Siciliani all’estero
Una volta lo stereotipo dell’ italiano all’estero era quello del piacione che andava abbordando le straniere con fare da provolone, oppure il pensionato coi bermuda e le espadrillas beige e calzini corti. Se giovane invece era dotato dell’inconfondibile invicta a righe, del k-way e del marsupio. Ma ormai c’è la globalizzazione, siamo tutti uguali e bla bla bla. Di ritorno dalla mia stagionale puntatina a Londra mi domando quale sia, piuttosto, lo stereotipo del siciliano all’estero. Se ne esista uno… Tra il serio e il faceto (più serio, stavolta, dico la verità) provo a delinearne il ritratto distinguendo tre grandi gruppi, in base a coloro in cui ho avuto la ventura di imbattermi.
SEBASTIANI E CALOGERE
L’Inghiterra è grande e accogliente. La verità, magari troppo. E in questa sua generosità ospita e accoglie migliaia di giovani che (ahi noi) devono andarsene dalla Sicilia con la truscitedda in collo a cercare fortuna. I genitori che li hanno nutriti, allevati, fatti studiare restano qua. Ogni tanto però vanno pure là. In aereo, ovvio. L’aereo. Il mostro. Questo sconosciuto. Destino volle che due di questi partissero proprio col mio stesso volo e buona creanza impose che promettessi al figlio di questa coppia di “scortare” i genitori fino all’aeroporto di Stansted dove li avrei consegnati nelle mani di un altro figliolo.
Non li dimenticherò mai. Lui tutto panza, calvo e con le mani coi calli che parlano da soli di abitudine al lavoro, lei con la gonna, i capelli impostati con la lacca e la borsa sulle ginocchia per tutto il viaggio. Ma teneri. Tanto teneri. Come potevano essere teneri i miei nonni, o come possono essere tenere le coppie abituate a condividere la vita, con le inevitabili camurrie quotidiane, da 50 anni. Non so più quante volte mi abbiano benedetto e quante altre mi abbiano invitato a andarli a trovare in un paesino in provincia di Caltanissetta. Mi hanno detto il loro cognome e pure l’ingiuria(!). Timidi all’inizio e un poco ansiosi, si scusavano per ogni cosa, come se si vergognassero. Sull’immancabile pullmino che ci porta all’aereo, Sebastiano si informa e mi fa: “Ma ‘un ci putevamu iri a pieri? Assai strada c’è?”. Segno della croce e raccomandazioni varie alla Madonna e a tutti i Santi dopo, imbracati nelle cinture di sicurezza che, non si sa come, erano finite sotto i sederi di tutte e due invece che allacciate, come fu e come non fu ci rilassiamo e nel mezzo del cammino, assopita, vengo svegliata da Sebastiano che mi chiama “Mari’, Mari’…ma chi ura è?”. “Le undici”. “Misca n’amu fattu strata!”.
Ci siamo abbracciati come se ci conoscessimo da anni. Chissà come finì la loro vacanza! Mi mancano un po’. Li ho pure sognati una volta.
GIOVANNI E PALUZZI
Volo di ritorno stracolmo di Giovanni e Paluzzi che erano stati a Londra a vedere non so che partita di champions league. Vergogna è quello che provato. A qualcuno sembrerà esagerato. Ma ce ne fossero Sebastiani e Calogere che vanno all’estero piuttosto che questi vastasi che se li incontro da sola per strada a Palermo, mi viene di stare accura al portafogli. Divento sempre più intollerante nei confronti dei vastasi e se poi la maleducazione è esibita quasi fosse un vanto mi vengono cattivi pensieri proprio. Età media 30 anni, mica 12. Giovanni urla in faccia all’hostess che gli chiede se vuole l’acqua sparkling o still “’un lu capisciu l’inglese! Paluzzuuuu viri chi buoli chista” e giù grasse risate con la bocca aperta. Non posso fare a meno di immaginare la faccia di un porco sul suo collo. Tutto il volo in piedi modello gita della terza media a gridare insulsaggini. Vergogna davvero. Quando l’hostess ha sussurrato “definitely italians!” ecco a quel punto, ho chiesto scusa per loro.
