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martedì 19 nov
  • Una frase di troppo

    Pochi mesi fa fecero scalpore alcuni murales che ritraevano Matteo Messina Denaro nel centro storico della Città. Dietro la Cattedrale, uno dei due murales, mostrava ai passanti il latitante del trapanese con lo stile utilizzato da Warhol per immortalare Marilyn Monroe. “L’ultimo”, recitava l’opera da strada, riferendosi al fatto che Denaro rimane l’ultimo boss mafioso della “vecchia guardia” ancora latitante. I giornali ne parlarono ampiamente, a più riprese, formulando opinioni e congetture su cosa potesse significare, chi potesse essere l’autore, ragazzini, simpatizzanti o addirittura la mano di complici dell’organizzazione criminale. Niente di tutto questo. Qualche tempo dopo si scoprì che l’autore proveniva dal mondo accademico e che voleva, con questi “ritratti”, denunciare la mancanza di attenzione nei confronti dell’arte nella nostra città. Punto.
    L’altra sera, sono andato da un amico nei pressi della stazione Centrale. Posteggio e ad accogliermi non trovo il fastidioso parcheggiatore, di cui ho già ampiamente parlato, ma una sorpresa, almeno ai miei occhi, altrettanto fastidiosa. Una scritta enorme, con vernice rossa, che recita “Liberate Riina” e, inoltre, come se non bastasse, qualcosa di farfugliato sul 41 bis, non facilmente leggibile, ma di ovvia interpretazione. Via Antonio Di Rudinì, traversa di via Archirafi, di fronte le facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Palermo, dove nasce la cultura, lì dove vengono formate le menti della classe dirigente e scientifica di domani. Una strada percorsa quotidianamente da centinaia di studenti. Ma nessun clamore, nessuna notizia, le forze dell’ordine non intervengono, forse non sono neanche stati informate, forse giudicano la cosa di poca importanza. Eppure è lì, domina il muro di un palazzo nel centro storico della città che dice di essere “Per la pace”, ma dove alcuni cittadini arrivano ad inneggiare ad uno dei maggiori artefici della povertà della nostra regione, a colui che si è reso responsabile dei più efferati omicidi degli ultimi 30 anni, che hanno reso tristemente famosa la nostra bella Sicilia nel mondo. E dove, altri cittadini, gettano un occhiata sulla scritta e voltano la testa dall’altra parte; non li riguarda. Credo che l’indifferenza che serpeggia per le nostre strade abbia da tempo superato il limite. Quelle stesse strade coperte da cumuli d’immondizia e dove sfrecciano le numerose macchine blu di politici che curano soltanto i propri interessi, sistemando figli e parenti vari negli uffici del potere, a nostre spese; quelle strade battute da gente che tenta di sopravvivere sulle spalle del prossimo, chiedendo varie forme di pizzo, compreso quello sull’automobile; quelle strade costellate da buche perché l’amministrazione non ha le risorse per sistemarle in quanto i soldi pubblici servono per pagare gli stipendi di impiegati assunti a migliaia durante le varie tornate elettorali; quelle strade dove non trovi uno spettacolo culturale neanche a pagarlo, quelle strade sempre più ignoranti e cattive. Le strade di Palermo, insomma.

    Palermo, Sicilia
  • 14 commenti a “Una frase di troppo”

    1. @Stefania Petyx
      ci siamo incontrati ieri a Trapani in occasione dell’apertura dell’impianto di calcestruzzo requisito alla mafia e restituito alla legalità.
      Credo varrebbe la pena spenderci su due parole, non credi?
      Saluti
      ws

    2. Come vedi anche in queste pagine il timore dell’indifferenza viene superato dalla connivenza.Si certifica sempre di più l’assenza genetica di senso civico
      profondamento umiliato dalle sovrastrutture democratiche che appaiono esclusivamente come un costo imposto ad una parte della popolazione a puro beneficio di un’altra parte
      “privilegiata”

    3. La mafia non crea posti di lavoro ma solo sottosviluppo!
      La mafia è il primo problema della sicilia e non può mai essere giustificata, neanche davanti al nulla della politica della nostra regione.
      Non usiamo quest’argomento per tollerare una sottocultura che convive con la mafia.

