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  • Pagare o non pagare?

    All’informazione RAI preferisco, di gran lunga, quella offerta continuativamente dai TG di SKY, cui pago volentieri il canone. Detesto le interruzioni pubblicitarie durante i film, altro motivo per preferire SKY o un DVD. Ritengo, inoltre, trasmissioni come “Porta a Porta” dei veri strumenti di distrazione di massa: si sottopongono al pubblico temi inconsistenti mentre si eludono questioni più serie e importanti e, quando si intervista finalmente un responsabile, non si fanno le domande che io stesso porrei: che lo ascolto a fare? E la Gabanelli? Grazie a Dio va anche sul satellite in differita!

    Perché continuare a pagare allora il canone? Io ci ho provato, spiegando perché non voglio finanziare la RAI e quella che segue è la risposta: vi viene in mente altro da suggerirmi (il rinnovo scade oggi)?

    Gentile Signor Didonna,
    in seguito alla Sua comunicazione del 19/01/2009, La informiamo che l’obbligo al pagamento del canone di abbonamento alla televisione, secondo quanto disposto dall’art. 1 del R.D.L. del 21/02/1938 n. 246, sorge a seguito della detenzione di uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo (Sentenza costituzionale 12/5/1988 n. 535 – Sentenza Cassazione 3/8/1993 n. 8549). Precisiamo che il canone è un’imposta (Sentenza Corte Costituzionale n. 284 del 26/06/02 – Sentenza Corte di Cassazione del 03/08/93 n. 8549) che viene comunemente definita abbonamento. Il pagamento del canone è quindi indipendente dalla visione dei programmi Rai. La informiamo, inoltre, che è a disposizione di tutti gli utenti il Servizio Risponde Rai al numero 199.123.000, dove è possibile dichiarare la propria opinione relativa alla programmazione Rai.

    Disponibili per ulteriori informazioni da richiedere al seguente indirizzo, porgiamo cordiali saluti.

    Gestione Abbonamenti

    E perché non “Gestione tassa antenna TV”?

    Palermo
  • 27 commenti a “Pagare o non pagare?”

    1. Proud not to be a long term (10 years) RAI subscription payer !!!
      Genuine decision ® © 🙂

    2. solo in Italia…solo in Italia!

    3. Ma perchè nel R.D.L. n.246 si parla di “radioaudizioni” mentre invece nelle sentenze citate questo termine si è esteso alle “trasmissioni radiotelevisive”?
      Quando è stata aggiunta questa ulteriore caratterizzazione e da chi?
      Vero è che si tratta sempre di trasmissioni di “onde elettriche per via aerea”, ma questa equiparazione, secondo me, dovrebbe essere sancita ufficialmente con una legge, in mancanza della quale, forse, si può contestare il pagamento del canone.

    4. non mi avranno mai!

    5. Quella del canone Rai da pagare è diventato un dogma indiscusso. Io trovo disonesto avere l’obbligo di pagare per un servizio di cui non solo non usufruisco ma che ritengo anche cattivo. Non si tratta del contributo annuale, irrisorio in confronto all’abbonamento mensile alla pay tv, ma è una questione di principio. Pago Sky ben volentieri invece e ne apprezzo la sua programmazione variegata e di respiro internazionale (ne val bene l’abbonamento già solo il “David Letterman”). Concordo con la sua opinione sui TG SKY, un’informazione senza fronzoli e senza appartenenza precostituita.

    6. Provate a scrivere su google “non pagare canone rai”, ci sono dei forum dove gli utenti che hanno già approfondito la materia ti dicono cosa fare per non pagare senza essere perseguito. Eccezion fatta per chi ha un abbonamento a sky o digitale terrestre, in quel caso non puoi fare nulla.

    7. Perchè devo pagare con il canone le attrici raccomandate di Berlusconi? Per chi si fosse perso l’istruttivo dialogo con il direttore Saccà: http://espresso.repubblica.it/multimedia/1471644