MANFRI E GIANLUCHI
Che graziosi. Piccoli adolescenti che si orientano a Londra come me che di anni ne ho quasi 40…vanno al Casino e nei club più esclusivi. Li hanno mandati là mamma e papa a studiare l’inglese. Che parlano benissimo. È l’italiano che falla un poco. È troppo pieno di assolutamAnte, veramAnte, compà e ancora troppe parolacce per essere quasi maggiorenni (può essere mai che ogni tre parole, una era coglxxne?).
NOI
E alla fine ci siamo noi quelli che all’estero ci andiamo per trovare fratelli e amici, fare un poco di shopping, vedere un musical, una mostra. Cose normali. Più o meno. E che ce ne torniamo alla solita vita sicula, sospirando alla vista di quell’aeroporto che da un lato ha la montagna e dall’altro il mare. Che pensiamo, tutte le volte che assistiamo a una suvirchiaria “ora me ne vado pure io e la mando a farsi fottere questa Sicilia”. Che poi diciamo, no non siamo tutti così. Che ci chiediamo se sia più coraggioso restare o andarsene e che non siamo più tanto sicuri che la risposta giusta sia quella che abbiamo dato, quando abbiamo scelto di restare…
Il Paluzzo e il Giovanni sono trasversalmente gli italiani peggiori… ogni regione ha i suoi, tutti uguali, tutti poveri intellettualmente… arroganti coi deboli, deboli con loro stessi.
bellissimo post! baciotti 🙂
e poi ci sono quelli che all’estero ci sono andati, che non sanno se la risposta giusta è quella di averla lasciata la Sicilia….
Però vedono che crescono ,vengono rispettati nel lavoro per le qualità e possono dare tranquillamente (ahi ahi l’avverbio)un futuro ai figli.
Ogni volta che torno sono 4 aerei e se ti può consolare, come la linea della palma di Sciascia, anche la maleducazione si sposta sempre più a nord.
saluti
E poi ci sono quelli che dall’estero sono tornati, però non sono tornati in Sicilia, magari sono rimasti a Roma, in cerca del giusto compromesso fra opportunità e distanza da casa… e si rendono conto che forse il problema non è Palermo, nè la Sicilia, ma è proprio tutta l’Italia…
Per fortuna i siculi sono di varia specie!!!
Vorrei spezzare una lancia a favore di chi se ne va dalla Sicilia(io per esempio): non sempre la cosa è voluta a volte è proprio la Sicilia che ti manda via, fa pure rima!!! Infatti un giorno spero di tornare. Nel frattempo mi rattristo perché vedo come al Nord riescono a valorizzare qualsiasi cazz..a posseggano e noi che in Sicilia abbiamo il ben di Dio non lo sappiamo e se lo sappiamo lo sprechiamo. però ho fede che prima o poi tutto questo cambi. Amen
Ciao
E poi ci sono quelli che sono andati via dalla Sicilia solo perché volevano provare a vivere da un’altra parte senza rimpianti e senza nostalgia.
grande come sempre maria… londra è londra! si trova di tutto e di “tutti”… a volte si ha proprio bisogno di andarsene, ovunque ci si trovi, ovunque si sia nati…
Grande maria! Post superbo, come sempre!
la discussione mi ricorda molto la distinzione (se non erro di Sciascia.. perdonatemi ma studio economia!) tra siciliani di scoglio e di mare…e più in generale mi viene da pensare che noi siciliani emigrati di ultima generazione soffriamo di una specie di “mal di Brasile”, lenito dal fatto che molti di noi emigrano a due ore di aereo massimo (rimanendo dunque in area continentale) e quindi mitigato dai ritorni a casa… posso solo immaginare quanto fosse forte per gli emigrati poveri e non di soli 30 anni fa, quando l’aereo era un vero lusso.. oggi qualsiasi studente può prendere un low cost ed essere a palermo/trapani/catania con poche decine di euro..
mi dispiace per la disgressione…
luciano
ps: sabato ho incontrato un figlio di immigrati messinesi… “puzzava” di siculo lontano anni luce, nè era orgoglioso e dice che palermo “é la parigi del mediterraneo”… eppure due mesi fa parigi non era coperta di spazzatura se mi ricordo bene..
