Una frase di troppo
Pochi mesi fa fecero scalpore alcuni murales che ritraevano Matteo Messina Denaro nel centro storico della Città. Dietro la Cattedrale, uno dei due murales, mostrava ai passanti il latitante del trapanese con lo stile utilizzato da Warhol per immortalare Marilyn Monroe. “L’ultimo”, recitava l’opera da strada, riferendosi al fatto che Denaro rimane l’ultimo boss mafioso della “vecchia guardia” ancora latitante. I giornali ne parlarono ampiamente, a più riprese, formulando opinioni e congetture su cosa potesse significare, chi potesse essere l’autore, ragazzini, simpatizzanti o addirittura la mano di complici dell’organizzazione criminale. Niente di tutto questo. Qualche tempo dopo si scoprì che l’autore proveniva dal mondo accademico e che voleva, con questi “ritratti”, denunciare la mancanza di attenzione nei confronti dell’arte nella nostra città. Punto.
L’altra sera, sono andato da un amico nei pressi della stazione Centrale. Posteggio e ad accogliermi non trovo il fastidioso parcheggiatore, di cui ho già ampiamente parlato, ma una sorpresa, almeno ai miei occhi, altrettanto fastidiosa. Una scritta enorme, con vernice rossa, che recita “Liberate Riina” e, inoltre, come se non bastasse, qualcosa di farfugliato sul 41 bis, non facilmente leggibile, ma di ovvia interpretazione. Via Antonio Di Rudinì, traversa di via Archirafi, di fronte le facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Palermo, dove nasce la cultura, lì dove vengono formate le menti della classe dirigente e scientifica di domani. Una strada percorsa quotidianamente da centinaia di studenti. Ma nessun clamore, nessuna notizia, le forze dell’ordine non intervengono, forse non sono neanche stati informate, forse giudicano la cosa di poca importanza. Continua »
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