Svogliati o vittime?
Repubblica dice: gli studenti dell’Università di Palermo, con una media di 22 crediti per anno (sui 60 richiesti) sono i più “somari” d’Italia. Per i palermitani questo si tradurebbe in una media di circa otto anni per un percorso di studi che ne richiede tre. Svogliati o vittime?
Braccia rubate all’agricoltura 🙂
A pensar male…
Volendo rimanere in superficie, diciamo che all’unipa fa bene che gli studenti paghino più anni per laurearsi… 😉
Ciao,
Emanuele
è l’università che è organizzata male e i prof che non aiutano anzi..
è
ci credo, ho visto gente vegetare davanti le playstation a quasi 30 anni invece di studiare, con i genitori in paese che fanno sacrifici. O vogliamo parlare di quelli che tampasìano nelle facoltà tanto per far passare la giornata. E’ vero, il sistema non funziona, ma gli studenti SONO il sistema.
Gli studenti sono presenti con loro eletti negli organi di governo dell’ateneo (vittime consenzienti?). L’università non trae vantaggio dal protrarsi degli studi oltre il termine stabilito dagli ordinamenti, anzi è il contrario per via del meccanismo di finanziamento pubblico..
beh, se a fine semestre ti trovi a dover sostenere una media di 5, 6 esami, con 2 soli appelli, uno a gennaio ed uno a febbraio ( che per altro combaciano tutti negli stessi giorni, STESSE DATE ).. o ci sdoppiamo, mandiamo qualcun altro a sostener l’esame, o scegliamo di dare soltanto determinate materie e posticipare le altre al semestre successivo, perdendo una gran quantità di tempo inutilmente. svogliati o vittime?
Mah.. penso che si dovrebbe fare una distinzione tra varie facoltà.
Per esempio Architettura (vecchio ordinamento) ha 45 materie nel piano di studi, una media di 9 all’anno, + la tesi. 10 corsi sono in forma di laboratorio, con frequenza obbligatoria. I 2/3 dei corsi richiedono, oltre alla parte teorica, anche quella pratica (quindi revisioni ogni settimana con i professori..).
Anche sostenendo 2 esami a sessione, quindi 6 all’anno, si impiegano più di 7 anni, senza contare la tesi.
C’è anche chi si laurea in meno tempo, in alcuni casi si tratta di studenti veramente in gamba, in molti altri di gente che prepara alla rinfusa 3-4 esami a sessione, scopiazzando le esercitazioni da qualcuno che le ha già fatte.
X fortuna dal prossimo anno i nuovi iscritti avranno un piano di studi con 30 corsi e non più 45, beati loro..
Vittime di che cosa, scusami?
Probabilmente non tutti quelli che frequentano le università dalle nostre parti sono realmente motivati. L’università diventa cosi un deposito che permette di spostare in avanti il problema della ricerca del posto di lavoro, presumendo di trovare qualche occasione in più. o no?
Pessima organizzazione, sia dell’università che delllo studente.
Basterà aumentare le tasse universitarie e vedrete come si risolverà subito il problema. A Palermo sono fra le più basse d’Italia. Chi si iscrive per passatempo o per fare il rappresentante degli studenti nelle segreterie politiche ci penserà due volte.
Assolutamente SVOGLIATI!
Chi ha le giuste motivazioni può frequentare e laurearsi nei tempi previsti, o giù di lì. C’è gente che passa le giornate a non far nulla…tanto mamma e papà hanno i ‘piccioli’…
io ne sono uscita da poco…in alcune facoltà cominci a dare esami con regolarità solo da fuoricorso…noi avevamo pochi appelli con l’incubo del saltappello qualora si venisse mandati,esame che spesso coincidevano…e alcune facoltà in cui la bravura dei professori sembrava venisse valutata in base al numero dei trombati all’esame….
Nel nostro Ateneo ci sono anche molti studenti lavoratori, con profili anagrafici e contrattuali diversi.
Studio, lavoro, vita privata, programmi esagerati, appelli mal distribuiti…
Svogliati? …può darsi.
Vittime? …molto probabile. Ma senza generalizzare.
nn sono d’accordo è il nuovo ordinamento che non va bene..io posso parlare x scienze biologiche..mi sn ritrovata a seguire varie materie in un mese e mezzo x poi doverle dare subito dopo..vi sembra normale?vi sembra normale fare chimica matematica inglese informatica in un solo mese con le lezioi da seguire?
quoto mao.
Ed è anche vero che aumentando le tasse può esserci più selezione e più qualità, e qualche borsa di studio in + per chi ha veramente voglia e capacità.