Io faccio assolutamente parte dei “NOI” e mi chiedo sempre se sia più coraggioso restare o andarsene…
La risposta la scopriremo solo vivendo…
Complimenti Maria!
Non crediate che all’estero vada sempre tutto bene.
Dopo tre anni in Irlanda del nord per fare un’esperienza di lavoro diversa,me ne sto tornando in Sicilia,e non perchè da qualche giorno l’IRA è tornata ad ammazzare soldati,ma perchè le cose qui vanno male da qualche tempo,frutto della insensata speculazione della NEW ECONOMY con cui gli irlandesi credevano di divantare tutti zio paperone con l’edilizia e altro.
Io voglio essere ottimista,credo che noi siciliani possiamo solo migliorare,e se la mafia è una palla al piede che blocca la nostra economia e la vita sociale,la ribellione al pizzo è un primo passo molto imporante!
Poi ci si chiede perchè ti hanno dedicato pure un paese… S.Maria a Cubito…… GRANDISSIMA!!!! 🙂
ah ah ah ah…ma il paese è nato prima di me! Almeno spero!;-)
Io faccio parte di quelli, che dalla Sicilia se ne sono andati, per imparare l’inglese(scusa ufficiale)e che poi non è più tornata perchè non c’è lavoro (pretesto veritiero ma non univoco.
Sono trascorsi 2 anni e mezzo, ed io sono tra quelli che non rimpiangono la scelta fatta e che anzi assaporano con diletto quel curioso senso di estraneità che si accompagna alla sua esperienza di vita all’estero, specie se, i simpatici abitanti del luogo in questione sono anglofoni e soprattutto se tu, ingenuamente, pensavi che quello strano esperanto, appreso durante la tua carriera scolastica, quel misto di svariati idiomi anglo-carrapipese-italo-corleonese, fosse l’inglese.
Ma dopo l’niziale sgomento e dopo aver metabolizzato un certo livello di frustrazione che deriva da un prevedibile grado di incomunicabilità, ecco che cominci ad abituarti anche ad una serie di chiamiamole facilitazioni che io di origini “terronesi” vedo come comodità, ma che altro non sono che comuni norme civili in voga in buona parte del pianeta ad eccezione del Burkina Faso, Gibuti, Lesotho, Mayotte, e del Sahara Occidentale. E cosi comprendi che quel sospetto con cui guardavi alle auto parcheggiate in doppia, tripla o in extremis, anche quarta fila, era giustamente fondato poichè dove ti trovi adesso tale costume non è considerato accettabile in nessun caso,(nemmeno in caso di emergenza, ovvero acquisto di sigarette, pane o altri svariati beni di consumo, la cui attività necessiterebbe di un tempo ragionevolmente ridotto, se non fosse che, non c’è un buco dove parcheggiare e che se anche avessi un monopattino non aiuterebbe lo stesso).
Nel misterioso luogo in cui vivi adesso scopri inoltre, che non tutti vedono i mezzi di trasporto pubblici, come delle buffe invenzioni, tipo il Robot soldato, il faretto automatico per calzature, la bara parlante o il profilattico elettronico. Al contrario questi vengono usati dall’uomo per il trasporto di cose e persone.
Gli autobus partono ad orari prestabiliti e giungono a destinazione ad orari prestabiliti e va da sé che anche tu devi trovarti lì, all’orario prestabilito, pena la categorica perdita di quest’ultimo. Non basterà ovviamente, trovarsi in prossimità della fermata, se anche anche fossero appena 100 metri, se il bus che è hai intercettato con lo sguardo, è in procinto di partire,non servirà che tu ti esibisca in una vergognosa maratona, sbracciandoti e imprecando come un diavolo. Questo partirà inesorabilmente!!!
Sarà poi per questo e per altro ancora che ogni volta che mi ritrovo a sorvolare la Sicilia per andare in vacanza, o per il matrimonio di amica M. o per la laurea di altrettanta amica M. mi sorprendo sempre con la faccia schiacchiata contro il finestrino dell’aeromobile, nodo alla gola, lacrimoni agli occhi e un irrefrenabile senso di commozione.
Hai reso benissimo l’idea Fiammetta…
Maria, bella la verità; che de vo fare per l’orzaiolo? Un fastidio questi occhi umidi….
