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martedì 19 nov
  • Lentezza è mezza bellezza

    Menomale che c’è chi mi racconta le cose perché non è conto che posso andare appresso a tutte le situazioni, è giusto? Poi mio cugino Eugenio di questi tempi è fatto troppo scucivolo e ci passa la giornata a pigliare a colpi di spingola tutti i punteruoli rossi che si stanno ammuccando le palme. Così non ne seppe niente. Per fortuna una mia amica, che si chiama Giusi Imborgia e che di Palermo le sa tutte, ammugghio un pezzo del Giornale di Sicilia in una pietra e me la tirò. E buono fece perché la notizia è di quelle che sono sdimenticabili. Cioè non si possono dimenticare. Palermo si è scritta per partecipare al Giornata Mondiale della Lentezza.

    Allora dovete sapere che oggi a Tokyo nel Giappone ci sarà una manifestazione dentro una stazione della metropolitana ca si chiama Shinjuku che se provate a dirlo sembra “un scinnu chiù”, e certo: se no che lentezza è? Ma altre cose per dire la lentezza è mezza bellezza ci saranno pure a Milano dove dice che fanno una maradona lenta, attipo passiata. Ma la notizia è che pure Palermo si infilò di cool, al solito suo, e disse: pure io, pure io! Allora dice che di mattina ci saranno un poco di volontari che se ne vanno al Polietama e ci prendono la multa (tanto per dire, sgherzo è…) e chi ha troppa premura. E ci danno pure un cartollino dove ci sono scritti i “dieci comandamenti” che non sono quelli di Mosè, nostro comune amico, ma di un certo Bruno Contigiani che il cognome già mi pare che è di lassopra. Lui dice che è un manager pentito. Dice che ha passato la sua vita troppo appremurato e che ci ha fatto male alla salute. Così dice che viene qui per evitare che a qualche palermitano ci viene la stessa malattia. È lui che ha fondato questa associazione. Io non lo so se è un manager pentito oppure, menti, licenziato di cui una cosa di fare se la deve trovare. Coi tempi che corrono non è conto che sarebbe strano…. Poi c’è puru una femmina che si chiama Simona e che ci disse al giornalista del Sicilia: “Ho capito che anche la mia vita stava andando troppo veloce e allora abbiamo organizzato un momento collettivo per ricordarci che possiamo recuperare il nostro tempo e non perdere più l’essenza delle cose”. Bravissima, complementi visissimi, giusto dice. Però…
    Però c’è un però. Siamo sicuri che a Palermo la vita sta andando troppo veloce? Sarebbe terribile se uno, menti, presenta una domandina al municipio e l’impiegato ci dice: miiiii che sono stressato a forza di consegnare le pratiche di faccia e faccia. Ma non si potrebbe rallentare un poco?
    E che ne prende degli autobus che vanno troppo veloci e finisce che non possono rispettare l’orario perché è calcolatto troppo lungo e loro ci mettono di meno. Che stress pure la….
    Non parliamo poi dei puntamenti. Che sarebbe bello se fosse com’era una volta quando “fino a mezzora è puntamento”. No: se oggi vai nel dottore e hai il puntamento alle dieci, se arrivi alle dieci e un quarto, invece di dirti: signora ma lei a quest’ora arriva? Lo sa che deve aspettare, non c’era bisogno di tutta questa premura. E ora invece ci dicono: è arrivata tardi, torni la prossima settimana.

    Ma poi mi sono svegliato e ho capito che mi ero insonnato tutte cose. Palermo ha fatto bene a scriversi nella Giornata della Lentezza perché, amici carissimi, la lentezza l’abbiamo inventata noi. Altro che Tokyo: la capitale della lentezza siamo noi. Altro che manager pentiti: i pentiti sono… cola nostra. E penso ai poveri volontari che stamattina al Politeama cercano qualcuno per appizzarci la multa virtuale perché ha premura e trovano bancari in libera uscita, putiari che passiano la vacca per la crisi. Tutti irreprensibili lagnusi. Forse fotteranno qualche barbiere perché, poveri disgraziati, loro possono contare solo sul lunedì per sbrogliare qualche faccenda o per uscire qualche documento. Barba e capelli crescono pure con la crisi. Quindi un consiglio ai barbieri: oggi stativi a casa. Ah, dimenticavo: ma questa Giornata quanto ci costa? Ci potrei consigliare all’emiro Diego di essere lento pure nei pagamenti? Tanto quelli, lo dicono a voce alta, premura non ne hanno.

