Maria Concetta Riina parla: «Vorrei una vita normale»
Maria Concetta Riina ha rilasciato un’intervista al giornalista de la Repubblica Attilio Bolzoni. È disponibile anche un video.
Che cosa ne pensate?
Maria Concetta Riina ha rilasciato un’intervista al giornalista de la Repubblica Attilio Bolzoni. È disponibile anche un video.
Che cosa ne pensate?
Lei fa parte di AddioPizzo?
Garret me la spieghi???
@pequod: secondo me se rileggi una seconda volta la domanda si capisce. Non posso chiedere?
Secondo me il giornalista o è un ingenuo o è così spregiudicato che, per uno scoop, si è prestato a veicolare la solita strategia mediatica della famiglia Riina: presentarsi non per ciò che si è, ma per ciò che si vorrebbe apparire per mitigare le “pene” carcerarie o morali comminate loro dalla nostra società. Un vero giornalista non si beve queste sciocchezze sotto dettatura, nè le fa bere ai propri lettori: non rinuncia mai alla sua intelligenza critica e, se l’interlocutore non ci sta, rinuncia all’intervista. Non è un caso che la famiglia non abbia rilasciato interviste ad altri giornalisti
in passato …
la vita normale poteva farla.
prendendo le distanze.
cosa vuole adesso. botte piene e moglie ubriaca?
è incredibile che Repubblica conceda tanto spazio ad una persona che cerchi di riabilitare un uomo sanguinario, e che non parli per niente dei contenuti della manifestazione a Pzza Farnese a Roma promossa dai familiari delle vittime di Mafia.
Che dire se questa non è informazione di regime…
È la stampa, bellezza. E tu non ci puoi fare niente. Niente! (da “L’ultima minaccia”, 1952)
sembra un elogio, non un’intervista.
Credo che tutta la Sicilia avrebbe voluto una vita normale e che grazie a certi “personaggi”, non ha potuto e non può ancora avere!
@GIuliano e @Luciano
Io credo che il giornalista abbia fatto il suo lavoro: ha raccolto le parole di una persona che ha rilasciato un’intervista. Attilio Bolzoni è un giornalista che non è sicuramente nè ingenuo nè inconsapevole. Per chi non lo sapesse è uno dei due autori del libro da cui è stato tratto la tanto famosa e anche tanto discussa serioe TV “il capo dei capi”
Io credo che non si possa discutere sul dare spazio o non dare spazio su un quotidiano: è cronaca ed infatti non c’è nessun giudizio da parte del giornalista alle parole, ai sottintesi ed allo svicolare che l’intervistata fa quando la domanda non le aggrada…
È da ieri che rimugino su questa intervista e quello che mi fa più rabbia – da siciliana nata, vissuta e cresciuta a Corleone- è che Maria Concetta Riina si chieda perché non possa avere una vita normale ed un lavoro (e probabilmente ne avrebbe tutto il diritto). Ma a chi lo chiede?
Non si stupisca che la gente, le cooperative o le banche che non possano e/o che non vogliano dare un lavoro a lei o al marito…
Dovrebbe chiedere a suo padre ai suoi fratelli ecc. Gli dovrebbe chiedere come aver seminato sangue e aver soffocato per decenni la Sicilia in una spirale di violenza, prepotenza, corruzione ecc, deve chiedere loro COME il modo in cui hanno scelto di vivere e di farla vivere possa ADESSO aiutare LEI a mantenere i suoi figli e soprattutto a fare avere ai suoi bambini una vita normale.
Chieda loro se avevano mai pensato alle conseguenze delle loro azioni: alle conseguenze almeno sulle persone che loro stessi amavano.
Perché è chiaro che alle conseguenze sugli altri, su tutti noi che non c’entriamo niente, che davvero non abbiamo mai fatto niente… è chiaro che non gliene è mai fregato nulla.