Grazie: col cuore e con la testa
come si direbbe nei Cesaroni,”che amarezza…”
comunque, personalmente vedo un vantaggio enorme rispetto alle precedenti generazioni di emigrati; scherzi a parte, oggi l’aereo è veramente un mezzo che può rivoluzionare la vita… non dico che si possa fare avanti e indietro tutto i giorni, ma non è assurdo (perchè esistono già dei casi) che si possa fare mezza settimana, oppure il weekend a palermo e il resto a milano/roma, salvando così capra e cavoli: la professionalità li dove effettivamente è valorizzata (e con la speranza di portarne un pochino a casa) e gli affetti (nonchè un bel pezzo caldo a mezzanotte alla cala!)…
E poi ci sono i Carmelo, Marcuzzu e Mumminu che hanno lasciato la Sicilia. Hanno fatto fortuna in America ed invitano i politici siciliani per intervenire ed essere nominati “uomo dell’anno” nelle festicciole che organizzano nei locali di lusso. Tutto cio’ per avere la conferma che sono diventati importanti e si associano con persone veramente molto importanti.
Bentornata Maria.
atroce dilemma vissuto con sofferenza, non si ha mai la risposta giusta .. credo.
Nel tuo caso la vivo egoisticamente, la risposta è ..
BENTORNATA! 😉
Luciano
anche se si lavora a poche ore di aereo da casa la cattiva notizia è che quasi sempre non si ha la possibilità di venir giù in Italia quando si vuole. Chi ha un impegno di lavoro serio non ha molti giorni liberi a disposizione durante l’anno. Questo accade soprattutto durante i primi anni di apprendistato di un qualsiasi lavoro. A Londra ad esempio funziona così, io ci ho lavorato varie volte e te lo posso garantire.
Poi volevo anche chiederti cosa intendessi per “puzzava di siculo lontano anni luce”, non ti sembra una metafora un pò troppo estroversa?
Ma vogliamo anche parlare di Palermo quale supposta Parigi del Mediterraneo? Immondizia a parte, Palermo è definibile tale quando non le si vogliano attribuire ricchezze ancor più grandi ed eterne rispetto a un arco di trionfo e una torre metallica alta. Faresti meglio a conoscere meglio la Tua Terra ed inquadrarla nel giusto contesto che merita.
Passo e chiudo.
Le persone con piu’ di 70 anni che vanno in coppia e si avventurano in queste gite mi fanno un grande tenerezza…. Penso sempre ai miei che non hanno avuto la fortuna di arrivare a questa eta’ insieme e ho visto nelle 2 persone scortate da Maria proprio i miei genitori.
La vita è fatta solo di sensazioni e oggi me ne hai regalata una davvero grande.
Grazie
Cara Maria, altro che siciliani all’estero…almeno li, trovandosi in un “mondo perfetto” dove tutto (o quasi) funziona davvero e dove il “senso civico” e “l’educazione” esistono davvero, il siciliano doc, forse intimidito se non addirittura spaventato, si adegua in breve tempo!E quindi…non getta nulla per le strade, si mette in fila (lo capisce dopo un po che ne esiste una) per prendere i mezzi e ,dulcis in fundo…fa la raccolta differenziata!!!Ma, sia ben chiaro, non perchè ritenga sia giusto comportarsi in quel modo ma solo ed esclusivamente per non fare “Malafiura”, per mimetizzarsi da bravo camaleonte!!! Tornato nella patria SICILIA torna inesorabilmente a dare il meglio di se (forse proprio cominciando dalla breve permanenza in aereo)!Come? semplicemente fottendosene della pulizia della città, fottendosene delle regole stradali (il parcheggio in primis), fottendosene dei mezzi pubblici (creati solo per essere distrutti), del “fare la fila”(cos’è, questa sconosciuta), o, ancora più terribile, inneggiando ancora alla mafia non solo a parole ma mantenendo degli atteggiamenti mafiosi (che, volenti o nolenti, scorrono nelle vene di tutti noi siciliani)!!!
Maria carissima, anche io ogni giorno mi pongo le tue stessa domanda (“Restare o andare?Andare o restare?Forse meglio non pensare”) alla quale non riesco mai a dare una “Risposta definitiva (l’accendiamo?)
