprese legate all’incremento dei consumi.Ovviamente e’ sciocco lasciare la luce accesa quando non serve o recarsi al centro solo per farsi una passeggiata sapendo i problemi che ci sono su traffico ed inquinamento.
In quanto a fare impresa qui da noi se ne e’ sempre parlato ma non mi pare che siano mutate le condizioni
che dissuadono chi abbia una visione di medio lungo termine.Puoi pure provarci,ma quando sei cresciuto
vai tranquillo che arriva qualcuno,e te ne fa pentire.
Marcello, e proprio a dei disoccupati chiederesti di fare volontariato? Siamo al surrale 🙂
Isaia, un mio caro amico palermitano vive da anni a Tunisi dove assiste imprenditori italiani che investono lì. I suoi racconti sono imbarazzanti, per noi. Tanto per fare un esempio, qui siamo abituati ad un paesaggio urbano pieno di puntini blu: i serbatoi dell’acqua (quando non sono in grigio eternit) mentre lì l’acqua corrente arriva anche nella più umile delle case. Qui l’acqua è stata sempre usata per “mangiare” e se ci si esprime con “severità” verso questa mentalità inconcludente e parassitaria, qualcuno si offende pure! 🙂
Didonna, proviamo a fare un’analisi partendo dall’economia locale?
Quali sono le realtà produttive a Palermo?
Comincio io con le prima due che mi vengono in mente, se vuole può continuare lei: la Fiat di Termini Imerese;
Fincantieri, che solo in Sicilia può stare in piedi per com’è stutturata, pare che molto lavoro sia prodotto a Trieste, e poi si mettono etichette Fincantieri Palermo, per non chiuderla!
Mi fermo qui, non vogli dilungarmi.
Io non sono sicuramente invidiosa delle altrui idee geniali, solo che tutta questa genialità nelle sue idee non la intuisco!
Credo che siano piccole elemosine per non vedere i grandi problemi che non fanno crescere nella direzione di uno sviluppo vero…ovviamente non parlo solo di industria, erano solo due esempi.
Con tutto il rispetto, escludendo tutto l’ingombro burocratico e costitutivo, non vedo molta differenza tra i suoi factotum, e il disoccupato che prende una mancia per portarci i sacchetti del supermercato fino al bagagliaio della macchina…molti di noi potrebbero farlo benissimo da soli, ma si cerca di dare una mano, purtroppo comunque “elemosina”.
Avere idee geniali non è da me, ma credo di saper riconoscere quelle che non lo sono affatto.
…e non ho neanche parlato del marcio vero, forse il vero motore di questa regione!
E’ vero, la grande Tunisia, dalla quale dovremmo copiare per migliorare i nostri parametri, ora che sappiamo che sull’acqua sono migliori non ci resta che copiare il resto per divenire come loro paradiso su terra.
Alcune cifre sulla Tunisia parlano meglio di mille dissertazioni. Il doppio della popolazione siciliana; PIL Tunisia 77 MLD dollari; PIL Sicilia ca. 80 MLD Euro, reddito pro capite Tunisia 7500 dollari; reddito pro capite Sicilia ca. 1600 Euro. Allora, cosa rende la Tunisia appetibile? Fiscalità vantaggiosa per attirare investimenti esteri, in certi casi quasi detassazione, manodopera a basso costo. E’ per questo che la Tunisia é un Paese a forte emigrazione e forte disoccupazione; é per questo che molte aziende francesi, italiane ed altre europee delocalizzano o investono in Tunisia. In Sicilia non esistono facilità per l’impresa, ma esiste la tripla penalità: tassazione ai livelli europei, pizzo dei parassiti, banche mal disposte che favoriscono solo la crescita del nord del similpaeseitalia. Non mi interessa sapere cosa fa l’amico di Donato, io conosco alcuni che delocalizzano in Tunisia, conosco francesi che vivono la loro pensione in Tunisia perché in Francia sarebbero a stento classe media invece in Tunisia sono benestanti se non ricchi. Pero’ in Tunisia hanno l’acqua corrente tutti i giorni. Ma poi, che c’entra il malgoverno locale con tutto il popolo siciliano che per ragioni storiche e socio-economico-culturali non ha alternative né strutture per agire?
Didonna
apprezzo il tuo sforzo di dare una mano ai cosidetti disoccupati,ma indicare soluzioni ballerine e/o precarie(come quella di cercare di fare “impresa”(?))in un mare povero,mi pare portarli fuori strada.
Un laureato ha valore se ha una buona votazione conseguita entro i tempi assegnati al corso di studi regolari,e deve collocarsi al piu’ presto in qualcosa di affidabile,perche’ poi incalzano le nuove generazioni.Anche la giovinezza scorre via veloce.
Per questo credo che non rimanga che la via dell’emigrazione per chi non fa parte di clientele.
Non ha senso impegnarsi in cose che non portano da nessuna parte,e ti impantanano.
Piuttosto sposterei l’analisi,magari con un post specifico,a quelli che sono i motivi oggi riscontrabili in Sicilia che non consentono un regolare inserimento
in qualcosa di veramente produttivo in Sicilia.
(spreco di energie,di risorse,incapacita’ di avere una visione strategica sulle vere potenzialita’ dell’isola e dei suoi abitanti,disabitudine alla produttivita’,pressappochismo,carenza di controlli,sciatteria,scetticismo,fatalismo,etc).
Vorrei chiedere a GIGI che dice di vivere in Francia se anche li’ ci sono le code agli uffici postali.
Qui un Ufficio con quattro sportelli di solito ne apre uno o due nei giorni di scadenza .Alle 11 ti metti in lista e sei il num 150,ma sono arrivati a 60.La gente subisce e mediamente perde 2 o 3 ore per fare una operazione (piu’ delle volte per pagare).
Sicche’
alla fine si bruciano 300 ore a danno degli Utenti per non aprire per 4 ore un terzo sportello.Che gia’ toglierebbe un disoccupato dalla strada.
Chi controlla queste situazioni?
Stalker, ancora analisi? Questo è un popolo di analisti socio-economici e CT sportivi. Le analisi sulla Sicilia le ho già scritte proprio qui in 12 puntate https://www.rosalio.it/2007/10/26/sicilia-istruzioni-per-chi-proprio-non-la-capisce/
ma poi bisogna tentare di far seguire alle analisi le azioni, anche piccole,altrimenti nulla cambia.