Mi sono laureato qualche anno fa, ma me li ricordo ancora tutti i nullafacenti alla biblioteca regionale o a quella di Villa Trabia. Tuttavia quando ho iniziato a lavorare in Inghilterra ho visto che i svogliati e gli apatici ci sono anche qui tra gli studenti, ma quasi tutti si laureano nei tre anni. Il termine “fuori corso” letteralmente non esiste, e’ intraducibile. Come mai? Perche’ le facolta’ e i docenti mettono gli studenti in grado di superare gli esami e pure i “lagnusi” si trovano sotto pressione. Non tutti i fuori corso sono vittime, per carita’, ma i dati dell’inchiesta dicono secondo me di piu’ sull’Universita’ di Palermo che non sugli studenti di Palermo.
ma perchè quel giornalista (più o meno ignorante che ha scritto quell’articolo) al posto di prendere dei numeri non cerca anche di capire i veri problemi della nuova riforma?
Economia:
VECCHIA RIFORMA: 5 ANNI, 32 MATERIE
NUOVA RIFORMA: 3 ANNI, 32 MATERIE + 2 ANNI 12 MATERIE
cercasi disperatamente alter ego per riuscire a dare 10 materie all’anno in 2 appelli grazie!
Hai perfettamente ragione Manfredi..chi critica è perchè non sa veramente come stanno le cose:
scienze biologiche V.O. 5anni= 30 materie
scienze biologiche N.O. 3+2 = 38+16materie + 2tirocini e 2tesi..
mi sembra una riforma adatta a scoraggiare gli studi piuttosto che ad invogliare…
Sono completamente d’accordo con ales e Manfredi. Per me che sono uno studente di scienze geologiche 22 crediti significano anche 6-7 esami l’anno:
scienze geologiche V.O. 5 anni=24 esami
scienze geologiche N.O. 3 anni=36 esami
Soltanto recentemente si sono accorti che il carico era un pò eccessivo ed il ministro Mussi, mi pare, ha fissato un max di 20 esami per i corsi di laurea triennale, ma quando la riforma del N.O. è stata introdotta non c’era nessuna regola e qui a Palermo si sono sbizzarriti.
grazie ales… rettifico…anche nel mio corso di laurea mi ero scordato i due tirocini pià le due tese… cose da niente.. solo un anno in più…
non so che darei per conoscere quell’ignorante che ha scritto quest’articolo..
Concordo con Manfredi..prima di scrivere certi articoli bisognerebbe essere informati..molte persone vanno a studiare al nord proprio perchè l’organizzazione è diversa e i prof sono più disponibili..per forza poi riescono a laurearsi in tempo..
credo che come sempre, da piccolo Budda quale sono, la verità stia nel mezzo. Sicuramente l’università di Palermo è organizzata come una bolgia infernale e SICURAMENTE moltissimi studenti vista la mancanza di lavoro preferiscono “posteggiarsi” all’università campati da mamma e papà in attesa di tempi migliori. Ovviamente parlo per categorie estreme. Per i due anni che ho frequentato Palermo ho conosciuto professori validi che riuscivano a dare un senso al caos di Unipa e ho conosciuto moltissima gente che nuovo o vecchio ordinamento si è laureata in tempi perfetti.
@Manfredi potrei farti un elenco interminabile di persone che si sono laureate perfettamente in tempo malgrado il nuovo ordinamento.
Verissimo che il sistema universitario britannico ti impedisce praticamente fuori corso. Tuttavia credo che non si possano fare paragoni con il sistema italiano.
Il numero di materie è ridottissimo. Il mio primo anno all’University o Edinburgh prevedeva solo 3 materie annuali con frequenza obbligatoria. 2 esami parziali per ogni materia. Tuttavia era necessario presentare un saggio per ogn semestre. Chi lo faceva davvero bene non doveva fare l’esame. Nonostante il prestigio di tale università non ritengo che sia un sistema valido. Tuttavia erano molto intressanti i ” sandwich course che prevedevano un anno di tirocinio invece di un anno di corsi e lezioni.
non metto in dubbio il fatto che ci siano persone che sono riuscite a laurearsi nel tempo previsto,(anke se da me sn veramente poche) ma mi chiedo come mai la maggior parte non riesce a raggiungere neanche la metà dei crediti previsti…siamo tutti stupidi?
Quelli che si laureano in corso sono superuomini o semplicemente studiano?
ordine.
1.ogni individuo ha un suo Q.I. ed oggi esistono gli strumenti di misurazione.Non basta la “volonta’” di studiare per farcela.Molto dipende dal grado di difficolta’ degli studi.Come nella risoluzione di un
Sudoku(a proposito,provatelo ed avrete un discreto test della vostra intelligenza)
Quindi,non tutti possono far tutto.