È chiaro che non può fregare a nessuno di loro, in primis a lei, che io come altre centinaia di ragazzi di Corleone, Palermo e della Sicilia in generale siamo dovuti andar via: perché nella nostra povera terra soffocata, dove tutto quello che è possibile “fottersi” ce lo si fotte, dove mai nessuno pensa a come qualcosa possa essere investito o progettato per il futuro ma si pensa solo a come arrivare alla fine della giornata, perché poi qualcuno, dall’alto, darà da “mangiare” al nipote di…, al cugino di …ed all’amico di…
Per noi altri, non nipoti, non cugini e non amici non c’è nulla e non può esserci nulla in un’isola in cui qualsiasi imprenditore oltre a far conto delle tasse e degli obblighi ecc. di legge, deve tenere conto ed avere paura del pizzo e di quello che potrebbe succedere a lui alla sua famiglia, nella malaugurata ipotesi di decidere di provare a non pagarlo, il pizzo.
E allora io come centinaia di altri abbiamo fatto la nostra bella valigia e siamo in media a 2000 km dalla Sicilia.
Che nonostante tutto, è la terra che amiamo, anche e soprattutto perché è la terra dove sono i nostri genitori e le nostre famiglie che ci hanno insegnato l’educazione, la moralità, il sacrificio, il rispetto ed il sudore della fronte (e/o l’impegno della mente) come unico mezzo per guadagnarsi il pane.
Che cosa ne pensate? Che è un insulto a tutti i siciliani! A tutti noi che, in quanto siciliani, grazie a suo padre non possiamo avere una vita normale.
E poi Repubblica da che parte sta? Non sapevo che Bolzoni era la fonte “letteraria” del capo dei capi…Compimenti! Tutto un programma. E’ vero che ho smesso di leggere questo giornale da almeno 5 anni..
Mi sa che secondo qualcuno, da Roma a salire, il ruolo di “mafiosi” ci sta bene, a prescindere…
Adesso restiamo in attesa che Attilio Bolzoni raccolga le interviste delle mogli e dei figli delle vittime della mafia. Potrebbe venirne fuori una bella opera in un centinaio di volumi, così tutti potrebbero finalmente conoscere la realtà disperata di famiglie devastate da lutti così sanguinari.
non è la prima volta che leggo qualcosa di attilio bolzoni su palermo o la sicilia e resto sconcertato dall’atteggiamento “conforme” ed “omologato” che sfoggia in questi articoli.
questa volta poi s’è perso l’occasione di commentare ed introdurre adeguatamente l’intervista alla riina.
non so ma alle volte vedrei meglio la sua firma più su LIBERO o su PANORAMA che su REPUBBLICA: chissà se non ha già preso contatto con il fratello dell’ottavo nano
il discorso di dadda fa venire i brividi.
e concordo perfettamente.
anche io da ieri penso all’intervista e ho fatto una riflessione.
attilio bolzoni ha scritto insieme ad altri la sceneggiatura del capo dei capi, che piacque persino a totò riina. il che vuol dire che da quello sceneggiato la sua figura ne usciva bene.
poi il signor bolzoni concorda l’intervista con la figlia di riina per il suo “scoop”.
avranno stabilito di certo una linea “leggera” sennò quella col cavolo che gliela dava.
ma che scoop è farle dire quello che vuole e non fare mai domande fastidione, non scontate non banali.
secondo me l’intervista è stata data proprio a bolzoni perchè NON attacca, fa parlare e riporta.
ma se uno non fa le domande giuste che senso ha dar loro voce?
–
insomma per farsi bello ha perso l’occasione di fare un’intervista vera.
poi per non fare malafigura nel video dell’intervista ha messo (dopo) i commenti più pesanti.
bel giornalista.
Quale è stata la sua prima reazione quando ha scoperto che suo padre era il nemico numero uno dello Stato italiano, quello accusato di avere ucciso anche Falcone e Borsellino?