La prospettiva di un reddito è sempre meglio di un’elemosina!
Gigi, come fa il reddito pro-capite della Tunisia ad essere superiore a quello della Sicilia?
A me questa storia che siccome siamo stati invasi nel 1200 dagli arabi OGGI non possiamo fare nulla e siamo costretti a tenerci la mafia etc etc mi pare una scusa per giustificare l’inerzia cronica che affligge la sicilia ed i suoi abitanti. E’ vero che la mentalità, il modo di vedere le cose ha ancoraggi storici molto lontani, per cui un popolo abituato ad essere dominato e campare di elemosine e favori (in passato) si trascina per generazioni quel modo di pensare anche nel presente (così come il popolo francese, che ha già avuto modo di tagliere le teste dei suoi governanti in passato, oggi protesta in modo molto più intimidente del nostro). Ma è anche vero che se domani mattina aprissero come per magia delle fabbriche stile FIAT, solo pochi accetterebbero di andare a lavorare in catena di montaggio, continuare a preferire la speranza di un posto trovato loro da un parente che lavora alla regione o da un politico per il quale vengono convinti a votare.
Per questi, e sono molti, hai voglia a trovare scusanti di tipo storico…
Didonna,
“Questo è un popolo di analisti socio-economici e CT sportivi.”
bene, ne prendo atto.
la lascio alle sue interessantissime disquisizioni accademiche e vado a spendere il mio tempo in maniera più interessante!
saluti.
Didonna, sei talmente sprovvisto di argomenti che ispiri persino tenerezza. Non si capiva che era un refuso? O forse si potrebbe pensare che il reddito pro capite della Sicilia é di 133 euro al mese?
Ancora una volta eludi tutte le contestazioni ai tuoi argomenti campati in aria; non ti ho visto mai rispondere alle domande che ti fanno, é una fuga continua. Rifletti piuttosto a come rispondere seriamente sul fatto che hai citato come esempio un Paese, la Tunisia, con gravissimi problemi, usato per sfruttare manodopera a basso costo da italiani, francesi, etc. un Paese che per attirare capitali e investimenti e costretto a “REGALARE” la fiscalità; e questi regali, evidentemente, fanno comodo ai soliti noti…e alla luce dei redditi da terzo mondo… avresti dovuto citare esempi piu’ seri.
@ Isaia, che c’entra risalire a mille anni fa con gli argomenti sul similpaeseitalia? Questa falsa unità d’italia é il presente, le conseguenze sono attuali, le disparità economiche e i favoritismi sono attuali, la scarsezza di strutture al sud é attuale, la circolazione di capitali limitata al sud é attuale, gli impedimenti allo sviluppo del sud sono attuali… ora devo uscire, piu’ tardi postero’ cifre ufficiali su “note sulla congiuntura” su 4 regioni italiane che rappresentano la media nazionale, e che spiegano meglio di mille dissertazioni, e non ci sono mistificazioni che tengono.
Marcello ha scritto:
“Non ha senso impegnarsi in cose che non portano da nessuna parte,e ti impantanano”
Invece, secondo me, un senso c’é. L’élite economica, anche palermitana, ha interesse a creare redditi-bricolage (redditi ambigui in quanto non sono altro che diversa ridistribuzione di quel poco di capitale già in circolazione, cioé, togliamo un po’ a qualcuno per dare il reddito-bricolage a un altro nuovo soggetto) per mantenere uno stato di precarietà e sopravvivenza; perché si sa che nell’economia dello squilibrio occorre il produttore e il consumatore, se il consumatore diventa anche produttore toglie quote di ricchezza alla parte di mondo che produce (in questo caso il nord del similpaeseitalia).
La cosa mi diverte e mi fa pensare a cio’ che mi raccontava una mia amica insegnate di storia; di quando i “signori” dicevano : “diamo un po’ di cultura al popolo per non avere a che fare con autentici pecoroni, ma non troppa altrimenti, se fatti furbi, ci romperanno i co…ni”
Un futuro migliore e a lungo termine,sarebbe sfruttare al meglio le nostre risorse.
L’agricoltura(biologica meglio ancora) artigianato, turismo, e i prodotti alimentari,come il vino e la pasticceria.
Ma per realizzare tutto cio’ ci vorrebbe solo la volonta’ politica anche regionale,visto che noi siamo a statuto autonomo,e invece di rafforare le strutture aeroportuali(senza non si va da nessuna parte), si spendono miliardi per un ponte inutile!
OHHHHH!!!!!! finalmente!!!!
già tornare alla terra sarebbe un punto di partenza per cominciare a discutere di qualcosa, credo.
creare cooperative che producono beni, e non servizi che non producono…secondo me neanche reddito, visto che la possibile clientela la vedo collocata più nei ceti medi che si stanno impoverendo che in quelli alti.
ci sono piccole aziende agricole che stanno proponendo ai clienti di raccogliersi direttamente frutta e ortaggi, abbattendo i costi di mano d’opera e quindi bbassando i prezzi di vendita. potrebbero diventare anche fattorie didattiche per insegnare ai bambini che le mele non crescono alla coop.
poi ci sarebbero le terre confiscate alle mafia, che potrebbero essere sfruttate e concesse in maniera oculata e trasparente in tempi brevi (?) e questa sarebbe anche educazione alla legalità. a proposito, ancora aspetto una risposta dall’assessore Santoro al riguardo, che ha detto di averne delega!
di idee ce ne sarebbero tante, certo tocca lavorare, non è come andare a pagare una bolletta alle poste e magari metterci una mattina perchè c’è traffico…considerando poi che la maggior parte di queste cose ormai le possiamo fare on line….
anche riguardo al discorso ikea ci sono tantissimi trasportatori e padroncini che non sanno più come pagare le rate del camion e fanno i viaggi di ritorno a poco. come ha detto GIGI si sposta solo quel poco che c’è da un poveraccio ad un altro senza creare sviluppo.
di questi tempi poi!
buon proseguimento.
…e scusate se non ero al bar sport ad allenare la nazionale!
solo l’ultima, ma per il discorso ikea il viaggio di andata era a vuoto?
per chi è al di fuori della realta intendevo: furgone o camion parte vuoto o portate qualche prodotto locale a napoli, per ottimizzare i costi e non inquinare inutilmente?