    8. Se è per questo paghi pure i programmi faziosi di santoro 🙂

    9. Il canone lo paga chi lo vuole pagare, di fatto. E’ un’imposta sul “possesso di un bene mobile” (indimostrabile, parlate con qualunque buon avvocato), non a caso ILLEGITTIMAMENTE quella risposta citata da Didonna parla di “detenzione”, che è cosa molto diversa dal possesso. Se fosse tassata la detenzione, per assurdo, uno che ti dice “mi tieni la TV un attimo, una serata”, farebbe scattare il canone. Se un cittadino disdice il canone (c’è una pagina sul sito http://www.abbonamenti.rai.it) dicendo che si ha buttato l’apparecchio e paga l’anno in corso e la tariffa della disdetta, l’unica cosa che può fare la RAI e l’agenzia delle entrate è quella di mandare lettere minatorie (come fanno) o richieste illegittime di altre dichiarazioni. C’è il sito della ADUC che spiega come difendersi facilmente da queste estorsioni. E ricordatevi che il “domicilio è inviolabile” per Costituzione: ci vuole un provvedimento del magistrato per perquisirvi la casa (di solito si fa per omicidi, fatti di mafia…) e anche quando tale perquisizione non dimostra nulla perché si può sempre eccepire che si tratta di momentanea detenzione e non di possesso.
      Questo in via di fatto.
      Sul principio non c’è solo da dire che la produzione RAI è scadentissima e talvolta anche immorale. Il tributo presenta molti profili di incostituzionalità.
      Prima si diceva che era una “tassa” perché in cambio la Rai ci dava un servizio; poi hanno cambiato idea e hanno detto che semplicemente un’ “imposta di possesso” perché la prima teoria era indifendibile dopo la liberalizzazionne delle trasmissioni negli anni ’70. Peccato che le imposte per la Costituzione debbano essere “commisurate alla capacità contributiva”, laddove la TV è solo un elettrodomestico che non è indice più da decenni di particolare benessere del possessore.
      Poi tecnicamente la TV sta sparendo (e infatti la RAI vuole estendere per analogia la tassa ai computer, ma nessuna legge si è espressa in tal senso e le interrogazioni parlamentari giacciono inevase).
      Poi ancora è aberrante che un’imposta sia destinata ad un ente formalmente privato, una società per azioni qual è la RAI.
      Infine, un tocco di sicilianismo, l’imposta è incostituzionale in Sicilia anche perché non è compresa nell’elenco tassativo delle imposte erariali (art. 36) che vanno allo Stato (o a sue emanazioni). Quindi, secondo l’applicazione discutibile che da 60 anni si è data a quell’articolo (e cioè che le imposte erariali non statali intanto si applicano in Sicilia ma le gestisce la Regione), se anche permanesse dovrebbe essere gestita dalla Regione che dovrebbe usarla per creare un “canale nazionale” siciliano (ciò che non sarebbe scandaloso considerato che abbiamo la dimensione di una media nazione europea e le uniche TV che abbiamo fanno televendite di materassi o quasi, in pratica 6 milioni di persone tenute soltanto con un TG regione e le sporadiche produzioni di Mediterraneo, peraltro ora in gran parte spostate a Roma).
      Buona disdetta.

    10. Cmq al di la di tutti i cavilli, le sentenze e quanto altro, la soluzione è semplice: nn pagare 🙂

    11. Cosimo ha scritto il 2 Febbraio 2009 alle 11:25

      Il canone lo paga chi lo vuole pagare, di fatto. E’ un’imposta sul “possesso di un bene mobile” (indimostrabile, parlate con qualunque buon avvocato), non a caso ILLEGITTIMAMENTE quella risposta citata da Didonna parla di “detenzione”, che è cosa molto diversa dal possesso. Se fosse tassata la detenzione, per assurdo, uno che ti dice “mi tieni la TV un attimo, una serata”, farebbe scattare il canone. Se un cittadino disdice il canone (c’è una pagina sul sito http://www.abbonamenti.rai.it) dicendo che si ha buttato l’apparecchio e paga l’anno in corso e la tariffa della disdetta, l’unica cosa che può fare la RAI e l’agenzia delle entrate è quella di mandare lettere minatorie (come fanno) o richieste illegittime di altre dichiarazioni. C’è il sito della ADUC che spiega come difendersi facilmente da queste estorsioni. E ricordatevi che il “domicilio è inviolabile” per Costituzione: ci vuole un provvedimento del magistrato per perquisirvi la casa (di solito si fa per omicidi, fatti di mafia…) e anche quando tale perquisizione non dimostra nulla perché si può sempre eccepire che si tratta di momentanea detenzione e non di possesso.
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      Esatto cosimo è questo l’unico metodo per non pagare, dichiarare di non avere più il televisore e fare disdetta…ma sei un abbonato sky o mediaset premium ti incocciano subito. (ho letto decine e decine di articoli su internet di persone che hanno fatto disdetta e che sono state beccate in quanto possessori di abbonamenti sky).Quindi se hai sky o il digitale terrestre il canone rai purtroppo lo devi pagare.