Suo padre è stato condannato per decine di omicidi, misfatti di eccezionale crudeltà, stragi. È mai possibile che tutto questo per lei fosse soltanto “assurdo” o “surreale”?
Come poteva non credere a tutto quello che si diceva sul conto di suo padre?
Perché quando parla di suo padre non pronuncia mai la parola mafia?
Per lo Stato italiano è un assassino, per lei chi è suo padre?
Si rende naturalmente conto che c’è un contrasto nettissimo tra come suo padre è descritto in centinaia di sentenze e come lo sta descrivendo lei adesso. Come può parlare di moralità e di rispetto di una persona che ha fatto uccidere tanti uomini?
L’unica cosa che non gli ha detto é “tuo padre é un pezzo di M…”; ma da buoni siciliani ci si deve sempre lamentare di tutto.
Io capisco la domanda di Garret. La signora oltre a farsi intervistare prenda nettamente le distanze e partecipi a qualsiasi iniziativa seria che combatte la mafia. Invece nelle sue parole c’é solo egoismo, e mezze negazioni o non ammissioni in stile sottocultura mafiosa, si percepisce “l’educazione” omertosa e sottosviluppata ricevuta.
Ma sbaglio o lo stato gli può concedere di cambiare identità e rifarsi una nuova vita? Se se ne vuole uscire perchè non rinnega chi è suo padre? Solo sgretolandosi dal cognome Riina dimostrerà che effettivamente vuoie bene ai suoi figli e vuole trovare un lavoro. Ormai l’intervista pubblica l’ha fatta e quindi un mezzo passo, ma non è ancora tutto. E’ come un avere un piede dentro e fuori.
A me fanno più danno le centinaia di migliaia di palermitani e siciliani che buttano cartacce e immondizie a terra, per le strade, nei vasi delle piante pubbliche, che camminano o parcheggiano sulle corsie preferenziali ostacolando mezzi pubblici ed autoambulanze ecc… che questi quattro soggetti che effettivamente fanno da parafulmine per tutti i mali della Sicilia, che non vengono da queste quattro persone ma da milioni di palermitani e siciliani che non hanno nessun desiderio di migliorare, nessun rispetto di se stessi e degli altri e nessun senso civico.
ontario dimmi che scherzi.
ora la doppia fila fa più danno della mafia?
vabbè buonanotte
gigi, appunto, dici bene.
come mai non ha chiesto queste cose?
come mai non ha chiesto perchè non ha preso le distanze?
come mai non ha chiesto cosa direbbe ai familiari?
come mai non ha chiesto come può chiedere normalità non rinnegando quel mondo, che lei non ha percepito, ma che hanno percepito le vittime?
scusa l’enfasi, ma mi fa star male vedere come il giornalista abbia lasciato fare uno spot, una pubblicità progresso alla figlia di riina che si vanta e manda a dire che suo padre non si è pentito e non si pente..è quello il messaggio che lei voleva dare.
cattivi noi che le diamo la chanche di ripulirsi. ma vada a,….
skin, veramente le domande che io ho riportato qui sono alcune tra quelle contenute nell’intervista, fatte dal giornalista A. Bolzoni.
@gigi
concordo pienamente con te!
l’intervista giornalistica c’è stata, il giornalista non può far altro che raccogliere le risposte: è intervista e non interrogatorio
mi fanno venire i brividi le risposte, non le domande.
si lo so!
ma se ci fai caso sono tutte simili.
sono sul rapporto padre figlia.
mancano quelle che ti ho scritto.
ultimo post sull’argomento perché mi infastidisce questo lamento perpetuo e diffidenza impresso nel dna di troppi palermitani.