Per quanto riguarda l’accorciamento della filiera e delle distanze tra chi produce e chi consuma cibi biologici o comunque coltivati in modo naturale, ho fondato assieme adaltri la Cooperativa Natura Express http://www.naturex.it .
Per la gestione di beni culturali ho dato vita, assieme ad altri, all’Associazione Aiamola http://www.aiamola.it .
Attività, ovviamente, extralavorative, tanto per non fare solo discorsi da bar … 🙂
Marcello, il tempo della gente è una risorsa a costo zero per tutte le amministrazioni monopoliste.
…mi scuso, mi accorgo che mi é saltata la faccina sorridente dopo “tenerezza” riferito a Donato, ovviamente é in tono scherzoso, anche se Donato offende ingiustamente i siciliani che sono solo vittime e subiscono un processo storico sfavorevole, e non hanno alternative politiche, essendo quasi tutti pseudo-politici senza nessuna capacità manageriale, dicevo, non per questo io mi permetto di offendere Donato.
Sono 16000 euro!
Gigi non mi risulta che Donato offenda i siciliani. Siccome scrive sul nostro blog e mi sembra un’accusa grave ti invito a non ripeterla: è del tutto infondata.
E’ invece assolutamente fondato che detesto molti aspetti della società siciliana che ne condizionano lo sviluppo in senso moderno. In loro assenza si vivrebbe meglio, sia sotto il profilo civile che economico. Le analisi storiche, pur suggestive, non possono negare che i comportamenti negativi di tanti siciliani (inciviltà diffusa, spirito servile, cultura parassitaria, ecc.) sono attuati LIBERAMENTE: nessuno li costringe a sporcare, tanto per fare un esempio!
Didonna, pregevoli iniziative, ma non sono tenuta a sapere tutto quello che ha fatto nella vita, mi limito a commentare questo post e l’iniziativa dei factotum che continua a sembrarmi molto aleatoria e poco risolutiva.
poi fino ad adesso i conti della serva mi sembra li abbia fatti solo Bulgakov.
quando dicevo di analisi approfondite mi riferivo a quello, ahimè…costi e benefici.
voleva solo essere un confronto di idee, niente di personale.
non mi ha risposto sui punti secondo me fondamentali, pazienza, la ritengo pertanto sociologia, comunque interessante.
penso di aver espresso ampiamente il mio pensiero e non vi annoio ulteriormente.
in bocca al lupo!
sull’ultimo commento di Didonna sono assolutamente d’accordo!
Il business plan lo sta praparando Adriano che ne riferirà assime al sito e al lancio delle prenotazioni IKEA Express. Non mi posso porre ora, per esempio, rispondendo ad una tua osservazione, il problema di mandare un furgone vuoto a Napoli: il meglio è nemico del bene. L’esperienza mi insegna che bisogna lanciarsi con fiducia nelle proprie capacità: in genere l’audacia è premiata.
Rosalio, premetto che io non mi sento bersaglio delle “offese” di Donato avendo scelto strade diverse e il mio percorso é all’opposto di quelli che lui critica (suppongo che si riferisce a molti siciliani residenti in Sicilia a suo dire inattivi). Ma non mi sembra che Donato affermi coplimenti quando definisce la maggior parte dei siciliani “parassiti inattivi (“lagnusi e mantenuti” detto volgarmente), incapaci e collusi”, addirittura peggio dei tunisini in fatto di evoluzione.
Ora, io vorrei sapere da Donato (che sicuramente non risponderà) o da chiunque é capace di informarci su un fatto secondo me importante: si presenta con enfasi Factotum, che potrebbe trasferire dalla già scarsa economia palermitana, ipotizziamo, 50000 euro in uno o due viaggi, ora, la Factotum ha previsto un piano per rimpratriare nel contesto di un normale scambio commerciale la suddetta somma di denari? Se la risposta é no, io mi sentirei legittimato a pensare negativamente e a giudicare la Factotum “quasi” alla stessa stregua dei politici che sprecano e che Donato GIUSTAMENTE critica regolarmente. La cosa mi darebbe particolarmente fastidio perché conosco diverse persone che come me hanno scelto di immettere soldi nell’economia palermitana, ognuno al proprio livello e per scelta sentimentale, e in effetti non si deve guardare l’economia della città in senso individuale ma collettivo, quindi a me girerebbero i cosidetti…
Non chiedo a Donato dove Factotum trova i capitali per iniziare l’attività, e nemmeno com’é consuetudine in Italia uso il sospetto di conflitti di interesse, pero’ chiedo a Donato: DOV’E’ LA TUA TANTO DECANTATA COMPETIZIONE libera e sana se il percorso dei soldi si fa solo a senso unico verso Napoli e la Svezia? Io piu’ che competizione la ritengo… una presa per i fondelli!
Bellissima conversazione, sui mali antichi della Sicilia e sulle prospettive di occupazione attuali. Beh, con la coop di Didonna qualche disoccupato guadagnerà qualche manciata di euro, potrà evitare di impiccarsi per la depressione, potrà forse inserirsi in qualche circuito lavorativo conoscendo qualcuno nei suoi giri.Per il resto, ai posteri l’ardua sentenza. I mali della Sicilia sono sempre gli stessi,non si capisce perchè il turismo non decolla, perchè l’artigianato è quasi morto, la pesca è al collasso e l’agricoltura ha perso i suoi lavoratori. I giovani non vogliono ripercorrere questi percorsi lavorativi, vogliono il posto fisso, che si sa, almeno non lo perdi se c’è crisi (fino a questo momento). Lo diciamo tutti che la Sicilia avrebbe potuto essere una piccola California,è pure più bella,ma purtroppo per i motivi che Gigi ha già esposto,e per l’indifferenza e l’avidità dei nuovi padroni, la nostra terra è sprofondata in un baratro di miseria. Forse quelli che verranno dopo di noi riusciranno a cambiare le cose, mah?!?, dovranno imparare lentamente ad alzare il capo e ad essere liberi.
Didonna, mi fai essere pesante perfino a me stessa a continuare a rispondere! Chiamala passione, se vuoi.
Purtroppo non riesco a sottrarmi.