    12. @ Isola 81
      No, i cavilli sono importantissimi. Se non paghi e basta ti fanno, prima o poi, un c… così.

    13. E quando passeremo al digitale terrestre chi non avrà acquistato il decoder sarà ugualmente tenuto a versare il canone: com’è la situzione in Sardegna dove non c’è più l’analogico?

    14. Il canone è una bella rogna, sia per chi se la vuole togliere, sia per chi la volesse trasformare in imposta dovuta non tanto perché si veda o meno la RAI quanto piuttosto come finanziamento del servizio pubblico.
      Se fosse messa in questi termini infatti, la tassa avrebbe un suo senso e sarebbe dovuta da tutti i cittadini a prescindere dal possesso e dalla visione dei programmi pubblici. Probabilmente l’importo sarebbe notevolmente inferiore (quant’è adesso? 100 euro?) ma lo pagheremmo tutti (o meglio, solo noi fessi che paghiamo le tasse). Però in questo modo gli importi andrebbero allo stato che poi dovrebbe girarli alla Rai (mentre ora non è così) e sappiamo tutti com’è facile stornare fondi statali destinati a qualcosa x riassegnarli a qualcos’altro (vedi i fondi per l’università finiti a ripagare i comuni della mancata ICI).
      Quindi non conviene alla rai, che i suoi soldi passino per le casse dello Stato.
      Secondo, un aumento a testa di 30/40 euro per ogni italiano difficilmente potrebbe esser fatto passare per una “diminuzione delle tasse” alla Berlusconi.
      Infine, per non dover rinunciare agli introiti attuali, viene fatto di tutto per non far sapere agli italiani che possono non pagare il canone (anche se ve ne sarebbero tenuti) perché tanto nessuno può andare a controllare le loro case.
      Rimane da capire come faccia la rai ad avere l’elenco degli abbonati sky, per poter incrociare coi suoi database e scovare i furbi, così come è consigliabile non pagare mai il nuovo televisore con il bancomat o la carta di credito e men che mai farselo consegnare a casa.

    15. Il canone è un ibrido tra una tassa e un’imposta per la detenzione di un dispositivo atto a ricevere segnali radioelettrici, direttamente o tramite adattatore. E’ di pertinenza RAI perché a suo tempo alla RAI fu posto un limite alla raccolta pubblicitaria che fu compensato mantenendo il canone, di cui il 7% viene girato al ministero delle Finanze.

      fonti
      http://www.dirittosuweb.com/aree/rubriche/record.asp?idrecord=518&cat=20

      http://www.articolo21.info/2497/editoriale/il-catricalapensiero-privatizzare-la-rai-per.html

    16. Posso dire una cosa impopolare? Fermo restando che il canone andrebbe abolito per i motivi che credo siano condivisi da molti di noi, io credo che sia scorretto porre la questione dell’obiezione personale. “Io non pago il canone perché è ingiusto” costituisce un ragionamento pericoloso, che porta diritto all’evasione fiscale sistematica. Se passa questo ragionamento domani chiunque potrà rifiutarsi pretestuosamente di pagare qualsiasi tassa. Io dico: battiamoci per l’abolizione. Ma fin quando ci sono, le tasse si pagano.

    17. Se di ribellione fiscale si deve parlare, almeno l’imposta in questione ha il pregio di mostrare quotidianamente la contropartita in gioco: la qualità del servizio pubblico. Sinora ho sempre pagato il canone e ritengo giusto pagare le tasse dovute, ma ricordiamoci che la rivoluzione americana scoppiò proprio sul principio: “no taxation without representation” …
      E’ questa “rappresentazione” del servizio pubblico che fa … rivoltare.

    18. Trovo ingiusto pagare il canone Rai perche’ ormai è ridotta alla pari di una televisione commerciale con l’aggiunta di una lottizazione politica che non ha eguali ed anche perche’ si tratta di una tassa antistorica che poteva andare bene venti anni fa ma che adesso con la televisione satellitare e la possibilita’ di vedere gratuitamente migliaia di canali dimostra tutta la sua forzatura.
      Credo che sarebbe bene abolirla creando dei canali a pagamento senza alcuna forzatura.