So solo che qualcuno ha avuto il coraggio di dire qualche annetto fa che viviamo nella città più COOL d’Italia….Ed io ho solo una risposta: MA VAFFANCOOL!!!!
un abbraccio grande a te Marì!!!
Cittadino 5843, già il fatto di dire “immondizia a parte”
equivale a bestemmia, sapendo che é l’emblema di una città in decadenza diffusa. Meglio illudersi che provare a cambiare?
Poi, la tua conoscenza di Parigi é limitatissima, perché hai nominato le cose meno interessanti, roba per turismo superficiale fatto di stereotipi.
@ Cittadino n. 5843
per “puzzava di siculo lontano un miglio” intendevo dire la seguente: era scuro di carnagione, capelli scuri, barba incolta e con un accento marcato (un po’ troppo per uno che è nato in provincia di milano!)
la metafora di “palermo come parigi del mediterraneo” non è mia.. mi limitavo a riportarla… palermo è sicuramente una città stupenda, con possibilità eccezionali (quali ad esempio uscire dal lavoro anche alle 8 e farsi una passeggiata sul lungo mare…e il lungo thames da canary wharf non è la stessa cosa..), ma mi viene da sorridere pensando a “parigi del mediterraneo” perchè parigi,città stupenda, perderebbe sicuramente gran parte del suo fascino se più caotica, se con cassonetti pieni di rifiuti, se con cacche di fido varie sparse per i marciapiedi…
te lo immagini le Jardin du Luxembourg con l’erba alta? oppure la Sainte Chapelle chiusa perchè non ci sono sufficienti custodi per tenerla aperta? avere un incredibile patrimonio di ricchezze artistiche e paesaggistiche non basta;
E’ sempre un piacere leggerti! soprattutto ora che all’estero ci sono anche io, a volte felice della mia scelta e a volte nostalgica della mia terra…come l’odi et amo di Catullo…
contrasti meravigliosi contrasti della ns terra…
che osservi di più quando vai fuori e soprattutto quando vai a LONDRA…
bello sempre partire e scoprire che ci sono delle realtà così tremendamente diverse dalla nostra…
però quanto è bello tornare…
BRAVA MARIA…
come sempre del resto…
@GIGI
Io mi riferivo a prima ancora che Parigi fosse stata “inventata”, ed era già troppo menzionare le due immagini attraverso cui la città francese circola nel mondo. E’ una bellissima città, sia chiaro, io l’ho vista con i miei occhi, ma un pò troppo giovane aggiungerei contestualmente all’argomento che stiamo trattando.
@Luciano
Grazie per i tuoi chiarimenti, è un piacere aver scoperto che mi sbagliavo.
http://fr.wikipedia.org/wiki/Paris
Per cittadino N° ( N° che cambia ogni post):
ecco il link, non andare a leggere nella versione italiana, che é scritta malissimo ed é incompleta. Leggi in particolare questi tre capitoli: 1) Préhistoire et Antiquité 2) Moyen Âge 3) De la Renaissance au XVIIIe siècle. Forse allora capirai che le tue immagini sono stereotipate e limitate, ripeto, roba per turisti superficiali. Il tuo é il discorso del palermitano “semu i megghiu” che si culla sui quattro monumenti lasciati da arabi-normanni, ed il mondo…finisce li… nell’isola mentale. Non é questo il modo giusto di amare la propria città, e nemmeno dire “a parte la munnizza” perché la munnizza é l’emblema del degrado diffuso. O forse per te una città che invece é carica di storia, sembra giovane perché é ben tenuta, mentre l’incuria, il degrado e l’abbandono sono segni di storia vissuta? Ho l’impressione che avevi la vista appannata, a Londra come a Parigi, ma affermi falsità con presunzione tipica che conosciamo avendocela nel DNA. Ribadisco, é questa presunzione, questo “nombrilismo” puerile che ci paralizza, almeno quanto gli pseudo-politici locali incapaci che a molti di noi ci “fanno scappare” perché…per evitare…lasciamo perdere…si arriva al punto che non si riesce piu’ nemmeno a guardarli nelle foto…
E la categoria dei poveri “normali” che per guadagnare un tot e sopratutto per non sprecare tutto quello che hai fatto fino ad oggi (liceo, laurea, master, specializzazioni, albi, etc), accetti di andare a vivere in un paese estero, magari maledicendo il TUO di paese (lettera minuscola) perchè non ti permette di vivere… questi, noi, dove ci mettete, in che categoria? Che sugli aerei ci troviamo a nostro agio, ci riportano a casa ogni tanto, e abbiamo la carta millemiglia piena di punti… e di questo nno siamo proprio contentissimi..