L’audacia secondo me è premiata quando è veramente audace e riscopre vecchi tratturi abbandonati e li riporta in vita – tradizioni e canti dimenticati, animali e tradizioni quasi estinti, se vuoi anche poesia, per l’economia inutile da sempre, per me ancora inutilmente e fondamentalmente importanti, il tuo secondo link ci si avvicina? – o traccia nuovi sentieri, strade coraggiose che bisogna a volte tracciare col macete, strade impervie, completamente innovative e folli, altrimenti non ne usciamo e cambiamo le copertine ma non i contenuti. Si rischia di ricalcare strade ammuffite che ci hanno portato dove siamo (senza offesa, non trovo alrti termini) e se in buona fede le trovo quantomeno ingenue.
Si torna indietro, ad un sistema che ci ha portato a questo stallo, servi della gleba lontani dalla terra, niente di più triste.
Anche io penso che ci sia tanto da fare in Sicilia, e non mi piace la mentalità del siciliano medio (non me ne voglia GIGI, che infatti è in Francia), solo che secondo me, discorsi da bar sport a parte, la tua proposta non può nè far evolvere l’uomo, che rimarrà sempre e comunque cameriere nell’esser factotum, nè creare reddito. due sfighe insieme, cameriere e ancora e comunque povero!
poi il luminare sei tu…..
.
ps poi anche sugli animali in via di estinzione – io ho un asino – torniamo ai discorsi dei finaziamenti, che non ho chiesto. come uscirne da queste metastasi?
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/ecore/aggcong/2007/lombardia/lombardia.pdf
http://www.sprintsicilia.it/editor/file/Pagine%20di%20Lettura/Banca%20d%27Italia%20-%20nota%20sulla%20
congiuntura%20della%20Sicilia.pdf
ECCO delle cifre ufficiali che illustrano il contesto economico nel quale si muove la Sicilia, dal quale emergono i limiti, perché si puo’ teorizzare all’infinito ma é il denaro circolante che delimita le possibilità di agire, l’impresa tanto cara a Donato, perché se si fa impresa, oltre ai capitali necessari (e difficili se non impossibili da reperire in Sicilia) per le strutture, occorre il consumatore che dispone di denaro, altrimenti si tratta di impresa destinata al fallimento in mancanza di clienti.
Si possono notare le differenze di regole, di trattamento, i privilegi per alcuni gli svantaggi per altri, tra le regioni del similpaese… le cifre parlano chiaro…
1) Raccolta delle banche: Lombardia 384 mld€ (2006) 301 mld€ (2007); Piemonte 95 mld€; Campania 51 mld€; Sicilia 45 mld€.
2) Titoli in deposito presso banche: Lombardia 363 mld€ (2006) 348 mld€ (2007) Piemonte 125 mld€; Campania 20 mld€; Sicilia 15 mld€.
3) Commercio con l’estero: Lombardia 50 mld€; Piemonte 17 mld€; Campania 4 mld€; Sicilia 4,7 mld€.
4) Prestiti alle imprese: Lombardia 214 mld€ (2006) 235 mld€ (2007) Piemonte 49 mld€; Campania 26 mld€; Sicilia 23 mld€.
5) Prestiti alle famiglie consumatrici: Lombardia 72 mld€ (2006) 77 mld€ (2007); Piemonte 25 mld€; Campania 18 mld€; Sicilia 20 mld€.
6) Prestiti società finanziarie e assicurative: Lombardia 86 mld€ (2006) 100 mld€ (2007); Piemonte 13 mld€; Campania 1,6 mld€; Sicilia 458 milioni€.
7) Totale prestiti: Lombardia 375 mld€ (2006) 416 mld€ (2007); Piemonte 92 mld€; Campania 48 mld€; Sicilia 45 mld€; non sono riportate alcune voci minori.
Tutti i dati si riferiscono al 2007; per la Lombardia sono riportati anche quelli relativi al 2006. Si puo’ notare che nel 2006 il rapporto tra la raccolta e i prestiti in Lombardia é in equilibrio, come nelle altre regioni, mentre, chissà perché nel 2007 il rapporto é squilibrato. Non ho riportato i dati relativi ai tassi d’interesse, ma si sa che tra il nord e il sud del similpaeseitalia ci sono differenze di punti importanti. Alla luce di questi dati, dei favoritismi e privilegi, per quanto riguarda la sana competizione cara a Donato Didonna mi sembra pertinente un paragone calcistico: é come se si mettessero a competere il Manchester United che beneficia di ogni tipo di introiti previsti dal marketing calcistico e grazie ai quali é il club piu’ ricco del mondo e… il Carrapipi.
Didonna
il mio pensiero mi sembrava chiaro.Non sono certo i disoccupati che invitavo a fare volontariato.Ci mancherebbe!Dare consulenza a pagamento alla “povera gente”,mi morde la coscienza.
Non a caso avevo gia’ parlato
che si tratterebbe di raschiare la pentola.
Invece
l’analisi,ripeto,farebbe bene a cercare di individuare
quelle potenzialita’ (sole, mare,opere d’arte,grandi estensioni di terreno,sottosuolo)che possono tradursi in ricchezza,PER TUTTI.
A tal proposito vorrei capire se esiste un rapporto
di valutazione benefici/investimenti sulla destinazione
dei Fondi Europei del quinquennio appena trascorso.
Fondi dati sulla carta a beneficio di TUTTI I SICILIANI.
Se non erro dovrebbero essere circa 9 miliardi di euro.
In quanto “al tempo della gente considerata oggi una risorsa inutile dalle amministrazioni monopoliste”,
e’ qui che bisogna intervenire,proprio sui monopoli,
mettendo i servizi in concorrenza.
Chiunque pagherebbe anche il doppio l’operazione di sportello se il tempo di attesa da due ore si riducesse a dieci minuti.
Strano che nessuno ci abbia mai pensato!
