Giochi d’epoca
Non è che mi senta vecchia. Certo capisco che l’essere “vecchio” sia una condizione molto relativa…per mio nipote di due anni sono matusalemme, per mia nonna sono “beata gioventù”. Diciamo che però rispetto a una ragazza di diciotto anni sono dieci anni più vecchia. E questo è innegabile. Quindi partendo da questa certezza mi posso prendere il lusso di dire “quando ero piccola io…” riferendomi a fatti della mia infanzia che risalgono almeno a 20 anni prima (!!!). Quando ero piccola io, infatti, nelle merendine del Mulino Bianco c’erano le sorpresine. Non erano soffocate in microsacchetti di plastica asfissianti ma erano ben custodite in una specie di scatoletta che assomigliava a quelle dei fiammiferi ma dopo aver subito una cura proteica e ricostituente. Dentro c’erano le gommine, i temperini, le matitine colorate (troppo piccole anche per le mie micromani…risolvevo allora tenendole tutte contemporaneamente in mano e disegnando arcobaleni vertiginosi), i flipper in miniatura (che puntualmente smontavo per prendere le biglie custodite al loro interno) e molte altre amenità. Un anno decisi di collezionare queste gommine e credetemi ne raccolsi davvero tante (mi nutrivo a crostatine alla marmellata, che odiavo, perché il cioccolato mi faceva male e speravo sempre che qualche compagnetto volesse scambiare una crostatina all’albicocca con un tegolino…nessuno ci è mai cascato), fino a quando il mio miglior amico delle elementari non mi propose di fare esperimenti strani. Così ci riunivamo a casa mia dove c’era l’unico strumento veramente indispensabile per fare gli esperimenti: un microscopio, e così provavamo a frullare la gomma e a impastarla con la terra e poi osservavamo. Deludente. Poi si passava a far bollire la gomma, colare l’acqua e osservarla nuovamente. Continua »
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