100 anni dall’assassinio di Joe Petrosino
Sono passati 100 anni dall’assassinio di Joe Petrosino, tenente di polizia a New York, italo-americano, protagonista della lotta alla mafia che venne ucciso a Palermo il 12 marzo 1909.
Stamattina a Villa Garibaldi (piazza Marina) il sindaco di Palermo Diego Cammarata scoprirà una statua raffigurante Petrosino che verrà esposta nel palazzo dell’Hotel de France in via provvisoria (in attesa di una collocazione definitiva). Alla scopertura parteciperanno anche il rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla, l’assessore Giampiero Cannella, il console americano a Palermo Barbara Cucinella e il pronipote di Petrosino Nino Melito accompagnato dal vicesindaco di Padula e da alcuni cittadini del paese in provincia di Salerno, patria del poliziotto.
A seguire ci sarà un intervento del professore Giuseppe Carlo Marino all’interno dell’ex Hotel de France dove verrà scopeta una lapide commemorativa e verrà emesso un annullo speciale commemorativo su 200 cartoline numerate curato dall’International Inner Wheel Palermo Centro insieme all’Istituto superiore per la Difesa delle tradizioni.
Sapete, vero, che la lapide si trova nel posto in cui non fu ucciso?
Basta farsi un giro attorno alla villa…
IO sono cresciuta con il mito di joe Petrosino. Il primo uomo ad avere compreso i legami fra la mafia siciliana e quella d’oltreoceano.
E’ stato la prima vittima della Mafia come associazione internazionale, un uomo molto coraggioso, e credo molto curioso, in tempi in cui non vigevano forme simili alla collaborazione internazionale delle polizie.
Ai tempi la mafia veniva definita ‘mano nera’, successivamente divenne ‘cosa nostra’.
Non ricordo nessuna lapide a Piazza Marina, Walter, ma segnare il luogo esatto, alla fine, non credo che serva più di tanto.
L’importante é ricordare un italoaamericano, che ci teneva a mantenere ‘buona’, la reputazione degli Italiani in America. La sua era anche questa battaglia.
Wlater mi sa che io e te sapevamo chi era joe petrosino.