Attenzione ai voli pindarici! Torniamo con i piedi per terra ricordando da dove eravamo partiti:
1. Palermo abbonda di disoccupati e lavoratori precari, intellettuali o meno;
2. un disoccupato, per definizione, dispone di una preziosa risorsa, il tempo, che ad altri manca;
3. si può, quindi, fare oggetto di scambio il tempo, specie quello più improduttivo, trascorso per sbrigare faccende o mansioni che non richiedano particolari competenze professionali;
4. tutti coloro che in un’ora di tempo “perso” guadagnano molto di più di quanto potrebbero pagarla a terzi, rappresentano il mercato di riferimento per questo scambio;
5. le applicazioni concrete di tale scambio hanno il solo limite nella capacità di individuarle;
6. alcune, come il caso “IKEA Express” apprezzato su un articolo del GdS dalla stessa multinazionale, avranno un mercato più ampio sotto il profilo del reddito del cliente tipo, altre uno più ristretto, ma comunque sufficiente per una città come Palermo (basterebbe il solo ceto dei liberi professionisti);
7. alcune idee avranno più successo che altre, ma, se vogliamo dare una mano a dei disoccupati, offriamo contributi costruttivi oppure asteniamoci da polemiche inconcludenti: ai disoccupati che mi chiedono a che punto sia il progetto, mi verrebbe difficile spiegare il senso di alcuni contributi della discussione in atto. 🙂
Sono comunque d’accordo sulla opportunità di dare un lavoretto anche a persone che avendo perso il lavoro o essendo avanti con gli anni, sono fuori da ogni possibilità di trovarne di “normali”.
Didonna
apri temi interessanti,ma
io mi auguro che in questo paese chi fa POLITICA
si ponga prima o poi il problema dei disoccupati,
ed in particolare dei GIOVANI DISOCCUPATI.
Chi fa politica i disoccupati spesso li usa: abbiamo una classe politica specializzata nel perpetuare sottosviluppo e mantenere nel bisogno larga parte della popolazione. Lo sviluppo è temuto da costoro perchè, se ci fosse sviluppo e libertà economica, che bisogno ci sarebbe di questa classe politica parassitaria capace solo di intermediare favori? Dovremmo importare politici irlandesi che sono stati capaci di riscattare quell’isola con una moderna visione di sviluppo dopo secoli di miseria ed emigrazione.
GIGI NON TI CONOSCO ma mi piacerebbe chiederti questi approfondimenti.
GIGI……………….dovresti sapere che il sistema é organizzato, nel caso della Sicilia, in modo da fare circolare i capitali sufficienti per sopravvivere, e se qualcuno non é d’accordo il sistema sa come fare per limitare la circolazione di denaro
Come?
GIGI………il sistema economico non consente alla Sicilia -a parte poche iniziative individuali, purché non infastidiscano troppo- di andare oltre il ruolo di consumatore, .
Poche?Quali?
GIGI…………Gli investimenti reali che producono nuovi capitali e nuovi redditi sono altro.
Quali?
GIGI………L’élite economica, anche palermitana, ha interesse a creare redditi-bricolage (redditi ambigui in quanto non sono altro che diversa ridistribuzione di quel poco di capitale già in circolazione, cioé, togliamo un po’ a qualcuno per dare il reddito-bricolage a un altro nuovo soggetto) per mantenere uno stato di precarietà e sopravvivenza; perché si sa che nell’economia dello squilibrio occorre il produttore e il consumatore, se il consumatore diventa anche produttore toglie quote di ricchezza alla parte di mondo che produce (in questo caso il nord del similpaeseitalia).
Di che élite palermitana ESATTAMENTE parli?
GIGI……e in effetti non si deve guardare l’economia della città in senso individuale ma collettivo,
D’ACCORDO!
DONATO PER QUEL POCO CHE TI CONOSCO ….
DONATO ……….I siciliani sono, come tutti, padroni del proprio destino: ammiro l’inteLligenza, le qualità morali e le capacità di tanti siciliani, motivo sufficiente per continuare a vivere in Sicilia, ma, purtroppo, nella stragrande maggioranza i siciliani sono un popolo di poveri fessi che si sentono, pateticamente, pure furbi. Più che un’opinione, mi sembra un dato di fatto guardando come sprecano tutte le opportunità che Dio ha regalato loro.
DONATO…. E’ per assoluta mancanza di indifferenza verso questa terra che sono così severo nel giudizio su larga parte dei suoi abitanti: prendila per una manifestazione di amore!
DONATO…….Le analisi sulla Sicilia le ho già scritte proprio qui in 12 puntate https://www.rosalio.it/2007/10/26/sicilia-istruzioni-per-chi-proprio-non-la-capisce/
ma poi bisogna tentare di far seguire alle analisi le azioni, anche piccole,altrimenti nulla cambia.
DONATO…..Per quanto riguarda l’accorciamento della filiera e delle distanze tra chi produce e chi consuma cibi biologici o comunque coltivati in modo naturale, ho fondato assieme adaltri la Cooperativa Natura Express http://www.naturex.it .
Per la gestione di beni culturali ho dato vita, assieme ad altri, all’Associazione Aiamola http://www.aiamola.it .
STALKER HO IMPARATA A CONOSCERLA QUI SUL BLOG……..
STALKER…….L’audacia secondo me è premiata quando è veramente audace e riscopre vecchi tratturi abbandonati e li riporta in vita -…….- o traccia nuovi sentieri, strade coraggiose che bisogna a volte tracciare col macete, strade impervie, completamente innovative e folli, altrimenti non ne usciamo e cambiamo le copertine ma non i contenuti.
E VORREI CHIUDERE CON ADRIANO E LA FACTOTUM
Il business plan dove verificare quanto questo progetto di impresa possa reggersi da solo, lo sta facendo il bravissimo Adriano che ha voluto intestarsi l’iniziativa ( https://www.rosalio.it/2008/12/09/factotum-3-ikea-express-altro/ ). Sono attività di c.d. segretariato sociale, di aiuto alle famiglie, di basso valore aggiunto: meglio che niente però
………………
1. Palermo abbonda di disoccupati e lavoratori precari, intellettuali o meno;
2. un disoccupato, per definizione, dispone di una preziosa risorsa, il tempo, che ad altri manca;
3. si può, quindi, fare oggetto di scambio il tempo, specie quello più improduttivo, trascorso per sbrigare faccende o mansioni che non richiedano particolari competenze professionali;
4. tutti coloro che in un’ora di tempo “perso” guadagnano molto di più di quanto potrebbero pagarla a terzi, rappresentano il mercato di riferimento per questo scambio;
5. le applicazioni concrete di tale scambio hanno il solo limite nella capacità di individuarle;
6. alcune, come il caso “IKEA Express” apprezzato su un articolo del GdS dalla stessa multinazionale, avranno un mercato più ampio sotto il profilo del reddito del cliente tipo, altre uno più ristretto, ma comunque sufficiente per una città come Palermo (basterebbe il solo ceto dei liberi professionisti);
7. alcune idee avranno più successo che altre, ma, se vogliamo dare una mano a dei disoccupati, offriamo contributi costruttivi oppure asteniamoci da polemiche inconcludenti: ai disoccupati che mi chiedono a che punto sia il progetto, mi verrebbe difficile spiegare il senso di alcuni contributi della discussione in atto.
