La soglia dell’indignazione
La meritoria inchiesta di Repubblica Palermo sui pass per le corsie preferenziali ha scoperchiato una pentola dal contenuto mefitico. La pentola tuttavia bolliva da tempo davanti a tutti, e nell’indifferenza generale. Il sottoscritto l’anno scorso ha visto coi propri occhi la macchina di un portatore di handicap con il windsurf sul tetto. E del resto, una vecchia battuta di Pino Caruso spiegava il motivo per cui le corsie si chiamano “preferenziali”: perché gli automobilisti palermitani le preferiscono.
Altrove, lo scoperchiamento di una pentola del genere avrebbe causato come minimo una catena di dimissioni da parte dei funzionari responsabili. Qui, nessuna reazione. Faccia di bronzo e muro di gomma. Un atteggiamento fondato sulla convinzione che per i cittadini di Palermo riuscire a fare i furbi a scapito della collettività costituisce un titolo di merito, una medaglia al valore, una prova di valentìa. Il ragionamento comune è: Beato lui, magari ci riuscissi anch’io. L’indignazione di Palermo si misura con un metro diverso. Nessuno finora è riuscito a scoprire quale.
(in collaborazione con www.robertoalajmo.it)
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