Non tutti sono uguali.
La selezione e’ ampia.
Uno puo laurearsi con 110 in 5 anni o in 10 anni.
Credete sia la stessa cosa?
Pensa tu se uno si laurea in dieci anni con novanta!
2.E’ inutile ambire ad una superlaurea se poi
ti ritrovi impiegato in qualche ufficio a scartabellare pratiche.Quindi,e’ inutile pretendere di formare solo superlaureati.
3.Credo che bisognerebbe “scoraggiare”la frequenza
universitaria a chi dimostra di non saperne trarre profitto.
Si puo’ farlo in tanti modi.
Da docente universitario:
molte cose sono state dette e a proposito su questo argomento. Voglio solo aggiungerne una che vivo ogni giorno.
Noi docenti riceviamo pressioni enormi da colleghi e istituzioni per “fare tutti promossi”. Credetemi sulla parola. Facendo tutti promossi si scalano tutte le graduatorie nazionali di qualità (è assurdo, ma è così), si ottengono più finanziamenti e lo studente medio parla pure bene di te.
Ed io, lo confesso, per questa ragione non respingo tutti quelli che in un paese civile lo meriterebbero. Buttiamola così: dal 24 in su sono bravi, hanno capito, etc. Dal 19 al 23 “regalo” materie a quei volenterosi che inghiottono frasi a memoria senza averle capite o che, avendo ripetuto più volte l’esame, è inutile trattenere su una materia sola. Il 18 me lo lascio per casi veramente patologici ma comunque da sbloccare. I respinti ,… beh ve li farei conoscere. E mi ringraziereste per il senso civico. Vorreste farvi curare da un medico che non sa cos’è l’aorta, o far costruire un palazzo a un ingegnere che ha qualche problema non risolto con le equazioni, o far amministrare un’azienda da un contabile che non distingue un costo da una uscita? Il punto è che proprio non ce la faccio ad alzare la barra per tutti, anche se converrebbe a molti. Il senso morale dentro di me lo impedisce. Penso a quel che devo alla società, in termini di selezione della sua classe dirigente. E non ce la faccio proprio. Mi immagino quelle persone che, con un pezzo di carta, poi magari aggiungendo qualche raccomandazioncella, vanno a tiranneggiare dipendenti più preparati di loro e in genere … a fare danno.
Ho anche osato pensare che a Palermo, forse, ancora è sopravvissuto un senso un po’ rétro del significato e della dignità degli studi universitari. Ma a una cosa del genere non crederebbe mai nessuno, neanche se fosse vera. Va contro il luogo comune che “a Palermo non funziona niente”. Se così fosse il dato vorrebbe dire che saremmo i primi in Italia. Lo dico un po’ provocatoriamente, ma chissà…
Ai miei studenti, e così mi faccio riconoscere, lancio spesso una provocazione: facciamo un sondaggio tra studenti che hanno “preso” la mia materia con il 27 e studenti di qualunque università italiana con pari voto e vediamo chi sono i più preparati. Accetto qualunque sfida, perché conosco il valore degli studenti di Palermo degni di questo nome: nei tirocini mi telefonano per complimentarsi i tutor aziendali, e quei pochi che ho avuto la fortuna di segnalare ad imprese per l’assunzione sono sempre stati i migliori.
Non è che per caso l’unico problema della nostra università e la solita disparità di fondi che, in mille modi, governi sostanzialmente nordisti riescono sempre a realizzare? Resta da chiedersi perché abbiamo così tanti “parcheggiati” che ingolfano le nostre strutture. Aboliamo il valore legale del titolo di studio? Perché no? Così studia finalmente solo chi vuole studiare e la finiamo con la caccia al “Pezzo di carta”. Che in verità comincia ben prima dell’università.
Sono certo di aver ferito qualche studente frustrato nelle sue aspettative e non mi sorprenderebbero risposte un po’ accese. Ma un po’ di autocritica mai. Se non ci si riesce a laureare in tempo la colpa è sempre degli altri: dell’università, dei docenti, del mondo…
a Massimo
io non sono Docente Universitario,ma sono uno che l’Universita’ l’ha fatta in tempi sicuramente piu’ difficili di quelli odierni e poi per anni mi sono ritrovato sui banchi per i continui aggiornamenti che richiedeva il mio lavoro.
Essere riuscito a stimolare il tuo intervento,che e’ una testimonianza di un addetto ai lavori,mi ripaga del mio piccolo impegno.