GRAZIE per questa interessante discussione(letta interamente adesso..) , credo e spero che in futuro si possa ragionare di qualcosa che mi sembra possa racchiudere un pò tutte le vostre riflessioni…
PEQUOD
Pequod, ottima sintesi.
mi piacerebbe sentire la tua, di riflessione, ci tengo.
V.
STALKER
già ti ho risposto,non è una sintesi ma una riflessione.
ritengo l’idea ed Adriano ,il responsabile del progetto FACTOTUM, una persona estremamente capace .
quanto al resto lo ritengo un dialogo molto interessante e stimolante.
spero di avere delle risposte da gigi
pequod
l’accettazione del “sistema” ed il conseguente adattamento al medesimo (con tutte le sue evidenti storture)e’ una strada,ma NON E’ L’UNICA.
A Pechino centoventimilioni di miserabili senza lavoro tornano alle campagne.
Altri paesi stanno riducendo i salari a parita’ di ore lavorate,oppure stanno riducendo le ore lavorate dal singolo,per dare la possibilita’ di lavorare a tutti.
Forse,piu’ che spostare un po’ di ricchezza tra poveri,
si tratta di andarla a riscoprire dove veramente si trova indecentemente accumulata,e dare un miglire equilibrio all’intero sistema.
Infatti,già si potrebbero diminuire gli stipendi a deputati, onorevoli, politici, ecc; doppi incarichi e consulenze. Eliminando gli straordinari si potrebbero creare nuovi posti di lavoro, anche se pochi; si potrebbe cominciare a comprare solo prodotti locali, e fare andare avanti la nostra economia, sia per quanto riguarda l’abbigliamento, che i prodotti alimentari, auto, ecc.Si potrebbero fare, coi fondi europei, corsi VERI per invogliare e preparare tanti giovani alla produzione agroalimentare,aprendo delle piccole aziende e recuperando le vecchie. E infine fare la stessa cosa per quanto riguarda il turismo, creare delle piccole nicchie, e ancora un turismo legato alla pesca (mi dispiace per i pesci ovviamente).Insomma ci sarebbe tanto da fare, soprattutto chiudere questi call center inutili e fare andare in pensione i più grandi per lasciare i posti ai giovani con la garanzia di un concorso e non di na raccomandazione. Questi giovani che però devono cominciare a darsi da fare.
osti ai giovani che comunque devono cominciare a darsi da fare.
“LAVORARE MENO, LAVORARE TUTTI!”
…no, tranquilli, non siamo ad una manifestazione dei soliti comunisti, come direbbe Berlusconi, ma all’ultima trovata del suo ministro Sacconi, che fino a ieri detassava gli straordinari per rendere competitive le aziende.
detto dal CDX sembra una farsa, specchio dei tempi…veramente duri!!!
Stalker ti invito a rimanere in tema. Grazie.
scusa rosalio, più in tema di così?
si sta parlando di lavoro e mi sembrava giusto citare le ultime proposte del governo.
se un governo di CDX arriva a fare propri vecchi slogan della sinistra extra-parlamentare, vuol dire che siamo messi male.
è peggio di quanto si potesse immaginare, altro che “essere ottimisti”!
allora ricapitoliamo.
Il tema e’ “il primo guadagno e’ il risparmio”,
che significa tante cose,tutto e niente.
Non ci sono regole eguali per tutti,perche’ ognuno di noi ha un diverso potere d’acquisto,e,non vorrei che la gente che ha soldi conclude che e’ bene metterli sotto il mattone,visto che di questi tempi, se i soldi li porti in banca ti puo’ capitare di essere consigliati in cattivi investimenti.
Lavorare meno per lavorare tutti non so chi l’abbia sostenuto precisamente in passato,e non ne farei tanto una questione ideologica.Potrebbe essere un modo di limitare i danni di questa crisi mondiale venendo incontro ai bisogni di tanta gente.
Marcello, lavorare meno lavorare tutti mi trova perfettamente d’accordo, (infatti mi riallacciavo al tuo discorso), è che se viene fuori dal cilindro di chi ieri detassava gli straordinari, mi sembra che le idee siano un po’ confuse…quantomeno ballerine!
diciamo che sono perplessa.
Pequod, le risposte che cerchi sono contenute nei post di tutti i commentatori, sono scontate; e nei dati che ho postato si legge chiaramente come il sistema economico del similpaeseitalia concentra la ricchezza che conta in zone geografiche precise penalizzando altre zone del sud, che in mancanza di capitali e strutture non possono competere nemmeno con le zone povere del pianeta. Tra l’altro il mercato é saturo (tranne che non si consumi il doppio del necessario; impossibile) e per competere, si dovrebbe fare concorrenza al nord che chiaramente non lo permette, grazie anche a favoritismi, quindi in Sicilia ci si deve limitare a piccola imprenditoria domestica (quella che definisco che non da troppo fastidio ai poteri economici forti) e alle soluzioni-bricolage sponsorizzate da Donato, che servono a ridistribuire tra i poveri il poco denaro che circola in Sicilia senza intaccare i privilegi delle élites economiche. Sulle élites: é chiaro che mi riferisco alla finanza che conta concentrata al nord; su questo hai ragione a voler distinguere, infatti al sud si tratta di élite marginale, che comunque preferisce, come quelli che contano realmente, non perdere i “piccoli” privilegi economici acquisiti. Ma non mi chiedere nomi, mi riferisco a un sistema economico che prescinde dal singolo nome, e non c’era nei miei post nessun messaggio codificato.