Purtoppo cara Maria, spesso si sceglie il meno peggio, e il meno peggio è rappresentato dal portare a casa qualcosa per far vivere decentemente moglie e figli, se poi questi ti seguono pure all’estero perchè lontani non si puo’ stare, beh ecco che i sensi di colpa per averli trascinati “fuori casa” ti divorano ogni giorno… e maledici ancora di piu’ il tuo paese (lettera minuscola)… ma almeno la tua famiglia vive decentemente e tu non ti sei accontentato di aver leccato il culo al solito politico… o forse era meglio di si?, piuttosto che partire ogni volta con gli occhi lucidi…
No Lontano…io sono d’accordo con te. Non tutti quelli che rimangono hanno leccato il culo al solito politico, però…
Gigi ti invito a essere rispettoso nei confronti degli altri commentatori. Grazie.
Gigi ti invito a continuare a scrivere…parole sante! Grazie!
Ragazzi, io non so a quale categoria appartengo di tutte queste. L’unica cosa che sò è che io dalla sicilia sono letteralmente scappato per cercare opportunità(il lavoro l’avevo, ma dopo 5 anni era meglio essere disoccupato che lavorare per i miei capi). Finalmente dopo mesi e mesi di colloqui in varie aziende e studi(impossibile nella nostra isola avere due colloqui al giorno come mi è successo qui, quasi impossibile sapere a chi mandare curriculum vitae) finalmente sono riuscito a farmi assumere. Io sono via solo da tre mesi e sinceramente il mare e il sole non li rimpiango per niente. Qui piove ogni giorno e il sole è un’optional, ma la vita è veramente di qualità. A Londra(la città dove mi trovo in questo momento) non esiste quasi inciviltà, tutto funziona egregiamente, le persone sono gentili(di qualsiasi razza siano), la pari opportunità esistono veramente(per maschi, femmine, neri, bianchi,gialli e via dicendo) e sono sicuro che ci rimarrò per tanto tempo. Un’invito a tutti quelli che pensano che la sicilia sia la terra più bella che ci possa essere…viaggiate state in giro…siate calogeri, totini, manfredi, roberti e chi altro ancora…poi tornate in sicilia, confrontate e scegliete il posto dove vivere e realizzarvi. Io la mia scelta l’ho fatta, e adesso tocca a voi!!!
Un rapido commento al post di Raffaele che parla di “siciliano doc che si adegua in breve tempo! (E quindi…non getta nulla per le strade, si mette in fila…e ,dulcis in fundo…fa la raccolta differenziata!!!”
Quello che dici riguardo e “malefiure” non lo condivido, il siciliano si adatta perché ha una capacità impressionante di adattarsi a codizioni esterne mutevoli, se la sfruttasse meglio, quella capacità, non sarebbe solo causa di inciviltà ma anche potente rimedio!
Io abito a circa 1500 Km circa da Casa e quando imparo qualcosa o vedo qualcosa di civile e/o “intelligente” all’estero, cerco di importarla… ne divento promotore… a costo di fare “buddellu” ogni volta che qualcuno fa ‘minch…te”, non rispetta la fila e fa u “vastasu”…
Ma, sia ben chiaro, lo faccio non solo perchè ritenga sia giusto comportarsi in quel modo ma anche e soprattutto perché credo che le cose possano cambiare solo se ognuno di noi contribuisce pesonalmente al cambiamento…
Pazienza, spesso durante le vacanze mi innervosisco e a volte, rischio di sembrare ingenuo ma credo nel buon senso…
Leggo spesso e con piacere i tuoi post. Invidio molto il tuo modo di scrivere. 🙂