    19. Che scoppi, allora, Donato, la rivoluzione. Che vinca. Che venga abolita questa tassazione impropria e iniqua. Io sarò felice di non pagarla. Ma solo allora.

    20. Salve a tutti, rispondo a quelli che dicono che se hai un contratto SKY devi pagare il canone.
      Non è così, anche perchè avere un abbonamento alla Pay Tv non vuol dire essere possessori di una TV.

      a suo tempo avevo già scritto all’ agenzia delle entrate spiegando che io ho sottoscritto un abbonamento a nome mio con sky, ma ne usufruisce mia figlia che ha la residenza (e quindi la TV ) da un altra parte.

      La Rai cerca tutte le scappatoie per fregare la gente, non fatevi abbindolare dalle lettere più o meno minatorie che la Rai manda per posta di tanto in tanto.

      Ho chiesto la sugellazione della tv 9 anni fa e non si è mai presentato nessuno, nel frattempo la Rai mi spedisce periodicamente 2, 3 lettere ogni anno per dirmi di abbonarmi, lettere che cestino regolarmente.

      però mi chiedo, con tutti questi soldi che spendono per spedizioni e stampa del cartaceo, non farebbero prima ad abolire questa assurda tassa?

      grazie

    21. Su Facebook c’è un gruppo di 105.000 persone che chiede l’abolizione del canone RAI: http://www.facebook.com/group.php?sid=c2a2791082ff459169304d32357ac8a1&gid=44384226730

    22. Ho come l’impressione che la discussione sia sfociata in “metodi per evadere un altra tassa”. Non entro nel merito, dico solo che l’unica briciola di cultura (documentari, reportage storici, inchieste di vero giornalismo, basti pensare a quelle di Lucarelli..) trovano posto solo in Rai (escludendo Sky che resta una tv privata) ed è quindi un piacere per me supportarla, pur consapevole che la gestione del bilancio è appesantita dallo stipendio di decine di direttori, capi sezioni, e alti burocrati spesso inutili. Non sarei fiero di essere evasore,tanto meno in questo caso in cui, se non altro, vedo che almeno una parte del denaro in questione ha un “nobile” utilizzo.

    23. Qualche tempo fa ho letto un’intervista di Bruno Vespa e il giornalista gli chiedeva dell’abbonamento rai, ebbene premettendo l’alto tasso di evasione, si parla di oltre il 30%, il buon Bruno affermava che in prospettiva c’è allo studio una riforma della tassa in questione ovvero che la faranno pagare mese per mese nella bolletta della luce, cosi l’evasione da tale tassa sarebbe impossibile.

    24. Dar. Anche la RAI è una TV “privata”: è gestita in ultima istanza da un paio di signori che hanno deciso chi poteva essere candidato al Parlamento (che vigila sulla RAI attraverso apposita commissione) e influito sulla nomina del suo consiglio di amministrazione. Gli spettatori paganti non contano nella nostra telecrazia.

    25. Primo chiarimento: tassa e imposta. La tassa, come ha detto qualcuno si paga a fronte di un servizio prestato/reso dallo Stato al cittadino. L’imposta è invece – come dice la parola – “imposta” al cittadino e cioè si deve pagare e basta, al di là delle giustificazioni che ci stanno dietro per pagarla (chiamala “abbonamento alla televisione” o come vuoi).

      Stando così le cose è sbagliato spostare il problema in termini di “pagamento di una tassa a fronte di un servizio”. Quindi giustificazioni del tipo: io non guardo la TV, la RAI è scadente ecc… non possono essere sostenute all’interno dell’argomento “imposta”.

      La cosa che da’ fastidio è che la RAI si ostina a chiamare “abbonamento alla televisione” una cosa che non ha nulla a che fare con il servizio televisivo pubblico prestato al cittadino a fronte di un pagamento.

      Allora diciamolo: smettiamola di essere presi in giro. L’imposta è tale e si deve pagare. Preferirei però che questi 100 Euro e passa all’anno vengano ricondotti dentro al calderone della dichiarazione dei redditi, senza riferimento esplicito alla RAI, perchè infastidisce e basta. A me la RAI fa schifo per la qualità dei programmi, la retorica democristiana di Vespa, i cachet dei presentatori… è un’offesa al cittadino chiamare l’imposta “abbonamento”. Perchè il cittadino, giustamente, protesta.