L’abbiamo scritto tutti: gli investimenti reali, la vera imprenditoria é quella che produce redditi, che incrementa il PIL, e meglio se valorizza le risorse del territorio; tutto il contrario della “strana” idea di Donato su Ikea-Napoli, dove non si produce, non si valorizzano le risorse del territorio e si esporta capitale abbassando il PIL, strano modo di fare l’imprenditore. Anzi, piu’ ci penso e piu’ trovo questa idea dannosa e spero che non sia seguita da altri che svuoterebbero la già scarsa economia siciliana. Al contrario, se Donato ottenesse un finanziamento e i padiglioni adeguati nella campagna palermitana per creare un’azienda simil-Ikea (a vedere i prodotti Ikea non mi sembra che occorra possedere know how particilarmente difficile o straordinario; quindi facilmente acquisibile), rispettando gli obiettivi imprenditoriali sopra descritti, io se trovassi convincente il business plan sottoscriverei delle obbligazioni.
Detto questo condivido quando Donato critica i politici(pseudo-politici) locali e tutte le loro derivazioni improduttive che costano cifre rabbrividenti (in un altro articolo Donato parlava di 23-25 miliardi, ovvero, piu’ di un quarto del PIL) che sperperano. Condivido in parte le sue osservazioni su certa mentalità attendista, immobile, assistenzialista di molti siciliani, pero’ in questo caso io provo a trovare attenuanti (ma non giustificazioni) nel processo storico RECENTE e nella congiuntura economica nella quale si é ghettizzata la Sicilia col tempo (a favore dei soliti noti del nord…), congiuntura economica che non consente normali alternative. Processo storico che ha causato le attuali condizioni socio-economico-culturali, dove purtroppo le cattive abitudini in molti casi hanno formato il DNA. In ogni caso, in un’ipotetica classifica delle colpe io metto al primo post il processo storico, poi i finti (pseudo)politici locali e infine il popolo siciliano “in attesa”…di cosa?
P.S. Pequod, ti invito a confrontare le cifre che ho postato e le relative percentuali del denaro raccolto dalle banche, in particolare confrontare le percentuali delle risorse investite per l’impresa e le società finanziarie e assicurative, dove in Lombardia si arriva a circa l’80% del prestito totale (che é di circa 400 miliardi), mentre in Sicilia si privilegia, nei limiti di piccole somme globali (il 50% di 45 miliardi), la famiglia che consuma.
gigi
ti ringrazio per gli ulteriori chiarimenti che come hai detto tu erano già presenti nei vari commenti.
riguardo i chiarimenti sull’elite siciliana ,non volevo nomi,ma capire meglio le “categorie”che la compongono mggiormente e dicendomi finanza..non mi hai aiutato molto…
un ultima cosa se ti va ,se puoi rispondermi anche a questa domanda:
GIGI………il sistema economico non consente alla Sicilia -a parte poche iniziative individuali, purché non infastidiscano troppo- di andare oltre il ruolo di consumatore, .
Poche?Quali?
grazie
pequod
inserirsi con una attivita’ di mediazione tra l’erogatore ed il fruitore di un servizio, si presta anche a possibili inciuci perche’ il mediatore prima o poi troverebbe un canale privilegiato a scapito degli Utenti,che vedrebbero peggiorare il servizio.
Cosi’ avveniva quando c’erano gli “spirugghiafacenni”
davanti le anagrafi comunali ed in tutti gli uffici dove si creavano code,o le varie roulotte’s parcheggiate
in vari punti della citta’ per “disbrigo pratiche”.
.
Stalker
“lavorare meno per lavorare tutti” non e’ una politica applicata per adesso in Italia,che preferisce la Cassa Integrazione.
Invece pare ci sia qualche paese europeo che seguira’ questa strada del lavorare tutti lavorando meno.
Stalker
“lavorare meno per lavorare tutti” non e’ una politica applicata per adesso in Italia,che preferisce la Cassa Integrazione.
Invece pare ci sia qualche paese europeo che seguira’ questa strada del lavorare tutti lavorando meno.
Marcello, appunto, dietro questo nuovo/vecchio slogan governativo fa capolino la cassa integrazione.
siamo ben lontani dall’europa.
ho il sospetto che diciamo le stesse cose.
–
“lavorare meno per lavorare tutti” non e’ una politica applicata per adesso in Italia.”
l’hanno tirata fuori solo ieri….
fateli lavorare cribbio!!!
G. dimentichi che tutte le imposte dei siciliani rimangono in Sicilia (unica tra le regioni a statuto speciale) mentre gli altri “fratelli d’Italia” trasferiscono ulteriori risorse ai siciliani attraverso fondi di solidarietà nazionale e altre leggi. Dimentichi tutti i miliardi affluiti attraverso la Cassa per il Mezzogiorno e i privilegi fiscali (esenzione decennale dalle imposte) dati per favorire la nascita di quelle strutture produttive che invochi. Forse sei troppo giovane, ma i tuoi piagnistei meridionalistici suonano tanto come quelli di tutti i parassiti che si sono succeduti finora e che, alla prova dei fatti, non hanno portato a nulla.
mi dispiace che Didonna non riasponda a tono, a meno che non tiri fuori l’asso dalla manica, qelle robe ad effetto, ma se la scampi parlando di piagnistei meridionalistici.
non sto assolutamnte prendendo le difese di GIGI, noto solo che è più facile svicolare alle domande con due frasette ad affetto.
del resto siamo su di un blog, dove se ne possono sparare in lungo e in largo, magari a salve.
bordate e cazzate sparse nell’etere.
credo che qui non si stia giocando a chi ce l’ha più lungo, almeno non era questa la mia intenzione!!!
casomai confrontarsi, difficile lo so.
magari domani, se vi interessa, vi racconto perchè il conto corrente della mia ditta sia tutt’ora in una filiale lombarda e non siciliana…
se vi interessa ve la conto.
intanto un po’ più di sincerità.
saper dialogare è già molto, solo che tocca scendere dal pero.
per saper dialogare intendo anche con la plebe,
come me ad esempio, senza prendermi per il culo però.
errata
come con me ad esempio
Ma sicuramente questi soldi non sono finiti nelle tasche della gente onesta,se li sono fottuti sempre questi soldi,e la mafia ha fatto pure la sua parte. E la gente continua a sperare di trovare un lavoro, di vedere un futuro migliore magari per i figli, anzi no, per i nipoti,ma povero siciliano , è cornuto e mazziato.
Ce l’hanno tutti con lui, è il colpevole, colpevole di essere stato sempre derubato perchè è passivo, è inattivo, è improduttivo, è lagnuso , è tutti i difetti del mondo. Povero siciliano gabbato e contento!
Gigi, concordo pienamente con le tue analisi.