Il giornalista Bolzoni le domande le ha fatte tutte. Ha detto a questa donna che il padre é un nemico dello stato, un assassino, responsabile di atroci delitti e stragi, che parlando del padre non si possono citare rispetto e moralità; praticamente non glielo dice chiaro ma le ha detto che il padre é un pezzo di M…
Quella risponde, con abilità provata da sottocultura mafiosa e omertosa, che non aveva capito un tubo di quello che succedeva intorno a lei, che tutto le sembrava surreale.
Ora, siccome non capiva un tubo, il giornalista non puo’ farle certe domande, e come potrebbe capire che deve chiedere scusa alle vittime e deve prendere le distanze e partecipare alla lotta contro la mafia prima di chiedere di partecipare alla vita sociale come una normale cittadina?
Per me l’unico errore di Bolzoni é che alla fine avrebbe dovuto dire chiaramente a questa donna che la recita patetica dell’ingenua che non capiva un tubo la crede solo lei.
Ma questo permette di capire che questa donna é solo un’egoista programmata con l’omertà, che vuole l’inserimento sociale senza rinnegare nessuna delle sue colpe; perché una donna che ha un padre pezzo di M… glielo deve dire, e deve farsi perdonare dalle vittime del padre innanzitutto.
Conosco benissimo Attilio, so che giornalista è e nessuno MAI mi convincerà di una sua anche remota timidezza nell’affrontare interviste del genere. Ma non è questo il punto. Io penso che ogn i limitazione della libera circolazione delle idee e delle informazioni in una pase è uno schiaffo alla sua democrazia. Ho sostenuto che non chiuderei i Gruppi di Facebook che inneggiano ai mafiosi, tanto per dirne una.La figlia di Riina si è spiegata benissimo nell’intervista a Bolzoni. Tutti hanno capito come funziona la storia, tutti hanno colto le lacune, le omissioni. Ma che credevate che fecesse outing antimafia? Ma davvero pensate che una cresciuta in quell’ambiente, nutrita dei sacri principi della Famiglia (mafiosa) della Religione (del Potere) e della Latitanza possa davvero sedersi, gettare a mare tutta la sua famiglia e diventare, come dire?, una di noi? Non c’è un vero motivo per cui tutto questo dovrebbe sembrare possibile. L’amniente mafioso è una comunità molto unita, un’enclave dove tutti parlano benissimo una lingua che gli altri, al massimo, hanno potuto solo imparare. Ora si può anche decidere di non intervistare la figlia di Riina ma non certo ritenere di poterle estirpare dal cuore cose dalle quali è quasi geneticamente lontanissima. Ciò non toglie che le sue risposte offrono comun q
offronto comunque uno spaccato utile di quel modo di pensare, di quel modo di essere. Ripeto, si poteva rinunciare a fare l’intervista ma questo avrebbe risposto solo a una considerazione “ideologica” che io credo debbba restare fuori dalla professione. Sfido qualsiasi giornalista a rifiuatarsi di fare un’intervista a un personaggio della cronaca di questo livello. Nella trasmissione “Un giorno in Pretura” sono stati intervistati serial kille rei confessi, stuparori, criminali di ogni sorta. E nessuno ha pensato che così abbiamo dato voce al Male.
Secondo me un bravo giornalista non deve fare interviste a scimmiette addomesticate per un pubblico addomesticato con un copione già scritto, prevedibili e rassicuranti.
Attilio Bolzoni è un bravo giornalista, uno dei migliori, che ha posto domande, a noi le deduzioni.
Non è difficile!
Credo che di elementi per riflettere e formarci una nostra opinione ce ne siano…
Ce ne vorrebbero di più di Bolzoni..
Ho avuto solo ora il tempo di guardare il video, e conferma le sensazioni avute leggendo l’intervista.
Penso che Attilio Bolzoni abbia posto tutte le domande che andavano poste, e la giovane Riina abbia risposto secondo coscienza, la sua, non prendendo le distanze da tutti gli omicidi per cui suo padre è stato condannato e non spendendo una parola per le vittime di queste carneficine ed i loro familiari. Non ha chiesto scusa a nessuno, non ha avuto un attimo di cedimento o di dubbio, nessuna increspatura, addirittura le scuse quasi le pretende!