      Ma rimanendo sul piano dell’imposta, e non della tassa, ahimè bisogna pagarla e basta. Perchè è un prelievo indipendente da tutto…basta che “detieni” un apparecchio radiotelevisivo (non “possiedi”…”detieni” e cioè lo hai in casa anche se non è tuo) e devi pagare. E’ l’unica regola che sancisce chi deve e chi non deve pagare.

    26. scusate ho letto i vs vari commenti, ma non riesco ad avere una risposta breve, certa ed univoca.
      ho sky intestato a mio nome, quindi è possibile che sky abbia passato i miei dati alla rai e ad oggi ha la prova che io avendo un decoder, io possieda anche una tv?
      con sky sono fregato e devo pagare?

    27. la sentenza 26 giugno 2002 n° 284 citata dalla RAI dichiara NON FONDATA la questione di legittimità costituzionale degli articoli 1, 10, 25 del regio decreto, legge 21 febbraio 1938 (siamo nel 2012 non sarebbe l’ora di abrogare e aggiornarsi un po? ):

      art. 1 –

      Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del
      canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto.
      La presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l’impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionadetenzione o l’utenza di un apparecchio radioricevente.

      art 10 –

      [Ove l’abbonato non intenda o non possa, per qualsiasi ragione, più usufruire delle radioaudizioni circolari e continui a
      detenere l’apparecchio presso di sé, deve presentare al competente Ufficio del Registro apposita denunzia su carta
      semplice non oltre il mese di novembre di ciascun anno, indicando il numero di iscrizione nel ruolo e specificando il tipo
      dell’apparecchio di cui è in possesso, il quale deve essere racchiuso in apposito involucro in modo da impedirne il
      funzionamento.
      La denunzia deve essere fatta a mezzo di lettera raccomandata con ricevuta di ritorno.
      Alla denunzia l’utente deve unire un vaglia postale (con modulo in uso per pagamenti di tassa) di L. 10,20, intestato
      all’Ufficio del Registro, per spese dell’involucro su accennato ed accessori.
      Qualora l’utente intenda cedere o alienare l’apparecchio è del pari obbligato alla denunzia di cui sopra, nella quale deve
      indicare il cognome, nome, paternità e domicilio del cessionario od acquirente. In questo caso è esonerato dall’obbligo
      del pagamento della somma di L. 10,20 di cui al comma precedente.
      L’utente con abbonamento semestrale che ceda o venda l’apparecchio entro il 1° semestre dell’anno è dispensato dal
      pagamento del canone relativo al 2° semestre a condizione che entro il 30 giugno denunci all’Ufficio del Registro presso
      il quale trovasi iscritto a ruolo l’avvenuta cessione con le generalità del cessionario o acquirente e comprovi che questo
      ultimo abbia pagato il canone.
      L’utente che ha effettuato le denunzie di cui sopra deve altresì restituire al competente Ufficio del Registro, entro il 31
      dicembre dell’anno in cui ha presentato le denunzie medesime, il libretto di iscrizione a ruolo.
      Qualora l’utente intenda riaprire l’apparecchio già suggellato, deve fame domanda su carta semplice in triplice esemplare
      al competente Ufficio del Registro, con il contemporaneo pagamento della somma di L. 520 da versarsi con vaglia
      postale intestato all’Ufficio medesimo. L’Ufficio del Registro, dopo aver preso nota di tale richiesta sul ruolo di
      consistenza degli abbonati, passerà i tre esemplari delle do(1) Vedi, ora, d.m. 20 dicembre 1991.

      art 25 –

      Le sopratasse e le pene pecuniarie incorse a norma del presente decreto devono essere versate direttamente in contanti
      all’Ufficio del Registro competente, il quale le introita rilasciando ricevuta del bollettino modello 72 A ed imputando la
      riscossione al competente articolo e capitolo del bilancio dell’entrata.
      I canoni di abbonamento per uso privato non corrisposti alle prescritte scadenze debbono essere versati, nel caso di utenti
      iscritti a ruolo, sui conti correnti intestati all’Ufficio del Registro e previsti dal precedente art. 3; nel caso di utenti non
      iscritti a ruolo sul conto corrente intestato al [Primo Ufficio Bollo di Torino].
      Per l’esazione coattiva da parte degli Uffici del Registro dei canoni di abbonamento non corrisposti nonché delle
      sopratasse e pene incorse a norma del presente decreto si applicano le disposizioni del testo unico approvato con regio
      decreto 14 aprile 1910, n. 639.

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