Ma – se Rosalio non mi bacchetta dicendo che esco fuori tema – voglio porti un quesito. La tua analisi non si riassumerebbe più semplicemente in poche proposizioni elementari?
Il “similpaeseitalia” come lo chiami tu è fatto di un paese (Italia del centro-nord) che ha alcune colonie (la Sicilia in una posizione più dura e sfruttata di altre).
Nessuna colonia ha mai potuto invertire il sottosviluppo rimanendo tale. Il resto, IKEA e cooperative improbabili di disoccupati, sono “pannicelli caldi”.
Pertanto non resta che lottare per l’indipendenza, che desti scandalo o no. Semplicemente va spiegato ai siciliani. Con l’indipendenza, vera, si spezzeranno i poteri forti che bruciano sul nascere ogni iniziativa produttiva e che elargiscono elemosine da sopravvivenza (i redditi bricolage di cui parli), e si potrà iniziare a discutere di ricostruzione di un tessuto socio-economico devastato.
Dov’è l’errore nel sillogismo?
Altra domanda:
Perché non ti occupi di politica in Sicilia? Anche solo con contributi di idee. Didonna lo fa, perché non tu che hai idee vere e chiare?
cos’e’ un Cassintegrato?Uno che per un certo periodo grava su tutta la collettivita’ per non produrre niente.
Quindi e’ da qui che bisogna partire.
Ora che si minaccia una recessione,e quindi ulteriori
TAGLI OCCUPAZIONALI,una strada e’ quella di fare crescere i consumi diminuendo il costo dei prodotti,
su cui grava come grossa componente il costo salariale.
Alla fine si otterrebbe un maggiore potere di acquisto
anche con salari piu’ bassi.Per iniziare non c’e’ che abbassare i prezzi delle merci a magazzino.
Ci sono molte cose da correggere.Se la Fiat chiude la fabbriche per un mese,mentre c’e’ tanta gente che viaggia ad euro 0,c’e’ qualcosa che non funziona nel
design di prodotto.
Altro che detassazione degli straordinari.Qui si tratta di assorbire nuova manodopera oggi totalmente esclusa
dal mondo del lavoro.Obiettivo perseguibile disincentivando lo straordinario.
Un altro modo per abbassare il costo dei prodotti è quello di costringere i negozianti a non pagare più il pizzo. Come? Acquistando solo nei punti pizzo-fre, e facendo così comprendere ai commercianti di Palermo che non siamo più d’accordo a pagare il pizzo per loro coi nostri soldi (prezzi maggiorati).Stamattina ho visto che affiggevano un cartellone pubblicitario di un progetto di assistenza contro il racket delle estorsioni. C’è chi si muove in questo senso, però i cittadini dovrebbero collaborare.
Quando il banco vince sempre,il gioco finisce presto.
Cosi’ io vedo la cosa.
In una visione complessiva del ciclo,gli ordini (e relative forniture)non si fanno se i magazzini sono pieni.Per riattivare il ciclo,e’ bene ridurre le scorte a magazzino,e questo si fa,in tempi di crisi,abbassando i prezzi,cosa piu’ facile se lo fa anche chi produce,
che pero’ deve a sua volta trovare denaro a interesse piu’ basso,aumentare la produttivita’ e contenere il
costo salariale.
Facile a dirsi,pero’ se nella catena qualcuno fa il furbo,salta tutto ed il sistema si blocca.
Dare piu’ potere d’acquisto ai salari abbassando il prezzo di prodotti e servizi.Spesso si tratta di riprogettare i prodotti,ed i loro componenti,che spesso costringono a fare veri e propri sprechi.
Marcello, qua nè si abbassano i prezzi di prodotti e servizi, nè si aumentano i salari.
Io non sono una economista, me ne guarderei bene, ma mi accorgo che le persone normali le idee per risparmiare e per rilanciare una economia, ce le hanno.
Ma forse nella economia reale è tutto più complicato e se i soldi mancano tutto rimane così nel nulla.
Roberto, post fa, anch’io feci un appello del genere a Gigi, perchè mi piace il suo pensiero, ma neanche mi ha risposto!
Valentina
staremo bene a vedere come va a finire.
Certo ci sono situazioni incomprensibili.
Prendiamo ad esempio il grano e la pasta.Il prezzo del
grano era raddoppiato ed abbiamo visto il prezzo della pasta raddoppiare.Ora che il grano e’ tornato ai livelli di prima,la pasta e’ ferma al doppio.
Ora io non sono un pastaio,ma se per fare un kg di pasta serve grosso modo un Kg di grano,i conti non mi
tornano nemmeno quando il grano costava il doppio di oggi.Infatti un Kg di grano che da 0,25 passa a 0,50 non
dovrebbe provocare una crescita della pasta da 0,50 a 1,00 (semmai da 0,50 a 0,75!).
Qui c’e’ chi ci ricama sopra.
Il grosso problema che si è creato con l’avvento dell’euro è che tutti ne hanno approfittato, prima hanno raddioppiato i prezzi, poi li hanno triplicati.
Se prima un paio di scarpe costava 80 mila lire, poi è passato a 80 euro. Adesso è 120/180 euro.Perchè? Come è potuto succedere?
Alla fine la gente non compra più e aspetta i saldi che non sempre sono convenienti; e capisco quelli che ora non hanno nessuna pietà per i commercianti, perchè prima ci hanno marciato tutti.
ciao, speriamo che qualcuno ci venga a salvare!
ciao.Facciamo un break.Buon Natale a te ed a tutti gli altri,anche a quelli che la pensano diversamente.Auguri.
Valentina, è potuto succedere che il cambio della valuta è stato controllato solo per sei mesi, tanto era stato previsto in sede comunitaria. Nei paesi dell’Eruopa continentale ciò è stato sufficiente a limitare le anomalie, con l’eccezione degli irlandesi (che sono considerati i meridonali del nors) mentre in Italia vedi bene come sono andate le cose. La circolazione monetaria ha effettivamente avuto inizio il 1º gennaio 2002. Evidentemente il governo dell’epoca, XIV Legislatura, non ha ritenuto di dover intervenire in sede UE per ottenere il prolungamento del periodo di sorveglianza del cambio. Chiediti a questo punto chi governava in quel periodo.
Grazie, Pepè, era in corso il governo II di …posso
dirlo ? di Berlusconi. Ops, l’ho detto !