    4. penso che noi siciliani siamo come gli struzzi, parliamo, parliamo ma poi nascondiamo la testa!

    5. Vi ricordo che i commenti che riportano un indirizzo di posta elettronica palesemente fittizio vengono rimossi. Grazie

    6. Penso sarebbe più utile preocquparsi del costo della vita,della crisi economica incombente,della delinquenza,piuttosto che per una scritta opera di qualche imbecille nullafacente e che lascia il tempo che trova.Sottovalutiamo l’intelligenza dei nostri studenti se pensiamo che basti una siffatta scritta ad influenzare i loro comportamenti e le loro scelte future.

    7. @luca:
      dubito sappiano scrivere…

    8. Il volto pop-art di Messina Denaro sul muro della cattedrale faceva paura perchè ricordava alla città il volto di un dei più importanti capi mafia ancora latitanti, che per continuare ad essere tale ha bisogno di essere “dimenticato”.
      E’ forse per questa ragione che è stata additata come opera vergognosa ed è stata immediatamente cancellata?
      “Liberate Riina” invece forse è un idea che qualcuno o qualcosa vuole condividere con tutti…
      I segnali di questa volontà sono forse anche quei gruppi pro mafia su facebook?
      Il tutto prende tinte piuttosto inquietanti quando seduto al cinema con la scuola per uno dei soliti film sulle stragi senti esultare qualche ragazzino appena una bomba esplode…significa che veramente qualcuno condivide quei gruppi e quella scritta.
      Cosa si aspetta per riprendere coscienza?
      Altro sangue?
      Speriamo di no…

    9. @Andrea: tranquillo, nella situazione in cui siamo, ho forti dubbi che possa scorrere sangue: per ora credo che Cosa Nostra abbia il controllo quasi totale su Palermo, c’è troppa tranquillità e indifferenza perchè servano i proiettili e le bombe…Credo che invece dovremmo preoccuparci proprio per la situazione troppo tranquilla.

    10. Mi chiedo perché mai gli abitanti di quel condominio non si siano attrezzati per cancellare quella frase.

    11. E perché non si cancella pure l’odiosa frase davanti l’ospedale Ingrassia “aborto=omicidio”?
      E perché si è perso tantissimo tempo prima di cancellare la scritta”fuoco alla carceri” sul cartello PALERMO all’altezza di Pagliarelli?
      Sono cose senza importanza?

    12. Giòà sarei contraria al fatto di scrivere delle frasi con la vernice su un muro di qualsisi edificio, il cui costo di rimozione é elevatoi e comporta spese per i proprietari della facciata.
      La comunicazione con vernice su facciate é giàò atto stesso di inciviltà e noncuranza, sia che si scriva ‘liberate Riina’, sia che si scriva ‘Mary ti amerò per sempre’.
      Partiamo da questo, direi.

    13. Poi, allarmi di un certo tipo?
      Non serve guardare le scritte a vernice, ci sono manifestini autoprodotti, di convocazioni di qualsiasi tipo, certo non mafiosi, ma inneggianti a forme di lotta di classe, ancora, e molto pesanti. Li fotografo e te li mando. Sono su molti muri della nostra città. Ma forse hai uno sguardo orientato solo a specifiche incitazioni alla violenza, od alla difesa di certe figure.
      I muri parlano, sto dicendo e dicono molte cose. Ma non dovrebbero essere i muri ad ospitare le diverse esigenze che esistono anche qui.
      Il fatto che si usino i muri, significa che non si crede, o che qualcuno propaganda sia inutile, credere alle forme di legittimità esistente, mi spiace dirlo.

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