Oggi domani un concorso…al Banco
Era il tormentone dei bei tempi dell’università (fine settanta, primi ottanta): “Oggi domani un concorso…al Banco”. Quello al Banco di Sicilia era il “posto” per antonomasia, il sogno di chi aspirava ad una sistemazione sicura per poter mettere su famiglia e rendersi indipendente da quella d’origine. Una cosa che mi ha sempre colpito di Palermo è che persino dei rispettabili imprenditori brigavano perché i loro figli fossero assunti dal Banco di Sicilia o da altra banca, locale o nazionale. L’impresa, il rischio, la competizione erano, per la cultura corrente dell’ epoca, da fuggire, ma anche oggi, se qualche ragazzo in più si cimenta con l’impresa, è più per necessità che per scelta.
Se giri per Amsterdam o Londra o altra città del nord Europa, non è facile trovare sportelli bancari fronte strada. Sono costosi (affitto, guardie giurate, vetri blindati e altre misure di sicurezza, ecc.), questi costi si riverserebbero su una clientela che mal li tollererebbe e sono quindi spariti, sostituiti da ATM (bancomat) e dall’operatività online. A Palermo, invece, continuano a sbocciare sportelli bancari, con una concentrazione che, in alcune zone, ha dell’incredibile eppure, nonostante tutto, immancabilmente, si fa la fila (“chi è l’ultimo?”). Continua »
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