Vorrei aggiungere qualche altra considerazione a quanto da me scritto in precedenza.
Una buona Universita’ viene valutata dalla presenza di
bravi Ricercatori e bravi Docenti.Sono 2 ruoli abbastanza differenti e, per fare un esempio,ci corre la stessa differenza che c’e’ tra un compositore ed un esecutore d’orchestra,o tra un banchiere ed un bancario.
Il giudizio sul Ricercatore e’ sintetizzato dall’Impact Factor,parametro affidato ad organismi internazionali.
Ma chi giudica i Docenti e la loro capacita’ di insegnare?Un Docente scrupoloso rischia di essere
troppo esigente ed un Docente demotivato puo’ essere noioso,disimpegnato e perfino assenteista.Puo’ essere
il numero dei fuoricorso preso ad indice dell’incapacita’ di addestramento dei Docenti?
Inoltre la presenza di troppi fuori corso nelle aule
e nelle sedute delle esercitazioni, non finisce con l’influire sulla qualita’ anche di quelli in regola?
Anche i fuori corso assorbono risorse.
Leggendo diversi commenti sembra che il mondo degli studenti di Palermo si divida in due categorie: i vincenti e i falliti. I vincenti sono quelli che hanno le “giuste motivazioni”, che si laureano “perfettamente in tempo” e con il massimo dei voti. In più hanno un’altra qualità che li rende speciali, si sono laureati a Palermo e quindi prevalgono sempre sui loro colleghi che hanno avuto la sfiga di laurearsi in altre Università (alzi la mano lo studente a cui non sia stata raccontata questa storiella almeno una volta da qualche professore). Insomma “sono i migliori” anche perchè hanno avuto la fortuna di imparare dai docenti più in gamba del mondo. L’altra categoria è quella dei falliti, gli svogliati, quelli che “tampasiano nelle facoltà”, che perdono ore davanti le playstation, quelli che “tanto mamma e papà hanno i piccioli”. O fai parte dei geni o dei perditempo, nessuna sfumatura; e se sei un fuoricorso, non puoi che far parte dei perditempo, non si sfugge è inutile che cerchi scuse. D’altra parte è una distinzione che vale in generale nella nostra società: o sei un vincente o un perdente.
vincente perdente Luca scusa ma chi sei per giudicare se una persona è vincente o perdente?La maggior parte dei studenti palermitani secondo te sono perdenti?è vero che ci sono i fannulloni ma la maggior parte degli studenti studia e si impegna e non arriva lo stesso a laurearsi in tempo..
vedo che l’argomento comincia ad appassionare.
Ovvio che ci sono vincenti e perdenti,ma credo che siano finiti i tempi in cui certi esami si facevano a porte chiuse,o no?
Vi lascio indovinare in quali casi.
Oggi non e’ detto che risulti vincente uno ben staffato dalla famiglia,residente nella sede Universitaria e
fornito di tutti i supporti possibili.Certo uno cosi’ e’ avvantaggiato,ma non basta a farne un vincente,come e’ pur vero che chi non gode di queste condizioni,un Fuori Sede, alla lunga e’ penalizzato,perche’ e’ disagiato e spreca tempo prezioso,che poi lo porta fuori corso.
Da queste poche considerazioni si capisce che c’e’ tanto da fare per migliorare le condizioni di frequenza
e partecipazione e rendimento nella vita universitaria.
Come c’e’ tanto da fare nella revisione dei piani di studio semplificandoli da certi insegnamenti che alla fin fine sono solo una zavorra,un ostacolo superfluo
che produce piu’ fuori corso.Pero’ anche gli ostacoli sono elemento di selezione.
Guarda ales che io la penso come te e cioè che ci sono tanti studenti che studiano impegnandosi duramente e seppure con qualche difficoltà in più e per i motivi più vari si laureano in ritardo ed anche con voti alti. Il mio precedente commento era rivolto a chi pensa che esistono solo quelle due categorie estreme di studenti a cui facevo riferimento.
Ok scusami, hai ragione, l’ho riletto adesso.. avevo interpretato male il commento..;)
quanti di voi hanno notizia che nelle aule di
Education delle Aziende Private alla fine del corso si distribuiscono i moduli di “feed back”?
Perche’ l’Azienda Privata non puo’ permettersi il lusso di sprecare Risorse e quindi da’ pari opportunita’ di giudizio prima all’Allievo e,poi,al Docente.
Il Docente che va incontro ad un giudizio da parte dei suoi allievi,e’ portato inevitabilmente ad impegnarsi al meglio delle sue capacita’.