    Il taccuino di Giafar, Palermo
  • 12 commenti a “Lentezza è mezza bellezza”

    1. Ficarra e Picone la rappresentano bene!
      Del resto anche io da buona siciliana va(do)lentina!

    2. Avevi ragione…anch’io mi sono fatta quattro risate.
      E confermo assolutamente i complimenti!

    3. hahaahahahhahahahaha… però che tristezza!!!

    4. Tutta sta premura di fare sta iniziativa, in effetti, se la potevano risparmiare.
      Magari organizzarla tra un mesetto.
      O l’anno venturo, no?

    5. ahahhahaha, le case farmaceutiche ti faranno causa,perchè leggendoti sostuisci gli antideppresivi.Ma a proposito di lentezza u sinnaco è accussì liento che ancora ru tanno,di quantà che è stato eletto,manco è arrivato a Palazzo delle Aquile…

    6. grande billi! come sempre!
      leeentaaameeeente, ci riprendereeemo dalla criiisiii….

    7. Sei un grande … lo dico sempre io.. caro Daniele….
      e al vigile si poteva chiedere… “Scusi Sig. Vigile La via delle Tartarughe.. dov’è???!!! “

    8. questa mi torna nuova …siccome gli altri giorni vige la velocità! abbiamo pure la festa della lentezza! poi ci lamentiamo che i palermitani sono visti come degli scanzafatiche!!!

    9. Io non vedo l’ora di tornare a Palermo per la lentezza: tutto deve essere fatto con calma, niente stress. E’ nel DNA dei Palermitani. In un mondo che corre freneticamente saper godere di ogni attimo è una virtù non un difetto. Lentezza non è tuttavia sinonimo di disservizi e inefficienze. Nella capitale, da dove scrivo, e più su si va peggio è, tutto deve essere fatto in fretta per poi vivere tranquilli solo il fatidico week end. Ma volete mettere il traffico palermitano a ora di pranzo perchè è regola mangiare a casa propria due fili di pasta e poi , se è il caso tornare a lavorare, oppure il fatto che la città alle 7.30 ancora dorme mentre qui a ROma sembra già mezzogiorno. VIva la lentezze e tenetevela finché dura.

    10. e che dire dei rimborsi delle ZTL? Potremmo eleggere il nostro sindaco “SANTO PATRONO” della festa della lentezza, infatti chissà quando rivedremo i nostri soldi!

    11. Attenzione Rosario. A me la lentezza estrema mi sfianca, anche perché burocraticamente ti fotte.
      Un ufficio publico che fa un ricorso dopo un anno ma lo passa, é capitato a me, in Commissione centrale dopo 17 anni non ha more. Mentre se l’Ufficio dopo due ricorsi vinti in sede locale, avrebbe ragione a rivalersi di 17 anni di interessi, sulla cosa.
      Lì la lentezza non mi va affattoi bene. Allora la lentezza é funzionale. In siclia penso sia funzionale ai termini di prescrizione, come ormai la lemtezza a pagare le tasse funzioni come il noleggio delle videocassette. Si guadagna di più su chi é più lento a restituire. ci si guadagna in interessi non sempre legittimi.
      La lentezza non é sempre un bene.

    12. Facciamo attenzione a lentezze e lentezze.
      Non é che il Sud sia lento, non é ossessionato dall’inutilità di premura eccesiva, che é cosa altra.
      Tutto deve essere risolto immediatamente? Se hai un’impresa magari sì, incide, ma se fai altro, alla fine, che vuoi 5 o 20 giorni, alla fine che cambia?
      C’é una coetanea romena che lavora da noi, lei mi dice in Romania l’aspettaiva di vita é nella media sui 65-70 anni, in Romania il servizio sanitario é terribile, qui straordinario.
      Ho parenti al Nord che si lamentano che vivono in buchi di case a costi altissimi, io invece non dico che trovo il meglio, ma qua c’é una buona qualità di vita, mi dice.
      Magari la nostra lentezza, il prenderci tempo utile a vivere bene, vuoi mettere che significa una buona qualità di vita? Alla fine credo siamo forse meno ricchi, ma più sereni di tanta gente angosciata dalle aspettative grandiose, forse difficilmente realizzabili, non dicop che non si deve pensare oltre (si deve sempre), ma se non ci si arriva, ma va bene così, direi.

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