Non sta ad un giornalista modificare le persone e la realtà, un giornalista serio la realtà la racconta.
Questa è la realtà!
Non vorrei comunque essere nei panni di Maria Concetta Riina, sono fortunata a non essere nata in quella famiglia, perché non so se avrei avuto il coraggio che ha avuto una “ragazzina” come Rita Atria.
Rita Atria di coraggio ne ha avuto da vendere, solo contro tutti ha fatto la sua scelta, e quando è rimasta veramente sola, quando Borsellino è stato trucidato, ha fatto il passo estremo…un passo disperato certo, ma anche coraggioso!
Ci vuole coraggio anche per togliersi la vita.
http://www.ritaatria.it/RitaAtria.aspx
–
Concludendo, credo che se Bolzoni avesse aggiunto altro di suo a fine intervista, se ne avesse dato spiegazioni o enunciato tesi, avrebbe sminuito l’impatto brutale, nella sua apparente “leggerezza” di questa intervista. Secondo me “leggerezza” che pesa come un macigno. Così è e rimane un documento da studiare ed analizzare a fondo su certa mentalità mafiosa.
All’intervista di Attilio Bolzoni alla figlia di Riina preferisco quella della giovane giornalista di SKY TG24 a Francesco Campanella andata in onda oggi: lacrimogena la prima, faro illuminante la seconda. Penso che quest’ultima intervista farà parlare nei prossimi giorni …
Sulla giovane Riina che ricorda l’atteggiamento mentale di Michael Corleone ne “Il Padrino”, segnalo quest’altra sua intervista del 1995: http://cittanuovecorleone1.blogspot.com/2009/01/le-pagine-di-panorama-con-lintervista.html
bè, se dobbiamo parlare di altro di esempi ce ne sono.
io allora preferisco questa
http://it.youtube.com/watch?v=QX7JDHEJ2_s
@DADDA
complimenti per il tuo commento, lo approvo e lo quoto. Non si può purtroppo condannare un’intervista, ma lo sgomento che provocano alcune risposte di questa lascia sospesi, come annichiliti, tra l’incomprensibilità e la nausea del dover comprendere, del dover capire nostro malgrado. Penso che si possa rimanere figlio di tal dei tali anche se se ne rinnega una parte. Privilegiare l’appartenenza, che in un certo senso è anche sacra, ma non riconoscerne, accettarne la dipendenza, la filiazione. Penso che sia una delle poche vie per riuscire a vincere una battaglia come questa. Ci è dato ancora di capire che il figlio non può e non deve pagare il debito/deficit morale del padre, ma deve pur riconoscerne chiarmaente le colpe e a prenderne le distanze senza alcuna forma di ambiguità, senza nascondersi dietro al palo del legame affettivo che sebbene sia importante (e non si mette in dubbio che sia esistito) per tutti indistintamente, su di esso, in questo caso, grava anche il peso della logica della vita e del prevalere di quest’ultima su quella della morte sposata dal padre. Questa dunque una delle strade, a mio parere, per iniziare a vivere una vita normale.
…. non ho capito che problemi ha..
ha detto che tornata a corleone l’hanno festeggiata amici e parenti .. ha praticamente riferito che gli abitanti di Corleone li hanno accolti senza remore … ma allora.. qual’e’ il problema?
Il problema e’ ke certa gente nn capisce ANke ke ki ha i parenti in carcere soffre ma nn tanto per loro ke a mio avviso devono pagare ma perche’ la gente confonde il bene con l’approvazione.. Infatti se uno ha un parente in carcere mica significa ke nn lo deve volere bene o nn lo deve scivere.. Nn giudicate male la gente solo perche’ soffre di cosi sinceramente qll ke fanno schifo siete voi vergognatevi!!